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Autore: Iris214    28/10/2013    4 recensioni
Seguito di "Between Blood and Love".
Dopo una divertente vacanza con Stefan, Liza torna in città intenta a voltare finalmente pagina. Ma le cose a Mystic Falls sembrano aver preso una piega inaspettata. Kol è apparentemente svanito nel nulla, mentre Klaus, seppur presente, sembra intenzionato a costruirsi un futuro con Caroline. Una nuova minaccia, nel frattempo, incombe sui protagonisti...
- Dal primo capitolo -
I capelli le ricadevano liberi sulle spalle, mossi appena dal vento che soffiava su Mystic Falls. Liza respirò quell'aria, immaginando fosse la stessa che, in quel momento e da qualche altra parte, stava accarezzando il viso e il corpo del ragazzo che amava. Ma dov'era Kol? Non riusciva a smettere di chiederselo, nonostante la consapevolezza che fosse sbagliato...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Kol Mikaelson, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dark Paradise'
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Riunioni di famiglia
 

I legami che ci vincolano a volte sono impossibili da spiegare,
ci uniscono anche quando sembra che si debbano spezzare.
Ci sono legami che sfidano le distanze e il tempo e la logica,
perché ci sono legami che sono semplicemente destinati ad esistere.
Web

 

«Elijah... qual buon vento!»
Klaus richiuse la porta alle sue spalle e seguì con lo sguardo suo fratello. Il vampiro attraversò il corridoio fino al soggiorno e l'ibrido lo raggiunse, infastidito e al tempo stesso incuriosito da quell'inaspettata visita.
Il maggiore dei fratelli Mikaelson si guardò attentamente intorno, prima di tornare a concentrarsi sull'uomo che era con lui. «Vorrei potesse essere un buon vento quello che mi porta qui, Niklaus. Purtroppo, però, non è così.»
Klaus sorrise sghembo, poi si avvicinò al mobile dei liquori e prese tra le mani una bottiglia. «Di qualsiasi cosa si tratti, ne discuteremo davanti a un buon bicchiere di scotch!»
Preparò un paio di drink e ne porse uno a suo fratello, poi lo invitò a sedersi sul divano ed Elijah, senza scomporsi troppo, prese posto proprio di fronte a lui.
«Allora? Cosa hai da dirmi di tanto importante da indurti a tornare a Mystic Falls? Credevo che il tuo fosse stato un addio.» Sorrise ancora.
Elijah appoggiò il bicchiere sul tavolino di cristallo e sfiorò appena la sua cravatta scura con due dita. «In effetti è così e, credimi, non sarei tornato se non fossi stato costretto. Il fatto è che Kol non ha capito quanto grave fosse la situazione e allora non mi è rimasto che venire qui e informarti personalmente.»
Nel sentire pronunciare il nome di Kol, Klaus ebbe un sussulto. «Kol? Cosa c'entra lui? E di quale grave situazione stai parlando?»
Elijah puntò i suoi occhi scuri in quelli di suo fratello e sospirò. «A quanto pare, qualcuno è intenzionato a mettere le mani sull'Occhio del Diavolo. Si diceva che quella pietra appartenesse ad Ayana e colui che la cerca crede che adesso sia in nostro possesso.»
Klaus aggrottò la fronte. «L'Occhio del Diavolo non esiste. Se fosse reale, credi che non lo saprei? E' una stupida leggenda, una storiella inventata dalle streghe per intimorirci!»
Così dicendo, si alzò in piedi e raggiunse nuovamente il mobile-bar. Elijah scosse la testa. «Questo è quello che noi tutti abbiamo sempre creduto. Ma se, invece, non si trattasse solo di una leggenda? E' nostro dovere scoprire la verità e arrivare alla pietra prima che lo faccia Joel!»
L'ibrido inarcò un sopracciglio. «Chi diavolo è Joel
«Ovviamente è colui che cerca la pietra. Una nostra vecchia conoscenza, anche se è Kol quello che ha più avuto a che fare con lui.»
Klaus appoggiò sonoramente il bicchiere sul mobile-bar, facendo tintinnare le bottiglie. «Quindi si tratta di quel Joel. La prima creazione di Kol!» Elijah annuì e l'ibrido si lasciò andare a una risata nervosa. «Ecco svelato il mistero sul suo coinvolgimento in questa storia! Immagino che adesso tu capisca il motivo per cui ho cercato per secoli di tenerlo a bada. E' sempre stato una mina vagante e, a quanto pare, siamo ancora costretti a pagare le conseguenze delle sue azioni.»
