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Autore: Ale e Mika    29/10/2013    2 recensioni
Salve popolo di Efp!
Ebbene sì, siamo ancora noi, Ale2000 e Mikashi e siamo qui per proporvi un'altra nuovissima fic.
La domanda è: interesserà a qualcuno?
" -L'altra parte presumo sia la nostra vero?- chiese Taiyou avviandosi verso un corridoio che sbucava in una terza stanza, sotto risposta affermativa della bionda.
-Buona fortuna.- mi sussurrò divertita Sakura lanciando un'occhiata al fratello che sorrise. La osservai confusa, ma lei non disse altro, limitandosi ad indicare Taiyou che mi osservava con faccia completamente stupita.
-Che succede?- gli chiesi preoccupata avvicinandomi.
Lui per tutta risposta indicò la camera. Era uguale a quella dei due fratelli se non per il fatto che invece di un letto a castello c'era un letto matrimoniale.
Mi girai lentamente verso Taiyou che si limitò a dire:
-Io dormo per terra. -.
Genere: Comico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark Kruger, Nuovo personaggio, Taiyou Anemiya, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Come to Tokyo

 
Osservai fuori dal finestrino dell'aereo tristemente.
 Nuvole, nuvole e acqua, nient'altro!
 A volte passavamo all'interno di una di esse, così bianca e soffice, e l'unica cosa che mi rammaricava era di non poterle toccare.
 Almeno inizialmente! Ora però dopo diverse ore di viaggio, mi pareva di impazzire vedendo nient'altro che acqua e vapore!
-Crystal, stai dormendo? - una voce mi scosse dai miei pensieri ma tanto sapevo già a chi apparteneva.
 Proprio per questa consapevolezza mi guardai bene dal girarmi ignorando completamente il mio interlocutore.
 Il ragazzo a fianco a me si schiarì la voce, anche se non lo vedevo ero sicura che stesse sorridendo: -Crystal Kruger è desiderata alla cassa! - disse con voce canzonante.
 Io mi voltai verso il castano e lo squadrai, poi sbuffando esclamai: -Mark, cosa vuoi? -.
 Mio fratello si rabbuiò appena e mormorò smettendo di sorridere: -Per quanto hai intenzione ancora di tenermi il muso? Sai bene che dovevi per forza venire... O preferivi rimanere in America con zia Margi? -.
Al solo pensiero di quella donna eccentrica e opprimente rabbrividii.
 Scossi la testa lentamente e sorridendo dolcemente dissi: -Scusa, so di essere egoista ma...-.
 Lui annuì continuando a sorridere tristemente.
-Lo so, non si tratta solo di cambiare città. Dagli Stati Uniti al Giappone è più di un semplice trasloco! -.
Io mi sforzai di sorridere ma l'unica cosa che ottenni fu un lungo sospiro.
 Non potevo credere che tra cinque ore al massimo saremmo stati a Tokyo!
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Sentii qualcuno appoggiarmi la mano sulla spalla e scrollarmi.
 Dovevo essermi addormentata perché mi servirono alcuni secondi per riacquistare conoscenza.
 Lanciai a Mark un'occhiata infastidita: -Stavo dormendo...- borbottai sbadigliando.
 Lui ignorando completamente il mio commento esclamò : -Fra poco atterriamo! -.
Io automaticamente mi allacciai la cintura e lo guardai; dal tono e dal suo viso sembrava agitato.
 La hostess disse di allacciare le cinture, prima in Inglese, poi in Giapponese, lingua che per fortuna capivo e parlavo discretamente grazie ad Eric, un amico di vecchia data di mio fratello, infine in un altro paio di lingue che non riuscii a distinguere.
 -Tutto ok? - chiesi curiosa al castano accomodato a fianco a me.
 Mark annuì senza degnarmi di uno sguardo.
 Io domandai sospettosa: -Ma mi stai ascoltando?! -.
 Mio fratello fece nuovamente cenno di sì con la testa.
 Io concludendo che la sua mente era altrove, conclusi la conversazione e ripesi a guardare dal finestrino.
 Ora si potevano distinguere le case che però da lassù sembravano davvero insignificanti.
 Quando però l'aereo cominciò ad effettuare la discesa, dovetti concentrare tutti i miei sforzi nell'impedirmi di vomitare.
 Una volta messi i piedi per terra poi, fui tentata dal baciare al terreno, trattenendomi appena, sotto lo sguardo divertito di mio fratello.
 Quindi ci incamminammo verso l'aeroporto, il quale con mia sorpresa, era davvero immenso!
 Negozi di ogni genere spuntavano da ogni angolo; pareva di essere in un centro commerciale di New York.
 Finii per chiedermi cosa ci facesse un negozio di informatica in un posto simile ma alla fine lasciai perdere.
 L'interno dell'aeroporto era talmente affollato che per tutto il tragitto dovemmo fare i salti mortali per non perderci di vista. Giunti all'entrata la folla si diradò e potemmo finalmente riprendere fiato.
-Che avventura, eh? - mormorò Mark per sdrammatizzare un po'.
 Io anuii anche se non troppo convinta.
