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Autore: _Scrivimi_    28/10/2013    1 recensioni
Storia Delena dove sono tutti umani!!!
"-Voglio la verità-
-La verità è che....-
-Dillo- la sua voce era ipnotica, decisa, sensuale, mandò in cortocircuito il mio cervello.
-Ti odio, Damon. Ti odio e ti amo....- Non ebbi il tempo di pensare che le sue labbra furono sulle mie, la sua bocca che si impadronì della mia in un bacio caldo e invadente. Risposi immediatamente al bacio, con trasporto e bramosia come se lo attendessi da tutta la vita"
DAMON ed ELENA. Legati da qualcosa di unico ma incapaci di stare insieme...non importa quanto la vita provi a separarli ogni volta, alla fine si ritrovano sempre. Nel bene e nel male.
Un omicidio, un mistero irrisolto, intrighi e tradimenti.
“Quando ti trovi in questa situazione hai solo due opzioni: lottare o fuggire.
Io, purtroppo, ho scelto la seconda.”
Un evento tragico ha costretto Elena a fuggire, lontana da Mystic Falls, dalla sua casa, dalle persone che amava. Sono passati quattro anni da quella maledetta notte, vecchi incubi sono tornati a tormentarla, Elena si rende conto che non basta nascondersi per dimenticare il passato così decide di tornare a casa ad affrontare i suoi fantasmi.
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4. Incontri e scontri




