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Autore: emanuela89    30/10/2013    1 recensioni
Il vampiro che credeva di non meritare l'amore.
La ragazza che si era rassegnata a stare da sola.
Il destino li ha fatti scontrare.
L'amore li ha legati insieme per sempre.
La storia è ambientata dopo che Elena ha scelto Stefan e Damon ha deciso di andarsene. Dopo 20 anni il suo mondo viene travolto e forse anche lui avrà un lieto fine.
Ho iniziato a scrivere questa storia poiché spronata da una ragazza meravigliosa, di Facebook, qui si chiama sweet fairy (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=169352) eccola =D
Spero vi piaccia..
Un Bacio
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Damon and Alex'
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CAPITOLO 17

 

I RICORDI TI SPACCANO SIA IL CERVELLO CHE L'ANIMA

 

Alex si svegliò ancora stretta tra le braccia del moro, sembrava sereno. Aveva le labbra socchiuse, le ciglia aperte a ventaglio sulle guance e il volto rilassato, ma lei sapeva che non sarebbe durato, appena si sveglierà, ricomincerà a preoccuparsi e a pensare di non meritare l'amore di nessuno, e questo, lei, non poteva sopportarlo. Ieri il suo capo le aveva detto di prendersi una settimana di ferie, lei aveva rifiutato perché credeva di non averne bisogno, ma ora aveva cambiato idea, ora aveva bisogno di stare con Damon. Prese il telefono dal comodino alla sua destra, facendo attenzione a non svegliare il ragazzo, e comunicò al suo capo che accettava la settimana, dicendogli che aveva già sistemato tutte le carte nel suo ufficio, lui le disse di non preoccuparsi che se la sarebbero cavata.

Dopo aver rimesso a posto il telefono decise di svegliare il moro, iniziando a giocare con i suoi capelli, fino a che non lo sentì parlare con la voce roca e assonnata.

“Buongiorno” fece il moro, con la voce ancora impastata dal sonno.

La mora rispose continuando a giocare con i capelli del vampiro.

“Buongiorno. Credevo che i vampiri non dormissero!”

Lui le rispose facendo una smorfia. “Tesoro, qui siamo nel mondo reale, non in un libro” e poi le fece una linguaccia.

Lei in risposta gli tirò leggermente i capelli costringendolo ad aprire gli occhi. Si sorrisero per poi alzarsi ed iniziare la giornata.

Dopo essersi vestiti si sedettero in cucina per fare colazione e parlare.

“Damon l'avresti uccisa quella ragazza?” chiese Alex andando subito al sodo.

“No, avrei bevuto un po', poi le avrei cancellato la memoria e l'avrei lasciata andare.” rispose calmo il vampiro puntando il suo sguardo negli occhi della ragazza.

“Quanti anni hai?” continuò lei.

“178, avevo 21 anni quando sono diventato un vampiro.”

“Hai ucciso tante persone?”

“Si”

“Cosa ti ha portato a Torino?”

“Una delusione in amore.”

“Raccontamelo dall'inizio Damon, tanto abbiamo tutto il giorno, mi sono presa una settimana di ferie, voglio conoscerti meglio e se vuoi puoi conoscermi anche tu.”

Damon strinse la tazza del suo caffè, non si aspettava quelle parole, lei voleva che si conoscessero, e lui voleva mostrarsi per quello che era, un ragazzo che non voleva più soffrire per amore.

“Va bene Alex, vuoi che comincio dalla mia vita da umano o da quella di vampiro?”

“Dal tuo primo ricordo fino ad ora, voglio sapere tutto quello che vorrai dirmi”

Damon prese un respiro profondo, guardando il liquido scuro nella tazza poi dopo un lungo sospiro cominciò a raccontare.

