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Autore: HermioneEverlark    28/10/2013    4 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la mia prima ff, spero vi piaccia! H-
Gli Hunger Games raccontati dal punto di vista di Clove, Distretto 2.
Nulla è come sembra.
Dal primo capitolo:"“Signorina Salter Clove, giusto?” mi domanda con voce profonda. “Si” rispondo. “Quest’anno il Presidente di Panem le chiede di partecipare alla settantaquattresima edizione degli Hunger Games. È certo che non potrà rifiutare la sua allettante proposta”. No, certo che non posso rifiutare. Io non devo rifiutare."
Dal Capitolo 13:" (...) Lei cade a terra sotto di me, e il suo sangue scorre giù verso il fiume per unirsi a quello delle altre persone a cui ho fatto del male. Il fiume straripa e prende il suo corpo, lasciandomi sola sulla riva. Mi lascio cadere anche io, le lacrime che ancora si legano al rosso che ho sul viso per poi mescolarsi insieme alla terra.
Fisso gli occhi sul cielo che brilla per il sole che sta sorgendo.
L'ultima cosa che sento prima di sprofondare nel buio è il suono di un cannone e mi trovo a sperare che sia per me."
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Altri tributi, Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ci addentriamo a fila indiana tra le spighe cercando di rimanere il più bassi possibile e di scrutare tra le piante, che sono così vicine e compatte da rendere difficile anche il passaggio. Camminiamo in silenzio per circa una quarto d'ora senza trovare nulla di pericoloso o che possa provare il soggiorno di un altro tributo, con le spighe che mi irritano le braccia. Ad un certo punto mi fermo e dico:” se continuiamo così non arriveremo a nulla, è troppo grande questo campo. Dovremo dividerci per ispezionare meglio la zona.” Tutti annuiscono. Ora bisogna creare i due gruppi; cerco lo sguardo di Cato perchè sono in difficoltà: con chi andrà Peeta? Lui lo capisce e si fa avanti:” io, Marvel e Peeta andremo a destra mentre tu e Lux” e qui si sofferma qualche secondo di troppo sul suo viso “andrete a sinistra. Dovremo riuscire a battere tutto il campo. E poi, andiamo, quanto potrà mai essere grande?!”

Troppo. Ecco quanto. Dopo un altro quarto d'ora che cammino con Lux mi sento soffocare dall'odore del grano e mi fa male la schiena a forza di rimanere abbassata. Mi volto verso la mia alleata con una smorfia di fastidio e noto con piacere che lei è nelle mie stesse condizioni.

“Ma se ci alziamo?” dice supplice. “Magari!” rispondo tornando in posizione eretta. Da così è tutto molto più semplice, anche se la visuale non cambia molto: sempre spighe, sempre grano e cereali.

Mentre continuiamo la nostra marcia guardinghe mi chiede:” conosci Cato da tanto tempo?” Così dal nulla. Immagino che sia il suo unico pensiero dato che non deve preoccuparsi di altro per ora.

“Non da molto in realtà” rispondo restia “lui era un anno avanti a me a scuola, ma dai dodici anni abbiamo iniziato ad allenarci insieme qualche volta, tutto qua. Eravamo compagni di armi”.

Già, potevo agognare solo a questo nel mio Distretto. Non ho mai avuto molta voglia di farmi degli amici veri, solo qualcuno con cui scambiavo quattro chiacchiere, ma sempre a debita distanza. Preferivo isolarmi con i miei coltelli e le mie lance piuttosto che approfondire i contatti con le persone, e i miei compagni di classe non hanno mai provato ad avvicinarmi più di tanto. Ma devo dire che il mio carattere non aiuta. Sono una persona taciturna e chiusa, che preferisce pensare piuttosto che parlare. Come adesso, ad esempio, che vorrei che Lux avesse finito con le domande. Ma naturalmente lei continua:” e... voi avete mai... approfondito il vostro rapporto?” Immaginavo dove volesse andare a parare. Mi vede come una rivale quindi? Questa non me l'aspettavo. Non ho mai pensato a Cato in quel modo prima d'ora. Non ho mai pensato a lui in nessun modo in realtà. Forse con il tempo mi sono semplicemente abituata alla sua presenza costante, ecco. Forse è quasi un amico. O comunque qualcosa che ci si avvicina molto. Sto per risponderle quando la nostra attenzione vine attirata da dei rumori sordi provenienti da qualche metro più avanti a noi. Io e Lux ci guadiamo indecise: sarà una lotta tra tributi, un animale o qualche sorpresa degli Strateghi?

