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Autore: dreamyD    29/10/2013    12 recensioni
Ennesima storia sui Malandrini come ne ho lette tante ma, dato che non posso conoscerle tutte, mi scuso se dovessero esserci delle somiglianze con altre storie. giuro che questa è tutta farina del mio sacco ma che ne so se magari qualcuno non ha un sacco simile al mio? Vorrei riuscire a raccontare la storia dei miei Malandrini dal primo al settimo anno e magari anche dopo chissà... Recensite grazie *dD*
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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E forse ogni fine
è davvero un nuovo inizio...


 

 

 

I corridoi del castello erano vuoti e bui. Macchie di luce argentea illuminavano rettangoli di pavimento in corrispondenza delle finestre e un lieve mormorio dato dal russare leggero dei personaggi dei quadri frusciava nei corridoi, ma per il resto ogni cosa era silenzio.

Nei dormitori tutti dormivano, chi nel proprio letto chi con la testa appoggiata sul libro che stava disperatamente cercando di farsi entrare in testa all'ultimo momento. Nel suo ufficio Silente leggeva ancora, delle candele a illuminare il vecchio volto che creavano strani giochi di ombre sulle pareti.

Le aule erano vuote, così come i bagni, a parte uno, in cui Mirtilla Malcontenta si lamentava con la luna.

Se però qualcuno avesse potuto pensare alle cose giuste, passando tre volte davanti ad una certa parete, avrebbe fatto apparire una porta e, se l'avesse aperta, avrebbe trovato una notevole attività.

In una stanza non troppo grande, ma senza mobili, a parte qualche libreria, dei tappeti sul pavimento e due poltrone, con libri e appunti sparsi ovunque, Sirius e James si allenavano.

Con gli occhi chiusi, James borbottava tra sé, concentrato, le guance rosse per lo sforzo, mentre Sirius camminava avanti e indietro leggendo sottovoce una lista, più e più volte, cercando di farsela entrare in testa.

Ad un certo punto Sirius si bloccò di fronte a James e gli tese i fogli.

«Ok. Ora provo anche io.» chiuse gli occhi e si concentrò, la bacchetta stretta in mano.

Non successe niente.

«Speravi di riuscirci al primo colpo, Sir?» lo derise James vedendo la delusione dell'altro.

«Zitto Potter, che in mezz'ora non hai combinato niente.» lo zittì Sirius, sempre ad occhi chiusi.

«Io però ho...» James si interruppe, quando Sirius, con un'esclamazione, sparì in un lampo di luce.

Un secondo dopo la luce era sparita e Sirius era esattamente come prima, solo molto più sbigottito.

«Che diavolo è successo?» domandò sorpreso a James, che scosse la testa senza rispondere.

Quella era solo l'ennesima stranezza che era successa nelle loro notti di prova per trasformarsi in Animagus.

Non sapevano nemmeno in che animali si sarebbero trasformati, ma avevano qualche idea. Avevano trovato un libro in cui si diceva che le caratteristiche principali di una persona si sarebbero trasmesse nella loro forma animale.

Sirius aveva detto che James si sarebbe trasformato in un pavone e l'altro aveva ricambiato dandogli del maiale.

All'inizio era stato divertente, ma ora stava diventando frustrante. Era difficile. Loro non avevano altra conoscenza di Trasfigurazione umana se non quella che si erano studiati da soli su grossi tomi presi in Biblioteca e non avevano neanche nessuno a cui chiedere aiuto per i passaggi poco chiari. In più il libro migliore che avevano sull'argomento era scritto in una lingua talmente infiocchettata e astrusa che c'erano volute sere intere solo per capirlo interamente. Se si pensava poi che libri diversi davano anche suggerimenti e informazioni diverse ogni tanto, allora potevano dire di essere davvero nei casini. Impegnandosi però come mai avevano fatto con lo studio, erano riusciti a tirarne fuori le cose più importanti e ora cercavano di metterle in pratica. Solo che era dannatamente difficile.

«Ok basta. Ogni volta che ci penso penso ad un animale diverso che potrebbe avere la mie caratteristiche e non riesco a concentrarmi. Aiutami!» si arrese alla fine James, piombando a sedere su una poltrona.

Sirius si lasciò cadere sull'altra e sospirò.

«Come vuoi che ti aiuti?»

«Dimmi come sono! Dimmi come mi vedi tu!»

