Capitolo 14
Grifonverde e Serpedoro
Ufficio di Silente.
I presidi osservavano curiosi quell’orda di studenti
Materializzatisi all’improvviso nell’ufficio.
Erano tutti lì, Blaise, Draco, i Weasley, la
Spinnet, la Johnsonn, la Granger, Flitt, la Delacour, Baston, la Lovegood e
Paciock, e… beh… Potter, tutti con la confusione più assoluta dipinta sul
volto.
L’unico tranquillo era Silente, che anzi, sorrideva
amabilmente nella direzione dei ragazzi.
Prima accarezzò la sua fenice
assassina-di-poveri-basilischi-innocenti e poi si sedette dietro la sua
scrivania tra lo sgomento generale.
Perse un’altra manciata di secondi per osservare
bene le facce di ciascuno di quei ragazzi. Non sembrava intenzionato a voler
dare spiegazioni.
-
Ehm…
professore…? – provò Potter, mentre Silente metteva un pensiero nel Pensatoio.
-
Dimmi,
Harry. -.
-
Volevo
dire… insomma… non crede di doverci dare delle spiegazioni? –.
Silente sembrò accorgersi solo allora della folla di
ragazzi, studenti ed ex-student,i nel suo ufficio.
-
Sì,
suppongo. – ammise lui. – Bene, immagino che vogliate sapere come mai adesso
siamo qui. -.
Tutti annuirono contemporaneamente.
-
Molto
bene. Sarò sintetico. La signorina Parkinson, come molti di voi avranno notato
ha stabilito le regole del gioco. – fece una pausa ad effetto. – Le prove del
gioco non sono mai casuali. Mai. Lei ha creato il gioco e sapeva che al suo
turno, signor Baston, lei sarebbe capitato sulla casella del Quidditch. -.
-
Ma…
- Flitt si sentì messo davanti.
-
Sarebbe
capitato anche lei su quella casella, signor Flitt. – aggiunse Silente. – Pansy
non poteva sapere chi il gioco avrebbe
chiamato per primo tra lei e il signor Baston. Ad ogni modo ha creato una nuova
regola: il boccino si sarebbe trasformato in una Passaporta per Hogwarts al
tocco del signor Malfoy, o a quello tuo, Harry. -.
L’unico rumore era quello del silenzio in tutta la
stanza. - Pansy era sicura che avreste avuto 2 possibilità: sia Baston sia
Flitt sarebbero capitati sulla casella del Quidditch. E sapeva che come
Cercatori avreste scelto o Draco o Harry. Sperava che almeno uno dei due, in
una delle due partite, riuscisse a prendere il boccino. -.
E così quella era stata la mossa di Pansy. Il piano
di Pansy fin dall’inizio per permettere a tutti di tornare indietro.
-
Ma
il mondo magico… - provò ad obbiettare Arlecchino Weasley.
-
Signor
Weasley, crede davvero che la signorina Parkinson avrebbe lasciato che il
destino del mondo magico si giocasse in questo modo? -.
Tutti si guardarono, ammirando dentro di loro la
furbizia di quella ragazza che era riuscita ad ingannare tutti, Lord Voldemort
compreso. E quella ragazza in quel momento non era lì con loro. Quella ragazza
non c’era.
-
Dov’è
Pansy? – domandò Blaise.
Tutti abbassarono la testa.
-
DOV’E’
PANSY? – urlò.
Zabini che perdeva la calma, una cosa più unica che
rara. Draco gli appoggiò la mano sulla spalla.
-
Mi
dispiace Blaise. -.
Zabini li guardò tutti con nello sguardo il
disgusto, la rabbia e il disprezzo allo stato puro. Sapeva che di lì a poco
avrebbe completamente perso il controllo. Se ne andò, sbattendo la porta,
cercando un posto dove nessuno lo avrebbe mai trovato.
Ma per noi l’interrogativo resta aperto, bambini.
Dov’era la Parkinson?
Pansy cadde a terra, sulla sabbia, e il gioco sparì.
I miei Mangiamorte non ebbero bisogno delle spiegazioni di un vecchio per
capire quello che era successo.
-
CRUCIO!