-Allora, adesso che ci siamo fatte un breve riassunto delle nostre vite negli ultimi quattro anni, voglio conoscere tutte le novità di questo posto. Come stanno Koll, Caroline, Matt e tutti gli altri?- domandai allegramente bevendo un sorso di birra.
-Koll è esattamente come te lo ricordi, il solito idiota che prova ad abbindolare ogni ragazza che gli capita a tiro, è ancora più affascinante e, se è possibile, ancora più presuntuoso-
Scoppiai a ridere dopo la sua brillante descrizione -Ancora più presuntuoso?- chiesi fingendomi scioccata -Impossibile-
-Non lo sai, Elena? Qui siamo a Mystic Falls, la cittadina dove anche l'impossibile può divenire realtà.....Non mi stupirei neanche se in mezzo a noi vivessero dei vampiri- aggiunse lei con ironia.
-E dei lupi mannari, ovviamente-
-Certo- esclamò lei divertita -e magari anche delle streghe-
Alzai il calice di birra -E, dopo queste perle di saggezza, ci vuole un brindisi- Entrambe ridemmo sollevando i calici.
-Alla salute- esclamò Bonnie facendo battere il suo bicchiere col mio.
-In questo momento manca decisamente la presenza di Caroline- dissi ripensando alla mia vecchia amica, nessuno quanto lei amava una bella giornata tra ragazze. Ricordai con un sorriso le serate trascorse al Grill con lei e Bonnie a spettegolare di ragazzi e reginette del ballo -Come sta? Dove lavora? Sta con qualcuno?- domandai a macchinetta presa dall'entusiasmo del momento.
-Caroline è sempre la stessa direi, frequenta un corso di moda ad Atlanta, fa la pendolare. Adesso è in città ma domani dovrebbe tornare. E no, non ha alcuna relazione seria, non da quando....- si bloccò guardandomi con circospezione. Sapevo benissimo a cosa, o meglio a chi, si riferisse.
-Dopo Klaus...- mi bloccai, incapace di proseguire.
Lei sospirò, l'allegria sembrava essersi dileguata. Il passato tornava a tormentarci -Non è stato facile, non dopo ciò che è accaduto....-
-Lo capisco, speravo solo che fosse andata avanti- Sembrava impossibile evitare certi argomenti. Quella maledetta notte continuava a perseguitarci.
-Come hai fatto tu?- mi chiese lei tagliente. Non potei fare a meno di abbassare lo sguardo con rammarico -Mi dispiace, Elena- proseguì Bonnie con tono più misurato -Non volevo essere dura ma è stato molto difficile per tutti, soprattutto dopo la tua partenza-
-Posso immaginarlo- Sentii un nodo alla gola.
-Da quando Klaus è stato giudicato colpevole Caroline non si è più ripresa completamente. All'apparenza è sempre la stessa ma.....lo leggo nei suoi occhi, non riuscirà mai più a fidarsi di qualcuno, non come prima-
Sospirai -E' difficile superare certe cose, forse impossibile. Per quanto possiamo fingere bene rimarremo segnati per sempre-
L'atmosfera tra noi era ormai colma di tristezza -Ora smettiamola con questi argomenti, non fa bene a nessuna delle due rivangare il passato- disse Bonnie, cercando di far diminuire la tensione.
-Hai ragione ma....ho passato troppo tempo ad evitarlo.....ora ho bisogno di affrontarlo- aggiunsi l'ultima frase in un sussurro che Bonnie preferì ignorare.
-Mi hai chiesto come stava Matt- Proseguì -Lui sta bene, lavora qua al Grill, tra poco dovrebbe arrivare-
Decisi di non obiettare per il suo drastico cambio d'argomento, forse era meglio così -Che bello- mormorai sfoderando il mio miglior sorriso di facciata -non vedo l'ora di vederlo. E Tyler?-
-Lavora allo studio di famiglia con suo padre-
-L'importante è che sia felice-
-Lo è. Si sta per sposare con Haely, te la ricordi?- la guardai stupita. Una parte di me aveva sempre pensato che alla fine di tutto lui sarebbe tornato con Caroline, il suo primo grande amore. Ma ormai avrei dovuto saperlo: le cose non vanno mai come immaginiamo.
-Si si, me la ricordo. Sono contenta per lui-
Continuammo a chiacchierare del più e del meno, evitando accuratamente argomenti scomodi e decisamente troppo tristi.
Eravamo al terzo drink quando Koll varcò la porta. Due occhi castani e un sorriso irriverente.
-Koll Mikaelson- esclamai andando verso di lui.
-Elena Gilber....sogno o son desto?- Era sempre lo stesso, lo stesso modo di fare, lo stesso sguardo. Gli anni per lui non sembravano essere passati -Sei tornata per restare?-
-Mi fermo solo qualche giorno-
-Meglio che niente...Fatti vedere- mi spronò, squadrandomi spudoratamente da capo a piedi. Non lo avessi conosciuto da una vita gli avrei tirato un bel sberlone invece mi limitai a sorridere -Sei sempre bellissima. Un po' troppo magra. A Yale vi danno da mangiare?-
-Sono molto avari in fatto di cibo- scherzai, stando al gioco.
-L'ho sentito dire, Yale dev'essere un posto orribile dove le ragazze sono troppo magre e l'alcole malvisto-
-Per non parlare dello studio- aggiunsi divertita -ci sono grosse stanze piene di libri dove siamo costretti a passare la maggior parte del nostro tempo-
-E magari pretendono pure che passiate gli esami.- esclamò fintamente schifato -Non capisco cosa ti abbia spinta ad andarci!-
-Sono sempre stata un po' sadica- dissi ridendo. Koll era una delle persone che mi erano mancate di più, eravamo molto amici fin dal secondo anno di liceo ed ero felice che le cose tra noi fossero rimaste invariate.
-L'importante è che alla fine tu sia tornata-
-Sono così felice di rivederti- esclamai, avvolgendogli le braccia al collo.


