= L’ombra del
tesoro =
Zoisite era in uno di quei momenti in
cui si chiedeva…
“ma che mi è
saltato in testa?”
“avrò fatto
bene?”
“perché ho
voluto dire a Cooler del tesoro?”
“perché mi sono
lasciata convincere a, parole sue, non
essere precipitosa nella scelta?”
“ …ma
più che altro come posso parlare ancora con lui dopo
quel che ha fatto a Freezer?”
“perché sto
costringendo due tizi che non si sopportano a
stare nella stessa astronave?”
“e perché non
riesco a decidere, sapendo che tanto Cooler probabilmente
non lo sposerò?”
Ecco, giunta a quella consapevolezza
dopo aver parlato con
lui - che sembrava aver accettato questo declassamento a
“opzione potenzialmente
pericolosa” senza colpo ferire - avrebbe proprio dovuto
rendere definitiva la
scelta. Con Freezer erano venuti al dunque, no? Quindi
perché accidenti non
riusciva a farla finita?!
Che li tenesse tutti sulle spine
perché sotto sotto le
piaceva il pensiero di poter esercitare una sorta di controllo sui due
esseri
più forti della galassia, o almeno di quella sezione? Forse,
ma di certo era
una cosa a livello inconscio, perché consciamente la
shadowjin tutto provava
meno che piacere.
Una volta trovato il tesoro
però il gioco sarebbe finito,
Zoisite sapeva che avrebbero entrambi preteso che scegliesse
immediatamente.
Osservò Freezer, che aveva
inserito il pilota automatico
nell’astronave ed evitava accuratamente di registrare la
presenza di suo fratello,
guardando ostinatamente fuori dall’ampia vetrata. Visti i
precedenti, e visto
quel che era successo tra loro, era già tanto che non
cercasse di saltargli
alla gola. Per una volta la shadowjin l’avrebbe trovato pure
comprensibile.
Cooler dal canto suo faceva lo
stesso, ignorando Freezer.
Probabilmente entrambi avevano deciso - non di comune accordo ma
seguendo la
stessa logica - di cercare di comportarsi in un modo che avrebbe
portato
Zoisite a compiere una scelta definitiva in quello che era
l’ultimo atto della
loro sfida. Erano talmente occupati a non ammazzarsi a vicenda, e
Zoisite a
cercare di decidere, che nessuno dei tre aveva notato il segnale
silenzioso di
una navicella che aveva cambiato rotta da Pianeta Freezer n.1 a quella
che
stavano seguendo loro, e li aveva seguiti tutto il tempo.
Era una giornata intera che la
shadowjin non sentiva nessuno
parlare. I due fratelli ovviamente non conversavano tra loro, e lei non
parlava
a nessuno dei due, perché se avesse rivolto la parola a uno
magari l’altro
l’avrebbe ritenuto un’offesa
personale…ok, non era esatto. Se avesse rivolto la
parola a Cooler, Freezer l’avrebbe ritenuta
un’offesa, mentre a parti invertite
non sarebbe successo niente di che. Ma perché rischiare?
“ tra un
po’arriviamo” avrebbe voluto dire Zoisite. Anche
una constatazione semplice e stupida come quella sarebbe stata
più sopportabile
di quel silenzio di tomba, ma le mancò il coraggio,
perché una cosa di sicuro
la sapeva: se i rapporti tra i due fratelli erano arrivati a quel
punto, la
colpa era anche sua.
« satellite in vista.
Atterreremo tra circa un minuto ».
Oh, alleluia, qualcuno che parlava.
Nello specifico,
Freezer.
Zoisite cerò la risposta
più corta e impersonale possibile.«
ok ».
Evidentemente fu una mossa azzeccata,
perché non diede a
nessuno dei due fratelli spunti per provocare l’altro.
Per come litigavano, a volte Freezer
e Cooler le avevano
ricordato i gemelli Rorgax, quei due pazzi jellyng che giusto Don Veit
riusciva
relativamente a gestire
minacciandoli
di mangiarli. Non che ormai qualcuno prendesse quella minaccia sul
serio,
sapevano tutti che era diventato vegetariano da un pezzo.
