Cammino
per un viale alberato.
Sento il sole caldo sulla pelle, il mio viso si alza e i miei occhi celesti si rispecchiano,
vitrei, nel
cielo.
Mi hanno detto
spesso che il colore dei miei occhi e quello del cielo
primaverile si assomigliano tanto.
Ma io il cielo di
primavera non l’ho mai
visto,
e non riesco ad immaginarne il colore.
Non so neanche
cosa siano, i colori.
Il buio mi
circonda, e posso solo provare ad immaginarli, questi bei colori.
Cammino
per una strada asfaltata.
La strada
è ruvida al tatto.
I miei piedi
sono scalzi, non ho mai voluto coprirli.
Sono come
delle mani per me. Mi aiutano a capire meglio cosa
c’è sotto di me,
su cosa cammino.
Mi hanno detto
che la strada è nera,
per questo mi piace.
E’
avvolta nell’oscurità come me, assorbe i colori e
non li vede.
Gli uccellini
sui rami degli alberi del viale alle mie spalle cantano.
Il loro
è un canto chiaro, cristallino, adorabile.
Sento ad un
tratto un altro rumore.
Un suono
lungo, prolungato. Un
“biiip!”
che sa solo di pericolo.
Sfrega contro
l’asfalto, la ruota dell’auto.
Poi un colpo
secco. Un corpo che sbatte la testa, e cade.
Cammino
per una strada insanguinata.
Sento la testa
pulsare, e non capisco perché.
Avvicino
allora le mani al viso, ma le avverto pregne di una sostanza
vischiosa.
Rossa.
“Il
rosso dev’essere un gran bel colore”, mi ritrovo a
pensare.
In tanti mi
hanno riferito che il rosso è il colore dell’amore.
Rosso
è anche il sangue che scorrendo nel corpo ci fa vivere.
E allora
perché non scorre nel mio corpo, questo sangue?
Perché
esce fuori, a fiotti, dalla pancia, sporcandomi la camicetta pulita?
Perché
esce fuori, veloce come un fiume in piena, dalla testa, inzuppandomi i
capelli?
Con le mani
piene di sangue non riesco ad avvertire chiaramente le cose intorno
a me.
Anche le
orecchie sono inutili, ora gonfie e umide di sangue.
I
miei occhi che prima si sono
rispecchiati nel cielo blu, adesso si staranno tingendo di rosso?
Cammino
per un viale candido.
Sento intorno
a me un tepore dolcissimo, sconosciuto.
Le dita sono
pulite ora, e sfiorano una nuvola soffice e profumata.
Alle orecchie
arrivano suoni eterei, meravigliosi. Non ho mai udito rumore
alcuno più incantevole.
Avverto solo
pace e piacere intorno a me, ma gli occhi sono ancora chiusi.
Le braccia
poste in avanti, a brancolare nella sofficità delle nuvole.
Di pericoli
qui non ce ne sono, lo avverto chiaramente anche se non so bene il
perché.
E allora apro
gli occhi, fiduciosa, e il bianco
mi abbraccia.
Una luce
dorata e candida mi avvolge completamente.
Adesso vedo.
Adesso,
finalmente, potrò vedere il
mondo…