“Sono nato a Mystic Falls, un piccolo paese della Virginia, il 26 maggio del 1843, mio padre si chiamava Giuseppe Salvatore e si era trasferito lì quando era poco più di un ragazzo, insieme ai suoi genitori, dall'Italia, fecero fortuna, diventando subito ricchi grazie all'allevamento dei cavalli e alle piantagioni di cotone, frutta e caffè. All'epoca il posto in cui vivevano non aveva un nome, quindi insieme ad altri uomini facoltosi della zona decisero di fondare una città e le dettero il nome 'Mystic Falls', dove mio padre si costruì una grande villa. Dopo un paio d'anni conobbe una donna di nome Sarah Haven, mia madre, se ne innamorò e la sposo nel giro di due mesi, poi nacqui io. Mio padre non era molto presente, lavorava molto per poter mantenere la sua famiglia, solo la Domenica passava un po' di tempo con me, ma dopotutto mi voleva bene ed amava mia madre alla follia, lei riusciva a capirlo e a calmarlo, era lei la colonna portante della nostra famiglia. Lei si prendeva cura di me, di mio padre e della casa, non aveva un esercito di cameriere come tutte le donne agiate dell'epoca, lei amava fare ogni tipo di lavoro in casa, ma soprattutto amava cucinare, ed aveva una cucina molto grande, ed era uguale alla tua, stessa penisola in marmo, stesse decorazioni floreali, stessi colori e proprio come te l'aveva disegnata lei, costringendo mio padre a buttare via quella che aveva scelto lui. Mia madre era una donna dolce, gentile, sincera, cocciuta e forte. Quando avevo 7 anni rimase incinta di mio fratello Stefan, poco dopo la nascita del mio fratellino, lei iniziò a sentirsi male.”

Il vampiro fece un altro lungo respiro, ricordare quei momenti gli facevano male, ma doveva esporsi con Alex proprio come lei l’avrebbe fatto con lui, dopotutto è stata l’unica ad accettarlo per quello che era.

Damon guardò intensamente Alex e continuò: “Morì quando io avevo 10 anni e Stefan, 2 anni e mezzo. Mio padre si chiuse nel suo dolore, iniziando a lavorare giorno e notte, trascurando così sia me che mio fratello. All'inizio pensavo fosse colpa di Stefan se mia madre era morta, poi un giorno la balia di mio fratello mi spiegò che lei era già malata da anni ed in teoria non avrebbe potuto avere figli, ma prima nacqui io poi mio fratello e per lei eravamo dei miracoli, quindi ci aveva amati da subito. Ma i miracoli hanno un prezzo e ad ogni gravidanza lei rimaneva più debole, finendo così allo stremo delle forze dopo la nascita del mio fratellino. Da quel giorno io iniziai a fare il fratello maggiore, anche perchè sapevo che mia madre avrebbe voluto così… Crescendo io divenni un ragazzo ribelle, non volevo andare all'università ne tanto meno finire coinvolto in un matrimonio di convenienza, voluto da mio padre, così diventai la pecora nera della famiglia e decisi di arruolarmi nell'esercito per la protezione del Sud. Mio fratello Stefan, invece, era tutto quello che mio padre voleva in un figlio, era ubbidiente, gentile e facile da comandare cosa che a mio padre riusciva piuttosto bene. Nel marzo del 1864 decisi di fare ritorno a casa, per un congedo, ritrovando mio fratello pronto per un matrimonio combinato e mio padre che si portava a letto svariate cameriere. A tutto questo trovai però, una gradita sorpresa, la signorina Katherina Pierce. Mio padre l'aveva ospitata in casa, poiché orfana di genitori, i quali erano nostri amici da anni. Lei fu la nostra rovina. Era una vampira, e sia io che mio fratello c'è ne innamorammo perdutamente. Ci teneva in pugno entrambi, io bevevo il suo sangue ogni giorno per poter diventare come lei e non doverla più lasciare, e lei soggiogava mio fratello in modo che lo bevesse anche lui. Alla fine una sera di inizio aprile io e Stefan ci sfidammo a duello per poter avere il privilegio di invitare Katherina al ballo dei fondatori della città, ci uccidemmo a vicenda, ma entrambi avevamo sangue di vampiro in circolo, quindi ci risvegliammo in fase di transizione e di Katherina non vi era più traccia. Io volevo lasciarmi morire, ma mio fratello non era della stessa idea, prima uccise nostro padre, completando la sua trasformazione in vampiro bevendone il sangue poi mi costrinse a bere il sangue di una ragazza della nostra città, perché voleva che stessimo uniti per sempre.” Il vampiro strinse la tazza ancora di più, era incazzato, triste…tutte emozioni che da tempo ormai non provava più ma che solo nei ricordi le ritrovava…

Guardò nuovamente Alex e con occhi ricolmi di rabbia continuò:

“Io ero incazzato con lui, per avermi costretto a diventare un mostro, e lo ero anche con Katherina per essere sparita nel nulla, solo quando la sua amica strega ci consegnò i nostri anelli per poter camminare alla luce del sole venni a sapere che avevano scoperto la sua vera natura ed era stata costretta a fuggire per non essere uccisa dai fondatori di Mystic Falls, così, lasciai solo mio fratello con la promessa che gli avrei reso la vita un inferno.