Atterrarono sul satellite senza alcun
problema, e senza
neanche troppo rumore considerando l’eco di quel sasso
deserto. Scesero
dall’astronave ringraziando il dio degli icejin di aver dato
loro la facoltà di
poter sopravvivere senza problemi nello spazio aperto,
perché altrimenti
avrebbero avuto bisogno almeno di un respiratore, e per quanto
attualmente girassero
i modelli più ridotti e avanzati erano sempre una seccatura.
« bene, ci siamo. Adesso
dove si va? » Cooler si guardò
attorno « questo posto sembra tutto uguale ».
« non guardare me, io non
ne ho la minima idea » disse la
shadowjin.
« sono l’unico ad
avere notato quella specie di grotta? »
Entrambi si voltarono verso il punto
indicato da Freezer.
Ok, uno a zero per lui. Si diressero tutti e tre fino alla grotta, in
perfetto
silenzio, e fu a quel punto che l’anello di Zoisite
cominciò a tremare, per poi
brillare di luce rossa.
« dev’essere una
conferma che siamo sulla strada giusta »
disse la shadowjin « a questo punto una volta entrati ci
basterà tenere gli
occhi puntati sull’anello. Se brilla andiamo bene, se non
brilla dovremo
tentare un altro percorso ».
Freezer osservò quella
brillante luce rossa, poi il buio
pesto della grotta, e in quell’istante capì una
cosa: a costo di accecarsi
avrebbe guardato costantemente l’anello, perché a
quelle tenebre orrendamente
fitte non voleva pensare nemmeno. E se
dal buio fosse uscita sua madre?
Era un pensiero totalmente
irrazionale, lo sapeva, come
sapeva che quella sera lui non aveva davvero parlato con regina Ice ma
con un
manichino, eppure non riusciva a togliersi dalla testa che quel che
temeva
sarebbe potuto succedere. Gli avrebbe di nuovo detto che non doveva
nascere…e
poi per rimediare all’errore lo avrebbe ucciso…
La notte prima di partire aveva
dormito con una piccola luce
accesa in camera. Vergognandosi, sentendosi più scemo di un
bambino di tre
anni, ma lo aveva fatto.
« Freezer? È
tutto a posto? »
Si riscosse bruscamente sentendo la
domanda preoccupata
della shadowjin. Non poteva fare di nuovo la figura del mollaccione.
« ovvio
che è tutto a posto. Muoviamoci ».
Cooler nel buio sogghignò.
Aveva fatto proprio un ottimo
lavoro, e il suo fratellino era ben lontano dal riprendersi dal trauma;
che
Zoisite lo avesse “declassato” era solo un effetto
collaterale negativo che
poteva ancora riuscire a gestire. Forse.
Se così non fosse stato,
che dire, quale occasione migliore
per farla fuggire? C’era un’astronave con dentro
una quantità di provviste
standard e un bel po’di carburante, lui avrebbe trattenuto il
nano finché lei
non se ne fosse andata, ed ecco fatto. Perderla gli seccava, ma
c’era sempre
una speranza che tornasse, e poi era meglio che lei se ne andasse via,
piuttosto che far vincere suo fratello.
Camminarono lungo i cunicoli della
grotta senza troppi
problemi per un bel pezzo.
« mi sembra strano che non
ci siano trappole, o qualsiasi
mezzo di protezione, o che so io ».
« Freezer, tieni gli occhi
sulla bella lucina e non fare il
menagramo come tuo solito, altrimenti qualche demone potrebbe uscire
dal buio
per tirarti la coda ».
Zoisite si sentì avvolgere
da una morsa gelida. Oh no…lo
sapeva che la tregua non sarebbe durata, lo sapeva!