Eravamo seduti al tavolo, era arrivato anche Matt e si era unito a noi. Era sempre lo stesso, il solito ragazzone biondo con il sorriso solare e lo sguardo pieno di vita. Ero davvero felice di aver ritrovato molti dei miei amici di un tempo. Per un attimo dimenticai i problemi e mi limitai a ridere e ad ascoltare le loro novità. La parte più lunga fu quella riguardante le tresche di Koll, quel ragazzo non aveva mezze misure. Gli chiesi cosa avrebbe fatto nel momento in cui avesse terminato di conquistare tutte le ragazze di Mystic Falls -Avranno pure delle madri- ribattè lui facendomi l'occhiolino.
-Non hai davvero senso della morale- dissi, fingendomi sconvolta. Aveva ancora l'umorismo di un adolescente arrapato, pensai divertita.
-Elena mi conosci, non ho pregiudizi. L'amore per me non ha età, aspetto o religione-
-Un modo carino per dire che va con tutte- disse Bonnie facendo scoppiare tutti a ridere compreso il diretto interessato.
Stavo per ribattere anch'io quando accadde ciò che temevo di più e per cui non ero affatto preparata. Non c'era nulla che potesse prepararmi a ciò che stavo per affrontare. Nulla che potesse prepararmi a quell'emozione, così intensa da far male fisicamente.
I suoi occhi. Li avevo sempre paragonati al ghiaccio, per quattro anni mi avevano perseguitata, sia nei sogni sia negli incubi. Ma nessun sogno, nessun paragone, nessuna fantasia potrebbe competere con la realtà. Questo fu ciò che pensai quando incontrai gli occhi di Damon, ancora più belli di quanto li ricordassi. Rimasi ad osservarlo, come incantata. La sua pelle sempre così chiara in contrasto con i capelli scuri come il manto di un corvo, la camicia slacciata dal collo e arrotolata sui gomiti, l'andatura decisa. Sembrava più maturo e allo stesso tempo pareva che non fosse cambiato nulla in lui. Era sempre Damon, il mio Damon.
Fu un attimo, durante il quale sentii il mio cuore esplodere, prima che lui si accorgesse di me.
Per quanto, negli ultimi anni, avessi sempre cercato di evitare certi pensieri, avevo spesso immaginato il nostro incontro. Avevo immaginato la sua reazione nel rivedermi dopo quattro lunghi anni. Tutto avevo immaginato, nel bene e nel male, meno quello che accadde. La sua espressione, dopo un primo momento di evidente sorpresa, divenne fredda, tanto che mi sentii raggelare, e dopo un breve attimo, che a me sembrò eterno, lui distolse lo sguardo. Quasi con disgusto, come se la mia sola vista lo ripugnasse. Non disse nulla, proseguì dritto, come se io non esistessi.
Trattenni il fiato quando mi passò accanto per raggiungere il bancone e ordinare il suo scotch, non il primo della giornata pensai.
Io invece rimasi immobile, forse stavo pure trattenendo il fiato, ancora. Forse non ricordavo come si facesse a respirare.
-Elena- la voce di Bonnie cercò di raggiungermi ma io ero ormai lontana, rifugiata in un angolino remoto della mia mente -...mi dispiace non sapevo che sarebbe venuto qui, lo giuro-
Mi sentivo debolissima, le gambe molli come la gelatina. Non riuscivo a parlare. Se avessi aperto la bocca, se mi fossi mossa, ero certa che mi sarei spezzata. Mi sentivo soffocare, in quel locale improvvisamente troppo piccolo e troppo gremito di persone che sembravano rubarmi l'aria. Elijia l'avrebbe definito un attacco di panico, pensai nella confusione dei miei pensieri.
-E' bianchissima, portala fuori da qui- sentii Koll rivolgersi a Bonnie ma ero ancora sotto shock.
-Elena usciamo- Matt si era avvicinato e mi tendeva la mano. Tentennai, come se non avessi il controllo del mio corpo, forse non ce l'avevo davvero.
-Dalle qualche secondo alla fine tornerà in sé e scapperà. E' quello che sa fare meglio- Riconobbi subito la sua voce. La seguii, voltandomi verso Damon che mi osservava con cattiveria. Non mi aveva mai guardata così -E' quella la porta, Elena, se stai aspettando la festa di ben tornata, ho una brutta notizia per te. La festa è finita da un pezzo e tu non saresti comunque la ben venuta-
-Smettila Damon- Koll si mise in mezzo, fulminando Damon con uno sguardo omicida.
Damon sorrise malignamente alzando le mani in segno di resa. Era sconvolto, ubriaco ed incazzato. Pessima combinazione quando si tratta di Damon -La povera, piccola Elena, non vorrei mai turbare in qualche modo la sua sensibilità-
-Dacci un taglio- anche Bonnie cercò di difendermi mentre io guardavo la scena come se fossi solo una spettatrice esterna. Non riuscivo a spiccicare parola.
-E' strano che tu la difenda, ricordo ancora il tuo sguardo ferito quando mi hai confessato che non sarebbe più tornata. Se non sbaglio ti aveva anche incitata a non cercarla più, a lasciarle i suoi spazi. Una vera amica- Prese un altro bicchierino di scotch e lo buttò giù in un sorso -E tu ragazzo doro?- si rivolse a Matt -sei troppo buono per dirle che tutti hanno dei problemi, che ogni persona in questo dannato pianeta ha la sua dose di disgrazie, purtroppo...Aspetta quasi dimenticavo che il mondo intero gira solo intorno ad Elena, chiedo umilmente scusa per l'imperdonabile dimenticanza-
-Stai esagerando- ringhiò Matt mentre io guardavo Damon esterefatta. Mi odiava davvero così tanto?
-Ho capito, me ne vado- sorrise sarcastico indietreggiando -non è ironico? questa volta sono io quello che se ne va e tu quella che rimane. La vita ha davvero uno strano senso dell'umorismo- Dopo la sua ultima battuta ad effetto uscì, abbandonando il locale e lasciandomi sola in mezzo a tanta gente.
Era tutto così irreale, così doloroso. Mi alzai di scatto dalla sedia. Improvvisamente padrona del mio corpo, almeno in buona parte.
-Elena- Matt fece per raggiungermi ma io indietreggia, allontanandomi da lui.
-Devo andare- mormorai con ritrovata convinzione.
-Dove?- la domanda proveniva da Bonnie questa volta -Vuoi fuggire di nuovo?-
-Basta Bonnie, lasciatela in pace- disse Koll rivolgendomi uno sguardo d'incoraggiamento.
-No, io devo solo....andare- mi allontanai di scatto, dirigendomi verso l'uscita. Non sapevo bene cosa avrei fatto o detto ma dovevo raggiungerlo.