«Lo sai vero che sarà una cosa incredibilmente imbarazzante?»

«Non m'interessa! Voglio solo diventare un animale, dannazione!»

Sirius sorrise pensieroso e si prese un momento per pensare.

«Ok. Allora tu sei egocentrico e prepotente, come dice la Evans. Credi di poter essere sempre al centro dell'attenzione e molte volte le tue battute fanno schifo. Credi anche di poter risolvere ogni problema al mondo e non è così. Credi di poter essere amico di tutti e con quelli di cui non vuoi esserlo sei un bastardo.»

«Sei gentile, Sirius.» sbottò sarcastico James.

«Taci.» Sirius prese un respiro, ora arrivava la parte difficile. «Non sei l'egoista che la Evans dice però. Sei generoso, sei sempre pronto ad aiutare gli altri, soprattutto se ci tieni. Certo, lo fai anche per sentirti apprezzato e fondamentale e importante, ma lo fai anche perchè ti piace far felici le persone. Quando qualcuno a cui tieni è triste fai di tutto per tirarlo su di morale, sempre che tu non sia mortalmente incazzato con lui. Non che io stia parlando di me, ovvio.»

«Ovvio.» sorrise James.

«Ti piace essere al centro dell'attenzione, certo, ma molte volte ti piace anche condividere la luce. E poi te lo meriti ogni tanto. Sei davvero bravo a Quidditch, anche se non lo ripeterò mai più. Ogni tanto sei terribilmente diabetico e altre volte assolutamente infantile, ma lo fai più per far ridere gli altri che per la tua reale stupidità. E sei davvero un buon amico. E ora ti prego non farmi dire altro, mi sto facendo venire il diabete da solo.» concluse Sirius, sospirando esasperato davanti agli occhi luccicanti di James.

«Aww Sirius non sapevo ci fosse tutto questo zucchero dentro di te!» esclamò James, saltandogli addosso e abbracciandolo ridendo, mentre l'altro cercava di schivarlo, invano.

«Vai via Potter, scollati! Bleah, James!»

«Rifiuti il mio amore, Sirius? Cagnaccio cattivo!» si lagnò James, staccandosi dall'amico e buttandosi di nuovo sulla poltrona, chiudendo gli occhi con uno sbadiglio.

«Sì certo ok. Ora hai le idee più chiare?»

«No, per niente. Invece so per certo che tu sei un bastardo, subdolo, affettuoso e dolce cagnaccio!» ghignò James.

Sirius si imbronciò per un attimo, ma poi rise e abbaiò per scherzo.

«Certo certo. È tardi, andiamo a dormire?» meglio scappare da quella situazione troppo zuccherosa per i suoi gusti.

«Proviamo un'ultima volta!» James scattò in piedi e si mise al centro della stanza, chiudendo gli occhi.

«A cosa stai pensando?» domandò curioso Sirius.

«A...non lo so!» James rise e poi sospirò. «Niente. Non ci riesco. Non so nemmeno su cosa concentrarmi!»

«Concentrati sul desiderio di diventare qualcosa di prepotente, buono e abbastanza grosso da tenere a bada Remus.» suggerì Sirius, sempre stravaccato sulla poltrona.

James chiuse di nuovo gli occhi. Ora si sentiva più sicuro. Afferrò la bacchetta più strettamente e poi pronunciò l'incantesimo con voce sicura.

Qualcosa di maestoso, grande e buono. Qualcosa con delle armi per difendersi. Qualcosa di maestoso e buono. Qualcosa in grado di tenere a bada un lupo.

Ci fu un lampo di luce, ma non successe niente.

«Uff maledizione!» imprecò James, pestando i piedi imbronciato.

«Provo io.» sospirò Sirius rialzandosi con fatica e prendendo il posto di James.

«A cosa pensi?»

«Non lo so. Suggerimenti?»

«Qualcosa di coccoloso ma aggressivo se serve.»

«Coccoloso ma aggressivo? Jamie, ma mi conosci almeno?»

«Taci e prova.»

Ok, come dice lui. Qualcosa di “coccoloso ma aggressivo”. Qualcosa di abbastanza grande da non farsi ammazzare da Remus. Qualcosa che non sia un coniglio grazie.

Sirius chiuse gli occhi e pronunciò l'incantesimo.

Qualcosa di maestoso, buono e grande.

James si sentiva pronto. Pronunciò di nuovo l'incantesimo.

