Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Lady Five    28/10/2013    1 recensioni
Mayu è cresciuta e, contravvenendo ai desideri di Tochiro, fa ad Harlock una richiesta a cui il capitano non riesce proprio a dire di no, perché, in fondo al cuore, anche lui ne è felice.
Ma lei non è più una bambina. E niente può più essere come prima.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La prossima meta sarebbe stata Tortuga.*
“Che cos'è Tortuga?” chiese Mayu.
“E' una piccola luna, una specie di porto franco, punto di ritrovo di tutti i fuorilegge del cosmo.”
“Ah! E che cosa ci andiamo a fare?”
“E' lì che c'è il mio amico che si occupa dei documenti. Diciamo che ha organizzato una specie di anagrafe dei delinquenti... Poi possiamo scegliere lì le fedi, fare rifornimenti per la festa, probabilmente potrai anche trovare il tuo vestito...”
“A quello ho già provveduto. Tu, piuttosto, come pensi di combinarti?”
Harlock non aveva nemmeno lontanamente preso in considerazione di vestirsi in maniera diversa dal solito, e glielo disse.
La ragazza ci rifletté sopra un attimo.
“In effetti, forse è meglio così. Non ti ho mai visto abbigliato in un altro modo. Mi sembrerebbe di sposare qualcun altro.”
A loro rischio e pericolo, non se l'erano sentita di privare Masu del piacere di preparare il loro banchetto di nozze. Avevano deciso insieme il menù, qualcosa di molto semplice, e l'avevano incaricata di acquistare lei stessa l'occorrente.
Avevano anche deciso che la festa si sarebbe svolta su Ombra di Morte, sulla spiaggia.

Tortuga era un posto davvero divertente, pieno di gente bizzarra, ma fondamentalmente pacifica. C'erano negozi di ogni tipo, sale da gioco, banche, locande, ristoranti, e molti altri locali in cui si intuiva si svolgessero traffici non proprio trasparenti.
Harlock e la sua ciurma sembravano essere piuttosto popolari, perché molti si fermavano a salutarli, con grandi risate e pacche sulle spalle. Il capitano non sembrava troppo contento che Mayu vedesse tutto questo... soprattutto, sospettava lei, che si accorgesse dei numerosi sguardi femminili che indugiavano un po' troppo su di lui, per poi osservarla con palese curiosità. Ma Mayu aveva stabilito che il passato sentimentale, o comunque si volesse chiamarlo, di Harlock non le interessava. A lei importava solo del presente. Chiunque fossero quelle, era lei che stava per sposarlo. Quindi, in realtà, se la stava godendo un mondo.
Finalmente arrivarono all'edificio che ospitava questa famosa anagrafe alternativa.
“Aspettami un attimo qui, per favore” le disse bussando alla porta dell'ufficio.
Il capitano conosceva bene il suo amico Jack ed era certo che avrebbe detto qualcosa di sconveniente.
“Harlock, vecchio mio!” esclamò l'uomo, da dietro una scrivania sgangherata e ingombra di incartamenti polverosi. Gli strinse calorosamente la mano. Era grosso, imponente, con una lunga barba scura e l'immancabile benda su un occhio. Tutto sembrava, tranne che un burocrate. In realtà, nel suo lavoro era molto bravo. Anche perché, avendo a che fare con criminali e non con miti cittadini, non poteva permettersi errori, ci teneva alla pelle.
“Che cosa ti porta da queste parti dopo tanto tempo?”
Harlock glielo disse.
Esattamente come si aspettava, l'uomo si sbellicò dalle risate. Questa storia cominciava a seccarlo.
“Beh? Si può sapere perché ridete tutti come pazzi quando manifesto questa intenzione?”
“Dai, Harlock, ammetterai che è buffo, no? Tu, che ti vanti di vivere sotto la bandiera della libertà, che ti fai mettere il guinzaglio... Alla tua età, poi! E chi è la pover..., cioè la fortunata?”
Harlock gli disse anche questo.
Jack aggrottò un attimo la fronte, come cercando di ricordare. Poi capì.
“E' quella che penso? E' quella Mayu?”
Il capitano annuì freddamente. L'altro si fece serio.
“Ma... è una bambina!” lo ammonì.
“No. Non più. Gli anni passano, sai?”
“Sì, ma potrebbe essere tua...”
Harlock lo fulminò con lo sguardo e le parole gli morirono in bocca.
“Vabbé, immagino che te lo sarai già detto da solo. Comunque non sono affari miei...non sarò certo io a dirti come devi vivere la tua vita!”
“Ecco, bravo.”
“Ti preparerò i documenti. Ma ho bisogno anche della sua firma.”
“Non c'è problema. E' qui fuori.”
Jack sbiancò.
“Oddio, speriamo che non mi abbia sentito ridere...”
“Non ti preoccupare, lei è stata la prima a trovare la proposta esilarante” replicò lui acido, prima di farla entrare.
Quando la vide, Jack dimenticò tutte le perplessità, si disse che Harlock sarebbe stato un folle a rinunciare a quel bocconcino per stupide questioni di età, e ostentò tutta la sua professionalità e dei modi impeccabili.
“Ecco, questa è la vostra copia, l'altra resterà qui con tutto il tuo incartamento, Harlock.”
“Grazie, Jack. A presto.”
“Beh, che posso dirvi? Auguri e figli maschi, ragazzi! E venite a trovarmi, qualche volta!”
“Non mancheremo” gli sorrise Mayu.
“Simpatico, il tuo amico!” commentò quando furono usciti.
“Sì, quando dorme e se ne sta zitto!”
Più avanti incontrarono Yuki e Mimeh in giro per acquisti. Erano anni che non partecipavano a un matrimonio ed erano eccitatissime. Mayu si unì a loro. In fondo, pensò, anche lei aveva bisogno di rinnovare il guardaroba. L'underwear, soprattutto.
“Ma... non dovevamo andare a comprare gli anelli?”
“Ah, sì, è vero... non possiamo rimandare a domani? Che differenza fa un giorno in più o in meno?”
Harlock se ne tornò sull'Arcadia da solo. Cominciamo bene!
Mayu aveva deciso di indossare l'abito da sposa di Esmeralda, trovato nel solito armadio. Era bellissimo. Con l'aiuto di Masu, avrebbe apportato qualche piccola modifica, per renderlo un po' più moderno, ma per il resto era perfetto.