In quegli anni ho viaggiato parecchio, tenendo d'occhio Stefan che aveva passato varie fasi tra cui quello dello squartatore di Monterey poi accantonata grazie ad una sua amica di nome Lexy che lo costrinse a rigare dritto. Lui però è all’oscuro di tutto questo, perché ho sempre preferito essere solo un’ombra , fino ad una ventina di anni fa, quando decisi di ritornare nella mia vecchia casa, a Mystic Falls. Proprio lì ho incontrato una ragazza, che era la copia umana di Katherina. Si chiama Elena ed è una discendente di Kath. Naturalmente il mio fratellino non se l'era lasciata scappare e facevano coppia già da un po' quando arrivai io. Per farla breve mi sono innamorato di lei per il suo carattere forte e gentile, e per il suo donare amore anche quando non era meritato. Dopo 2 anni mio fratello ritorna al suo periodo buio, per così dire, per colpa di un vampiro originale di nome Klaus, quindi ho avuto la mia occasione con Elena, e c'ero quasi riuscito, ma il mio fratellino è tornato, e lei si è sentita chiusa in due fuochi, fino a che a causa di un incidente, in cui lei morì mentre aveva sangue di vampiro in circolo, si trasformò in vampira e scelse di passare la sua vita con Stefan… Così eccomi qui…ho deciso di andarmene per sempre da quel posto, avevo sofferto abbastanza, scappai la sera stessa della sua decisione, da allora sono trascorsi vent'anni. Sono ritornato ad essere una creatura notturna, mi ubriacavo tutte le sere per non pensare ed alla fine mi ritrovavo sempre in un letto diverso ogni sera. Fino a che non sei arrivata tu. Hai visto quello che cercavo di nascondere dentro il mio cuore, come se fosse scritto a caratteri cubitali sul mio viso, sei riuscita a capirmi e sei rimasta per me, nessuno lo aveva mai fatto.” Il moro fece spallucce come per “scusarsi” di qualcosa…ma in quel momento Alex non voleva scuse, voleva solo capire come era possibile rinunciare ad una persona come Damon, un vampiro così bello e buono…avrà fatto cose orribili, ma Alex riusciva solo a vedere quello che lui aveva fatto per lei.

 

La mora non disse nulla, guardò il ragazzo stringere sempre più forte la tazza del caffè, con gli occhi rivolti al suo interno, come se al suo interno fosse rinchiuso tutto il suo dolore e stritolarla significasse eliminare tutte le sue pene dalla sua vita, avrebbe voluto fiondarsi dall'altro lato del tavolo ed abbracciarlo ma non lo fece, appoggiò le sue mani su quelle del vampiro, fino a coprirle, iniziando a massaggiarle con dei piccoli movimenti circolari del pollice, e quando vide il volto e le mani del moro rilassarsi leggermente iniziò a parlare...

“Hai amato, ed hai sofferto, so quanto può essere stancante e demoralizzante. La mia vita è stata dura, non come la tua, ma in certi versi il dolore che ci ha consumati fino ad ora ci ha fatti incontrare. La mia esistenza era piatta ed incolore, non ho mai vissuto veramente fino a che non ho incontrato te. Inizio col dirti che la mia 'vita' equivale ad un sedicesimo della tua...”

Damon alzò gli occhi verso la ragazza che alla fine della sua triste vita era ancora seduta di fronte a lui, gli massaggiava leggermente le mani ed era riuscita a farlo sorridere ed a tranquillizzarlo con delle semplici parole, ed ora con lo sguardo basso si apprestava ad aprire a lui il suo cuore.


Angolino per me....mi dispiace per il ritardo....vi dico solo che è una settimana del cavolo...per motivi vari che presi singolarmente sono pesanti, e presi tutti insieme sono dei macigni che non puoi alzare neanche con l'aiuto delle persone che ti vogliono bene. Scusate.

  
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