Piano ci dirigiamo verso la fonte del rumore e adesso afferro l'utilità delle spighe fitte, che ci consentono di vedere senza essere viste. Quello che ci si presenta davanti è uno spettacolo raccapricciante: il corpo insanguinato e a brandelli di un tributo, probabilmente uno dei più giovani, è accasciato al centro di un piccolo spazio non coltivato, come una radura; al lato della carogna i resti di un pranzo preparato alla bell'e meglio e, arrotolato sopra il torace dilaniato del bambino, quello che sembra essere un boa gigante, ancora intento a staccare pezzi di carne dal collo della sua vittima. Ha la testa grande quanto la mia mano e il corpo possente, lungo e viscido luccica alla luce del sole. 'Pesa sicuramente più di me', penso. Lentamente, dopo aver finito il suo banchetto, si srotola sinuoso e scivola via ritornando in mezzo alle spighe, mentre suona il colpo di cannone. Prima di entrare lo vedo fermarsi, voltarsi indietro e puntare i suoi occhietti dove siamo nascoste noi. Sono improvvisamente presa dal terrore all'idea che possa averci fiutate e possa attaccarci, ma fortunatamente continua a procedere senza dar segno di averci viste. Ringrazio mentalmente gli Strateghi per aver fatto queste piante così alte.

Adesso mi viene da vomitare a guardare il corpo martoriato del tributo assalito già dagli insetti, e penso a quanto dolorosa sarà stata la sua morte. Rimango immobile a fissare il punto in cui il serpente è sparito fino a che Lux mi tira per un braccio arretrando. “È meglio prendere la direzione opposta” dice calma. Come fa a rimanere impassibile? Lascio che sia lei a procedere per prima, aspettando che la mia mente assimili quello che ha visto. Continuo a immaginare di essere quel ragazzino, a dimenarmi tra le spire dell'animale per non morire e a sentire il rumore della carne che si strappa e il dolore provocato da ogni morso inflitto. Spero che non abbiano mandato in onda la scena, almeno per rispetto della famiglia. Ma il semplice fatto di essere qui per uccidere altre persone mentre loro scommettono su chi morirà per primo mi fa pensare che forse a Capitol non conoscono il concetto di rispetto del prossimo. E per un attimo provo pena per loro, oltre che odio. Rimaniamo in silenzio per un bel po' e non può farmi che piacere.

Poi sentiamo delle urla non lontane. Urla forti e penose. Urla che chiedono aiuto.

E non so perchè penso subito a Cato. Me lo immagino sbranato dal serpente e ho paura per lui.

Allora inizio a correre, lasciando Lux confusa dietro di me.

Corro e non faccio caso alle spighe che mi graffiano le spalle e le braccia, penso solo ad avvicinarmi il più possibile a quella voce. Le pozze di colore si susseguono confuse mentre io voglio solo raggiungerlo.

'Fa che non sia lui, fa che non sia lui ti prego'.

Corro e anche se sono scossa dai singhiozzi trovo il fiato per gridare forte il suo nome:”Cato! Cato!” Non mi importa di fare rumore, voglio solo che sappia che sto arrivando per salvarlo.

Lo chiamo come lui chiamava me ieri nel bosco, con tutta la voce che ho in gola. “CATO!”

Le urla continuano, ma sento che sono più vicine. Poi finalmente lo vedo. Li vedo.

Cato sta cercando di tirare fuori Marvel dalle... sabbie mobili? Si, sono proprio sabbie mobili e lui c'è dentro fino alla vita. È lui che urla, non Cato. Non Cato, mi ripeto come un mantra cercando di calmarmi mentre rallento e mi avvicino a loro. Il mio compagno mi vede e mi apostrofa:”Clove! Siamo qui, Clove! Aiutami non riesco a tirarlo fuori!”. Mi metto dietro di lui e tiriamo assieme, lui che tiene le braccia di Marvel e io che stringo la sua vita. Ma non ci riusciamo comunque, si agita troppo. “Marvel devi stare fermo... devi fermarti, non ce la facciamo altrimenti” dico quasi nel panico. Finalmente arriva anche Lux che contribuisce a calmarlo; smette di muoversi e di urlare, limitandosi a gemere ogni tanto mentre lo tiriamo fuori lentamente.

Dopo dieci minuti di tira e molla è fuori dalla pozza, steso per terra a pancia in su con il fiato corto. Mentre cerca di riprendersi lo sento biascicare qualcosa:”...grazie...” Mi avvicino e gli offro la borraccia con l'acqua fresca chiedendo:” cosa è successo?” Mi risponde che stavano camminando tranquillamente, lui davanti, Peeta in mezzo e Cato dietro, quando si è sentito risucchiare e si è accorto di essere finito nelle sabbie mobili. D'improvviso mi ricordo dell'esistenza di Peeta e del fatto che non l'ho visto soccorre il mio alleato; mi alzo in fretta e sento di nuovo quella rabbia salirmi dentro, mi butto sopra di lui e gli sputo in faccia:” e tu dov'eri eh? Perchè ho visto solo Cato aiutarlo?” tiro fuori il coltello “stavi cercando di scappare quando sono arrivata, ammettilo! Cato, lo vedi che non possiamo fidarci?” Lo sento avvicinarsi e posarmi una mano sulla spalla:” gli avevo chiesto io di rimanere di guardia nel caso arrivasse qualcuno. Alzati adesso.” Non voglio farlo, non voglio ascoltare le sue buone motivazioni, voglio sbarazzarmi di questo peso. Ma contro di lui non posso fare nulla quindi abbandono la maglietta di Peeta e mi metto seduta lontano dall'Innamorato. “Voi avete trovato qualcosa?” chiede Marvel, nell'evidente tentativo di spezzare la tensione. “Oh, si che abbiamo trovato”, risponde Lux, e si dilunga sulla descrizione di quello a cui abbiamo assistito. Io cerco di non prestare attenzione, anche se la sua voce squillante non mi rende il lavoro facile.

