Per ogni
cioccolatino
Specchio
Lottando contro la cocente
delusione lasciata dagli ultimi due cioccolatini, fissò stupefatto la fine di quel suo viaggio, l’ultimo compagno di riflessioni avvicinarsi alla sua bocca......
Comprese immediatamente la
particolarità di quel cioccolatino, potendo ben
distinguere i vari strati che lo componevano, ognuno contrastante e del tutto
differente dall’altro, eppure in
perfetta combinazione tra loro. Curioso che avesse abbinato il cremino proprio
a quel viso….
Per Vegeta fu come guardarsi in uno
specchio. Antico e maestoso non si limitava però a
riflettere i lineamenti del suo volto in maniera puramente materiale, ma,
scavando nel suo animo, portava allo scoperto le sue componenti più recondite, costruendole e
rappresentandole in uno strano gioco di luci. Dalle più chiare alle più scure, convivevano nella forma del suo
viso, nei suoi tratti, nelle sue espressioni che scorrevano veloci davanti
quello specchio rivelatore, rappresentando ogni sua sensazione passata,
mostrando quella che era stata la sua reale emozione, celata sotto il muro
della sua impenetrabilità.
Nel primo strato,
pronto a dimostrare il suo valore, apparì
prepotente, come sempre, l’amaro cioccolato
fondente, stavolta maggiormente acre. In quell’istante affiorarono alla sua mente tutta la sofferenza, tutto il
dolore, tutte le battaglie e tutti i morti che erano stati suoi
costanti compagni di vita. Ogni singola fiamma dell’inferno, di cui aveva sfiorato il suolo più volte, brillò nei suoi occhi, ispiratori della notte. E
contemporaneamente a tutto ciò, avvertì uno strano sentimento di soddisfazione,
etereo, divino nella suo crudeltà. Questa stessa sensazione sembrava essere
portata da un’entità superiore: un
sorriso sadico e arrogante a illuminarle il viso con quella luce oscura, quella
che solo la morte può donare, quella
che solo il potere può offrire.
Il secondo strato, sempre
costituito dal cioccolato fondente, presentava invece un carattere in un certo
qual senso più dolce. Atroce scoprire che altro non era che il periodo peggiore della sua vita: al suo
arrivo sulla terra tutto si era tramutato in orribili sensazioni. Persino i
sentimenti per la sua donna, i quali si erano creati proprio in quegli anni,
altro non erano stati che i fautori di crisi e difficoltà. Tutta la sua natura, la sua supremazia,
il suo futuro, ma, soprattutto, la sua identità erano inesorabilmente crollati di fronte all’usurpazione di quello che doveva essere il
suo destino e davanti l’arrivo di una
nuova vita, di sensazioni anche piacevoli ma a lui allora sconosciute, al
prendere corpo della vergogna e del suo imperdonabile fallimento. Agghiacciante pensare, però, che se tutto quello non ci fosse mai
stato, niente della sua vita attuale sarebbe mai stato possibile.
Nel terzo strato riconobbe subito
una tipologia di cioccolato che aveva ormai imparato a conoscere bene.
Nonostante ciò, rimase colpito dal constatare
che quella volta non aveva avvertito in lui la minima nausea a contatto con
quella dolcezza. Forse perché, quel cioccolato
al latte, era diverso: ricordava ogni momento passato assieme al suo miglior
nemico, al suo storico avversario, all’eroe che, in qualità di tale, si contrapponeva a lui, la rappresentazione
dell’antieroe. Ma non si ricollegava
esclusivamente a Kaaroth, ma bensì a
tutti gli amici e alle persone che, dopo tanti anni, costituivano una sorta di
appoggio per il Principe. Non che fossero fonte di conforto o aiuto, ma solo
spettatori di quei rari momenti in cui lui stesso poteva osservare la sua anima
fuggire dal corpo, il suo passato annullarsi e dissolversi nel vento, quei
momenti in cui parlava con loro o in cui, molto raramente, arrivava addirittura
a scherzarci mantenendo al contempo distacco. Erano quegli sporadici attimi nei
quali accarezzava un’emozione simile
alla gioia, nei quali si divertiva e al tempo stesso
si infastidiva contemplando l’umanità di quei gesti di coloro che ormai
conosceva da molto tempo. Il principe dei Saiyan
smetteva di esistere in quei fugaci istanti nei quali rimaneva piacevolmente
colpito dall’ingenuità dell’odiato Kaaroth, nei quali la sua anima lasciava posto al vuoto e il corpo
diveniva l’involucro del nulla.
L’ultimo strato del cremino, per quanto bizzarro potrà sembrare, fu certo il più gradito. Nel sapore di nocciola, vide
ogni giorno passato accanto a Bulma, al suo erede ed alla sua piccola principessa. Poté udire distintamente ogni respiro e ogni
gemito testimone delle loro notti, percepire sulla sua pelle il calore emanato
da una carezza e la pietà, che nulla aveva
di commiserazione, espressa anche solo da uno sguardo mal celato. Le grida di
gioia di sua figlia e gli abbracci calorosi che solamente a lui riservava, la voce di Trunks
mentre contava le flessioni eseguite faticosamente durante ogni allenamento, la
sua determinazione nell’istante in cui si
impegnava per ottenere un giudizio positivo affollarono i suoi ricordi.
Inaudito come la vita del Principe Distruttore potesse riassumersi in quegli
istanti di vita comune che possedevano il sapore di nocciola…….eppure incredibilmente vero. Ognuno di
loro, a partire da Bulma
fino alla piccola Bra, era la sintesi della sua vita e la rappresentazione
corporea della sua felicità. Già, conosceva anche il significato di quella
parola grazie a loro……ma questo sarebbe
rimasto un segreto, un tacito patto di riservatezza stipulato tra lui e la
nocciola.
Colpito e spaventato da ciò
che era emerso da quell’ultimo cioccolatino, allungò, ancora una volta, la mano
verso la scatola……
Perdono!!!!!!!Chiedo umilmente scusa per aver aggiornato così
tardi! Ma, fra gli impegni scolastici, quelli casalinghi aiutati inoltre da un ‘blocco dello scrittore’ (anche se dubito di potermi
definire tale), mi è stato davvero difficile trovare il tempo di dedicarmi alla
stesura di questo capitolo. In ogni caso, come avrete ben notato, ho
miseramente tentato di descrivere, attraverso gli strati di un cremino, quelli
che sono aspetti caratteriali e ‘fasi’ della vita di Vegeta. Spero con tutto il
cuore che questo importantissimo capitolo sia stato di vostro gradimento e che
non abbia deluso le vostre aspettative anche se, data
la complessità del carattere, dubito di essere riuscita a cogliere la
personalità di Vegeta nella sua pienezza. Per quanto riguarda la durata del capitolo,
mi sono vista costretta a dilungarmi più del solito nella speranza di non
sintetizzare troppo gli aspetti del tenebroso e sofferente Principe. Come
avrete potuto notare questo non era l’ultimo , come
molti di voi forse si aspettavano……ma manca ormai pochissimo!!!!Tenete duro!!!!
Per concludere, ringrazio, come sempre, tutti coloro
che hanno letto e recensito questa storia, grazie a tutti quanti!!!Ci vediamo
al prossimo cioccolatino!
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