– la voce di Bellatrix echeggiò per tutta l’isola, seguita dalle urla della
ragazza. – Ci hai traditi, infame! CRUCIOCRUCIOCRUCIO! -.
Quella volta Pansy non reagì neppure. Aveva perso
tutte le forze per reagire. Ormai aveva messo tutti al sicuro, creando quella
Passaporta, e il gioco l’aveva stremata. Non piangeva. Non reagiva. Non urlava.
Era come se fosse morta… morta?!?
-
Basta
così, Trix! – la fermò Narcissa.
Lei si voltò verso di lei, con gli occhi che la
stavano sbeffeggiando. – Che c’è, sorellina? Questa non è il tuo Dracuccio. -.
-
Ascoltala,
Bella. – intervenni.
-
Ma
mio Signore… - questa volta appariva risentita.
Lucius Malfoy con passo cadenzato e veloce si
avvicinò a Pansy, che non osava neppure pensare a quello che Lucius stava per
farle… beh, anche se ci avesse pensato, mai e poi mai avrebbe indovinato quello
che in realtà fece: la prese in braccio, sollevandola da terra.
-
Andiamo,
Narcissa. – disse solamente rivolgendosi alla moglie, per poi rientrare nella
loro tenda, lasciandoci tutti sgomenti.
Anche se devo dire che Bellatrix più che sgomenta
sembrava offesa. – E tu non fai… - cominciò a protestare… ne avevo abbastanza
di lei che contestava sempre le mie decisioni.
-
…
Bellatrix. – la zittii – Ma tu non stai mai zitta? -.
-
Ma…
ma… - era senza parole.
-
Non
mi risulta, Bella, che ci sia una Signora Oscura. Io sono rimasto alla presenza
del Signore Oscuro. E il Signore Oscuro sono io. Quindi comando io! Sgomberate il
campo! E occupatevi di Mootai, che ci ha fatto perdere. -.
La mollai lì in quel modo, ed entrai nella tenda di
Lucius e Narcissa.
Erano seduti tutti e due intorno al letto su cui era
sdraiata Pansy.
-
Ha
preso in giro il Signore Oscuro. – ricordai loro.
-
Lo
sappiamo. – replicò Narcissa. – Ma ha salvato il nostro matrimonio. Il minimo
che possiamo fare adesso è ricambiare. Un Malfoy è sempre di parola. – e così
la dolce Cissy si sentiva di nuovo una Malfoy…
-
E
la parola che avete dato a me? … Lucius? – mi appellai a lui e al suo buon
senso.
Lucius sembrò vagamente indeciso. Alla fine parlò,
in tono pacato, quasi stanco, col suo ghigno tirato sulla faccia. – Io dico che
è un peccato sciupare sangue puro appartenente ad una Purosangue così
intelligente. E come si dice… se non puoi batterla… -.
Incrinai la bocca in quello che si poteva spacciare
per un sorriso. Era sempre stato bravo Lucius a trovare scuse e scorciatoie.
-
Riportatela
a Hogwarts non appena torneremo in Inghilterra. – conclusi. – Ma prima… - mi
avvicinai a Pansy.
Potevo fare altrimenti? Aveva ragione Lucius: se non
potevo batterla dovevo unirmi a lei. Era furba. Spietata. Intelligente. Ma
soprattutto diabolica. Una Mangiamorte insomma.
E il Marchio Nero da quel giorno spiccò sul suo
braccio.
Silente stava ancora fissando la porta che Blaise
aveva sbattuto.
-
Bene.
– concluse. – Desidero che adesso tutti voi usciate, e torniate nei vostri
dormitori. Chi non è più in questa scuola può benissimo restare a pranzo e a
cena da noi se lo desidera. -.
Annuirono e tutti uscirono. – Eccetto lei,
signorina Granger. Desidero parlare con lei. E se tra mezz’ora, signor Malfoy,
vuol farmi la cortesia di tornare nel mio ufficio sarebbe molto gentile. -.
Tutti uscirono.
La Mezzosangue rimase.
-
Si
sieda, signorina Granger. – la invitò Silente.