Solo che sentì la propria voce che si sovrapponeva a quella di Sirius e perse una parola dell'incantesimo e poi...poi ci fu solo luce.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sirius sentiva la testa pulsare e si sentiva come se Hagrid avesse appena finito di ballare il tango con un troll sopra il suo corpo.

Che diavolo è successo?

Si ricordava che stava dicendo l'incantesimo e poi...James.

Quello stupido idiota l'aveva detto sbagliato! E ora...che diavolo era successo?

Tentò di aprire gli occhi. Per un secondo vide solo puntini colorati danzare nel buio, ma lentamente riuscì a distinguere i contorni di ciò che lo circondava.

Sembrava fosse esploso qualcosa (cosa che effettivamente era successa). Le pareti erano annerite, le poltrone erano rovesciate, i libri erano volati contro il muro, ma per fortuna non sembravano troppo rovinati. In un angolo vide la testa spettinata di James, immobile.

«Jamie! Ehi idiota! Jamie!» chiamò rauco.

L'altro non si mosse.

Dannazione.

Gemendo convinse le sue ossa doloranti e i suoi muscoli indolenziti ad obbedire al suo cervello confuso e si alzò in piedi barcollando.

Ahi.

La testa faceva maledettamente male e sentiva il sangue che gli scendeva sulla nuca, ma non ci badò.

«Jamie, ehi ci sei?» si lasciò cadere di fianco all'amico e lo scosse.

L'altro grugnì infastidito.

«EHI IDIOTA!» esclamò Sirius contrariato e preoccupato insieme.

James sobbalzò e cercò di alzarsi di scatto, ma ricadde all'indietro con un gemito di dolore.

«Ahi. Che è successo?» domandò, strofinandosi la fronte, dove un gran bernoccolo rosso stava già crescendo.

«Un certo genio ha pensato bene di sbagliare le parole dell'incantesimo e farci gentilmente saltare in aria.» lo informò sarcastico Sirius, lasciandosi ricadere all'indietro, la testa che pulsava più che mai.

«Ehi è sangue quello?» domandò James, rosso in faccia, cercando disperatamente di cambiare discorso. Sapeva che era colpa sua, ma non era desideroso di ammetterlo.

«Già, devo aver sbattuto piuttosto forte, ma non importa. Se questa stanza potesse darci anche qualche benda e qualche pozione...» Sirius si guardò attorno speranzoso e scorse un armadietto che prima non c'era, pieno di medicamenti.

Con un grugnito si alzò in piedi e con passi incerti lo aprì. C'era tutto quello che potevano desiderare.

«Eh sì, sanguini proprio.» borbottò James, aiutandolo a fasciarsi la testa.

«Chissà di chi è la colpa!» ribatté velenoso l'altro tra i denti, cercando di trattenere le proteste per il dolore.

«Ok ok, è stata colpa mia, lo so. Ma mi sentivo sicuro e volevo provare!»

«Ma era il mio turno!»

«Che ne sapevo che sarebbe successo questo?»

«Abbiamo letto tante volte che sbagliare l'incantesimo può essere pericoloso!»

«Ma non sapevo che sentendo te l'avrei sbagliato! Mi hai confuso!»

«Adesso è colpa mia?»

«Non ho detto questo!»

«Invece hai detto proprio questo! Guarda te se ora viene fuori che è colpa mia se tu hai combinato tutto questo!»

«Lo so che è colpa mia! Stavo solo dicendo che...AHI!» James si interruppe con uno strillo quando Sirius strinse la fasciatura sulla sua mano sinistra, in cui c'era un lungo taglio.

«Piagnucolone.»

«Fa male!» si lagnò James, imbronciato, prendendo la pozione che l'altro gli porgeva.

«Contro il dolore, almeno credo.» lo informò Sirius, prendendone una a sua volta.

«Credi?» James si bloccò, la boccetta a pochi centimetri dalla bocca.

«Ne sono sicuro al novantasette per cento.» rispose l'altro con una linguaccia.

«Stronzo.»

«Idiota.»

I due si scambiarono un sorriso poi, troppo stanchi per fare qualsiasi altra cosa, se ne andarono a dormire.

Arrancarono sulle scale e si trascinarono per i corridoi. La Signora Grassa non era per niente felice di vederli, ma ormai si era così abituata alle ore strane in cui i due rientravano ed era talmente insonnolita che nemmeno li sgridò più di tanto.

