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Autore: Leana    28/10/2013    2 recensioni
Blaine è uno studente come tanti, sommerso dagli impegni, e senza un attimo di respiro. Nessuno, però, sa che dietro alla facciata si nasconde molto di più. Nessuno sa che Blaine non è quello che dice di essere, ma non sa di non essere l’unico.
Tra Usignoli impiccioni, e chat su facebook, ecco l'ennesima dimostrazione di come il nostro destino sia segnato dalle piccole scelte che facciamo ogni giorno.
Dal capitolo 8:
“Quello che mi da più fastidio è l’essere stato preso in giro”
“Non volevo prenderti in giro” rispose Kurt.
“Si, certo” borbottò Blaine.
“Perché non mi credi?” gli domandò Kurt mettendosi davanti a lui, e bloccandogli il passaggio. “Pensi ancora che io stia mentendo?” continuò con espressione angosciata.
“Non lo so, magari è l’abitudine” rispose Blaine scansandolo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Blaine mi passeresti quel nastro rosso?”
 
“Quello con i brillantini?”
 
“Ne vedi altri?”
 
“Ecco a te” disse Blaine con tono esasperato porgendogli un grosso rocchetto.
 
L’Usignolo non avrebbe mai pensato che stare sdraiato sul divano a guardare il suo fidanzato decorare un albero di Natale fosse così bello.
 
Kurt era talmente preso dal rendere tutto perfetto, da non rendersi conto dell’insistenza dello sguardo di Blaine.
 
Negli ultimi 30 minuti aveva osservato ogni espressione del suo viso, e non ne aveva ancora abbastanza.
 
“… e voglio mettere delle decorazioni nuove sul corrimano della scala” stava dicendo Kurt.
 
“Si?” disse Blaine fingendo di aver sentito tutto il discorso.
 
“Mi accompagni tu oggi pomeriggio, vero?”
 
“Certo” rispose Blaine allungandosi pericolosamente sul divano per potergli dare un bacio.
 
Non era mai stato tipo da shopping, ma l’entusiasmo di Kurt lo aveva coinvolto talmente tanto da non sapergli più dire di no.
 
“Magari possiamo già comprare qualche regalo” aggiunse Kurt mentre studiava dove mettere la pallina dorata che aveva in mano.
 
“Mi sembra una buona idea”
 
Blaine era sempre stato negato a comprare regali, ma con Kurt al suo fianco, non aveva alcuna possibilità di errore.
Inoltre, aveva già una mezza idea su l’unico regalo che avrebbe dovuto scegliere da solo – quello per il suo fidanzato – e poteva sfruttare quella giornata per andare in avanscoperta.
 
“E’ bellissimo. Hai fatto un ottimo lavoro”
 
“Manca ancora la stella in cima. Vuoi metterla tu?”
 
“D’accordo”
 
Blaine si alzò dal divano, prendendo la stella di plastica ricoperta di brillantini che Kurt gli stava porgendo.
 
Dovette alzarsi sulle punte, e allungare le braccia – il fatto di non essere alto tanto quanto il suo fidanzato non gli era mai andato giù – e con uno piccolo sforzo sistemò la stella sopra la cima dell’albero, cercando allo stesso tempo di non rovinare il lavoro che aveva fatto Kurt.
 
“Così è perfetto” disse facendo un passo indietro e guardando l’albero.
 
“Voglio vedere se le lucine sono tutte al posto giusto. Potresti spegnere la luce?” chiese invece Kurt.
 
Blaine fece come gli era stato detto, e rimase ad ammirare il luccichio che emanava l’albero dalla porta del salotto.
Sin da quando era piccolo, aveva sempre trovato magica l’atmosfera natalizia, ma Kurt gli stava facendo provare molto di più.
 
“Vieni qua” lo chiamò il soggetto dei suoi pensieri.
 
Blaine andò a sedersi ai piedi del divano, accanto a lui, rimanendo ad ammirare i colori che venivano proiettati in tutta la stanza e che si riflettevano sulle altre decorazioni.
 
Senza pensare, appoggiò la testa sulla spalla di Kurt, beandosi di quel silenzio e della serenità che li circondava.
 
“Nella nostra casa a New York dobbiamo mettere un albero uguale” decretò infine l’Usignolo.
 
“Come vuoi” rispose Kurt sorridendo.
 
“Quando tornano i tuoi?” chiese Blaine a un certo punto.
 
“Ehm… Carole sarà qua tra venti minuti. Sarà meglio mettere in ordine il salotto o darà di matto” disse riaccendendo la luce.
 
Kurt e Blaine, allora, iniziarono a raccogliere tutti gli aghi che aveva perso l’albero, gli scarti dei nastri, i contenitori dei brillantini, e tutte le scatole che prima contenevano le palline, ormai vuote.
 