Lei accettò il suo invito e lui proseguì. – Qualcosa
nella sua prova l’ha turbata, vero? -.
-
Sì,
signore. -.
-
Che
cosa di preciso? -.
Prese fiato. Era lungo e complicato da spiegare. –
Lei prima ha detto che le prova del gioco non sono casuali. L’ho pensato
anch’io quando stavo giocando. – fece una pausa. – Io credo che passare quei giorni
con Draco mi abbia cambiata. Forse più di quello che anch’io penso. È
cominciato tutto da quando ho… - doveva riuscire ad ammetterlo a se stessa
prima che dirlo a Silente… prima di notte, magari, Mezzosangue... – … quando ho
lanciato la Maledizione Imperius. Mai e poi mai avrei lanciato una Maledizione
Senza Perdono prima. E la cosa brutta è che… che… -.
-
Che
non si è pentita, signorina Granger. – concluse Silente per lei.
Ovvio che non si è pentita! Non ci si può pentire
delle Maledizioni, semplicemente per il fatto che siccome sono Senza Perdono
prima di commetterle bisogna pensarci bene… e se ci si pensa bene saremo sempre
convinti di avere fatto bene… o almeno IO sono sempre convinto di aver fatto
bene!
E la Granger proseguì. – Poi nel gioco. Il mio animo
da Grifone si è separato dal mio corpo… e mi ha uccisa. Mi sono salvata
solamente perché ho agito d’istinto. Cioè… ho riflettuto certo, altrimenti non
sarei mai arrivata a capire come rompere gli specchi. Però… la mia essenza
Grifondoro mi ha uccisa. – fece un’altra pausa. – Quando ero nella foresta,
prima che quella squinternata di Bellatrix intervenisse, Voldemort mi aveva
fatto una domanda. Mi aveva chiesto di unirmi a lui. – fece un’altra pausa. –
Io non gli ho risposto. – concluse.
Silente la guardò, ma nei suoi occhi non c’era
accusa, non c’era rimprovero. C’era comprensione. – E adesso lei saprebbe
rispondere a quella domanda, signorina Granger? -.
Hermione scosse la testa. – Non dopo il gioco.
Professore sono Grifondoro o Serpeverde? Non lo so più. – sospirò. – Professore
io continuerò a stare dalla parte di Harry. Perché è un mio amico… ma io e
Voldemort… -.
-
…
siete simili. – confermò Silente. – Tuttavia non siete la stessa persona, ed
essere Serpeverde non significa essere Tom Riddle, come essere Grifondoro non
significa essere Harry Potter. -.
Lei annuì, abbassando lo sguardo. Quel dubbio la
rodeva dentro.
-
E
di Mootai che mi dice? -.
-
Mootai.
– sorrise lei. – Mi ha tradita. Mi ero presa una cotta, da stupida che sono.
Forse l’ho fatto solamente per non voler riconoscere di amare Draco Malfoy. Per
non riconoscere di essere simile a lui. Invece è stato proprio Mootai che mi ha
portato sulla strada della Maledizione. Quel giorno per me è cambiato tutto. -.
Silente annuì nuovamente. Mi sembrava ovvio che non
volesse dare la risposta alla Mezzosangue. Doveva arrivarci da sola.
-
Può
andare. – le disse solamente.
La Granger si alzò, e uscì.
Mentre Hermione e Silente parlavano, Draco era corso
alla torre di Astronomia, sicuro di trovarci Blaise.
-
Che
vuoi? – Blaise stava guardando fuori.
-
Blaise…
-.
Ma lui scosse la testa, non degnandolo nemmeno di
un’occhiata. - È stata colpa tua Dray. – gli disse, mantenendo la calma. – Se
tu non ti fossi innamorato della Granger tutto questo non sarebbe successo. Non
ci saremmo ribellati al Signore Oscuro, tu e i tuoi genitori sareste ancora una
famiglia, Pansy non avrebbe avuto il cuore spezzato. -.
-
Sei
ingiusto Blay. Sai perfettamente che sarebbe accaduto lo stesso. Che ci sarebbe
stato uno scontro. E che Pansy probabilmente sarebbe morta. -.