 Il castano facendo finta di niente, disse incamminandosi verso l'uscita: -Vieni! Un taxy ci aspetta! -.
Dopo aver dato qualche indicazione al conducente, questi ci portò davanti a una villetta bianca.
-Eccoci qua! - affermò l'uomo , salutando dopo essere stato pagato per la corsa.
 La casa era situata su due piani con un piccolo porticato che risaltava nell'ingresso.
 Io e mio fratello decidemmo di fare una veloce ispezione del luogo dove avremmo vissuto.
 Al piano inferiore c'erano cucina, soggiorno e un piccolo bagno mentre al piano di sopra due camere da letto e un secondo bagno.
 Dopo essermi appropriata di una delle camere mi sdraia sul letto pensierosa.
 Non era sempre facile vivere assieme ad un fratello ventiquattrenne, calciatore professionista, che era sempre in viaggio.
 In più ora che gli avevano proposto un ingaggio a Tokyo, l'avevo dovuto seguire pr forza di cose.
 Stavo da un po' osservando un punto a caso fuori dalla finestra quando notai una cosa.
 Proprio sotto la mia camera si poteva notare un giardinetto recintato dall'erba verde acceso.
-Mark, il giardino è nostro? - domandai speranzosa a mio fratello senza alzarmi dal letto.
 Alla sua risposta affermativa scattai in piedi come una molla e afferrai il mio pallone da calcio che avevo portato dagli Stati Uniti.
 Dopodiché mi precipitai in giardino dove incominciai a palleggiare con il ginocchio e il piede.
 Per lo meno se mi annoiavo potevo giocare a calcio!
 Mio fratello neanche un ora dall'arrivo mi disse che andava a fare un giro e avrebbe pensato lui alla cena.
 Il tempo di scaricare le valigie e sistemare la roba mia e di mio fratello, che come previsto aveva lasciato in camera sua una confusione immonda, che era ormai sera.
 Purtroppo nel lungo pomeriggio non avevo avuto molto tempo per giocare col pallone, ma alla fine mi rassegnai al fatto che il primo giorno di trasloco, non si riesce a fare niente.
 La cosa che mi seccò di più era il fatto di non dover sistemare solo la mia valigia, ma anche quella di mio fratello che era uscito ed era tornato solo dopo 2 ore.
 -Alleluia! -Dissi vedendolo apparire nella strada dalla finestra del soggiorno.
 Gli corsi incontro e vidi che aveva in una mano una divisa protetta da una busta di nylon e nell'altra una busta di un ristorante.
 Osservai, incuriosita la busta trasparente.
 -Cos'è? -Gli chiesi quando me la porse.
-Portala in camera e vatti a lavare le mani. Io intanto preparo la tavola - aggiunse poi prima  di entrare in casa facendomi l'occhiolino.
 Corsi su per le scale velocemente e piombai nella mia stanza richiudendomi la porta alle spalle.
 Appoggiai delicatamente la divisa sul letto e sfilai il rivestimento trasparente. Quindi iniziai ad osservarla:
 era composta da una maglietta bianca, con un fiocchetto blu vicino alla scollatura e una gonnellina verdognola.
 -Che schifo. - mormorai disgustata tra me e me.
 Eppure Mark sa bene quanto io detesti le gonne!
-Crystal vieni! - Urlò una voce interrompendo una mia ennesima smorfia e risvegliandomi dai miei pensieri.
 Corsi giù dalle scale e mi sedetti a tavola.
 -Cos'hai comprato di buono? - chiesi curiosa sottolineando il fatto che come cuoco facesse pena.
 -Il tuo piatto preferito.- rispose lui mettendomi davanti un vassoio.
 Dentro c'erano tre polpette di riso e un sushi.
 Mi si illuminarono gli occhi e senza grossi convenevoli iniziai a mangiare con voracità.
 -Buonissimo! Ora mi dici che cos'è quel completo? E perché c'è la gonna? -domandai stando attenta a  inserire una nota di disgusto nella voce mentre addentavo un pezzo di cibo.
-È la divisa della tua nuova scuola: la Raimon -.
-La stessa scuola che ha frequentato Eric? - chiesi sospettosa.
 Il castano annuì e aggiunse: -E una delle più rinomate in fatto di calcio della nazione oltre ad aver battuto gli alieni! -.
Sperando che mio fratello non fosse diventato un nerd fissato con la fantascienza borbottai: -Se lo dici tu...-.


ANGOLO AUTRICI 
Sia venerato tu o lettore che se arrivato sino a qui.
Mika: (Entra) Ale, ma che stai combinando.
Ale: Ops...(Ad una velocità sorprendente butta fuori dalla finestra candele e si lava via i tatuaggi da cerimonia) Ciao Mika...
Mika: Così va meglio.
Comunque, bene...ok...emh...
Mika: Eddai di qualcosa.
Ale: Io? Perchè non dici tu qualcosa che fai tanto la sapientona eh?
Mika: Bene, gentile lettore. Speriamo che tu abbia apprezzato il nostro stile di scrittura e speriamo vivamente che lascerai un commentino. Anche piccolino.
In fede. Mikashi.
Che ne pensi?
Ale: Sapientona....
Mika: Si si. Ora vi salutiamo. Alla prossima
!

Ale e Mika
  
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