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Autore: lemoncandy    29/10/2013    2 recensioni
Sungjong, infastidito dal continuo fanservice con Myungsoo, chiede al suo hyung di porre fine a quell'inutile finzione, e Myungsoo, dal canto suo, dichiara che la sua vicinanza con il maknae non è affatto un voler compiacere le fans...
Pairing: Myungjong/Ljong, Myungsoo e Sungjong
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: L/Kim Myungsoo, Lee Sungjong, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 103 Myungsoo POV

Seduto sul pavimento con le spalle contro la porta, ero rimasto nella nostra stanza, in attesa che accadesse qualcosa. Quanto tempo era trascorso da quando Sungjong mi aveva lasciato lì, solo, a riflettere su quanto successo? Sospiravo, con le gambe piegate contro il petto, con sole due immagini nella mia mente, Sungjong ed Hoya, Sungjong e Hwayoung. Era evidente che, anche durante il mio soggiorno a Gwangju, avesse mantenuto attivi i contatti con Hoya, e così, a quanto sembrava, con l'amica. Perché non me ne aveva parlato? E cosa lo aveva spinto a contattare Hoya persino durante un fine settimana di festa con la famiglia? Era davvero così stretto il loro legame da non poter fare a meno di sentirsi neppure per un paio di giorni?

Oltre l'inquietudine nella mia mente, pensieri confusi che si accavallavano, dall'esterno sentivo rumori e voci: erano di certo tornati tutti i miei hyung. Scrollando eventuale polvere dai pantaloni, mi sollevai ed aprii la porta, ritrovandomi nel soggiorno dove, come previsto, i bagagli dei miei hyung erano sparsi su tutto il breve perimetro. Mi guardai intorno, di Sungjong neppure l'ombra. Così come di Hoya. 

Seduto al tavolo basso fingendo di trovare interessante un drama in tv insieme a Sunggyu, spaparanzato sul divano alle mie spalle, Woohyun, Sungyeol e Dongwoo accanto a lui, attendevo che Sungjong uscisse dalla stanza di Hoya, quanto prima. Fissavo la porta chiusa con irritazione e frustrazione. Cosa stavano facendo? Di cosa stavano parlando? Perché ci mettevano tanto ad uscire ed unirsi a noi in quella ormai consolidata abitudine di guardare tv spazzatura insieme?

Inconsapevolmente, il dito indice cominciò a picchiettare sul tavolo, in modo incessante, come seguendo il ritmo della mia agitazione. Ed ecco che, improvvisamente, la porta di quella stanza tanto odiata si aprì. Ed il solo Sungjong raggiunse il soggiorno. Guardò per qualche istante verso di me, sedendomisi accanto sul pavimento, senza proferire parola. Con il gomito sul tavolo, ed il mento sul palmo della mano destra, fissava impassibile lo schermo della televisione. La mano sinistra lasciata invece cadere lungo i fianchi ed appoggiata sulle gambe incrociate sul pavimento. Senza riflettere, allungai una mano verso la sua, stringendola forte, sotto il tavolo. Un impercettibile cambio di espressione fu quasi visibile sul suo viso, al mio gesto, per poi, pochi istanti dopo, mostrare nuovamente indifferenza, come se niente stessi facendo, come se le mie dita non fossero premute contro le sue.

"Almeno non mi ha respinto." pensai.

Poi una risata, qualche movimento alle nostre spalle, e Woohyun che si sedette tra noi, costringendomi ad interrompere il contatto con Sungjong. Presenza fastidiosa ed ingombrante qual era il nostro hyung, ci osservava, prima me poi Sungjong, ridendo. E con una mano ci fece segno di avvicinarsi a lui come per ascoltare un qualche segreto: "Lo dirò a bassa voce. In questi casi, dopo un litigio, se non avete voglia di parlarne, c'è sempre un'altra soluzione." Sungjong lo interruppe, sussurrando: "Hyung, pensa agli affari tuoi per favore." Woohyun rise, ancora, per poi tornare serio e facendoci segno di riavvicinarci a lui: "Esiste quello che tutti chiamano...il sesso riparatore. Ne avete mai sentito parlare?" Per quanto ancora una volta impercettibile, notai il volto di Sungjong mutare espressione per poi dedicare una smorfia a Woohyun, ancora al centro, tra me e lui: "Questa sarebbe la tua soluzione?"

