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Autore: Ishoku    30/10/2013    1 recensioni
Due ragazzi, due ragazze, quattro studenti.
Hogwarts unirà queste quattro persone, tutte molto diverse tra loro.
Dal primo capitolo: « Santo Diavolo. » Borbottò, sentendo qualcuno bussare alla porta del suo Scompartimento; doveva ammettere di non disprezzare la solitudine, e in quel momento c'era anche la possibilità che la persona dietro alla porta fosse qualcuno di potenzialmente noioso, e anche troppo normale.
[...]
« Per tutti gli Gnomi da Giardino esistenti! Mi trovi già antipatica? Non sarai mica un tipo timido, eh? Uno di quei secchioni che giocano a scacchi da soli? » Lo stuzzicò, con un ghigno stampato in faccia, mentre lui alzava un sopracciglio.
[...]
Sospirando, Faith, aprì “Eragon” tuffandosi all'interno di Alagaësia per lasciarsi alle spalle il continente, il mondo, a cui invece apparteneva pienamente. O forse neanche tanto pienamente.
[...]
« Comunque io sono Jillian Swerths. » Aggiunse dopo una pausa imbarazzante, senza nemmeno provare a tenderle la mano.

[Post!Harry Potter e i Doni della morte] [Nessun pairing per il momento] [Rating variabile]
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ti preoccupa di essere solo?

Alec strinse di più il bracciolo del sedile, nonostante il tessuto gli desse non poco fastidio. Se c'era qualcosa che lo infastidiva, senz'altro, era che la Cerimonia dello Smistamento non fosse eseguita in sede separata.
Avrebbero potuto tranquillamente utilizzare una piccola stanzetta, così da rendere il tutto più privato, ma sopratutto la gente sarebbe stata molto meno sotto pressione.
Il Nord dell'Inghilterra si mostrava dietro il finestrino di vetro, e Perthwood non poté fare a meno di domandarsi perché aveva fatto tutto quel tragitto da Larbert, se proprio quella cittadina si trovava in Scozia, come Hogwarts.
Forse perché più gente abitava a Londra e dintorni.
« Santo Diavolo. » Borbottò, sentendo qualcuno bussare alla porta del suo Scompartimento; doveva ammettere di non disprezzare la solitudine, e in quel momento c'era anche la possibilità che la persona dietro alla porta fosse qualcuno di potenzialmente noioso, e anche troppo normale.
« Avanti! » Aggiunse, con un tono di voce anche più seccato di quello che sarebbe dovuto essere, magari qualcuno di leggermente simpatico avrebbe potuto far dimenticare ciò che lo aspettava al castello, più tardi.
La porta, subito dopo la risposta di Alec si aprì, mostrando una ragazza che doveva essere con tutta probabilità al primo anno, anche lei, con appresso un baule dall'aria anche troppo pesante, e i capelli castani che le ricadevano disordinatamente sulle scale.
« Posso sedermi qui, vero? Bene, grazie, perfetto. Io sono Holly, comunque. Holly Niurth, del primo anno, o meglio devo incominciare il primo anno, tu? » Disse – e chiese – tutto d'un fiato la ragazza, sedendosi, senza aspettare una risposta, davanti ad Alec, che non poté fare a meno di chiedersi: come diavolo fa a non respirare per così tanto tempo?
« Alec. » Replicò, scostandosi una ciocca di capelli corvini, che gli copriva leggermente gli occhi. « Alec Perthwood. » Aggiunse, prima che Holly potesse aprire bocca per chiedergli il cognome.
La ragazza, dal canto suo, scoppiò in una risata allegra, vedendo come tempestivamente il coetaneo aveva aggiunto un elemento superfluo come il cognome.
Era proprio vero che a volte si faceva di tutto per non farla parlare!
« Per tutti gli Gnomi da Giardino esistenti! Mi trovi già antipatica? Non sarai mica un tipo timido, eh? Uno di quei secchioni che giocano a scacchi da soli? » Lo stuzzicò, con un ghigno stampato in faccia, mentre lui alzava un sopracciglio.
Puntò i suoi occhi azzurri in quelli grigi di Holly, prima di rispondere con voce melliflua.
« Da questo devo dedurre che tu giochi a scacchi da sola? » Domandò, mentre sul suo viso si dipingeva lo stesso ghigno, e la Niurth non poté far a meno di essere certa di una cosa: Alec Perthwood sarebbe stato un ottimo rivale, se aveva intenzione di continuare a tenerle testa.
« Oh no, giochi da secchioncelli come gli scacchi non mi riguardano. Troppe regole. » Replicò, semplicemente Holly, mentre Alec alzava gli occhi al cielo.
Non poteva dire di trovare la ragazza simpatica ma era ben deciso a farle abbassare la cresta, se necessario.
« Santo Diavolo, Holly Niurth non sa nemmeno memorizzare un paio di semplicissime regole? Immagino che saresti anche troppo stupida per vedere oltre una mossa, comunque. » Liquidò la conversazione con un gesto della mano, facendo intendere che si sarebbe limitato a ignorare l'altra, nel caso lei avesse provato a continuare il discorso.
Holly si strinse nelle spalle, prima di alzarsi nuovamente in piedi.
« Comunque vado a indossare la divisa, credo che convenga farlo anche a te, Perkins. » Aggiunse, sbagliando appositamente il cognome dell'altro.
« Fa con calma, Niutt »