«Bè è stata una serata proficua. Abbiamo scoperto che succede se sbagli l'incantesimo.» sospirò Sirius, gettandosi sul letto, cercando di togliersi i pantaloni da disteso, senza troppo successo.

«E abbiamo scoperto che ancora non siamo capaci di fare niente.» borbottò James, lanciando le scarpe da qualche parte nel buio.

«Parla per te. Io ci riuscirò presto.» lo rimbeccò deciso Sirius, riuscendo finalmente a infilarsi sotto le coperte.

«Certo certo. Buonanotte Sirius.» mormorò James, senza neanche la voglia di discutere.

«Buo'a 'otte. Jamie.» sbadigliò Sirius di rimando.

Pochi secondi dopo nella stanza c'era di nuovo silenzio.

 

**

 

«Si può sapere che diavolo avete combinato voi due maledizione?»

Peter fece un passo indietro, chiedendosi come James e Sirius potessero rimanere lì con un sorriso in faccia davanti all'ira di Remus.

«Niente Remus. Eravamo andati a fare una passeggiatina notturna sai com'è...» iniziò con calma James, sicuro e rassicurante.

«Era tardi però e era buio e eravamo stanchi e quindi ci sono stati degli incidenti.» continuò Sirius.

Remus alzò un sopracciglio e li fulminò con lo sguardo.

«Incidenti?» chiese con voce gelida.

Peter rabbrividì interiormente. Quel ragazzo poteva far davvero paura, sopratutto se lo mettevi al confronto con il Remus dolce e gentile di sempre.

«Sì incidenti. James si è dimenticato di saltare lo scalino della scala del terzo piano e si è incastrato e io gli sono andato addosso e siamo caduti dalle scale...»

«Poi Sirius stava dormendo in piedi e è andato addosso ad un'armatura e abbiamo dovuto fare miracoli per non farla cadere, ma mi sono tagliato...»

«Poi un arazzo ha deciso bene di non nascondere più un corridoio dietro di lui e quindi James ha sbattuto contro il muro...»

«Poi...»

Remus alzò una mano, frenando James e l'ennesima spiegazione strampalata.

«Lo sapete vero che non vi credo nemmeno un po'?»

James spalancò gli occhi con aria talmente sincera da apparire quasi credibile.

«Come non ci credi? Non ti fidi di noi? Diglielo Peter che deve fidarsi di noi!»

Peter si guardò attorno spaventato. Perchè dovevano sempre metterlo in mezzo? Ma Sirius e James erano due e Remus era uno solo e poi Sirius sapeva sempre prendersi le sue vendette quindi...

«Infatti Remus, sai come sono loro due. Queste cose possono davvero succedere se ci sono in mezzo James e Sirius.»

James gli lanciò un sorriso grato e Sirius un cenno della testa. Bastavano a compensare l'occhiata sconfitta di Remus? Forse sì.

«Farò finta di crederci. Anche perchè siamo in ritardo.»

Felice che la discussione, almeno apparentemente, fosse finita, Peter seguì Remus fuori dalla porta, senza però perdersi il sussurro di James.

«E anche questa volta è andata bene. L'avventura continua!»

Sentì Sirius dargli dello stupido, poi i due uscirono a loro volta.

Per una volta nella sua vita Peter era sicuro di stare per fare una delle cose più stupide di sempre, ma odiava sentirsi escluso e se doveva essere dalla loro parte nelle discussioni voleva almeno essere parte anche del resto.

Perchè era sicuro ci fosse un resto. Doveva solo trovare il momento giusto per fare la sua immensa cazzata. Aspettò, soprattutto perchè gli esami erano gli esami e non poteva permettersi di essere concentrato su qualcos'altro mentre cercava di fare tutti gli incantesimi richiesti.

L'occasione arrivò quando Remus gli chiese dov'erano Sirius e James.

«Sono nelle cucine. C'ero anche io fino a un secondo fa. Stanno arrivando.» mentì Peter, cercando di essere disinvolto come Sirius e convincente come James.

Remus sembrò credergli, soprattutto visto che James e Sirius comparvero qualche minuto dopo, confabulando fitto fitto.

«Allora dove siete stati?» domandò con un sorriso innocente.

Peter sbiancò. Oh oh. Allora non c'aveva davvero creduto! Era una domanda trabocchetto, ma come farlo capire a James e a Sirius?

