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Autore: YlariaJongIn    29/10/2013    5 recensioni
"L’unica cosa che potei fare in quel momento, era quello di andarsene a gambe elevate, sperando di arrivare in tempo, anche se ci voleva qualche minuto. Eppure, proprio quando decisi di farlo, sentì un forte dolore alla nuca, che mi fece cadere ancora una volta.
Mckenna si accucciò disponendosi di fronte a me.
Il solo ricordo che ho di quell’attimo di secondo, era il sasso che teneva stretto nel pugno e il suo atteggiamento da omicida psicopatica.
Subito dopo non vidi più nulla..."
~Tratto dal 3 capitolo~
Una ragazza di nome Hyllary, decide di fare un'escursione in un bosco con la sua migliore amica Mckenna, alla quale fa grande affidamento. Improvvisamente, qualcosa di terribile accade alla giovane, ritrovandosi da sola in una grotta particolarmente misteriosa e inquietante, che metterà alla prova le sue più grandi fobie.
~Personaggi~
LAY-KAI-MINHO(Shinee)-TAO-KIM JAEJOONG-MAX CHANGMIN-ZELO-SUNGJAE (Btob)-KIM MYUNGSOO- VIXX (N)
Genere: Avventura, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kai, Kai, Lay, Lay, Nuovo personaggio, Tao, Tao
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 2
Despair

 
 
Tutto d’un tratto, sentì il mio corpo agitarsi verso davanti, sveglia ma ancora del tutto intontita.
Non avevo nessuna intenzione di alzarmi dal letto ed affrontare la prossima giornata in mezzo alla tundra universale, ma il mio cervello continuava a mandarmi segnali di spinte continue verso l’avambraccio sinistro.
Decisi quindi, di mettermi a gambe incrociate, strofinando un pochino gli occhi ancora del tutto chiusi.
Vedevo solamente tutto annebbiato, perciò, l’unica cosa che riuscivo a descrivere in quel momento, era una maglietta a scollo a  V di color grigio chiaro e un pantalone di color rosso bordò con delle presunte sfumature più scure in alcuni punti.
Dei capelli castani con un ciuffo che ricadeva nel viso, con una mano adagiata dolcemente, come simbolo d’aspettazione.
Inclinai leggermente la testa per capire chi fosse il personaggio seduto di fonte a me, con la fronte corrugata quasi per fargli capire che stavo cercando di mettere a fuoco nel mio cervello ciò che avevo appena visto.
Solo a quel punto diressi lo sguardo verso l’interessato, notando che i suoi occhi erano puntati verso me, con un’espressione persa ma dannatamente carina, che per un attimo mi fece sobbalzare,  perdendo completamente l’equilibrio.
Normalmente, riuscivo addirittura a chiudere gli occhi, evitando di guardare ciò che stava succedendo, ma sfortunatamente non ci riuscì. Forse preferì rimanere immobile tra le sue braccia, che sembravano così esili e deboli, ma che in realtà erano così forti e protettive da riuscire a stringermi perfettamente al suo torace, lasciandomi pietrificata.
Inoltre il mio sguardo era diretto verso le sue divine clavicole, leggermente inclinate e molto sporgenti, che facevano scivolare la maglietta creando un’eccellente ondulazione, che respirando si notava maggiormente.
Ma quello che mi lasciò completamente a bocca aperta, era la sensazione che stesse abbassando il suo viso verso il mio, con molta sicurezza, anche se il battito accelerato del suo cuore non riusciva ad ingannare i suoi sentimenti.
Fortunatamente si bloccò, comprendo in modo chiaro che stava verificando lo stato della mia salute, per questo motivo, decisi di alzarmi di scatto.
“Mi mi mi…mi dispiace davvero, scusa” Pronunciai con filo di voce
“Tranquilla.”
Rispose molto velocemente, sorridendo e accarezzandosi la nuca dall’imbarazzo.
“Veramente ero venuto qui per avvertirti che stiamo per partire e che mancheresti solo tu a prepararti”
Continuò ancora un pochino scioccato
“C-C-C-Cosa?”
Mi espressi mortificata dall’accaduto
Solamente grazie a Lay, riuscì a notare tutta la tenda in disordine per colpa di Mckenna che, quella mattina,  aveva rovistato dappertutto per trovare le sue cose.
Ma, anche se avrei preferito fermare il tempo, continuai a fissare tutti gli oggetti per aria e successivamente il ragazzo di fronte a me.
 
Gli oggetti e il ragazzo
 
Gli oggetti e il ragazzo
 
Gli oggetti e il ragazzo
 
Feci un sussulto improvvisato afferrando bruscamente lo zainetto, cominciando a  riporre il tutto al suo interno, implorandolo di aiutarmi.
“Ti dispiacerebbe darmi una mano ora? Scusami tanto”
Dissi facendo gli occhietti dolci
“Non ti preoccupare”
Rispose, in piedi, impalato con a braccio alcuni dei miei vestiti, tra cui qualche pezzo di biancheria intima e con in mano uno snack al cioccolato che stava precedentemente sgranocchiando.
“Mi dispiace moltissimo di aver interrotto la tua merenda mattutina in questo modo” Mi espressi cercando di deviare il più possibile il suo sguardo dai miei vestiti.
“Mi dispiace di aver interrotto il tuo sogno”
 Disse scherzosamente, guardandosi intorno, evitando di mettermi in imbarazzo.
Non so come ma in pochi minuti mi preparai per il viaggio, riuscendo addirittura a controllare se avevo preso tutto il necessario, sempre con il mio assistente.
 