-
E
adesso che mi dici? – si voltò finalmente verso di lui. – Credi che sia viva?
-.
Draco si fermò a pensare. – Sì. – rispose infine. –
Sono sicuro che sia viva. -.
Blaise tornò a guardare fuori. – Spero che sia così.
-.
-
Mi
dispiace davvero. Lo sai. -.
-
Lo
so. – assicurò quello. – Scusami. Non volevo darti la colpa. -.
In realtà era fermamente convinto di quello che
aveva detto, ma non voleva perdere anche l’amicizia di Draco. – Inoltre sei
cambiato in questi giorni Dray. Se in meglio o in peggio ancora non so. -.
-
Nemmeno
io. – ammise lui. – Infatti andrò a parlarne con Silente. -.
-
Fai
bene. -.
E con quello Draco capì che la conversazione era
chiusa. Che Zabini voleva essere lasciato solo. Ed esaudì la richiesta
dell’amico.
Trovò che Silente lo aspettava. Hermione era
sparita. Ma forse era meglio così. Silente lo invitò ad accomodarsi e Draco si
sedette.
Silente aspettava. Era Malfoy che doveva cominciare
a parlare. Dopo 5 minuti di silenzio assoluto fu chiaro anche a Draco che
doveva essere lui a cominciare… sveglio il ragazzo, non c’è che dire…
-
Ho
parlato con Blaise. – esordì. – Ha detto che sono cambiato in questi giorni. Se
in meglio o in peggio ancora non sa. – fece una pausa. – E gli ho risposto che
nemmeno io lo so. Io non lo so. Fino a pochi giorni fa ero Draco Malfoy, il
principe delle Serpi, il ragazzo più bello e ammirato della scuola (nota di
Nonno: e ancora una volta Draco Malfoy fa sfoggio della sua innata modestia..),
di nobile famiglia Purosangue. E adesso chi sono, professore? -.
Silente non rispose, perché Draco non aveva ancora
finito. - È colpa della Mezzosangue! Avrei dovuto lasciarla precipitare
sull’isola, lasciarla alla mercé delle pantere, e invece che ho fatto? L’eroe!
A volte è stressante essere eroi… -.
… anche a distanza di anni non posso ancora credere
che abbia detto a Silente una cosa del genere. E che Silente non abbia
sottolineato l’ego smisurato di quel ragazzo… e poi a me si fanno tante storie
se mi definisco l’Alto Bellissimo Magnifico Sua Intelligenza Suprema il Signore
Oscuro Lord Voldemort…
-
E
poi le mie due coscienze. Non sapevo neppure di averle! -.
-
Coscienze
hai detto? – Silente si fece più interessato.
-
Sì.
– confermò Draco. – Sa quei due esseri a forma di diavolo e angelo che si
trovano sulle nostre spalle quando meno le vorremmo? Ecco, quelle. -.
Silente sembrò farsi più interessato e attento al
discorso di Draco. – Durante la partita mi sono reso conto che sono loro due a
controllarmi senza che io me ne renda conto. Probabilmente anche quello che sto
dicendo adesso è solamente un discorso che DD sta dettando nella mia testa. -.
-
DD?
-.
-
DracoDiavolo.
È così che l’ho chiamato. -.
-
Capisco.
-.
-
E
anche durante la prima prova del gioco. Sempre DD mi ha detto che dovrei essere
meno Serpe ogni tanto e più Grifone… - sbuffò. – E io non so più se sono Serpe
o Grifone… quella Mezzosangue mi ha fatto sentire così… così… lontano da
Serpeverde… -.
Silente approfittò della pausa. – O forse vicino più
che mai. -.
-
Che
cosa intende? -.
-
In
realtà io credo che DD non fosse altro che il suo spirito Serpeverde, e
l’angelo il suo spirito Grifondoro. -.
-
Ma
è stato DD a spingermi ad essere più Grifone… -.
-
E
lei come ha reagito? -.
-
Ehm…
- arrossì. – Mi sono arrabbiato. E alla fine ho dovuto lo stesso affrontare il
Gladiatore. -.
Il vecchio preside sorrise… che aveva da sorridere?