«Ehmm..siamo stati in...biblioteca!» rispose James.

Peter scosse la testa con energia finchè Sirius non lo notò.

«Ah sì?» domandò con un ghigno Remus.

Sirius lanciò a Peter uno sguardo interrogativo. Peter gli fece segno di mangiare qualcosa.

«Sì, ma anche...nel parco!» aggiunse James.

Sirius non capiva. Peter fece segno di una persona di piccola statura con grandi orecchie.

«Ma davvero?» Remus era sempre più sospettoso.

«E poi siamo stati da Hagrid!» proseguì James, lasciando trasparire una lievissima nota di panico nella voce, dovuta all'evidente natura di trabocchetto di quella domanda.

Peter, ormai a corto di mimi, si frugò in tasca.

Oh grazie Merlino!

Sollevò un sacchettino che conteneva ancora un unico biscotto con le gocce di cioccolato.

«E poi siamo stati nelle cucine ovviamente. E abbiamo incontrato Peter. Giusto Pet?» intervenne Sirius, dopo aver finalmente capito.

«Già, lo stavo appunto dicendo a Remus, prima che arrivaste!» sorrise Peter, asciugandosi nervosamente le mani sudate sui pantaloni.

Remus sembrò colpito, ma finalmente rassicurato. A quanto pare doveva essere quella la verità.

«Ok. Potevate portarmi qualcosa però.» brontolò, sedendosi sul letto e aprendo un libro.

«Biscotto?» domandò Peter porgendogli l'ultimo rimasto.

«Grazie Pet!» Remus afferrò il dolce e si immerse nella lettura.

Sirius e James si sedettero a terra vicino al letto di Sirius ma, prima che potessero immergersi di nuovo nei loro sussurri, Peter si unì a loro.

«Ehi grazie Pet, per la domanda trabocchetto.» ringraziò James con un sorriso.

«Prego. Non è la prima volta che vi salvo, sappiatelo.» quella era la sua occasione. Non poteva sprecarla.

Sirius sembrò sorpreso. Voleva essere ringraziato ancora? Oppure...

«Bè Pet, che succede? Che vuoi in cambio?» domandò, deciso ad andare dritto al punto.
Peter ci rimase un po' male, sperava di non essere stato così evidente, ma alla fine il suo scopo era quello, quindi tanto valeva rispondere chiaro e tondo.

«Voglio sapere che cosa state combinando e voglio esserci dentro anche io. Se devo coprirvi voglio almeno sapere se lo faccio per una buona ragione.»

I due si scambiarono un'occhiata meravigliata.

«Peter, non so se...» tentò James.

«Senti, non m'interessa se è pericolosa o contro le regole ok?» cioè gli interessava, ma non voleva ammetterlo. «Mi sembra di aver capito che è una cosa per Remus, giusto? Non fate quella faccia, sono bravo a non farmi notare quando ascolto le conversazioni degli altri, lo sapete. Nessuno mi nota mai.» e ora perchè doveva suonare così depresso?

«Peter...» provò ancora James.

«Se è una cosa per aiutare Remus voglio esserci anche io. Sono anche io un Malandrino. E poi mi dovete diversi favori.»

James guardò Sirius, in cerca di appoggio per negargli quella possibilità, ma Sirius stava sfoderando uno dei suoi soliti ghigni.

«Sai Pet, è in momenti come questi che mi rendo conto che lo sei davvero. Un Malandrino intendo. Per me è ok. Se dopo che ti avremo raccontato tutto giurerai di non dire niente a nessuno potrai decidere di essere con noi o anche tirarti indietro. Va bene lo stesso.»

James sospirò.

«Ok, va bene anche per me.»

Peter sorrise. Era una bella sensazione la vittoria, anche se non era del tutto sicuro di che cosa avesse vinto.

 

**

 

Da tre anni Remus dormiva in camera con James, Sirius, Peter e Frank e qualche cosa l'aveva imparata.

Aveva imparato che era meglio lasciare che Frank si alzasse e facesse tutte le sue cose senza interromperlo se non lo si voleva mandare in confusione (diceva che la mattina presto ogni domanda o azione diversa dal solito gli confondeva il cervello addormentato).

Aveva imparato che se voleva arrivare in tempo a lezione doveva scendere a fare colazione ad un orario decente per permettere agli altri tre di abbuffarsi.