Svanì nelle ombre un
attimo prima che Freezer lanciasse una
sfilza di raggi letali a Cooler senza pensare che rischiava di colpire
anche
lei. Cooler rispose a suon di pugni, Freezer cominciò a fare
lo stesso
lanciando meritatissime invettive di ogni sorta, mentre Zoisite, sempre
in
forma di ombra, raggiungeva la fine del cunicolo. Sapeva dove andare,
perché
anche nelle ombre sentiva l’anello vibrare. Non
c’era da stupirsi,
probabilmente era stato fatto apposta, appartenendo a uno Shadow.
“quando quei due avranno
finito di litigare rispunteranno
fuori” pensò.
Stavolta proprio non se la sentiva di
mettersi in mezzo, era
lì per il tesoro e lo avrebbe trovato, che facessero quel
che volevano.
Si stupì ritrovandosi in
quella che sembrava una depressione
del suolo circondata da rocce che la coprivano quasi del tutto,
lasciando solo
un angolo di cielo aperto sulla cima. Tornò in forma solida
e camminò fino al
centro, guardandosi attorno.
«…è
stato scavato nella montagna » mormorò, per poi
abbassare
gli occhi. Sul suolo si incrociavano diverse linee, apparentemente
senza
significato… l’anello brillava più che
mai, e vibrava tanto da farle tremare
l’intera mano.
Istintivamente la shadowjin prese il
volo, e man mano che si
allontanava quelle linee assumevano contorni sempre più
chiari.
In incisioni sul suolo messe in
cerchi concentrici era
rappresentata la storia degli Shadow. I primi di loro.
L’evoluzione. I momenti
più importanti degli sporadici rapporti con gli altri
icejin. Le guerre, più di
quante Zoisite pensasse. Ma fu l’incisione al centro a
catalizzare la sua
attenzione, non solo perché sembrava estremamente
recente…
Rappresentava uno shadowjin maschio e
una femmina che mettevano
due bambini - a loro volta un maschio e una femmina - in
un’astronave, e in
seguito gli stessi due bambini - in delle possibili fattezze adulte -
in quella
stessa camera del tesoro. La femmina faceva sparire nelle ombre una
mano con un
anello, ponendola in quel foro esattamente al centro della stanza.
Infine c’era
l’ultima parte in cui il maschio e la femmina che mettevano
dei gioielli a…a tre, di bambini…
I figli che lei ed Hayun avrebbero
dovuto avere.
Quelle erano le ultime
volontà dei suoi genitori, incise
nella pietra per sempre.
Pianse, mentre tornava a terra,
pensando a quanto invece le
cose fossero andate diversamente. Le speranze dei suoi genitori erano
morte con
loro, lei era e sarebbe sempre stata l’ultima Shadow
“pura” rimasta, e l’unica
consolazione era che se non altro non potevano saperlo: i morti erano
morti.
Non ci pensò due volte a
far sparire nelle ombre la mano con
l’anello, proprio come aveva visto nell’incisione,
e a infilarla nel foro.
Immaginò che fosse una specie di mezzo di riconoscimento,
l’ombra simile a
quella di Morgan, e l’anello.
Il pavimento cominciò a
tremare forte, Zoisite si alzò
nuovamente in volo mentre il pavimento si apriva in due. Venne
immediatamente
accecata da un fortissimo bagliore dorato. « il
tesoro…»
Fu proprio in quel momento che
Freezer e Cooler, decisamente
malconci tra il combattimento ed il conseguente crollo, bucarono una
parete
della stanza per uscire.
« ma
che…»
« il tesoro! »
esclamò Cooler.
Il pavimento aveva quasi finito di
aprirsi, e c’era una
spaventosa quantità di oro, metalli preziosi di ogni tipo e
gioielli, e tutto
quel ben di dio apparteneva alla shadowjin che stava fluttuando in
aria. «
incredibile ».
Entrambi i fratelli le volarono
davanti.
