autore: nutellah a.k.a. mikies
titolo: —vi siete mai chiesti cosa significhi?
coppia: torayuuka
parole: 737
 

—vi siete mai chiesti cosa significhi?

❝Yuuka Gouenji è una ragazza dal carattere difficile. Non la noti, è quella che sul marciapiede rimane a camminare da sola, finché qualcuno non si ricorda della sua esistenza. Di lei non diresti che è una che muore dentro, sotto i vestiti, tutti i giorni, indossa una corazza, cerca di fare la tosta, la realtà è che se qualcuno sapesse sciogliere il ghiaccio che si costruisce addosso lei darebbe tutta se stessa. La vedi che fissa il cielo, crede che le nuvole siano la più bella opera d’arte di un pittore, che si diverte dall’alto a disegnare strane forme. Lei non si crede all’altezza di essere amata, lei si emoziona con una canzone, la musica, la fa sognare e forse lei sogna troppo, fino a quanto può, fino a quando il mondo da cui vorrebbe fuggire non la sveglia bruscamente.❞


Era il tredici dicembre. L’inverno si avvicinava sempre più velocemente, e lo si poteva percepire dalla temperatura che era vertiginosamente calata, dalla neve che iniziava a cadere inondando le strade della città, addobbate per il periodo natalizio. Molti bambini giravano per la città cercando di decidere il regalo da ricevere a Natale, ammirando con occhi quasi lucidi gli alberi luccicanti. Era davvero una bella città nel periodo natalizio. Forse era perché tutti si dimenticavano dei problemi che avevano. O forse perché volevano far credere ai propri bambini che davvero si diventava più buoni. Che non bisognava fare i cattivi. Che il male non esisteva. Che tutto era più bello.
«Che cosa stupida.» pensò Yuuka infilandosi le cuffiette del cellulare nell’orecchie ed incamminandosi verso casa, dopo la lezione quotidiana di pianoforte; i lunghi capelli rosa erano raccolti in un abbozzo di chignon, giusto per evitare che la disturbassero durante la lettura degli spartiti.
«Oh scusami!» esclamò un ragazzo aiutando Yuuka a rialzarsi. Si erano scontrati a causa della distrazione della ragazza.
«Cosa…? Sta più attento!»
«Ti chiedo scusa, io non volevo…»
«Pff.» sbuffò la ragazza. «Come ti chiami?»
«Toramaru. Toramaru Utsonomiya. Tu?» rispose lui porgendole, con un sorriso, la mano. “Che sorriso dolce”, penso la rosa.
«Yuuka Gouenji.» rispose l’altra ricambiando la stretta di mano.
«Quanto può essere diabolico essere attratti da qualcuno che sembra così angelico quando ti sorride?» pensò Yuuka avviandosi verso casa con lui.
Solo dopo se ne sarebbe accorta.


«Allora, parliamo o no?» chiese con trepidanza Toramaru. La situazione era diventata insostenibile, a parer suo, dovevano chiarirsi assolutamente, lui e Yuuka.
«D’accordo.» acconsentì la corvina chiudendo il libro che stava leggendo. “The parks of being a wallflower”*, era il suo nome. Le piaceva moltissimo, non aveva fatto nient’altro che ringraziare chi glielo aveva regalato, non appena lo ricevette.
«Senti…» iniziò il ragazzo, mentre la ragazza lo guardava con aria interessata. «Io penso… penso che sia meglio finirla.»
«In che senso?» domandò la ragazza incerta: non capiva cosa il ragazzo intendesse, con quella sua frase.
«Nel senso di “lasciamoci che è meglio”.» chiarì Toramaru lasciando trasparire dalla sua voce una punta di malinconia e senso di colpa. A Yuuka parse di perdere un battito cardiaco.
«Cosa?» mormorò presa dal panico. L’unica persona che aveva amato per la prima volta… voleva lasciarla?
«Hai capito bene… Mi spiace…» disse il ragazzo cercando di riparare al guaio che aveva causato. Ma era troppo tardi. Troppo.


Autolesionismo.
Vi siete mai chiesti cosa significhi?
Per Yuuka, l’autolesionismo era una droga, una via d’uscita, uno sfogo.
La faceva sentire libera, le dava la prova che esisteva.
Lei lo vedeva. Almeno così diceva. Secondo lei era una persona, ci parlava, e si sfogava con lui.
Autolesionismo era diventato il suo migliore amico, lo ‘subiva’ ogni giorno , si era affezionata a lui, non voleva più farlo andare via.
Del resto, perché fare andare via una cosa, forse l’unica, che la faceva stare bene? 
Autolesionismo era il male. Il male fatto persona.
Autolesionismo era una cosa orrenda che non la lasciava più, lo portava dentro, era impresso nella sua anima e sul suo corpo.
Era quella cosa che odiava e amava allo stesso tempo.
Autolesionismo consisteva nel far uscire fuori la sua rabbia, il suo odio, la sua tristezza, in un modo ‘alternativo’.
Non con le solite lacrime, no, ma con lacrime diverse, lacrime di un colore acceso, che eraono impregnate di odio e disperazione. 
Autolesionismo era una cosa che Yuuka voleva combattere, distruggere ma non ci riusciva.
Non poteva.
Ormai era dentro di lei.
Autolesionismo voleva dire distruzione.
E Yuuka si distrusse. 



nda:
...sì, è morta.
sì, è dedicata ad angy.
sì, è la seconda mia otp che distruggo.
maè tutto così... dolce. (?)
spero ti sia piaciuta, presidentessa cara! ♥
ed anche a voi altri, spero. òwo
beh, non posso dilungarmi ulteriormente, so...
see ya~
nutellah.