Elijah si alzò dal divano e raggiunse suo fratello. «Credo che Joel intenda impossessarsi della pietra per i suoi incommensurabili poteri, ma anche che sia mosso da un sentimento di vendetta, Niklaus. Ricordi cosa è successo...»
«Sì. Lo ricordo.» Tagliò corto l'ibrido, malcelando la rabbia.
Elijah appoggiò una mano sulla sua spalla sinistra e strinse appena. «Dobbiamo scoprire se la pietra esiste e, se così fosse, dove si trova. Dopotutto, senza quella pietra, Joel non è una vera e propria minaccia. Ma è necessario restare uniti.» Disse e, in quel preciso istante, i suoi occhi si piantarono in quelli di Klaus. L'ibrido si limitò ad annuire, mentre il fuoco che gli animava le viscere tentava in tutti i modi di sfuggire al suo controllo. Anche quella volta, Kol era riuscito a rovinargli la giornata. Prima o poi, ne era certo, avrebbe distrutto anche le loro esistenze e quella della donna che, nonostante tutto, se ne era innamorata.

La Camaro raggiunse il piazzale antistante la pensione e si fermò facendo stridere le ruote. Damon avvertì quel rumore e si precipitò all'esterno visibilmente allarmato. Scese in fretta i gradini del portico, proprio mentre Kol metteva piede fuori dalla vettura dal lato del guidatore. Anche Liza scese dalla macchina, appena in tempo per frapporsi tra il corpo di suo fratello e quello dell'originario.
Damon lanciò un'occhiata di fuoco alla ragazza. «Hai fatto guidare la mia macchina a questo idiota?»
Liza appoggiò una mano sul petto del vampiro e lo spinse leggermente indietro. «Sì, ma come vedi e sana e salva. Cerca di rilassarti, adesso. Per favore.» La ragazza gli sorrise, ma Damon non ricambiò. I suoi occhi azzurri scivolarono dal viso di sua sorella a quello di Kol. Quest'ultimo, dal canto suo, non aveva smesso per un secondo di mostrare il suo fastidioso ghigno al maggiore dei Salvatore.
«Ti conviene fare il bravo, fratellino. Anche perché io e Liza abbiamo qualcosa da dire sia a te che a Stefan. Qualcosa di importante.» Disse, lanciando le chiavi della Camaro a Damon, che le afferrò al volo. Subito dopo gli passò accanto ed entrò in casa. Liza tirò fuori la sua borsa dal bagagliaio e si accinse a fare lo stesso, ma suo fratello l'afferrò per un polso obbligandola a fermarsi.
«Che storia è questa? Che ci fa lui qui?»
La ragazza si liberò dalla presa con uno strattone. «Lo hai sentito, no? C'è qualcosa che tu e Stefan dovete sapere.» Sul volto di Damon comparve un'espressione decisamente più allarmata della precedente.
«Non... non lo hai sposato, vero? Dimmi che non sei così pazza da fare una cosa simile, Liza!» Lei scoppiò in una fragorosa risata, poi lasciò cadere la borsa sull'asfalto e abbracciò forte il vampiro. «Certo che no! Non mi sarei mai sposata senza prima informare i miei adorati fratelli.» Rispose ironica. Damon respirò, ma senza riuscire a scacciare il senso di inquietudine che gli attanagliava lo stomaco. Liza riprese la borsa con sé e raggiunse l'ingresso, Damon la seguì e, una volta varcata la soglia, richiuse la porta alle sue spalle. Gli occhi chiari del vampiro andarono subito in cerca di Kol e lo trovarono comodamente steso sul divano, con una bottiglia di liquore tra le mani.
«Nessuno ti ha insegnato a usare i bicchieri?» Damon strappò la bottiglia dalle mani dell'originario e la ripose sul mobile-bar. Kol si sollevò su un gomito e, sbuffando, si mise a sedere composto.
Stefan entrò in soggiorno proprio in quel momento. «Allora? Cosa avete da dirci di così importante?»
Kol gli lanciò un'occhiataccia. «Nessuno ti ha insegnato a non origliare?» Ridacchiò, sfidando subito dopo Damon con lo sguardo.
