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Autore: Amantide    30/10/2013    3 recensioni
Bill nomina Ron come suo testimone di nozze, ma prima del grande giorno questo combinerà un pasticcio che potrebbe rovinare il matrimonio del fratello. Ovviamente ci sarà sotto lo zampino dei gemelli Weasley che come sappiamo non sanno stare alla larga dai guai!
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill, Weasley, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Non accettare mai il ruolo di testimone
 

Il sole volgeva al tramonto colorando di un arancione intenso i campi di grano che circondavano la Tana rendendola ancora più caratteristica. In casa Weasley era tutto come al solito, compresi Harry e Hermione che ancora una volta avevano accettato di trascorrere parte della loro estate alla Tana.
Ron era in camera sua intento nell’ardua impresa di dare una parvenza di ordine alla sua stanza quando qualcuno bussò alla porta. “Avanti.” Esclamò estraendo un calzino bucato da sotto il letto. Suo fratello Bill entrò nella stanza richiudendosi la porta alle spalle.
“Ciao Bill!” Esclamò Ron abbracciando il maggiore dei suoi fratelli. “Quando sei arrivato?”
“Proprio adesso!” Disse dandogli una pacca sulle spalle. “Ho un annuncio importante da fare.”
“Sarebbe?” Ron era visibilmente incuriosito.
“Io e Fleur ci sposiamo! Settimana prossima… qui alla Tana. E…”
“E…” Disse Ron che era già abbastanza sconvolto dalla notizia.
“E volevo chiederti di farmi da testimone!” Concluse Bill raggiante.
“Wow!” Esclamò Ron. “Testimone di nozze! Ehm… ma cosa dovrei fare di preciso?!” Domandò Ron visibilmente confuso.
“Tranquillo! Niente di troppo difficile. Devi solo custodire le nostre fedi fino al momento in cui dovremo scambiarcele.” Spiegò Bill. “Sai… sei sempre stato il mio fratellino preferito.” Gli confessò mentre lo abbracciava. Ron rimase parecchio colpito da quell’affermazione, era la prima volta che qualcuno lo preferiva in qualcosa. Essere il sesto di sette figli non era mai stato facile. Molly stravedeva per Ginny e per Percy, prima che perdesse il lume della ragione. Suo padre adorava Bill, d’altronde era il suo primogenito, Charlie pur vivendo in Romania riusciva sempre a far parlare di sé, e Fred e George…. Beh, erano Fred e George cos’altro c’era da dire.
“Grazie Bill.” Disse Ron liberandosi dall’abbraccio.
“Di niente! E poi chissà che il ruolo di testimone non ti convinca a darti una mossa con Hermione!” Ron rimase un attimo interdetto, non era sicuro di aver capito bene.
“Che mi convinca a fare… cosa?!”
“Dai, non fare il finto tonto!”
“Io non faccio il finto tonto… non so di cosa parli!”
“Ron, perché non ammetti a te stesso che sono almeno tre anni che sei innamorato di lei?”
“Innamorato? Ma se sono stato anche con un’altra!” Disse Ron ricordando a malincuore i mesi in cui Lavanda non riusciva a stargli lontano.
“Senti Ron, non hai bisogno di negare l’evidenza con me… sono tuo fratello. E poi, se la cosa può darti coraggio, anche lei è cotta di te.” Il cuore di Ron mancò un battito, come poteva Bill sapere tutte queste cose di loro? “Si vede da come ti guarda.” Spiegò Bill come se avesse letto i suoi pensieri. Ron era talmente sorpreso che non riusciva a parlare, l’unica cosa che riusciva a fare era arrossire fino alla punta delle orecchie.
“Sai… che tu ci creda o no, quando ero uno studente me la cavavo piuttosto bene con le ragazze, quindi so riconoscere una ragazza innamorata quando la vedo. Non a caso sto per sposare una Veela.” Disse Bill facendo l’occhiolino.
“Beh, ora scendo a salutare gli altri. Questo è l’indirizzo del posto dove dovrai ritirare le fedi. A più tardi!” E dopo avergli passato una piccola pergamena arrotolata uscì dalla stanza.