Aveva imparato che per svegliare James era sufficiente urlargli addosso mentre per Sirius levare le coperte era molto più efficace. Per Peter bastava ricordargli che era ora di colazione.

Aveva imparato che Sirius poteva essere molto lento a prepararsi, ma mai quanto James, che perdeva sempre gli indumenti indispensabili in giro per tutta la stanza.

Aveva imparato che se si trovava qualche cosa strana nel letto, come un calzino o una scarpa, era meglio buttarla da parte senza fare domande.

Aveva imparato che ogni stranezza era possibile, compreso vedere James nel letto di Sirius e Sirius in quello di James o Peter che abbracciava una maglietta borbottando qualcosa di incomprensibile.
Aveva imparato che era meglio non aprire le finestre, se non si voleva che qualcosa (o qualcuno) venisse gettato giù in un qualche raptus improvviso.

Aveva imparato che Sirius parlava nel sonno quando era agitato, che James aveva spesso gli incubi e che Peter sbavava sul cuscino.

In breve, aveva imparato moltissime cose e ne aveva viste altrettante.

Trovare però Sirius già sveglio alle sette e mezza del mattino, appena uscito dalla doccia e con un'aria sbattuta, era decisamente una novità.

«Ehi Sirius. Che fai già sveglio?» mormorò Remus alzandosi a sua volta, facendo sobbalzare l'amico.

«Non ti ho svegliato io vero?» chiese quello.

«No no, è la mia solita ora, più o meno. Allora come mai già sveglio?» chiese ancora Remus.

«Non avevo più sonno.»

Remus squadrò con occhio critico l'aria stanca e le profonde occhiaie di Sirius: e ora perchè diavolo stava mentendo?

Bah, una cosa che non aveva ancora imparato era come spiegarsi ogni singolo comportamento di Sirius. Tante volte ci riusciva, ma altre....

Scuotendo la testa, Remus si infilò in bagno.

Gli esami erano finiti, finalmente, e ora dovevano solo aspettare. Avevano l'intera giornata libera.

Non riusciva quasi a credere che un altro anno fosse passato.

Le vacanze erano arrivate senza che lui nemmeno se ne accorgesse.

Erano successe così tante cose quell'anno.

C'erano stati infiniti dispetti con i Serpeverde (James e Sirius erano stati particolarmente fantasiosi, doveva ammetterlo), c'era stato tutto il casino di Bob Pearson. Si ricordava della tristezza di Corinne in quei giorni, che aveva contagiato tutti. Era in quel periodo che Sunshine aveva conosciuto Sam. Perchè poi c'era stato Sam. Sam che prima era un amico, poi era diventato il ragazzo segreto e infine quello “pubblico” di Sunshine. Da quello che gli aveva raccontato Sunshine stavano insieme da un dopo-partita. Quello in cui Sirius aveva baciato Jenelle. Non riusciva a ricordare che si fossero più parlati dopo. E c'erano stati James e Sirius che non parlavano a Sunshine per la storia di Sam, anche se poi avevano ritrovato la ragione. E poi c'era stato il casino di Sirius. Non sarebbe mai riuscito ad esprimere ciò che aveva realmente provato in quei giorni. Rabbia, tristezza, delusione, paura, malinconia...tutto si era mescolato in una nebbia indistinta che avvolgeva quel periodo in una cappa grigia. Ormai sembrava che tutto fosse stato dimenticato, ma Remus sapeva che non ci sarebbe mai davvero riuscito. In un angolo della sua testa ci sarebbe sempre stata una vocina piccola ma rumorosa a ricordargli di ciò che Sirius aveva fatto. James e Sirius si erano accaniti particolarmente su Mocciosus in quelle ultime settimane, dato che prima non avevano potuto farlo perchè litigavano e poi....e poi c'era stato Sam. Il dolce Sam che era rimasto solo. Sam che era diventato la disperata ombra di sé stesso. Sam che aveva provato ad andare avanti ma non ce l'aveva fatta. Sam che si era spento con un sorriso tra le braccia di Sunshine, sognando le stelle e le rose di maggio. Sam che mancava a tutti. Sam che aveva lasciato un vuoto dentro di loro. E Sunshine...Sunshine che ne era stata distrutta ma che aveva ritrovato la forza per andare avanti. Sunshine che non si era appoggiata a nessuno per giorni, respingendo l'affetto e l'aiuto di tutti, compresi i Malandrini e Lily, chiusa nel suo dolore. Sunshine che era tornata a mangiare, a sorridere, a ridere, a vivere. E in mezzo a tutto quello c'erano state mille cose che in confronto sembravano inutili: le lezioni, i compiti, le partite, gli esami...