Un suo studente aveva una crisi esistenziale e lui sorrideva!
–
DD
lo sapeva che avresti reagito così. Hai reagito come un Serpeverde avrebbe
reagito. -.
Draco si fermò a pensare a quelle parole, e non
poté contraddirle. Silente aveva ragione. AD era quello che lo aveva spinto
verso l’amore per la Mezzosangue. Il suo lato Grifondoro. DD invece lo aveva
sempre spinto ad agire come un Serpeverde: anche durante il corpo a corpo e la
partita. Durante la partita soprattutto: DD credeva che se lui avesse preso il
boccino lei lo avrebbe amato perché lo avrebbe visto nuovamente come l’eroe
della situazione. Era un ragionamento Serpeverde. Ecco perché Hermione non
riusciva a capire quell’attaccamento al Boccino... invece lo aveva previsto
Pansy, aveva previsto questo ragionamento della mentalità Serpeverde. Quanto a Mootai, lui voleva il Boccino
solamente per Lord Voldemort, e per la Mezzosangue per farle vedere quanto
valeva, non perché la voleva. Era un ragionamento di fondo diverso.
DD e AD riuscivano a controllarlo perché erano
lui nelle sue due essenze principali. Si chiese che confusione quelli che
dentro di loro avevano un po’ tutte e quattro le Case… 4 coscienze sarebbero
state dure da sostenere.
-
Professore, ma questo significherebbe che dentro
di me sono sia Grifondoro sia Serpeverde. Non risolve il mio dubbio. Chi sono
io? -.
-
Non penso di poterti dare una risposta. Solo tu
puoi saperlo. -.
Draco si alzò. – E le mie coscienze? -.
Silente sospirò. – Vedi Draco, io credo che la Signorina
Parkinson abbia voluto aiutare te e la signoria Granger con quelle prove. Anche
lei ha i suoi stessi dubbi al momento. -.
-
Pansy l’ha fatto apposta? -.
-
Sì. Sono convinto di sì. Voleva che capiste chi
eravate davvero. Per capire se eravate davvero uniti. Quanto alle coscienze,
anche loro sono entrate in confusione. Volevano che tu inquadrassi la
problematica. Una di loro sparirà non appena capirai chi sei, e l’altra sarai
tu stesso. -.
Draco annuì. Erano gravi parole quelle di
Silente.
Uscì dal suo ufficio, e appoggiata al muro trovò
la Mezzosangue.
-
Granger! -.
-
Malfoy! -.
Dopo questo
freddo inizio si dissero quello che avevano scoperto, andando fino al Lago
Nero.
-
Che ne dici? – domandò Hermione.
-
Penso che dovremo riflettere molto bene su
quello che ci è successo. – rispose Draco.
-
E su di noi? -.
Draco scosse la testa. – Credo che sia meglio se
non ci vediamo per un po’… -.
La Mezzosangue annuì. Era quello che pensava
anche lei. Tuttavia non poté trattenere le lacrime e corse via, piangendo,
lasciando lui lì, da solo, sulla riva del Lago Nero.
La Granger smise presto di piangere, perché
doveva capire chi era. Per la prima volta quel rosso e oro nella sua stanza
sembrava soffocarla. Non era a casa sua lì.
Quella notte non riuscì a prendere sonno. Si
rigirava tra le coperte e la sua mente pensava solamente a Draco… Velocemente
si infilò la camicia da notte blu con le stelle argentate, le pantofole con
l’orsacchiotto e silenziosamente scese in Sala Comune. Nessuno. Bene. Il piano
procedeva alla grande. Uscì dalla Sala Comune di Grifondoro, diretta verso
quella di Serpeverde. Raggiunse i sotterranei, sperando di non essere beccata da
nessuno. Arrivò alla Sala Comune dei Serpeverde. Adesso le mancava solamente la
parola d’ordine.
-
Ehm… avada kedavra? – provò, poco convinta.
La parete non sì aprì. – Allora… viva il Signore
Oscuro? -.
Nemmeno… però ora che ci penso avrebbe potuto
essere una grande parola d’ordine!!!
-
Il fine giustifica i mezzi? Crucio? Riso
soffiato? -.