Fecero appena in tempo a chiudere la porta della soffitta che sentirono un’auto fermarsi nel vialetto, così si affrettarono a scendere e ad andare ad aprire la porta.
 
“Ciao, ragazzi! Vi dispiacerebbe darmi una mano con i sacchetti della spesa?” chiese Carole entrando in casa con il fiatone mentre si trascinava dietro tre sacchetti dall’aria pesantissima.
 
Prontamente, Blaine le alleggerì il carico prendendone due e posando tutto sul tavolo della cucina.
 
Furono raggiunti anche da Finn che portava altri due sacchetti.
 
“Ragazzi, andate pure. Vi chiamo quando è pronto il pranzo” li congedò Carole con un sorriso materno.
 
“Avete voglia di giocare ai video giochi?” propose Finn agli altri due.
 
Kurt non aveva mai capito cosa ci fosse di bello nel stare delle ore davanti alla tv, friggendosi il cervello premendo ripetutamente sempre gli stessi pulsanti sul joystick, ma Blaine aveva espresso più volte il suo entusiasmo a riguardo, quindi accettò.
 
Si chiusero tutti e tre nella stanza poco ordinata di Finn, e Kurt si fiondò sulla sedia della scrivania, facendo attenzione a non sedersi sopra qualche capo di vestiario maltrattato di suo fratello.
 
Finn e Blaine occuparono ognuno un lato del letto, già con il joystick in mano. Passarono i primi dieci minuti a decidere a cosa giocare, mentre Kurt li guardava scuotendo la testa.
 
All’inizio, quando si era reso conto che tra il suo fidanzato e suo fratello era nata una sorta di complicità, si era sentito un po’ escluso. Insomma, sembrava quasi che Blaine si dimenticasse di lui, ma alla fine aveva imparato ad accettarlo. A dirla tutta, era persino contento che due delle persone a cui voleva più bene andassero così d’accordo.
 
Quando Carole venne a chiamarli, dovettero abbandonare il gioco proprio sul più bello, ma nulla al mondo li avrebbe potuti separare dai deliziosi piatti di quella donna.
 
Arrivò anche Burt dall’officina, e mangiarono tutti con appetito, complimentandosi più volte con la cuoca.
 
Blaine amava la famiglia di Kurt, che a differenza della sua non si vergognava e non nascondeva alcun tipo di sentimento.
 
Dopo pranzo, Kurt non volle perdere tempo, e dopo aver scritto una lista precisa di tutto quello che voleva comprare, trascinò Blaine per una manica, e lo sistemò sul sedile accanto al suo prima ancora che l’altro potesse protestare.
 
Quando arrivarono al centro commerciale, Kurt stava ormai sprizzando entusiasmo da tutti i pori, così Blaine cercò di non avere troppo l’aria da zombie, e lo seguì all’interno.
 
“Dunque, io opterei per iniziare dalle decorazioni per la scala. Le devo assolutamente trovare come le voglio” mormorò Kurt tra sé e sé.
 
Blaine lo prese a braccetto, ed entrarono nel primo negozio a destra.
 
Furono accolti da una vecchietta tutta pelle e ossa che sembrava non vedere un cliente da decenni. Subito Kurt si immerse in un descrizione di quello che stava cercando, e la vecchietta lo guardò per tutto il tempo di traverso, come se non capisse quello che gli stava spiegando Kurt.
 
Il mistero venne risolto soltanto venti minuti dopo, quando i due fidanzati capirono che la vecchia signora aveva grossi problemi di udito.
 
A quel punto, Kurt si sentì in dovere di mettersi a cercare lui stesso in mezzo a tutte le stoffe, e lustrini. Blaine dovette trattenersi dal scoppiare a ridere vedendo la signora mettersi le mani tra i capelli bianchi, alla vista del disordine che stava creando il suo fidanzato.
 
Solo dopo altri dieci minuti, Kurt si sentì soddisfatto di tutto quello che aveva accumulato sul bancone, e si dichiarò pronto a pagare.
 
“E’ stata un’odissea” commentò Blaine mentre uscivano dal negozietto.
 
“Ma ne è valsa la pena. Sapevo che lì avrei trovato quello che mi serviva” rispose Kurt entusiasta. “Che ne dici se andiamo a dare un’occhiata in giro? Potrebbe venirci qualche idea per i regali…”
 
“Si, si” acconsentì Blaine.
 
Entrarono in un negozio specializzato in articoli da regalo, venendo bellamente ignorati dal commesso di turno.
 
“Guarda questo!” esclamò Blaine indicando un’abat-jour a forma di ombrello.
 
“Ehm… è orribile” commentò Kurt con una smorfia.
 
Blaine la guardò di nuovo, non capendo cosa avesse che non andava, ma si fidava abbastanza del gusto di Kurt da sapere che se lui diceva che era brutta, lo era veramente.
 