Alla fine la coppa del Quidditch l'avevano vinta i Grifondoro. In qualche modo la squadra era tornata unita, forse per onorare la memoria di Sam, forse unita proprio dalla sua morte, ma avevano giocato in modo spettacolare e, anche se i Serpeverde si erano impegnati fino all'ultimo, non potevano essere fermati. James aveva soffiato il boccino da sotto il naso di Regulus e quando avevano alzato la coppa al cielo, i loro pensieri erano stati tutti per una sola persona: Sam.

E la faccia delusa e furibonda di Regulus aveva fatto ridere ancora più forte Sirius, che aveva urlato un “sarà per un'altra volta, fratellino. O forse no.” al megafono, mentre la McGranitt festeggiava e non badava più a lui.

Regulus...sempre cupo e freddo, circondato da amici con cui non parlava quasi mai, a parte McCroy. Remus non lo sopportava e odiava il modo in cui Regulus trattava Sirius (e viceversa), ma non poteva evitare di sentirsi triste per quel ragazzino pallido e gelido.

E ora gli esami erano andati senza troppo dolore e le vacanze si aprivano soleggiate, sorridenti e solitarie davanti a lui. James l'aveva invitato come sempre a casa sua, ma in realtà quello che voleva era stare con i suoi genitori per un po', comportarsi come una persona normale, andare in piscina e al cinema, confondendosi tra la gente.

I suoi Malandrini gli mancavano sempre, ovvio, ma un po' di solitudine non gli avrebbe fatto male.

Aveva ancora un giorno a Hogwarts e avevano organizzato una giornata nel parco. Forse le ragazze si sarebbero unite a loro e Lily avrebbe litigato con Sirius e James e Marlene avrebbe preso in giro scherzosamente Peter e Alice avrebbe chiacchierato del suo ragazzo con Frank (povero Frank) e Mary si sarebbe trascinata dietro Alex e poi Sirius avrebbe buttato James nel lago e, volenti o nolenti, tutti l'avrebbero seguito. Sunshine avrebbe riso e si sarebbe distesa al sole.

Remus avrebbe fatto finta di non notare come il taglio che Sirius aveva sulla nuca (e del quale non aveva ancora rivelato la provenienza) non fosse ancora completamente sparito e non avrebbe fatto commenti sui sussurri che lui e James ogni tanto si sarebbero scambiati.

Avrebbero mangiato nella Sala Grande e poi sarebbero usciti di nuovo nel parco. Avrebbero dormito, scherzato e James avrebbe urlato a Lily se voleva andarlo a trovare a casa sua. E lei, da due alberi più lontana, gli avrebbe risposto con un secco “Scordatelo, Potter!” e poi sarebbe ritornata ai suoi discorsi con Sunshine e le altre.

Remus avrebbe finito quel libro che aveva preso in Biblioteca per poi riportarlo e avrebbe salutato quegli scaffali che lo avevano visto quasi ogni giorno per molti mesi.

Avrebbero fatto i bagagli e Remus probabilmente avrebbe dovuto cercare tutte le cose che James aveva perso e che poi avrebbe provato a infilare nel caos del suo baule.

Il banchetto sarebbe stato perfetto, anche se i colori di Tassorosso avrebbero dominato su tutto (e pensare che Grifondoro aveva perso per soli venti punti!) anche se dietro al tavolo degli insegnanti ci sarebbe stato uno stendardo nero in memoria di Sam, che Silente avrebbe ricordato nel suo discorso. E ci sarebbero state risate e discorsi stupidi e forse qualche malinconia, perchè anche se sarebbero tornati l'anno seguente, lasciare Hogwarts era sempre triste.

Sarebbero andati a letto presto, o almeno ci avrebbero provato, anche se poi di si curo avrebbero finito con il mangiare cioccolato, scherzare e parlare della Mappa (ancora work in progress) fino a tarda notte.

Si sarebbero alzati presto e si sarebbero uniti agli altri in Sala Grande. E poi avrebbero preso il treno, diretti a casa.