La porta si aprì. Non so dirvi se si fosse
aperta perché la parola d’ordine era realmente “Riso soffiato” (e ne dubito),
oppure perché qualcuno l’aveva aperta dall’interno. Quel qualcuno era biondo, e
stava ghignando verso la Mezzosangue.
-
Come mai qui, Granger? – le domandò.
-
Io non… -.
-
… riuscivo a dormire… - continuò lui.
-
… senza di te. – finì lei. – Draco… io credo di
aver capito chi siamo alla fine. Forse siamo Grifonverde… -.
-
… e Serpedoro. – concluse lui. Ci aveva pensato.
-
Possiamo essere tutte e due le cose
contemporaneamente, no? Grifondoro e Serpeverde, insieme. -.
Draco scosse la testa e le mise le spalle al
muro.
-
Non so se possiamo esserlo, Grifonverde. – le
rispose. – Ma possiamo provarci. -.
Si avvicinò a lei sempre di più, sempre di più,
sempre di più, fino ad arrivare con labbra quasi su quelle di lei, e poi… e poi…
e poi scusate, tra parentesi, nessuno vi ha insegnato che non è bello
impicciarsi dei fatti privati altrui???
Eccco finito!!! Questo capitolo con molta poca
azione (sniff…) e molte spiegazioni, che erano doverose. A questo proposito non
pensate che abbia intenzione di mollare la ff in questo modo. Infatti è in
cantiere un epilogo… ovviamente se avere domande da fare questo è il
momento giusto, perché le risposte verranno integrate direttamente nell’epilogo.
Passiamo adesso ai ringraziamenti per tutte voi
meraviglie che recensite questa ff che ormai sta per finire…
–
Diddola: davvero ti ritrovi anche tu con
un DD e un AD??? WOW!!! *__* Grazie 1000 per la recensione. Spero che ti sia
piaciuto anche questo capitolo. Bacio!!!
–
IaiaMalfoy_4ever:
grazieeee!!! Ho aggiornato il prima possibile (e il
prima possibile mi rimetterò in pari con la tua storia L)…
spero che queste spiegazioni ti abbiano soddisfatta, e che il capitolo ti sia
piaciuto!!! Bacio!!!
–
DamaArwen88: come vedi mia cara Dama, mi
hai convinta: questa storia avrà un epilogo. Grazie mille per la recensione, e
spero che tu abbia gradito anche questo capitolo!!! Bacio!!!
–
Zukkyna: grazieeee 1000!!! Sono contenta
che ti sia piaciuta la mia ff… nemmeno io ero una fan delle Draco-Hermione… ma
alla fine mi sono piaciute talmente tanto da decidere di scriverne una… spero
di aver risposto a tutte le tue domande… in caso contrario segnalamele. Spero
in ogni caso che ti piaccia questo capitolo. Bacio!!!
–
Myki: dalla pubblicità dei Ringo in
realtà… eheh… Do
you Ringo? Ok... basta. Sono contenta che ti sia piaciuto lo
scorso capitolo e spero che apprezzerai anche questo, dove ho risposto alle tue
domande… Bacio Marty!!!
–
Mary0094: Voldemort non è antipatico... e
solamente incompreso… xD. Scherzo, ovviamente. Grazie per la recensione, mi ha
fatto piacere! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo! Bacio!!!
–
Tigerlily: perdono? Tu chiedi a me
perdono? Dopo quello che hai fatto domenica per me altro che perdono, una
statua ti concedo!!! Beh…
Lucius non è esattamente una cima… Sì, Bella è ovunque… è
il sostrato… però Voldemort batte anche quello. Io NON sono fissata con l’Impero
Romano!!! Grazie per la recensione, spero ti piaccia anche questo capitolo!!!
Bacio!!!
–
Luna91: grazie molte!!! Beh… il Quidditch
è uno sport che foga parecchio!! XD Ed è ovvio che per Serpeverde giocare
sporco dà più gusto!!! Spero ti sia piaciuto questo capitolo!!! Bacio!!!
Grazie anche a coloro che hanno aggiunto la mia
storia tra i preferiti!!!
Alla prossima,
@matrix@