-Damon- urlai una volta raggiunto il piazzale. Lui era ad una decina di metri da me. Urlai ancora ma lui mi ignorò proseguendo verso l'auto. Continuai a correre chiamandolo per nome ma lui non voleva saperne di aspettarmi.
-Adesso fingi pure che io non esista?- gli domandai arrabbiata, fermandomi alle sue spalle. Avevo il fiatone e tenevo le braccia stese lungo i fianchi con le mani strette a pugno nel vano tentativo di scaricare la tensione.
Damon mi dava le spalle, anche il suo corpo era rigido, il suo respiro regolate in modo inquietante, come se stesse cercando di mantenere la calma, dosando ogni respiro -Non è quello che hai fatto tu negli ultimi quattro anni? Fingere.- si girò fulminandomi con i suoi magnifici occhi di ghiaccio. Il suo sguardo era colmo di recriminazione.
-Non posso cambiare il passato, Damon, ho commesso degli errori, è vero, ma non ti permetto di farmi una scenata del genere!- Senza rendermene conto mi ero avvicinata a lui. Quando me ne resi conto sentii il mio cuore volare in picchiata. Maledetto organo traditore.
-Tu non me lo permetti?- mi chiese lui provocatoriamente divertito, sfidandomi con quei suoi occhi, il mio eterno punto debole. Capaci di abbassare tutte le mie difese.
Deglutii, cercando di ricordare cosa volessi dire - Ora sei arrabbiato, ferito, lo capisco ma...-
Lui scoppiò a ridere, facendomi bloccare. La sua risata era colma d'amarezza e sadico divertimento -E' questo che credi? Che io sia arrabbiato? Ferito? Ti sbagli-
-E allora cosa vuoi?- soffiai con disperazione e rabbia.
-Da te? Assolutamente niente. Sai Elena, sono stato ferito per molto tempo durante il primo anno, passavo ore intere davanti al cellulare sperando che tu mi richiamassi ma niente. Il vuoto assoluto. Ricordo ancora il giorno in cui composi il tuo numero, per la milionesima volta, una vocina metallica mi disse che non esisteva più. Quel giorno decisi che se tu non fossi tornata da me, sarei venuto io a riprenderti. Stavo per partire, fu tua zia a fermarmi. Mi disse che dovevo lasciarti andare, che non avevi più bisogno di me. Che se tenevo davvero a te, dovevo lasciarti libera- le sue parole erano dure, si avvicinò di un passo -In quel momento si che ero arrabbiato, arrabbiato e ferito- fece una pausa -ora Elena non provo nulla-
Era riuscito nel suo intento, non mi ero mai sentita così ferita. Le parole possono fare più male della spada, così avevo sempre sentito dire, ma solo in quel momento capii quanto potesse essere vero. -Mi dispiace, Damon- mormorai -Non sai quante volte avrei voluto chiamarti, anche solo per ascoltare la tua voce...ma pensavo fosse meglio così, sarebbe stato solo più doloroso- sentii gli occhi divenire lucidi -Non ho mai voluto farti del male...non a te-
-Eppure l'hai fatto e non m'interessa se gli altri sono pronti a perdonarti, io non lo farò mai- sottolineò l'ultima parola con cattiveria. Qualcosa dentro di me si stava spezzando, sentii i miei occhi inumidirsi.
-Non sono qua per chiedere il tuo perdono, so di non meritarlo.....- avevo la voce rotta ma lui sembrava troppo arrabbiato per accorgersene e nel caso se ne fosse accorto la cosa non sembrava toccarlo in alcun modo.
-Non hai ancora capito, Elena?- mi chiese con sarcasmo -Non m'interessa perché sei tornata, non m'importa più nulla di te, della tua vita, di quello che volevi o non volevi fare.....spero solo che tu te ne vada presto-
Era già salito in auto quando trovai il coraggio di dire ciò che non avevo mai avuto il coraggio di ammettere prima -Manca anche a me, Damon. È per questo che sono qui, manca anche a me.- una lacrima scese lenta lungo la mia guancia mentre Damon sfrecciò via senza degnarmi di alcuna risposta.