Così giunse il grande giorno. Si erano trasferiti su Ombra di Morte in tempo per allestire il banchetto sulla spiaggia e completare gli ultimi preparativi. Tutti volevano dare una mano, ma facevano più che altro una gran confusione.
Mayu aveva deciso che la “cerimonia” si sarebbe svolta nella sala del computer centrale, così anche Tochiro avrebbe potuto partecipare, a modo suo.
Per rispettare la tradizione, la sera prima la ragazza andò a dormire nella sua vecchia stanza. Harlock non ne capiva molto il senso, anzi, le disse che, in base ai documenti, loro in realtà erano già sposati. Ma Mayu gli disse che “usava così”, che non portava bene vedere la sposa prima del “sì” e che, visto che aveva deciso di adattarsi alle regole della società civile con il matrimonio, doveva seguirle tutte fino in fondo.
“Da domani sommerò l'autorità di capitano con quella di marito... e allora ...” la minacciò.
“Povera me! Mi sa che non ho fatto un buon affare! Beh, fino a domani posso ripensarci. Buonanotte, capitano!”
E bene o male la notte passò. Harlock non capiva perché fosse così agitato. Di fatto non sarebbe cambiato nulla per loro... O era perché per un'intera giornata sarebbe stato al centro dell'attenzione e non avrebbe potuto farsi i fatti propri? Si disse che la sua era sicuramente una sensazione normale e comune a tutti quelli in procinto di compiere il grande passo.
Mayu si svegliò di buon ora e fu aiutata a prepararsi da Yuki a Mimeh. Ma non c'era bisogno di tanti orpelli: il vestito era stupendo, e la bellezza e la giovinezza della sposa fecero il resto.
Così, quando entrò nella sala del computer, per l'occasione pavesata di fiori e di nastri colorati, tutti i presenti restarono abbagliati.
L'abito, semplicissimo, esaltava la sua figura alta e sottile, i capelli erano raccolti in una treccia laterale, in cui erano infilati dei fiori rossi, il trucco era appena accennato. Gli ornamenti più belli erano però il suo sorriso luminoso e i suoi occhi raggianti fissi su un Harlock estasiato, in piedi vicino a una specie di palchetto rialzato, destinato a Yattaran, che avrebbe officiato la cerimonia. Nessuno sapeva come si celebra un matrimonio nello spazio, così avevano improvvisato.
Il primo ufficiale, perfettamente calato nella parte, si era preparato una serie di formule, forse recuperate in qualche anfratto della memoria o in chissà quale libro.
“... e con l'autorità conferitami dal mio ruolo - concluse - vi dichiaro marito e moglie... Capitano, credo che tu possa baciare la sposa... ehi, come sono andato?” chiese a Maji abbassando la voce.
Ma nessuno badava alla forma. Tutti erano troppo emozionati e felici nel vedere il loro capitano, di solito serio e compassato, sorridere per tutto il tempo e poi stringere e baciare la ragazza che era appena diventata sua moglie. Ed espressero la loro gioia con un lungo applauso.
Dopo i baci di rito alla sposa e le virili pacche sulle spalle allo sposo, si trasferirono sulla spiaggia per la festa. Che fu semplice, spontanea e schietta, come la loro vita. Il clima era talmente euforico che tutti passarono sopra la discutibile qualità dei piatti. Per fortuna il capitano, avendolo previsto, aveva provveduto a copiosi rifornimenti di alcolici, e dopo un po' nessuno ci fece più caso...
Harlock non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, quando ogni tanto Mayu si allontanava da lui per ridere e scherzare con gli invitati. Un angelo, si trovò a pensare. Un angelo lasciato lì dai suoi amici per salvargli la vita, per ridargli il sorriso.
La festa si protrasse fino a notte inoltrata. Quando attaccò la musica e gli sposi aprirono le danze, Harlock non poté non riandare con la memoria alla festa di laurea di Mayu, quando lei l'aveva obbligato a ballare e lui non osava quasi nemmeno sfiorarla, dilaniato da sentimenti contrastanti... Era trascorso poco meno di un anno ed era cambiato tutto...
Finalmente i due riuscirono a ritirarsi sull'Arcadia. Qualcuno aveva coperto il loro letto di petali di rosa. Harlock le prese le mani tra le sue.
“Oggi non ti ho ancora detto quanto sei bella.. e sei davvero mia, adesso.”
Mayu sorrise.
“Lo sono da sempre. Anche prima che tu lo sapessi. Anche prima che tu lo volessi.”