« sì,
incredibile, ma a dirla tutta non è quel che mi
interessa al momento » disse immediatamente Freezer
« abbiamo trovato il
tesoro, piccola shadowjin. Tu sai cosa significa questo. I tempi
dell’indecisione sono finiti. Devi fare una scelta
definitiva…»
« dalle almeno un attimo di
respiro! » si intromise Cooler,
guardando la ragazza.
« ne ha avuti fin troppi,
di attimi di respiro. È ora che
scelga…cos’è, Cooler, non ti rassegni
ad aver perso? »
« perché ti
ostini a voler capire cosa le passa per la testa,
quando invece non sai nemmeno cosa passa per la tua? »
« piantatela
tutti e
due! » esclamò la shadowjin, in un tono
quasi isterico che li fece zittire
« ma non lo capite che non ce la faccio più?!
»
« non ce la fai
più tu, dici! E io allora, che ho
dovuto sopportare i tuoi tira e molla fin dall’inizio?!
» ribatté Freezer,
abbastanza seccato « eppure sai da un pezzo cosa
c’è tra me e te, lo sai che io
ti…»
«
non starai per dirle
“ti amo”? »
Ancora una volta Cooler aveva
rovinato il momento. Freezer
ammutolì di colpo, il volto rosso come i capelli di Zoisite,
e sferrò un
improvviso diretto in faccia al fratello.
Cooler finì sbattuto
contro una parete, ma tornò subito alla
carica come se nulla fosse accaduto. « Zoisite, per me puoi
fare quello che
vuoi. Lo so che adesso mi consideri un’opzione pericolosa, ma
io tengo sul
serio al tuo bene …»
« no, tu vuoi solo vincere!
» sbottò Freezer.
« io al posto tuo
sceglierei me, più che altro perché non
c’è rischio che ti uccida per noia, ma se vuoi
correre il rischio di sposare
questo psicotico non mi opporrò. Hai due scelte: vuoi lui, o
me? »
Zoisite in quell’attimo
ricordò tutto. I primi tempi con Freezer,
le lotte, i baci, la passione, le volte in cui erano stati vicini,
quando lui
aveva suonato il piano…e ricordò anche i momenti
con Cooler. Insieme si erano
divertiti, ma non era e non sarebbe stata mai la stessa cosa. Era come
scegliere tra un dolce senza farcitura, che era buono, e uno con
farcitura alla
nutella e con la panna sopra. C’era differenza.
Guardò Freezer. « io-»
« non per disturbare,
signori, ma La Nera non ha due scelte:
ne ha tre ».
Dopo questa frase i due fratelli
vennero come paralizzati.
Zoisite pensò di essere temporaneamente diventata cieca,
prima di rendersi
conto che aveva davanti agli occhi un drappo che conosceva bene. Non ci
poteva
credere. « Experio…? »
mormorò, scostando il drappo.
« e non solo lui!
» esclamò qualcuno, dando due pugni tali
ad sue icejin paralizzati da farli schiantare contro quel poco di
pavimento che
non era ricoperto di roba.
« Skinhope!
» esclamò la shadowjin. Guardò in alto.
L’astronave di Doc, con il
portello aperto, e c’erano
tutti…ma proprio tutti!
«
Zoisite, muovi le
chiappe! »
« sempre gentile, eh Lora?
»
« direi che sia il caso di
ascoltarla, l’incantesimo reggerà
altri dieci secondi » disse con estrema
tranquillità Experio, volando in alto
con Skinhope.
Peccato che sbagliasse,
perché Cooler si riprese dopo appena
altri due: era più forte di Freezer anche in quello.
« chi sono questi maledett-»
« sono amici miei! Non
attaccarli » lo bloccò Zoisite.
« dalla faccia che hai non
ti aspettavi di vederli ».
Lei scosse la testa.
Cooler guardò lei, loro,
suo fratello che stava
ricominciando a muovere le mani. « mi sposi? »
Istintivamente la shadowjin scosse la
testa.
« scappa con la cassa,
mentre io lo trattengo » fu la piatta
replica di Cooler, che saltò addosso a Freezer appena in
tempo.
« non
osare andartene!
