“Dove sei?... Ho paura...E' tutto buio qui...” sussurrai camminando fra le tenebre che mi circondavano.
Stavo vagando nel vuoto da un tempo indefinibile: nel posto in cui ero il sole non sorgeva mai. Era una foresta, illuminata dalle poche lanterne appese qua e la sugli alberi che mi rendevano visibile il sentiero che stavo percorrendo senza sosta.
A volte correvo, a volte camminavo, in altri casi invece me ne stavo ferma seduta ai piedi di un albero a piangere; ero sola, terribilmente sola.
Ad ogni mio respiro aumentava il timore di quel luogo, ogni mio pensiero rimbombava nel vuoto della mia anima.
“Ti supplico, rispondimi!” urlai scoppiando per l'ennesima volta in lacrime.
Lo volevo li con me, senza lui mi sentivo persa...
“Ti prego!! Ho paura!” continuai.
Parlavo a vuoto, non mi avrebbe sentito. Presi il cellulare che avevo in tasca e guardai lo sfondo: c'eravamo io e lui abbracciati.
“Mi sento sola... quando finirà tutto questo?” Mi chiesi fissando l'immagine con le lacrime agli occhi. Più consideravo quella foto, più il mio cuore si spezzava: mi mancava terribilmente. Sarei uscita viva da quella foresta?
Continuai a percorrere il sentiero con il ricordo delle sue labbra sulle mie, del suo sapore dolce e amaro allo stesso tempo, delle sue dita che sfioravano il mio corpo.
Ero sicura che una volta arrivata alla fine di quella strada buia l'avrei trovato lì, con le braccia aperte pronte ad abbracciarmi.
Ne ero certa; lo speravo con tutto il cuore che quella fosse la verità.
In fondo... La speranza è l'ultima a morire, no?
Ed è stato così anche nel mio caso.
Perché la prima a morire, fui io.
Stavo vagando nel vuoto da un tempo indefinibile: nel posto in cui ero il sole non sorgeva mai. Era una foresta, illuminata dalle poche lanterne appese qua e la sugli alberi che mi rendevano visibile il sentiero che stavo percorrendo senza sosta.
A volte correvo, a volte camminavo, in altri casi invece me ne stavo ferma seduta ai piedi di un albero a piangere; ero sola, terribilmente sola.
Ad ogni mio respiro aumentava il timore di quel luogo, ogni mio pensiero rimbombava nel vuoto della mia anima.
“Ti supplico, rispondimi!” urlai scoppiando per l'ennesima volta in lacrime.
Lo volevo li con me, senza lui mi sentivo persa...
“Ti prego!! Ho paura!” continuai.
Parlavo a vuoto, non mi avrebbe sentito. Presi il cellulare che avevo in tasca e guardai lo sfondo: c'eravamo io e lui abbracciati.
“Mi sento sola... quando finirà tutto questo?” Mi chiesi fissando l'immagine con le lacrime agli occhi. Più consideravo quella foto, più il mio cuore si spezzava: mi mancava terribilmente. Sarei uscita viva da quella foresta?
Continuai a percorrere il sentiero con il ricordo delle sue labbra sulle mie, del suo sapore dolce e amaro allo stesso tempo, delle sue dita che sfioravano il mio corpo.
Ero sicura che una volta arrivata alla fine di quella strada buia l'avrei trovato lì, con le braccia aperte pronte ad abbracciarmi.
Ne ero certa; lo speravo con tutto il cuore che quella fosse la verità.
In fondo... La speranza è l'ultima a morire, no?
Ed è stato così anche nel mio caso.
Perché la prima a morire, fui io.