Probabilmente il loro scompartimento sarebbe stato un via vai di gente e James e Lily avrebbero trovato il modo di discutere di nuovo. E Sirius e James avrebbero fatto “lo scherzo d'addio” ai Serpeverde. Magari ci sarebbe stata qualche lacrima sul binario. Le ragazze si sarebbero abbracciate e Sunshine avrebbe abbracciato loro.

Avrebbe guardato con malinconia un punto nel vuoto pensando a Sam e poi si sarebbe ripresa quando Angie le sarebbe saltata addosso.

E poi si sarebbero tutti salutati. Sirius sarebbe sparito con una smorfia con i suoi genitori e Regulus, promettendo di scrivere a qualsiasi costo, James se ne sarebbe andato con Charlus, non senza aver salutato tutti un milione di volte, Peter con sua madre, silenzioso e sorridente e Sunshine con sua sorella e sua zia.

Remus avrebbe trovato i suoi genitori e se ne sarebbero andati anche loro. Sarebbero tornati al binario solo a settembre.

Con un sospiro, Remus chiuse l'acqua calda e uscì dalla doccia.

Era stato un anno lungo e difficile, è vero, ma era anche stato un anno molto bello. Avevano scoperto che la loro amicizia poteva superare le prove più difficili e che sapevano perdonarsi e chiedere scusa.

Remus sorrise alla sua immagine allo specchio.

Poi un urlo attirò la sua attenzione.

«SIRIUS BLACK MALEDIZIONE PORCO SALAZAR!!!!»

Remus si lasciò scappare una risata.

Non sarebbero cambiati mai e lui davvero non voleva che lo facessero.

I Malandrini erano perfetti così, anche se era meglio che loro stessi non lo sapessero.

E una giornata che cominciava con un'epocale battaglia con i cuscini che aveva coinvolto anche Frank poteva davvero essere una giornata perfetta.

 

-Fine-

 

 

 

Spazio dell'Autrice

Eh sì, invece del solito fine capitolo c'è scritto solo fine. Quasi quasi mi faccio venire un po' di malinconia, ma del resto ho già cominciato il nuovo capitolo e ho già pensato al titolo della seconda storia della serie, quindi perchè lamentarsi? Cioè, voi lamentatevi quanto volete, io sono solo felice di aver finito questa storia cominciata troppo tempo fa, e di cominciare la seconda parte. E ora vediamo di fare il solito elenco :)

  1. Scrivere di come si diventa Animagus è una delle cose più difficili che io abbia mai fatto, più di scrivere del Quidditch e dei duelli (che non sono in grado di scrivere!). Non ho niente di “serio” su cui basarmi e quindi non ho la minima idea di come si faccia a diventare Animagus. Se quello che ho scritto vi sembra stupido o banale o incoerente o impossibile, aiutatemi a renderlo migliore! :)

  2. Sirius e James e un po' di diabete ci vogliono ogni tanto! E poi sono adorabili avanti, ammettetelo!!

  3. Peter Peter...non so, non sono capace di scrivere neanche di lui (c'è qualcosa che so fare?) ma per giustificare il suo comportamento diverso dal solito che ha in questo capitolo posso solo dire che dopotutto è un Malandrino anche lui e che ha tredici anni, quindi perchè non dovrebbe voler partecipare ai progetti segreti di James e Sirius, aiutando Remus?

  4. Ecco devo ammettere che la fine mi piace. Il mio prof direbbe che è “contorta, ma la sai gestire discretamente”, ma a me piace. Forse non è chiarissima, forse non si capisce tutto, ma mi è venuta così e non volevo cambiarla. Se c'è qualcosa di poco chiaro, basta chiedere!

  5. Grazie alle mie dolci donzelle che hanno recensito: Jeis, Lily non Lilian, Dreamer_imperfect, checca_Granger e Hermione_Sel1D. Siete adorabili!

  6. Un grazie speciale specialissimo alla mia Ale Jackson (amor esci dal tunnel di droga inglese in cui sei entrata e ritorna da meeeeee!). Il prossimo è il tuo anno cara!!! ;)

Ora basta, me ne vado. Per avvisarvi quando pubblicherò la nuova storia aggiungerò un “capitolo” con un avviso qui :) se preferite essere avvisati via facebook basta chiedermi l'amicizia (https://www.facebook.com/sunshine.moor) e dirmelo :) 

Baci <3

*dD*



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