Stefan guardò prima negli occhi l'originario, poi sua sorella e scosse la testa. Liza colse il malumore del suo gemello e sospirò. Se da un lato desiderava avere Kol accanto a sé, dall'altro era consapevole di quanto quella decisione avrebbe gravato sullo stato d'animo dei suoi fratelli. Tuttavia, non avrebbe cambiato idea.
«Io e Kol abbiamo deciso di vivere insieme. E... lo faremo qui.» Disse, senza riuscire a nascondere l'imbarazzo. Cercò Damon con gli occhi e notò il disappunto sul suo viso.
«Liza, no! Non lascerò che quel pazzo viva in questa casa! Se vuoi stare con lui, okay, fai pure. Ma non obbligherai me e Stefan a sopportare la sua presenza!»
Stefan fu sorpreso da quella reazione fin troppo diplomatica di suo fratello e, come succedeva ormai di rado, dal fatto che si trovasse pienamente d'accordo con lui.
«Anch'io la penso allo stesso modo.» Disse, rivolgendo a Liza la sua attenzione e sperando che bastasse quel sodalizio fraterno a farle togliere la sua malsana idea dalla testa.
La vampira restò in silenzio per qualche istante, con le braccia incrociate sotto il seno e gli occhi fissi sul pavimento. Kol si alzò dal divano e la raggiunse.
«Non ho intenzione di restare in questa casa per essere insultato a oltranza dai tuoi fratelli, perciò me ne vado. Se rimanessi, credimi, finirei per fare loro del male.» Così dicendo, rivolse un'ultima occhiata torva a Damon e Stefan e lasciò la stanza. Solo in quel momento Liza sollevò lo sguardo.
«Damon... io lo amo! Lo so che non riesci ad accettarlo, ma non per questo mi farai cambiare idea. E so anche che mai e poi mai lo vorresti qui, ma non ha un posto dove stare e io non voglio che lasci di nuovo la città! Ha deciso di smetterla con gli omicidi a Baltimora e sono sicura che non creerà più problemi nemmeno a voi. Dategli una possibilità! Damon, ti prego! Stefan... dimmi di sì!»
Alla sua accorata richiesta, seguì il silenzio da parte dei due vampiri. Damon cominciò a camminare nervosamente per il soggiorno. Stefan, invece, restò immobile, con le braccia conserte e gli occhi dentro quelli di Liza. Gli capitava spesso di ripensare alla loro infanzia, a quando, complici, si presentavano al cospetto del loro padre per implorarlo di lasciargli fare ciò che desideravano. Ma la risposta di Giuseppe Salvatore era quasi sempre un categorico "no". E allora le lacrime scendevano, che fossero le sue, della sua gemella o quelle di Damon. E facevano male.
Il ragazzo abbozzò un sorriso. «Okay. Credo che Kol meriti una chance.»
Liza sorrise e si fiondò tra le braccia del suo gemello. Damon si bloccò di colpo e aggrottò la fronte. Avrebbe voluto ribattere, dire che Kol non solo non meritava alcuna chance, ma che non meritava nemmeno l'amore di sua sorella. Gli bastò vedere, però, quanto lei fosse realmente felice per abbandonare ogni belligerante proposito. In fin dei conti, per lui contava solo il sorriso di Liza.
«Va bene, starà qui per un po'. Ma un solo passo falso e giuro che un paletto di quercia bianca glielo infilo dove non batte il sole!»
Liza gli rivolse un'occhiata colma di tenerezza e gratitudine, poi appoggiò la testa sul petto di Stefan, felice.

Ovunque tu sia in questo momento, molla tutto e raggiungimi a casa nostra. Si tratta di un'emergenza!
Kol lesse il messaggio di Rebekah e mise via il cellulare. Non era difficile immaginare quale fosse l'emergenza a cui accennava sua sorella, ma più che sui problemi che avrebbe potuto arrecargli Joel, la sua attenzione si era focalizzata sulle parole "casa" e "nostra". Scosse appena la testa, pensando a quanto fosse ridicola quella situazione e, soprattutto, alla perseveranza di Rebekah nel sostenere quella causa persa denominata Klaus. Fosse stato per lui, avrebbe restituito all'ibrido ogni torto e ogni sopruso con gli interessi, ma la vita di suo fratello era legata a quella di Liza e allora l'unica cosa che gli restava da fare era fingere che non esistesse. Solo che, per come si stavano mettendo le cose per la loro famiglia, anche quel proposito sarebbe andato presto a farsi benedire. Sbuffò proprio mentre i passi di Liza si facevano più vicini. La vampira raggiunse l'albero sotto cui l'originario si era messo a sedere e si accoccolò accanto a lui.