“E poi Clove è corsa via urlando il tuo nome, Cato” conclude con mal celato tono polemico.

A queste parole sento le guance infiammarsi, rendendomi improvvisamente conto di quello che ho fatto. Effettivamente il mio gesto è stato avventato e molto poco calcolato, e adesso devo pagarne le conseguenze dando una spiegazione plausibile a tutta Panem. Forse staranno pensando che la mia reazione è dovuta a un affetto che provo verso il mio compagno? Si staranno immaginando 'Gli Sfortunati Amanti del Distretto 2?' Ma no, io non sono così futile. So benissimo cosa comporterebbe avvicinarsi troppo a qualcuno in quest'arena e non voglio trovarmi in una situazione complicata. Perchè so che se sarò costretta a scegliere tra me e l'altro opterò per la prima strada. Non so spiegarmi cosa sia successo, ho solo pensato a correre convinta che il mio compagno di Distretto fosse in pericolo. Ero solo impressionata dall'immagine del corpo martoriato di quel ragazzino che ho avuto una tale reazione. Fatto sta che sono stata presa dal panico, ecco cosa. Forse mi sto attaccando troppo a Cato e se è così non va bene, non dove siamo adesso. Per di più in quegli attimi di confusione non ho minimamente pensato a Marvel o tanto meno a Peeta. Pensavo solo a lui. Ma è sicuramente colpa di quella stupida di Lux, che mi mette in testa certe idee con le sue domande inopportune. Vorrei seppellirmi sotto terra o ucciderla. Perchè doveva dirlo?

Tutti quanti mi stanno guardando, facendo aumentare ancora di più il mio disagio. Tutti tranne Cato, che al momento ha trovato molto interessante la scatola della carne essiccata. È imbarazzato anche lui, e, dato che sicuramente nella sua mente imbarazzo è sinonimo di cattiva pubblicità, vuol dire che con ogni probabilità mi odia.

Cerco velocemente di trovare una risposta che però non arriva.

“Almeno lei è arrivata in fretta, a differenza di te, mi sembra”. Con grande meraviglia di tutti a prendere 'le mie difese' è Peeta, che con questa risposta da il via a una discussione animata con Lux, allontanando i riflettori da me. Rimango ammutolita a guardarli litigare, rimuginando su quello che ha fatto. Mi ha difesa. Lui, il primo che sarebbe dovuto venirmi contro, ha trovato il modo per togliermi dall'inghippo. Non si aspetterà certo che lo ringrazi, spero. Dovrebbe aver capito cosa penso di lui e come sono fatta. Mi limiterò a non aggredirlo troppo spesso, comunque. I toni tra loro due si stanno alzando, perciò decido di riprendere la parola interrompendoli:” direi che possiamo tornare all'accampamento e riprendere la caccia più tardi nel bosco. Meglio uscire da qui.” Durante il tragitto di ritorno siamo tutti silenziosi, immersi nei nostri pensieri. Ripenso a tutto quello che è successo in sole poche ore: il serpente, Marvel che stava per morire, la mia corsa forsennata e tutto quello che adesso comporta. Spero che Cato non se la sia presa troppo.

Lentamente rispuntiamo vicino alla Cornucopia, dove mi faccio avanti per andare a raccogliere le legna per il fuoco; ho bisogno di rimanere un po' con me stessa, senza gli occhi di nessun addosso e libera dal dover socializzare con gli altri. Soprattutto lontana da Peeta e da Cato.

Così, zaino in spalla e coltelli alla mano, mi addentro silenziosa nel bosco, pronta a vedermela con quello che ho dentro.

 

ANGOLO DELL'AUTRICE:

ciao tributi!

Scusatemi se ci ho messo tanto per aggiornare! >.<

comunque sia, sono abbastanza soddisfatta per questo capitolo :D che ne pensate?

E poi cioè sono troppo eccitata perchè tra meno di un mese esce la ragazza di fuoco! ^^ aagfhddak a parte scleri vari, ringrazio sempre KilljoyDreamer (tutto ok? :V), AngelCruelty, kymyit e angelikakiki e tutti colore che pazientemente leggono e\o recensiscono!

Grazie davvero! :)

e un pensiero particolare va anche a Sarah, che prima o poi leggerà questi capitoli.

Baci,

HemioneEverlark

  
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