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Autore: Madness in me    28/10/2013    1 recensioni
“Va tutto bene, va tutto bene. Butteremo la cenere di quei quaderni in qualche secchione, più tardi. Quel mostro non può uscire da lì, Hope, quante volte ancora dovrò ripeterlo ? Lui non ti farà del male. Te l’ho promesso. Ti ho promesso che non ti avrebbe toccato, che non sarebbe mai uscito fuori da quelle pagine e così sarà."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Avenged Sevenfold, My Chemical Romance, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter Thirteen.

 

 

Selene POV





Eravamo tutti in salotto, si respirava la tipica aria Natalizia spezzata, ogni tanto, dalla tensione.
Mi alzai improvvisamente svegliando Matt che dormiva poggiato alla mia spalla e scattai al piano di sopra, sotto gli sguardi incuriositi di tutta la famiglia.
Presi la giacca e il portafoglio che infilai in tasca e tornai giù correndo come un razzo, quando fui davanti alla porta e stavo per aprirla, Matt parlò.
“Wowowowowowo, piccola dove vai ?”
“A raccogliere margherite, amore, tu stai tranquillo. Torno presto.”
Mentre chiudevo la porta sentii Matt chiedere “Margherite  ? A Dicembre ? Con la neve ? Ma le trova ?”
E, in tutta risposta, l’intera famiglia esplose in una fragorosa risata e Brian gridò, tra le risate, “Matt, quanto sei idiota!”
Era il giorno di Natale e nessun negozio era aperto, tranne uno.
E io ero diretta proprio a quello.
Avevo ordinato delle sciarpe enormi e su ogni sciarpa avevo fatto incidere, a mano, la scritta “Niente è più forte di un cuore rotto che riprende a battere.” Che era, sotto alcuni punti di vista, l’inno della nostra famiglia un po’ strana.
Mi ringraziai mentalmente per aver pensato di farne fare tre in più, così da poterle dare anche a Johnny, Jen e Seth.
Per i bambini avevo semplicemente comprato due bei cappellini con Babbo Natale fatto a scheletro stampato sopra, un po’ macabro e contorto come regalo, ma sapevo che a loro sarebbe piaciuto.
Mi fiondai nel negozio quasi sfondando la porta.
“Salve, è qui per le sciarpe e i cappelli ?” chiese, sorridente, la commessa.
“Sì” presi un’enorme boccata d’aria “Mi dica che sono pronte, la prego! Lo so che le ho ordinate tardi ma è davvero importante!”
“Sì, signorina, non si preoccupi. Ecco  a lei.” Mi porse l’enorme busta, lasciai i soldi sul bancone.
“SIGNORINA! ASPETTI” gridò la commessa mentre uscivo “Le devo il resto! Questo è il doppio del prezzo.”
“Tenga pure il resto come mancia, buon Natale signora e grazie mille.” Dissi, sorridente, mentre uscivo.
Mi faceva schifo il Natale, lo odiavo, odiavo i regali, le cene, i pranzi, i falsi sorrisi.
Eppure in quel momento, mentre l’aria fredda mi tagliava le guance, mentre correvo a perdifiato verso casa Cooper non riuscivo a smettere di sorridere.
Il mio cuore continuava a battere all’impazzata al pensiero dei ragazzi che prendevano le sciarpe e sorridevano.
Quei sorrisi che erano diventati il mio pane, la mia acqua, la mia aria.
Salii le scale correndo, stavo per arrivare davanti alla porta quando una mano mi afferrò per i capelli e mi tirò giù facendomi rotolare per un’intera rampa di scale.
Mi rialzai dolorante e cercai con lo sguardo la busta che tenevo in braccio fino a pochi minuti prima e la trovai in cima alla rampa di scale, davanti la porta di casa Cooper.
Sentii una risata agghiacciante dietro di me e un respiro gelido mi tagliò il collo.
“Vogliamo essere noi, principessa, ad aprire le danze ?”
Mi girai di scatto e trovai Jess, con gli occhi iniettati di sangue, ad un palmo dalla mia faccia.
Feci per indietreggiare ma lei mi afferrò alla gola e mi lanciò sulle scale, facendomi sbattere la schiena.
Tentai di gridare ma lei mi saltò addosso e mi chiuse la bocca con una mano.
Il dolore alla schiena era terribile, non riuscivo quasi a muovermi ma non avevo intenzione di farmi massacrare da quel mostro.
“ E così, la mia piccola Selene è andata a fare i regalini di Natale, oh, ma che carina.”