«E' fatta. Per un po' di tempo vivrai a casa mia.» Gli disse sorridendo. Lui sembrò quasi non fare caso a quelle parole, poi, senza incontrare lo sguardo di Liza, increspò le labbra.
«Perfetto.» Kol restò immobile, con le spalle contro il tronco e lo sguardo perso nel nulla.
Liza non potè non notare la strana espressione sul suo volto. «Che hai? Non sei contento?» Gli chiese, lievemente stizzita. Lui allora la guardò.
«Certo che lo sono, ma so già che non funzionerà. Io odio Damon e Damon odia me e questo vuol dire solo una cosa: guai. O credi, forse, che la prossima volta che metterò piede alla pensione, ad attendermi ci sarà il tappeto rosso?»
Liza fulminò il vampiro con un'occhiataccia. «Ovvio che non ci sarà, ma questo non vuol dire necessariamente che vi darete addosso ogni minuto. Dopotutto, basta tenere a freno la lingua!» Esclamò, incrociando nervosamente le braccia sotto il seno.
Il problema tra i due, in fin dei conti, era sempre stato quello. Kol non perdeva mai occasione di lanciare a Damon qualche frecciatina e il vampiro dagli occhi di ghiaccio, dal canto suo, non faceva nulla per nascondere l'antipatia che provava per Kol. Ad ogni modo, erano molto più simili di quanto si potesse credere, ecco perché si detestavano tanto!
L'originario sorrise sghembo, divertito dall'espressione accigliata della ragazza, e si rimise in piedi. «Okay, darling, non ti assicuro niente, ma... ci proverò!» Disse ammiccando.
Liza sollevò gli occhi al cielo. «Lo spero.» Disse in un sospiro. Il vampiro annuì.
«Ci vediamo più tardi. Devo fare una cosa.»
«Ovvero?» Liza strinse gli occhi, lui ridacchiò.
«Sei già entrata in modalità fidanzata gelosa e asfissiante? Non temere, è una sciocchezza. Tra meno di un'ora sarò di ritorno!» Detto questo si allontanò e raggiunse la strada. Liza si strinse nelle braccia, seguendolo con lo sguardo finché non lo vide scomparire nel nulla.

Varcò la soglia della dimora di suo fratello prima di quanto il resto della famiglia si aspettasse. Probabilmente erano tutti convinti che si trovasse ancora a Baltimora, dato lo stupore sui loro volti. Il più sorpreso, ad ogni modo, fu proprio Klaus e Kol provò un immenso piacere nel rendersene conto. Sorrise sghembo e lanciò un'occhiata ai divani. Rebekah occupava quello su cui, di solito, era lui a stravaccarsi, mentre Elijah si era sistemato proprio di fronte a lei. Klaus, invece, sostava in piedi davanti al camino. L'ibrido rivolse all'ultimo arrivato un'occhiata fulminea.
«Chi l'avrebbe mai detto! Ho perso la mia scommessa...» disse increspando le labbra.
Kol, senza smettere di guardarlo negli occhi, raggiunse il divano che ospitava sua sorella e si lasciò cadere sui cuscini scuri.
«Cioè? Credevi che fossi finalmente morto?» Ridacchiò. Klaus tentò di ribattere, ma Elijah prese la parola.
«No, Kol. Niklaus credeva che non ti saresti presentato a questa riunione. Se non sbaglio, qualcuno era in attesa di una risposta da parte tua riguardo la faccenda Joel, risposta che non è mai arrivata.» Spiegò senza scomporsi. Kol fece schioccare le dita.
«Oh, già! L'accordo con la tua amante! Chiedo venia, ma ho avuto da fare cose ben più importanti... cose più gratificanti. Ma ora... sono qui.» Scrollò le spalle. Klaus incrociò le braccia al petto.
«Gratificante come dissanguare un'intera squadra di football?» Sorrise sghembo. Kol sospirò.
«I Baltimore Ravens? Sì... la loro divisa non mi piaceva per niente! Ma devo contraddirti, fratello. Fare sesso con Liza è stato decisamente più gratificante!» Ammiccò in direzione dell'ibrido. Klaus perse il sorriso, incassando l'ennesimo colpo da parte di suo fratello. Aveva immaginato tutto, anche che - e in fin dei conti non si trattava della prima volta – fossero andati a letto insieme, ma sentirlo dire da Kol, come fosse una freccia all'arco da scagliare, gli aveva dato decisamente fastidio. E più di ogni altra cosa gli aveva fatto male.