 
I giorni seguenti furono un vero e proprio delirio. Molly era decisamente esaltata all’idea di organizzare il matrimonio e stava iniziando a dare i numeri. Aveva dato a Fred e George il compito di tirare a lucido il giardino ed erano tre giorni che i gemelli passavano più tempo tra gnomi e sterpaglie che in camera loro. Ginny e Hermione avevano comprato un libro sulle acconciature e passavano gran parte della loro giornata in camera di Ginny a sperimentarle per poi presentarsi ai pasti chiedendo il parere della famiglia. Ron era sicuro di aver visto anche Harry impelagato nei preparativi del matrimonio e tutte le sere lo trovava in camera sua alle prese con il nodo della cravatta. Erano tutti impazziti non c’era altro modo per descrivere la situazione, l’unico che riusciva ad estraniarsi da tutto questo era il signor Weasley, il quale era ben contento di dover andare a lavorare evitando così le paturnie della moglie che era in crisi per la scelta del colore delle tovaglie.
“Ronald Weasley, vieni subito qui!” Urlò sua madre dalla cucina dove confetti di ogni forma, colore e dimensione ricoprivano il tavolo di legno. “Devi aiutarmi con le bomboniere!”
“Le bombocosa?!” Rispose Ron affacciandosi dalla porta della cucina.
“Le bomboniere!” Ripeté Molly stizzita.
Ron guardò il tavolo della cucina dove scatole, confetti, tulle e nastrini di ogni lunghezza e colore creavano una confusione degna di camera sua.
“Non ci penso nemmeno!” Esclamò il giovane Weasley alla vista di tutte quelle cianfrusaglie. “Io… io devo andare a ritirare gli anelli!” Aggiunse quando vide sua madre mettere le mani sui fianchi con aria scocciata. Dopotutto era la verità, lui era il testimone e non aveva ancora avuto il tempo di andare a ritirare le fedi, così si allontanò dalla cucina e giunto in salotto si smaterializzò diretto a Diagon Alley.
 
Trovare quel negozio fu più facile del previsto e così Ron approfittò del tempo rimasto per concedersi un giro tra le vetrine. Rimase sorpreso nel vedere aperto il negozio dei suoi fratelli, evidentemente erano sfuggiti alla mamma con qualche scusa. Con questa convinzione entrò e subito identificò i fratelli dietro il bancone.
“Come avete fatto a sfuggire alla mamma!?” Domandò Ron ai gemelli.
“Beh, le abbiamo detto che oggi arrivava una consegna importante dai fornitori e che dovevamo assolutamente venire in negozio!” Spiegò Fred. “Se l’è bevuta, per fortuna!” Aggiunse George. “E tu fratellino?” Chiese Fred.
“Io dovevo ritirare gli anelli.” Disse Ron. “E la cosa più bella è che è la verità! Non ho dovuto mentire per scappare da quel covo di matti!”
“Beh, visto che siamo qua potremmo divertici un po’… non ci tengo a tornare a casa prima che faccia buio.” Propose George.
“Ci sto!” Esclamò Ron. “Dai, fatemi vedere le ultime novità!”
In compagnia di Fred e George il pomeriggio passò fin troppo velocemente, le loro invenzioni erano a dir poco strepitose, non c’era da stupirsi che il loro negozio andasse così bene.
“Mi sa che ci tocca tornare!” Annunciò mogio Fred verso le sette.
“Già!” Convennero gli altri due. Così si smaterializzarono ricomparendo in salotto dove vennero inebriati dal profumo della cena.
“A tavola!” Gridò Molly proprio in quel momento facendo comparire un ampio sorriso sulla faccia dei tre.
 
La mattina seguente stranamente Ron si svegliò presto e approfittò del fatto che la maggior parte degli abitanti della casa dormisse ancora per farsi una bella doccia senza dover fare la coda per avere accesso al bagno.
Chiuse la porta di camera sua facendo attenzione a non svegliare Harry e scese le scale di un piano dove superò silenziosamente la stanza delle ragazze e giunse finalmente alla porta del bagno. Una volta dentro aprì l’acqua della doccia e senza esitare ci entrò con un balzo.
Lasciò che le goccioline gli scivolassero addosso, e mentre sperava che l’acqua fredda lo svegliasse del tutto, la sensazione di aver dimenticato qualcosa iniziò a farsi strada nella sua mente. “Gli anelli!” Esclamò ad un certo punto rischiando di scivolare pericolosamente all’interno della doccia. Ripensò alla giornata precedente, ricordava perfettamente di averli ritirati al negozio ma non aveva la minima idea di dove potesse averli messi.
Uscì rapidamente dalla doccia pensando a cosa fare e mentre si legava un asciugamano in torno alla vita gli venne una sola idea. C’era solo una persona che avrebbe potuto aiutarlo a risolvere questo pasticcio senza spifferare l’accaduto a tutto il resto della casa: Hermione.
