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Autore: percabeth2000    29/10/2013    1 recensioni
Alis è una figlia di Eris. Ben presto dovrà affrontare un pericolo, lo stesso che sta minacciando anche il Campo, insieme a Nico di Angelo e a qualche altro semideo ce la faranno a sconfiggere il nemico?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV.ALIS
Nico  è sceso come un razzo, io me la sono presa con più calma, c’è anche da dire che però non rischio di rimanere fulminata ogni volta che resto in alto, non ogni volta.

“Ti serve una mano?” mi chiese Nico porgendomela.

“Ma se sarò si e no a cinquanta centimetri da terra!” risposi.

“ Appunto, il pezzo più brutto è il finale, fidati, io sono appena sceso e se non fossi sceso in velocità probabilmente …”

Non dite che è colpa mia ok? Che ne sapevo del muschio lì sotto? Quando sono salita devo aver saltato o comunque non me ne ricordavo, sta di fatto che scivolai e fin qui niente di male, il punto è che oltre a farmi qualche centimetro in discesa ad un certo punto persi l’equilibrio e ed iniziai a cadere parallela al terreno rischiando un bella botto in testa e una sulla mia schiena.

“Stavo dicendo che se non fossi sceso in gran velocità avrei perso l’equilibrio e sarei caduto, ma forse ti ho distratta?” mi disse canzonatorio mentre mi sorreggeva con entrambe le mani. Sì, mi aveva presa al volo e giusto in tempo.

“Lo sai che ti odio?Forse non te l’ho ancora detto. Potresti mettermi giù ora?”gli chiesi.

“No”

“Come no?!?” chiesi “Hai battuto la testa Nico?”

“No. Non ti metto giù finché non me lo chiedi per bene” specificò poi.

“Potrei ribellarmi sai?” gli dissi.

“E perché non lo fai?” mi chiese lui avvicinando il volto. Le occhiaie che avevo notato la prima volta ora non
erano più così evidenti e gli occhi almeno in quel momento, sembravano di nero fuso e non di ossidiana, neri e duri. Le sue mani, premute contro la mia schiena e sotto le ginocchia mi scaldavano, anzi, i punti in cui mi toccava andavano a fuoco dandomi calore in tutto il corpo.
Mi accorsi solo dopo aver pensato a tutto questo che non gli avevo ancora risposto e che, non sapevo come farlo.

“Perché non ciò voglia” gli risposi infine con un tono da bimba brontolona.

“Povera bimba, ti costa tanto dire per favore eh?” mi chiese lui ed io annuì.

“Oggi mi sento buono, vai pure” annunciò rimettendomi in piedi.

“Grazie signor buono oggi ma devi venire anche tu lo sai?”gli chiesi io strofinando le ginocchia con i palmi delle mani. Il tessuto era tutto graffiato e non avrei potuto riutilizzare quei pantaloni. Pensandoci, li taglio e ne
faccio dei pantaloncini.

“Sì, lo so. Andiamo dai”mi rispose.

Camminammo per un po’ in totale silenzio e finalmente quando mi venne in mente uno spunto per una conversazione eravamo arrivati. Ok, ora tocca a me: Chirone mi aveva gentilmente chiesto di leggergli nella mente o meglio, mi aveva proposto di provare a riportargliela alla normalità.
Aprimmo la porta ed entrammo: Chiara se ne stava a fissare il ragazzo come se volesse tagliargli la testa mentre Chirone era semplicemente stufo e stanco di fare domande a cui lui non rispondeva.

“Finalmente ragazzi, vi stavamo aspettando. Alis è tutto tuo io non ce la faccio più devo andare a prendere un po’ d’aria”disse Chirone congedandosi.

“Tutto tuo?” chiese Chiara incredula mentre Nico mi guardava interrogativo.

“Potreste uscire?” chiesi io senza dare risposte.

“Assolutamente no” rispose Chiara ma Nico la sollevo di peso e la portò fuori dalla porta senza neanche guardami.

“Senti, non ti voglio fare male. Voi avete ricevuto una specie di lavaggio del cervello da un titano, sarà difficile togliervelo ma ci voglio provare va bene? Sentirai una presenza nella testa, se non opponi resistenza non farà male ne a me ne a te” spiegai al ragazzo ma lui sembrava fregarsene altamente.