Woohyun annuì, serio, per quanto fossimo entrambi consapevoli, io e Sungjong, che non vedesse l'ora, il nostro hyung, di ridere divertito di noi, del consiglio che ci aveva appena propinato, e di tutta la situazione. Si allontanò da noi, risedendosi, soddisfatto, accanto ai nostri ignari hyung sul divano, ed io rimasi fermo, in silenzio, riflettendo su cosa dire. Nonostante fossi perso nei miei pensieri, uno sguardo furtivo da parte di Sungjong non sfuggì alla mia vista. Stava pensando quello a cui stavo pensando io? Alzai lentamente lo sguardo dal piano del tavolo e guardai verso di lui, e Sungjong inaspettatamente lo ricambiò, senza tradire alcuna emozione, ma come se non aspettasse altro, come se si trattasse di uno sguardo di intesa.

E si sollevò da terra, entrando nella nostra stanza. Cosa aveva provato a farmi capire? Avrei dovuto seguirlo? Non ne ero sicuro ma, nonostante un'improvvisa risata derisoria da parte di Woohyun che provai ad ignorare con finta disinvoltura, raggiunsi Sungjong nella nostra stanza, chiudendo la porta. Era in piedi, e mi fissava. Mormorai, timoroso di sbagliare ancora: "Lasciami dire che..." Non fui in grado di pronunciare neppure un'altra parola che Sungjong si fiondò verso di me, le sue braccia intorno al mio collo e le labbra contro le mie: "Ne riparliamo dopo Myungsoo." Le dita tra i miei capelli, le mie mani che circondavano le sue guance come per tenerlo quanto più vicino a me, per impedirgli di cambiare idea e separarsi da me, le mie labbra che, desiderose, cercavano le sue, senza neppure avere il tempo di respirare, il mio corpo che spingeva Sungjong all'indietro, verso il nostro letto.

Accadde tutto in modo incredibilmente veloce, ed eccitante. Sul materasso, subito dopo aver fatto l'amore, Sungjong si stese di lato, sul fianco sinistro, dandomi le spalle. Era ancora arrabbiato? Non avevamo ancora avuto modo di chiarire quanto successo. Piuttosto, avevamo ascoltato il consiglio di Woohyun, senza neppure rendercene conto. E Sungjong era chiaramente, ancora, nonostante tutto, di cattivo umore. Mi avvicinai a lui, allungando un braccio e raggiungendo le sue mani davanti al suo petto. Il mio corpo contro la sua calda schiena, le mie labbra che si facevano spazio tra i suoi capelli sul viso mentre provavo a baciargli la guancia, amorevolmente: "Ti amo così tanto..."

Aprì gli occhi, fino a pochi istanti chiusi, e voltò il capo verso di me. "Ho sempre saputo che sei geloso di qualsiasi persona mi si avvicini, ma devi fidarti di me, se davvero mi ami così tanto come dici." Spostai i capelli dal suo viso per avere completa visione dei suoi occhi e mormorai, raggiungendo le sue labbra per un veloce bacio: "Tu sei davvero tutto per me." I nostri sguardi si incontrarono ancora, e Sungjong si stese nuovamente con le spalle sul materasso, mentre io ero ancora su di un fianco, proteso verso di lui. Con due dita sottili ed affusolate mi sfiorava le labbra, mentre non osava interrompere il contatto visivo. Poi dichiarò, portando la mano tra i miei capelli, lungo la nuca ed accarezzandomi lì, immergendo le dita nei capelli e poi toccando la mia pelle: "Hoya hyung e Hwayoung sono due mie cari amici. Mi capita di sentire Hoya hyung sempre, quando siamo fuori e lontani. E Hwayoung...è della mia stessa città ed il giorno prima che tu venissi lì, mi ha scritto un messaggio nel quale mi diceva che era appena arrivata dai genitori e così abbiamo pensato di incontrarci."

Deglutii, l'aver ammesso di essere continuamente in contatto con Hoya ed il pensiero che avesse visto Hwayoung e che io, tutto quello, lo stessi scoprendo solo in quel momento, mi spaventava. E come leggendo preoccupazione nel mio sguardo, affermò: "Non è successo nulla. Abbiamo solo parlato. E le ho detto di te."

Spalancai gli occhi, incredulo: "Le hai detto di me? Stai scherzando?" Scosse il capo, un'espressione seria ma distesa sul suo viso: "Lo ha capito, e le ho detto che è tutto vero, che non si stava sbagliando." Fissando un punto indefinito davanti a me, cominciai inconsapevolmente a sorridere, felice, come un idiota, senza riuscire a trattenermi. Sungjong portò la mano dalla nuca al mio orecchio, tirandomi scherzosamente il lobo: "Un po' di contegno, Myungsoo, per favore."

Ridemmo, entrambi, guardandoci negli occhi. Morsi il labbro inferiore per provare a far sparire quell'insistente sorriso dal mio viso, e poggiai la guancia sul suo petto, stringendomi a lui. "Ti amo." Mormorai, con le braccia di Sungjong intorno alle mie spalle.

   
 
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