Le morsi una mano, affondai i denti così tanto che quando tirò via la mano le strappai un pezzo di pelle.
“STUPIDA PUTTANA!” gridò.
Le assestai un calcio nello stomaco facendola cadere, mi alzai di scatto e corsi verso la porta.
Mi attaccai alla maniglia e cominciai a prenderla a calci e a urlare “AIUTO! APRITE, CAZZO, APRITE LA PORTA!”
In una frazione di secondo la porta si spalancò.
Stavo per buttarmi, disperata, tra le braccia di Matt quando Jess mi afferrò per la gola, di nuovo, e mi lanciò giù dalle scale.
“SELENE!” gridò Matt, disperato, fiondandosi dietro di me.
Jess fu di nuovo davanti a me e, sorridendo, disse “Vediamo che succede ora.”
Si girò verso Matt che correva verso di noi e tirò fuori gli artigli.
Sapevo che voleva fare, sapevo a cosa puntava.
Quella donna, quel mostro, era un animale.
La prima cosa che puntava, la prima parte di un corpo a cui mirava, era la gola.
Lo capii e mi lanciai verso Matt, mettendomi tra lui e Jess che mi conficco gli artigli in un fianco, provocandomi un dolore lancinante.
“MALEDETTO MOSTRO!” gridò Helena, correndo giù per le scale.
“SALLY!” gridò Zafira, che era già vicina a me e Matt.
Perdevo sangue, ne ero sicura, potevo sentirne l’odore.
Jess continuava a cercare di colpire Matt, colpendo però me che continuavo a spostarmi e mettermi in mezzo.
“SMETTILA! SELENE SMETTILA TI PREGO, PER FAVORE, SPOSTATI!” gridava, disperato, Matt cercando di togliermisi di dosso.
Jess rideva, tutti gridavano, Helena e Zafira venivano tenute ferme da Mary e Nate.
Un grido che avrei riconosciuto tra milioni giunse dalla porta.
Jimmy, con una sedia in mano, si faceva strada gridando come un ossesso.
Scaraventò a terra Mary e Nate che sparirono e poi continuò la sua folle corsa verso Jess.
“TI SPACCO LA FACCIA, LASCIA IN PACE LA MIA FAMIGLIA, STUPIDA TROIA!” Jimmy lanciò la sedia e mentre Jess si piegava per evitarla, Johnny, sbucato dal nulla, mi afferrò e mi portò in casa.
Tutti si affrettarono a piazzarsi davanti alla porta.
“Pensate veramente di riuscire ad impedirmi di ucciderla ?” disse, ridendo, Jess.
“Sì, lo pensiamo e lo faremo.” Disse Brian.
“Le ragazze non sono più sole, non lo saranno mai. Vi uccideremo, se sarà necessario. Tu, puttana, non hai idea di chi ti sei messa contro.” Concluse Jimmy.
Helli e Zafi parlarono in coro “Vattene, Jess, finché sei in tempo.”
Jess smise di ridere “Mi vendicherò” disse e poi sparì.
Tutti si fiondarono dentro in salotto, dove Korey era intenta a curarmi tutti gli squarci che avevo addosso.
“Fortuna che non ci sono vicini, qui.” Dissi, ridendo.
Cercando di alleggerire l’aria, ma non ci riuscii.
Matt mi guardava, in piedi, davanti alla porta, con gli occhi lucidi e i pugni stretti, scosso da tremori per la rabbia.
“Non dovevi metterti in mezzo.” Disse.
“Ehi, calmati fratello.” Gli disse Zacky, avvicinandosi e poggiandogli una mano su una spalla.
“Mh” rispose Matt.
“Famiglia, famiglia” dissi “la busta fuori dalla porta, qualcuno l’ha presa ?”
“Ehm, sì, l’ho raccolta io” disse Frank, sbucando dal mucchio di persone con la busta in mano.
“Ecco, apritela. Ci sono i miei regali per voi. Sono sciarpe e i due cappelli sono per i bambini.” Sorrisi, debolmente.
Tutti presero la sciarpa del colore che più li aggradava e esplosero in immensi sorrisi, uno ad uno vennero ad abbracciarmi.
“Grazie, ai bambini piaceranno sicuramente” mi sussurrò Korey mentre finiva di medicarmi.
Mi persi nelle dolci risate e chiusi gli occhi.
Ero praticamente addormentata quando Matt mi prese dolcemente in braccio e mi sussurrò “Ti amo, ma non farlo mai più. Non potrei mai, mai, mai vivere senza di te. Non farlo mai più Selene, mi hai capito ? Mai più.”
Sorrisi e biascicai “Ti è piaciuta la sciarpa ?”
“Tantissimo, la metterò tutto l’inverno.” Disse, seriamente soddisfatto.
“Ti amo” sussurrai poi mi addormentai cullata dal movimento della lenta camminata di Matt e dalla sua dolce voce che cantava per me.

  
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