Faith ripensò per un attimo a sua madre, e quasi si sentiva la sua voce nella testa ripetere: “è maleducato, non farlo, Faith!”, ma poi decise, decise che se avesse continuato a vivere sotto le regole della madre non avrebbe mai vissuto. Quel concetto, suo fratello Valentine l'aveva capito molto prima, lei invece aveva avuto addirittura bisogno dell'Espresso di Hogwarts.
Quindi, mise i piedi sul sedile accanto.
Sospirando, Faith, aprì “Eragon” tuffandosi all'interno di Alagaësia per lasciarsi alle spalle il continente, il mondo, a cui invece apparteneva pienamente. O forse neanche tanto pienamente.
Era per metà tedesca, ed era una Nata Babbana, cos'aveva a che fare lei con il Mondo Magico britannico?
Toc toc.
Faith chiuse gli occhi per un secondo, ignorando quel fastidioso rumore.
Toc toc toc.
La Jonas si rese conto finalmente che no, non era un fastidioso rumore proveniente da chissà dove, ma qualcuno che bussava alla porta dello scompartimento.
« Oh! Ehm, avanti. » Disse con un filo di voce la ragazza, stupendosi del fatto che la persona al di là della porta riuscì a sentire; nascose la faccia nel libro, sicura di essere color Porpora, come se i Fenici avessero deciso di venderla come tessuto pregiato al mercato.
Comunque, la persona sentì, siccome lo scompartimento fu aperto, ed entrò un ragazzo con indosso la divisa totalmente nera da primino – esattamente come Faith – e i capelli biondo scuro.
« Ecco... ci sarebbe solo questo scompartimento libero, più o meno... » Incominciò lo sconosciuto, e Faith si accorse di non essere l'unica pericolosamente in imbarazzo; alzò lo sguardo, incontrando gli occhi verdi dell'altro e provò ad accennare un sorriso.
« Sì, certo, siediti pure. » Disse, meravigliando sé stessa per la fermezza della sua voce, mentre anche l'altro faceva un sorrisetto, prima di sedersi dal lato opposto.
« Comunque io sono Jillian Swerths. » Aggiunse dopo una pausa imbarazzante, senza nemmeno provare a tenderle la mano, sapendo che, tanto, non ci sarebbe arrivato senza che uno dei due – o entrambi – dovesse muoversi.
« Faith Jonas. » Replicò la ragazza, sistemandosi meglio gli occhiali dalla montatura squadrata sul naso.




 

What do I do when my love is away.
(Does it worry you to be alone)
How do I feel by the end of the day
(Are you sad because you're on your own)

[THE BEATLES; With a little help from my friends]


NdA
Ebbene, eccomi.
Premetto che questa storia è stata complicata da programmare:
i personaggi non li ho fatti io, ho chiesto ad alcuni con cui mi capita ogni tanto di ruolare, tra cui una mia amica, e per altro, questa mia amica e uno di questi loschi soggetti è su Efp (losco soggetto in questione: River_01 che mi ha insegnato qualcosina della grafica, anzi  me l'ha fatta copiare, non mi va di linkare il nome, scusa).
Poi, spero di averli caraterrizati bene, perché io, per un attacco di masochismo improvviso, gli ho dato un limite: quindici parole, e niente caratteristiche fisiche.
Me ne pento già.
Comunque, se siete arrivati sino a qui vi meritate una Cioccorana, e mi scuso se a Jillian e Faith è stato lasciato meno spazio che ad Alec e Holly.
Poi. poi, poi. Il titolo deriva da una canzone dei Beatles.

 
  
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