Uscì dal bagno e si avvicinò alla porta della camera di Ginny, doveva riuscire a svegliare Hermione senza che la sorella si accorgesse di nulla. Per sua fortuna Ginny aveva ereditato il sonno pesante che caratterizzava tutta la famiglia e con questa convinzione aprì la porta entrando nella camera in punta di piedi. Si avvicinò al letto di Hermione che dormiva avvolta in un sottile lenzuolo e si accucciò al suo fianco dove cominciò a sussurrare il suo nome per svegliarla.
Al terzo “Hermione” quella si svegliò e non appena vide il faccione di Ron così vicino al suo gli rifilò uno schiaffo per poi allontanarsi immediatamente da lui.
“Ma sei impazzito forse!” Disse stringendo a se il lenzuolo e accorgendosi solo in quel momento che Ron era mezzo nudo davanti a lei con i capelli bagnati e le goccioline che scendevano lungo il suo addome ben definito.
“Shhhh!” Disse lui girandosi a controllare che la sorella dormisse ancora mentre si massaggiava il punto in cui Hermione l’aveva colpito. “Ho bisogno di te!” Sussurrò lui fissandola. Hermione deglutì vistosamente, Ron che compariva in camera sua così conciato mentre dichiarava di aver bisogno di lei non se l’era immaginato neanche nei suoi sogni più audaci, eppure era proprio quello che stava succedendo.
“Ma cosa succede?” Domandò quando riuscì a riprendersi da quella visione.
“Ti spiego dopo, dai vestiti!” L’esortò Ron che continuava a controllare che la sorella non si svegliasse.
“Come faccio a vestirmi se non ti decidi ad uscire?!” Chiese lei seccata.
“Oh, si giusto… vado a vestirmi anch’io, ci vediamo giù tra cinque minuti.” Disse Ron che in preda al panico si era completamente scordato di essere mezzo nudo.
Una volta pronto scese veloce in cucina, dove Hermione lo stava aspettando.
“Ti decidi a spiegarmi cosa succede?!” Domandò lei impaziente.
“Ho combinato un pasticcio!”
“Sai che novità!” Commentò Hermione senza entusiasmo.
“No no, questa volta è proprio un casino.”
“Ronald Weasley cos’hai combinato?!” Ringhiò Hermione con un tono che a Ron ricordò tanto quello di sua madre.
“Io… io penso di aver perso… le fedi.” Disse lui con un filo di voce.
“Hai perso le fedi!?” Urlò Hermione che non riusciva a credere alle proprie orecchie.
“Shhhh, ti prego, ti sentiranno. Devi aiutarmi a trovarle!”
“Come faccio ad aiutarti a trovarle Ron!? Cosa ne so io di dove metti le tue cose!” Rispose lei seccata.
“Ti prego Hermione, se non dovessi trovarle ci saranno almeno cinque persone pronte ad ammazzarmi! Vuoi avermi sulla coscienza?” Disse Ron facendo gli occhi dolci ad Hermione che non poté fare a meno di perdersi nei suoi grandi occhi azzurri.
“E va bene!” Disse lei sconsolata incrociando le braccia mentre Ron pensava che forse Bill non aveva tutti i torti.
“Dunque, per prima cosa assicuriamoci che le fedi non siano in quella specie di discarica che chiami camera, o comunque in casa.”
“Ehi!” Protesto Ron ma Hermione lo fulminò con un’occhiata prima che lui potesse replicare.
Accio fedi” Pronunciò agitando la bacchetta ma non successe nulla. “Ok, non sono in casa. Sei sicuro di non averle dimenticate dal gioielliere?”
“Si si, sicurissimo! Quando sono andato in negozio da Fred e George ce le avevo!”
“Bene allora è proprio lì che ci conviene andare a cercarle. Andiamo!”
I due si smaterializzarono insieme direttamente davanti alle vetrine del negozio dei gemelli dove Hermione si aprì la porta pronunciando un semplice “Alhomora”.
Una volta dentro iniziarono a setacciare il negozio da cima a fondo controllando con attenzione tutti gli scaffali.
“Possibile che non ti ricordi dove puoi averli messi!?” Gridò Hermione dopo una buona mezz’ora di ricerche.
“Miseriaccia Hermione, ti giuro che non mi ricordo!” Rispose lui dal retrobottega.
Dopo altre due ore di ricerca, in cui Hermione non mancò di maledirlo in tutte le lingue minacciando di schiantarlo almeno una decina di volte, qualcosa attirò l’attenzione di Ron. Un piccolo scrigno di velluto rosso era finito in mezzo alla polvere buiopesto peruviana ideata dai gemelli per le fughe rapide.