§§§
 
Finito il tutto, lo ringraziai sbalordita dalla sua organizzazione meticolosa
 “Di nulla, figurati”
Disse con uno splendido sorriso, facendomi segno di mettermi in cammino con la squadra.
Io non esitai e lo seguì.
 
§§§
 
Il viaggio, si rivelò molto interessante, dopo aver avvistato varie specie animali, che fino a quel giorno non avevo mai visto personalmente, come ad esempio, le lepri selvatiche, alcuni scoiattoli e le alci da lontano.
Mi ritenevo una persona che amava particolarmente il mondo animale, tanto da aver effettuato molte ricerche che descrivessero la loro vita e la loro costituzione fisica.
Rimanevo così tanto affascinata dal poter vedere più dettagliatamente quei animali, che potevo considerarlo come un ottimo rimedio per evitare le mie costanti paure, che non ero mai riuscita ad abbandonare.
Tutto sembrava procedere secondo i miei piani, quando improvvisamente mi accorsi di aver percorso una strada differente da quella dei miei compagni.
Evidentemente dovevo essermi persa a causa di qualche insetto che mi fece perdere del tempo prezioso.
Non persi la calma, ma decisi piuttosto di continuare a seguire la piccola stradina in cui ero casualmente capitata, sperando si potesse trovare un croci via.
 Ma tutto ad un tratto, mi fermai vicino ad un albero per riprendere fiato, dopo aver attraversato molti kilometri, cominciando a sentirmi un po’ abbattuta.
Appoggiai al suolo la sacca con il cibo, per far rifornimento d’acqua, dato che ormai mi sentivo molto dissetata.  
Non riuscì nemmeno a terminare gli ultimi sorsi freschi, che sentì un rumore simile allo scricchiolio di foglie calpestate proprio dietro di me.
Senza riflettere, con i battiti del cuore accelerati a causa dello spavento e della sorpresa, decisi di voltarmi per vedere chi fosse costui, riuscendo ad intravedere di sfuggita l’immagine di un ragazzo dai capelli castani di media lunghezza con una maglia nera, una giacca jeans di color rosso intenso e un jeans nero con degli anfibi.
L’espressione nel suo volto era parecchio divertita, visibile dal sorriso sghembo e dai suoi occhi dorati e perfidi, tanto da farmi spaventare.
Così  che voltai la testa verso la mia spalla sinistra, spezzando il contatto diretto con essi.
Per pochi secondi trovai conforto, ma la percezione di avere un qualcosa appoggiato su di essa mi fece sospettare.
 Si muoveva in vari sensi e sembrava non volesse andarsene.
 Al momento rimasi con gli occhi chiusi per lo spavento, come mi era di mio solito fare, credendo fosse solamente un brutto sogno.
Ma le zampe lunghe persistevano, toccando ripetutamente vari punti del mio corpo.
Non sembrava essere immenso, ma per essere un probabile insetto era abbastanza grande.
Inoltre non era per nessun motivo rumoroso, difatti alcune volte riuscivo quasi a non sentirlo addosso.
La curiosità però, cominciava a prendere il soppravvento, tanto da incoraggiarmi ad aprire gli occhi rivolti verso l’essere, per attestare se era  l’animale che mi ero immaginata.
Spalancai gli occhi, avendo una nitida visione della spalla
Si trattava di un ragno, di color bruno, con le zampe molto lunghe conosciuto con il nome di Eremita (Loxosceles Reclusa).
Non ero al corrente di tutte le specie degli aracnidi, ma ne avevo sentito parlare dalla guida Choi, quando stava trattando l’argomento delle varie specie pericolose che si potessero incontrare nel bosco.
Mi mancava il respiro
La sensazione che provavo era inimmaginabile
 I miei occhi rimasero sbarrati, come se stessi fissando un punto vuoto.
 I battiti che avevano pervaso il mio corpo, quasi non riuscivo più a percepirli, assieme al movimento dei miei polmoni, che rallentò, a causa della poca produzione d’ ossigeno.
Non trovavo la forza necessaria per respirare
Eliminare quella creatura, che continuava a vagare felicemente, con quel suo corpo sudicio e appiccicoso, mi fece venire i brividi, tanto da non riuscire a farlo.
Dato che sfiorarlo non era possibile, mi venne in mente una seconda azione, forse quella più logica.
Incominciare ad agitarmi il più che potevo
 Ricordo che non stavo urlando, ma mi accorsi che il respiro si fece particolarmente ansioso, ritrovandomi nel panico più assoluto.
 Data la situazione, perciò, decisi di pronunciare qualche parola d’aiuto, ma persino la gola, dalla situazione raccapricciante, tremava fin tanto da non far uscire nessuna frase.
Emisi solamente un piccolo mormorio, ancora concentrata a liberarmi dall’animale, sperando che qualcuno lo avesse sentito
 Si dice che la speranza è l’ultima a morire, per questo motivo, anche se completamente distrutta da quella lotta, non persi mai la forza di provare a staccarlo di dosso.
Improvvisamente, sentì che qualcuno lo afferrò, gettandolo a terra con violenza in un punto più lontano possibile.
Le sue mani poi, andarono a ricoprire i miei bicipiti, trattenendo la presa, riuscendo a sbollire pian piano la mia agitazione
 
  
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