“Domani prepara i bagagli.”
La ragazza si sollevò dalla sua spalla e lo guardò con aria interrogativa.
“Ah! Perché, dove andiamo?”
“Su Eden.”**
“Ma... credevo che saremmo rimasti qui per qualche giorno...”
“Tesoro, il tuo affetto per i tuoi compagni è davvero commovente, ma... non ti sembrerebbe un tantino affollata come luna di miele...?”
“In effetti... E che cosa è Eden?”
“Un piccolo pianeta artificiale dove i terrestri vanno in vacanza, dopo che hanno distrutto gli originali... isole tropicali, spiagge bianche, barriere coralline... cose così.”
“E non è pericoloso per dei ricercati?”
“No. E' un posto dove girano molti soldi e dove nessuno fa domande. Simile a quello che una volta chiamavano paradiso fiscale. Naturalmente useremo dei documenti con nomi falsi, per precauzione.”
Ne avevano una scorta sempre pronta sull'Arcadia, preparati dal buon Jack.
La ragazza gli puntò contro l'indice.
“Lo conosci bene, questo posto... Ci sei già stato con qualcun'altra?”
Lui alzò lo sguardo al cielo, sospirando.
“Non ci sono mai stato, né da solo né in compagnia. Mi sono solo informato. Volevo che avessimo un vero viaggio di nozze. Ma se non sei d'accordo disdico tutto.”
“Eddai, scherzavo! Come faccio a non essere d'accordo? Riesci sempre a sorprendermi!”
“Basta che non ti porti troppi vestiti. Tanto non ti serviranno...”

 

 

 

 

 

* Auto-plagio dalla mia storia “L'hacker”.

** Altro auto-plagio, sempre dalla medesima storia (che fantasia, eh?)

  
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