“L’ho trovato Hermione!” Esclamò il ragazzo afferrando il piccolo oggetto e sentendosi improvvisamente più leggero. Hermione trasalì e corse verso l’amico, vederlo con in mano quel cofanetto le faceva un certo effetto. Ma quelle erano le fedi di Bill e Fleur e lui era solo il testimone, non le stava certo facendo una proposta di matrimonio!
“Menomale!” Esclamò la ragazza decisamente sollevata.
“Già, e alla fine ci abbiamo messo anche poco, sono solo le dieci!”
“Sono solo le dieci?!” Ripeté Hermione irritata. “Ti ricordo che mi hai svegliata all’alba e che oggi pomeriggio si sposa tuo fratello, e io dovrei essere con Ginny a prepararmi e non qui con te alla ricerca delle fedi perdute!”
“Ma dai Hermione, è stato divertente dopo tutto!” Adesso che i suoi problemi erano risolti a Ron veniva da ridere.
“No che non è divertente e per colpa tua mi presenterò al matrimonio con le occhiaie!”
“Ma tu hai sempre un po’ di occhiaie!” Ribatté Ron che non aveva ancora imparato che certe cose alle ragazze non si potevano dire.
“Io… cosa?! Ti do trenta secondi per rimangiarti quello che hai detto o giuro che ti schianto!” Lo minacciò Hermione estraendo la bacchetta.
“Ma io… voglio dire… è la verità, non c’è niente di male. E poi a me piaci così!” Non appena si accorse di ciò che aveva detto arrossì bruscamente e si affretto a correggersi. “Cioè… volevo dire che le tue occhiaie mi piacciono. Ti… ti stanno bene!” Farfugliò Ron che non capiva se con quest’ultima frase avesse migliorato o peggiorato la situazione. Ma lo schiantesimo arrivò puntuale come un orologio svizzero e Ron capì che la sua ultima frase non doveva essere stata la più adatta.
“Ok, ok, va bene, scusami.” Disse rialzandosi e massaggiandosi la schiena.
“Cosa ne dici di fare un giro di sopra prima di tornare?!”
“Di sopra?” Chiese Hermione sorpresa.
“Si, Fred e George con i primi guadagni hanno comprato l’appartamento sopra il negozio, adesso vivono qui, anche se mamma insiste perché dormano a casa due volte a settimana.” Spiegò il rosso avvicinandosi ad una ripidissima scala a chiocciola che stava proprio dietro il bancone.
Incuriosita Hermione accettò la proposta di Ron che le fece strada mentre masticava rumorosamente una caramella trovata vicino alla cassa.
“Carino!” Esclamò Hermione appena dentro l’appartamento mentre Ron deglutiva la caramella.
“Già!” Convenne lui. “Hai visto che alla fine non è stato poi così male svegliarsi all’alba per venire qui con me!”
“Guarda che mi riferivo all’appartamento, non a te!” Disse Hermione acida tentando di non arrossire.
“Oh…” Ron arrossì e cercò di distogliere lo sguardo. “Certo, anch’io mi riferivo all’appartamento!” Mentì tentando di essere credibile.
“Dai fammi vedere il resto della casa!” Disse lei entusiasta prendendolo per mano e trascinandolo nello stretto corridoio.
“Ma non dovevi mica correre a casa a prepararti?!” Domandò Ron piacevolmente sorpreso.
“Si ma… beh le mie occhiaie aspetteranno.” Scherzò lei che si ritrovò improvvisamente con le spalle al muro e Ron a pochi centimetri. Entrambi erano imbarazzati da quella vicinanza ma ciò nonostante nessuno dei due tentò di allontanarsi dall’altro. Ron osservò attentamente Hermione e la vide arrossire, così gli riaffiorarono alla mente le parole di Bill e capì che un’occasione così non gli sarebbe più capitata. Con delicatezza appoggiò la mano destra sul fianco di Hermione e la sinistra sul muro dietro di lei riducendo notevolmente la distanza che li separava. Hermione non si mosse e sentì il cuore schizzarle fuori dal petto, erano anni che aspettava quel momento. Ron cercò di non agitarsi e quando la vide chiudere gli occhi si avvicinò alla sua bocca posandole un delicato bacio sulle labbra, ma proprio in quel momento sentì qualcosa ribaltarsi nello stomaco, qualcosa che non aveva nulla a che fare con le emozioni che un bacio poteva suscitare. Improvvisamente si staccò da lei, che riaprì di scatto gli occhi, e corse verso l’ultima porta del corridoio chiudendosela alle spalle mormorando qualcosa che a Hermione parve uno “Scusami”.