Non ci pensare nemmeno, altrimenti sono fatti tuoi e loro! »
l’icejin bianco
cercava di liberarsi dalla presa di suo fratello, ma non ce la faceva,
ed era
talmente tanta la paura di perderla da indurlo a dire quell’
“altrimenti sono
fatti tuoi e loro” -residuo di una vita passata ad ottenere
in quella maniera
ciò che voleva- una frase che scatenò nella
shadowjin la tanto temuta reazione
fisiologica a fuggire.
Cooler iniziò a ridere,
mentre Zoisite faceva rapidamente
sparire il tesoro portandolo nelle ombre.
« sei bravissimo a
rovinarti da solo! Hai dimenticato il suo
istinto, vero? » gli sibilò
all’orecchio.
Freezer capì di aver
commesso un enorme sbaglio quando la
vide volare nell’astronave, il portello richiudersi, per poi
filare via a tutta
velocità.
Cooler continuò a ridere
sadicamente, e lo trattenne per
dieci minuti. Lo lasciò solo quando giudicò che
fossero sufficientemente
lontani.
« perché
l’hai fatto?!
Perché?! Adesso
saranno fatti tuoi,
nostro padre-»
« era un rischio calcolato,
fratellino. Sì, nostro padre me
ne dirà quattro, ma cosa mi importa? L’unica cosa
che voglio è far sì che tu
soffra le pene dell’inferno, e direi che ce l’ho
fatta anche grazie al tuo
preziosissimo contributo. Lei è andata via, e tu la ami,
dev’essere doloroso, specialmente
sapendo che è l’unica giusta per te. Ti avrebbe
scelto, lo sai? Se è scappata
con loro, la colpa è solo tua ».
« non è vero!
»
« oh sì che lo
è, e non sai quanto godo. Adesso, chissà! La
rivedremo? Non la rivedremo? » rise ancora «
tornerà mai? E se sì, tornerà da
me, o dallo psicotico che l’ha minacciata di nuovo?
» volò verso l’alto « ti
lascio a leccarti le ferite, sarò così generoso
da prendere una delle navette
di emergenza per tornare a Pianeta Cooler n.1, così quando
avrai finito di
piangere potrai tornare nel tuo palazzo con la tua astronave. Addio
».
Se ne andò.
Freezer rimase solo in quella stanza
del tesoro vuota, con
quel poco di cuore che aveva ancora più vuoto.
@@@
« ehi ».
« ehi ».
Loramora si avvicinò alla
shadowjin, che guardava fuori con
aria malinconica. « pentita? »
« sì. No. Non lo
so ».
La gamariana le si sedette di fianco.
« ti eri proprio
innamorata, eh? »
Lei annuì. « non
ho potuto fare a meno di fuggire dopo quel
che ha detto, è il mio…è quella cosa
fisiologica ».
« lo so. Guarda che nessuno
ti obbliga a restare per sempre,
anche se ci piacerebbe. Se è del tempo che vuoi, hai quasi
due anni per decidere
se tornare da lui o meno. Direi che basti, non credi? »
Zoisite le fece un piccolo sorriso.
« sempre che mi voglia
ancora. Lora, non pensavo che sareste venuti a prendermi. Grazie
».
« ah, basta sentimentalismi
adesso » si schermì Loramora «
vieni di là, Doc ha organizzato una festicciola per il tuo
ritorno ».
« ma non so
se…»
«
muovi le chiappe ».
Alla fine Zoisite si arrese a
quell’invito tanto gentile. Ma
sì, aveva quasi due anni per rimettere in ordine i pensieri
che aveva nella
testa, e andare a prendere quel medicinale le avrebbe offerto la
possibilità di
un ritorno in grande.
Tanto valeva accettare la
felicità di quelli che a quel
punto tanto valeva considerare suoi amici, e godersi quel periodo di
relativa
calma.
«
sei tu che mi imiti!
»
«
no, sei tu! »
«
DOOOOOOOOOON!!!!»
Relativa, appunto.