L'ibrido cercò di non perdere il controllo, per non dare a suo fratello anche la soddisfazione di vederlo sofferente.
«Non stento a crederlo.» Disse sorridendo appena. «Ora, però, credo sia arrivato il momento di parlare seriamente.» Aggiunse. I suoi occhi chiari incontrarono quelli scuri di Elijah e Klaus annuì, autorizzandolo, con un gesto della mano, a proseguire il discorso. Il vampiro, quindi, ritrovò lo sguardo di Kol e il suo ghigno.
«Ciò che sappiamo della pietra che interessa a Joel è poco, troppo poco, ma non possiamo più aspettare. E' necessario appurarne l'esistenza, sapere quali sono i reali rischi a cui andremmo incontro se quell'uomo riuscisse a impadronirsene. In poche parole, bisogna contattare l'unica persona a conoscenza della verità sull'Occhio del Diavolo.»
Kol ridacchiò. «Siamo qui riuniti per fare una seduta spiritica? E' questo che vuoi dire?»
«Purtroppo no!» Esclamò Rebekah sbuffando. Elijah scosse la testa.
«Non sto parlando di Ayana, Kol, ma di nostro padre. Solo lui può svelare l'arcano.»
Kol, a quelle parole, aggrottò la fronte. «Intendete farlo tornare qui?»
«Sì e siamo tutti... più o meno d'accordo. Manca soltanto il tuo parere.» Concluse Elijah, alzandosi dal divano per raggiungere Klaus.
Kol cercò lo sguardo di Rebekah e lo trovò. La ragazza si limitò a scrollare le spalle e lui, perplesso, tornò a concentrarsi sui suoi fratelli maggiori, l'uno accanto all'altro davanti al camino. Il suo sguardo mutò improvvisamente e il ghigno scomparve dalle sue labbra.
«Volete il mio parere a riguardo? Okay! Secondo me è Mikael la vera rovina di questa famiglia e non ho alcuna intenzione di ritrovarmelo ancora una volta tra i piedi. Io non ho paura di Joel e se davvero verrà a farci una visitina, mi occuperò di lui personalmente. L'ho già fatto una volta, dopotutto.» Disse risoluto. Elijah tornò a sfiorare la sua cravatta di seta scura, Klaus, invece, battè le mani sarcastico.
«Per una volta sono d'accordo con te!» Esclamò all'indirizzo di Kol, poi si rivolse a Elijah. «Come vedi, abbiamo trovato la soluzione perfetta. Si occuperà di tutto lui!» Sorrise. «Ora devo andare. Ho un appuntamento a cui non intendo arrivare in ritardo!» L'ibrido smise di sorridere e si apprestò a lasciare la stanza.
Rebekah lo imitò. “Io, invece, vado a scegliere un costume per Halloween!” Esclamò, prima di sgattaiolare fuori dal salone sotto lo sguardo perplesso di Elijah.
«Bene. Direi che anche per me è arrivato il momento di andare.» Kol si rimise in piedi, ma la voce di suo fratello lo raggiunse prima che potesse muovere un solo passo.
«Aspetta, per favore!»
Kol inarcò un sopracciglio. «Ti ho detto come la penso, Elijah, cosa vuoi ancora?»
«Parlare. Di Liza.»
Il vampiro guardò il maggiore dei suoi fratelli dritto negli occhi. «Cosa c'entra Liza, adesso?»
«Niente. Per il momento. Ma... se la pietra fosse solo un pretesto per avvicinarsi a colui che gli ha fatto del male? Come credi che abbia intenzione di vendicarsi Joel? Sa di non poter sconfiggere un originale, Kol, quindi, fossi in te, cercherei di tenere al sicuro le persone che amo e che sono più vulnerabili. Non puoi affrontare da solo questa guerra. Lascia che Mikael torni e ci dica ciò che sa. Solo giocando d'anticipo riusciremo a rendere Joel inoffensivo.»
Kol scosse la testa. «Tu non la conosci... Liza è forte.»
Elijah annuì. «E i suoi fratelli? Non credo...»
«Per quel che mi riguarda, possono marcire entrambi all'inferno!» Esclamò il ragazzo, accingendosi a lasciare la stanza.