Accelerai il passo, non conoscevo la mia meta, semplicemente non ne avevo una, non m'importava, mi limitavo a mettere un piede davanti all'altro. In un attimo mi resi conto che era esattamente ciò che avevo fatto negli ultimi quattro anni: proseguire dritta per una strada qualunque, senza una meta precisa, sempre più veloce, senza far caso alla direzione per paura che i ricordi mi costringessero a guardare indietro. Ma non si può fuggire per sempre.
Damon aveva ragione quando parlava della mia propensione a fuggire, ciò che non aveva capito è che la mia fuga non era mai finita. Erano quattro anni che fuggivo e alla fine mi ero ritrovata al punto di partenza.
Così arrivai davanti al cimitero di Mystic Falls. Entrai.
Quanti pomeriggi, dopo la morte dei miei genitori, avevo trascorso in quel luogo, con la schiena adagiata contro l'albero e il mio diario posato sulle gambe. Era un modo per comunicare con loro, un modo per sentirli vicini. Con la mia penna stilografica mi sembrava di poterli raggiungere, come se bastasse il contatto dell'inchiostro scuro con il foglio bianco per sentire la risata di mia madre. Lei amava guardarmi mentre scrivevo, diceva che mentre impugnavo la penna il mio viso si illuminava e la mia bocca si contorceva in un sorriso angelico. Il suo piccolo angelo. Così mi chiamava.
Quel giorno però i miei genitori avrebbero dovuto attendere, almeno per il momento, c'era una cosa più importante che dovevo fare. Una cosa che avevo rimandato per troppo tempo.




Finalmente arrivai a destinazione.




Mi inginocchiai davanti alla lapide. Una stupida lastra di marmo con inciso il suo nome, ecco ciò che mi aveva costretta a fuggire. Una stupida lastra di marmo.
Mi lascia cadere in ginocchio sull'erba umida.

-Mi dispiace- mormorai -scusa se ci ho messo così tanto-





 
Stefan Salvatore
1991 - 2009
Figlio, fratello e amico amorevole.
Non ti dimenticheremo mai”








Spazio autrice (?):
Il premio per il capitolo più deprimente della storia.......va a me!!!!
Scusate spero che non abbiate voglia di lanciarmi i pomodori, anche se lo capirei. Non solo ho ucciso Stefan ma temo che il capitolo risulti un po'....noioso? Deprimente? Non saprei =) a voi la scelta dell'aggettivo più appropriato.
A parte gli scherzi spero che nel complesso il capitolo non risulti a voi così terribile, come sembra a me, ma la trama che ho in mente purtroppo contempla anche molti momenti drammatici che cercherò di alternare con momenti più divertenti e magari alcuni romantici.
Va bè tornando alla storia, si è capito qualcosa sul motivo per cui Elena è fuggita anni prima inoltre c'è stato il primo incontro con Damon, Lui è davvero arrabbiato con Elena, in parte è a causa di Elena ma vi avverto che mancano ancora molti pezzi, sia per quanto riguarda Stefan sia per quanto riguarda Damon ed Elena. Spero d'avervi almeno incuriosite (e non annoiate). Fatemi sapere perché sono molto incerta riguardo questo capitolo ed ho davvero bisogno di conoscere le vostre opinioni. QUINDI RECENSITE XD please!!!!!!!!!!!!!!!!! Sembra una minaccia ma è più che altro una richiesta (ok, lo ammetto: è una supplica =D)
Grazie come sempre a tutte le ragazze che mi seguono e un grazie speciale a Nausicaa_Mikaelson e Giulia99FlorFedeCullen per aver recensito!!!


Apresto!!
- Scrivimi-
  
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