Meglio così, dovevo arrabbiarmi e ora lo sono. Odio quando non ti ascoltano.
Gli spostai lo sguardo e lo guardai. Entrando nella sua mente all’inizio scoprii subito il suo nome ma poi c’era qualcosa di strano, una confusione immensa e a me toccava scioglierla. Avete presente le luci di natale che si mischiano tutte e si deve stare lì mezz’ora solo per scioglierle? Peggio. Dopo enorme fatica e sudore iniziavo a sentirmi stanca e anche male ma alla fine, sentii una specie di luce come se la consapevolezza e la chiarezza fossero tornate. Poi il buio.

Mi svegliai ore dopo, o giorni? Minuti? Non ne avevo idea. Mi misi seduta sul letto e sentii la testa girarmi vorticosamente.

“Ti odio” sentii dire alla mia sinistra. Era Nico.

“Perché non me l’hai detto?” mi chiese  “Pensavo fossimo amici no? Potevi dirmelo che dovevi riportare la sua mente alla normalità. Quale stupido l’avrebbe fatto ? Eri già stanca per colpa della lettura nella mia
mente ed in più la febbre non ti è ancora passata del tutto, hai dormito poco e mangiato poco e soprattutto hai accumulato una stress tale ad abbattere un elefante. Non lo dimostri, sembri un gatto, nessuno capisce che  stai male finchè non cedi e quando lo fai è perché fa tanto male”si sfogò.

“Io …” iniziai ma la testa iniziò a pulsare forte e mi vennero i capogiri.

“Aspetta” mi disse Nico facendomi sdraiare e mettendomi uno straccio fresco sulla fronte.

“Hai ragione, avrei dovuto dirtelo. Hai ragione anche sul fatto che non dico mai che sto male so non quando cedo, senti … mi dispiace, scusa.” gli dissi appena la testa si fermò un po’.

“Comunque ci sei riuscita, il ragazzo ora sta bene, si chiama Mattia e ti ringrazia ci ha anche detto che attaccheranno tra una settimana. Sei stata stupida, ma anche brava” mi informò prima di alzarsi dalla sedia dove era seduto.

“Aspetta. Mi lasci qui da sola? Non so neanche come ho fatto ad arrivarci qui e quanto tempo ci ho passato” gli dissi.

“E chi ha detto che me ne vado?” mi chiese quasi dolcemente, quasi.

“Ti sei alzato”

“Se mi fai un po’ di spazio me siedo visto che sono due ore che aspetto il tuo risveglio su una sedia di legno”
Ecco tornato il ragazzo che conosco.

“Vieni” gli dissi. Si stava sedendo e io cercavo di trovare una posizione comoda quando sentii una fitta alla gamba e mi scappò un gemito.

“Giusto. Come va la gamba? Quando sei caduta svenendo ti devi essere presa una brutta botta”mi chiese questa volta premuroso.

“La smetti?” gli chiesi scocciata.

“Di fare cosa?” chiese lui.

“Questo. Prima fai il premuroso gentile come se te ne importasse e poi …”

“Ehy, guarda che m’importa davvero va bene? Sarò anche scontroso a volte  ma ci tengo alla salute delle persone che …” si fermò di colpo come se stesse per dire qualcosa si male.

“Che …” lo incoraggiai

“A cui voglio bene” mi disse guardandomi negli occhi, di nuovo di un bellissimo nero fuso.

“Lo sai che i tuoi occhi si sciolgono?” gli chiesi sbadigliando.

“La febbre ti da’ alla testa, dormi un po’” mi disse.

“E tu? Non dormi?”chiesi.

“Non ho ancora mangiato”

“Allora vai, ormai sarà quasi ora di cena” lo incoraggiai.

“Non ho fame”

Quel ragazzo mi sta facendo impazzire prima mi dice che non ha mangiato e poi mi dice che non ha fame che diavolo vuole?

“Allora dormi qui” gli dissi indicando il letto “ Non mi dai fastidio”

Senza dire una parola Nico si infilò nelle coperte e, dato il freddo che avevo iniziato a sentire, mi accucciai tra le sue braccia che non esitarono a tenermi abbracciata e calda dandomi un senso di sicurezza.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Chiedo umilmente perdono, lo so è da tantissimo che non posto mi dispiace un sacco anche per l'altra storia scusate ancora e spero abbiate gradito il capitolo. Perdono e una buonanotte a tutti.
percabeth2000

 
  
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