“Okay, beh… cosa ne dici di questo?” chiese ancora l’Usignolo prendendo una sveglia a forma di gallo.
 
Kurt spalancò gli occhi, terrorizzato.
 
“Certo, Blaine” disse per non offendere il suo fidanzato.
 
Scosse la testa, trascinandolo via da quell’oggetto mostruoso. Avrebbe dovuto fare un corso intensivo di buon gusto al suo Usignolo preferito se voleva portarlo di nuovo con lui a fare shopping.

 


 
“E questo è per Nick” concluse Blaine porgendo il pacchetto all’Usignolo in questione.
 
“Oddio, grazie Blaine!” esclamò Nick senza spostarsi dalle braccia di Jeff.
 
Era ormai palese per tutti che il loro rapporto aveva fatto un notevole passo avanti, ma allo stesso tempo erano così abituati a vederli sempre insieme da non rendersene nemmeno conto.
 
Nick scartò il suo regalo sotto lo sguardo attento di Jeff.
 
“Un… diario?” chiese incerto, sfogliando le pagine bianche del piccolo libretto che aveva tra le mani.
 
“Si, così puoi raccogliere tutte le tue poesie” spiegò Blaine con un sorriso.
 
“Grazie! Hai avuto un’ottima idea!” esclamò Nick.
 
Blaine lanciò un’occhiata a Kurt, ringraziandolo silenziosamente per averlo aiutato a scegliere quel regalo.
 
“Senti, Blaine. Si sta facendo un po’ tardi, e domani avrò un sacco da fare. Grazie mille per la serata” intervenne Wes stiracchiandosi.
 
“Si, in effetti si sta facendo tardi” risposero anche gli altri Usignoli.
 
“D’accordo, siete liberi di andare” concesse Blaine con un gesto della mano.
 
“Ci sentiamo domani sera per gli auguri” disse Thad infilandosi il cappotto. “Grazie mille per la cena!”
 
“Figurati! Ciao, ragazzi!”
 
“Ciao!” risposero gli Usignoli uscendo alla spicciolata.
 
Kurt sospirò pesantemente, scambiando uno sguardo complice con Blaine.
 
“Ho sempre pensato che i tuoi amici fossero davvero simpatici, ma non sono nemmeno normali” disse Kurt seduto ancora sul tappeto del salotto.
 
“Mai detto che lo siano” rispose Blaine andando a sedersi accanto a lui.
 
“E’ stata una bella serata. E grazie mille per la sciarpa, davvero” disse Kurt dopo un lungo silenzio.
 
“Perché tu non mi hai ancora dato il mio regalo?” volle sapere Blaine.
 
“Lo sapevo che eri in ansia per quello” rise Kurt spingendolo scherzosamente.
 
Si alzò, lasciando Blaine da solo davanti al camino, tornando pochi minuti dopo con un grosso pacchetto informe tra le mani.
 
“Non è esattamente di mio gusto” iniziò Kurt porgendoglielo. “Quindi non lo ritengo il mio regalo ufficiale, ma spero che ti piaccia”
 
Blaine lo sguardo con espressione incerta, nascondendo un sorriso, ma accettò il regalo di buon grado.
 
“Devo avere paura?”
 
“No, tranquillo”
 
Blaine scartò il regalo, facendo cadere la carta rossa e oro accanto a sè.
 
“Ahahah! Come facevi a saperlo?!” esclamò Blaine incredulo.
 
“Wes” rispose Kurt con un mezzo sorriso.
 
Blaine scosse la testa, rigirandosi tra le mani un grosso gufo che stringeva tra le ali un cuore.
 
“Ehm… ti dimentichi questo” disse Kurt sventolando un bigliettino che era caduto in mezzo alla carta da regalo.
 
Blaine lo prese, leggendo le due righe scritte in bella grafia.
 
Grazie per aver dato anche a lui una possibilità
Da Eli C., con amore.
 
Blaine sorrise, allungandosi poi per baciare il suo fidanzato.
 
E sì, era davvero felice di avergli dato una possibilità.
 

 


 
Angolo dell’autrice:
non si era capito che mi piace il Natale, vero? ;)

Dunque, non ho molto da dire su questo capitolo, se non che è giusto un epilogo per far sapere come sono andate a finire le cose tra Kurt e Blaine. Qualsiasi altro giudizio lo lascio a voi.
 
Siamo finalmente arrivati alla fine della mia prima long e non avrei mai creduto che potesse piacere così tanto quindi ringrazio enormemente tutti quelli che hanno voluto darmi questa fiducia, e mi hanno continuata a sostenere ogni volta fino ad ora.
 
Grazie, grazie, grazie!
 
-- Leana
   
 
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