«Se succedesse qualcosa a Damon o a Stefan, Liza potrebbe addossartene la colpa. Non la conosco, è vero, ma Niklaus mi ha parlato di lei... e anche Rebekah lo ha fatto. So tutto sugli avvenimenti dell'ultimo anno, Kol, e so che tieni molto a quella ragazza. Nemmeno tu saresti così pazzo da rovinare tutto!»
Kol si voltò verso suo fratello e restò a guardarlo a lungo, senza parlare. L'istinto gli suggeriva di mandare al diavolo sia lui che tutto il resto, ma quel "resto" non comprendeva Liza. Aveva tentato di dimenticarla, ma senza riuscirci, e ora che finalmente era sua e soltanto sua, Elijah aveva ragione: non avrebbe rovinato tutto, non sarebbe stato stupido fino a tal punto.
«Se Joel intende vendicarsi, sapere se quella dannata pietra esiste o meno non ci proteggerà dalla sua ira.» Disse con gli occhi fissi in quelli di Elijah.
Il vampiro annuì. «E' solo il primo passo, Kol.»
«E allora facciamolo.»

Liza giaceva sul letto della sua camera coperta solo da una sottoveste color perla e Kol restò ad osservarla per un po', prima di stendersi accanto a lei e respirare il suo profumo. Il vampiro accostò il petto alle spalle nude della ragazza e la strinse a sé, poi sorrise.
«Credevo di trovarti addosso uno di quei pigiami rosa di due taglie più grande e un paio di pantofole a forma di maialino, ma tu mi sorprendi ogni volta!»
Liza si voltò di scatto, piantando gli occhi castani in quelli di Kol.
«Stai scherzando, vero? E poi cos'hai contro le pantofole a forma di maialino?» Gli chiese assottigliando lo sguardo, il vampiro inarcò un sopracciglio.«E me lo chiedi? Sei molto più sexy vestita così... anche se... ti preferisco nuda!» Esclamò, infilando una mano sotto la seta candida.
Liza la bloccò a pochi centimetri dalle sue mutandine. «Non indosso mai pigiamoni rosa, sia chiaro!» Disse, sorridendo sghemba e sfilando definitivamente la mano di Kol dalla sua sottoveste. «Dove sei stato?» Aggiunse poi, ignorando l'espressione delusa del vampiro.
Kol alzò gli occhi al cielo, poi si passò una mano tra i capelli. «Saperlo ti costerà una notte di sesso sfrenato. Anzi, no! Due giorni di sesso sfrenato! Ci stai?» Sorrise.
Liza scosse la testa. «Parla! O non mi toccherai più nemmeno con un dito, altro che sesso sfrenato!»
Kol sospirò, senza smettere di sorridere. «Sono stato a casa di Nik. Volevo rivedere Rebekah e alla fine mi sono ritrovato nel bel mezzo di una rimpatriata. Anche mio fratello Elijah è tornato in città.»
Liza incrociò le braccia al petto. «Credevo che volessi stare lontano da casa tua, anzi, dalla tua non casa. Come mai hai cambiato idea?»
«Te l'ho detto! Ci sono andato per Rebekah. A lei voglio bene.»
La vampira rivolse al ragazzo un'occhiata perplessa, poi sorrise e appoggiò la testa sul suo petto.
«E tuo fratello Elijah per quale motivo è tornato? E' un nostalgico anche lui?»
«Forse. Elijah fa sempre così. Va via per secoli e poi si rifà vivo quando meno te lo aspetti.» Kol rispose all'ennesima domanda sperando che a Liza potesse bastare, dato che non era ancora il momento giusto per lei di sapere come realmente stessero le cose. La ragazza restò in silenzio per un po', poi sollevò la testa dal petto dell'originario e lo guardò dritto negli occhi.
«Se scopro che mi nascondi qualcosa... rimarrai in astinenza a vita, sappilo!» Puntò l'indice nello sterno di Kol e sorrise. Poi appoggiò le labbra su quelle del vampiro e lo baciò.

 


Eccomi tornata con il nuovo capitolo! Che ve ne pare? :)
Presto risponderò alle recensioni, nel frattempo ringrazio chi continua a seguirmi e chi comincia solo adesso, chi mi lascia un segno della sua presenza e chi, invece, lo fa in silenzio. Vi amo tutti <3
   
 
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