Hermione non capiva, lei voleva quel bacio tanto quanto lui e allora perché nonostante lei lo avesse lasciato fare era fuggito scusandosi e chiudendosi in bagno come un bambino? Ma la risposta non tardò ad arrivare, dai rumori che provenivano dal bagno Hermione capì che lo stomaco di Ron doveva avere qualche problema, il ragazzo stava rimettendo l’anima.
“Ron, tutto bene!?” Domandò lei timidamente senza ottenere risposta. No, decisamente non andava tutto bene.
Dopo qualche minuto la ragazza sentì Ron parlare: “Hermione… sai quella caramella che ho mangiato prima?” Biascicò il rosso. “Penso… penso che fosse una merendina marinara, probabilmente una pasticca vomitosa!” A Hermione sarebbe venuto da ridere se non fosse che la golosità di Ron aveva finito per rovinare il loro primo bacio.
Dopo altri venti minuti in cui la situazione non sembrava migliorare Ron parlò di nuovo: “Hermione…”
“Si?”
“Ricordami di ammazzare Fred e George!” Questa volta Hermione rise, era proprio questo che adorava di Ron, in un modo o nell’altro riusciva sempre a farla ridere.
“Va bene.” Disse lei ridendo. “Comunque quelle merendine sono pensate per saltare una lezione quindi non penso che l’effetto duri più di un’ora!”
“Speriamo!”
Dopo altri venti minuti, Ron decise che non aveva veramente più niente da vomitare e dopo essersi sciacquato faccia e bocca almeno dieci volte uscì dal bagno.
“Come stai!?” Domandò Hermione preoccupata.
“Meglio! Ma mi sa che ci conviene tornare… è già tardi!”
 
Tornati alla Tana i ragazzi salirono rapidamente le scale prima che qualcuno potesse domandargli dove fossero stati tutta la mattina. Ron raggiunse camera sua ed entrò continuando ad insultare Fred, George e le loro maledette invenzioni.
“Ma dove diavole eri!?” Domandò Harry all’amico. “Va tutto bene?” Si affrettò ad aggiungere dopo aver visto la sua faccia semi sconvolta.
“Certo!” Rispose lui sarcastico. “Ho rischiato di rompermi l’osso del collo scivolando nella doccia quando ho realizzato di aver perso le fedi, ho quasi vomitato in faccia ad Hermione per colpa di Fred e George, ho passato un’ora chiuso in bagno a rimettere l’anima e sono quasi arrivato in ritardo al matrimonio di mio fratello, ma per il resto va tutto alla grande!” Spiegò Ron tutto d’un fiato.
“Hai quasi vomitato in faccia ad Hermione?!” Ripeté Harry che non sapeva se mettersi a ridere o a piangere.
“Già… però prima l’ho baciata!”
“L’hai baciata e ti è venuto da vomitare?!” Chiese Harry sempre più confuso.
“Si, cioè no, non è per Hermione che ho vomitato! Miseriaccia! Sono stati Fred e George!”
“Non ti seguo.”
“Ho mangiato per sbaglio una di quelle dannatissime merendine marinare e mi ha fatto effetto mentre stavo baciando Hermione!” Spiegò Ron che non sapeva come avrebbe fatto a sistemare le cose con lei.
“No, ti prego dimmi che stai scherzando Ron, non ci posso credere!” Adesso Harry rideva di gusto.
“E’ la verità, a proposito, devi aiutarmi ad ammazzare quei due! Giuro che questa me la pagano!”
“Beh… ma scusa, con Hermione com’è finita? State insieme?”
“Insieme? Miseriaccia Harry hai capito cosa ho detto? Ho fatto forse la peggior figuraccia della mia vita! E io ne ho fatte tante lo sai!”
“Si beh, ma vi stavate baciando quindi è evidente che le piaci!”
“Già… a questo non avevo pensato!” Disse Ron pensieroso. “Beh ma cosa dovrei fare… vuoi che vada da lei dicendo: Ciao ti ricordi quando ti ho quasi vomitato in faccia? Beh ci stavamo baciando, quindi cosa ne dici di riprendere da dove avevamo lasciato?” Scherzò Ron mentre si allacciava la camicia.
Harry scoppiò a ridere.
“Harry… posso darti un consiglio!?” Disse Ron tornando improvvisamente serio.
“Anche due!”
“Non accettare mai il ruolo di testimone… porta sfiga!”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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