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Autore: Mentos E CocaCola    30/10/2013    2 recensioni
E se Maria avesse più tempo a sua disposizione per salvare la valle? E se Robin avesse l'incarico di fermarla? Porterebbe a termine il suo compito per riscattare il suo onore?
ATTENZIONE: è una what if, quindi è una sorta di rielaborazione della trama originale.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robin De Noir, Maria Merryweather, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Maria
 
Eravamo di nuovo in viaggio.
Secondo le indicazioni dei primitivi il Salice d’Argento doveva essere lontano pochi chilometri verso ovest.
Robin si era fatto silenzioso.
Continuavo a pensare alle parole di quella bambina: “Ti mangia con gli occhi”, e lui era risultato subito molto impacciato.
Lo guardai.
E se…? No, impossibile! Nel suo Clan c’erano di sicuro molte ragazze: perché avrebbe dovuto accorgersi proprio di me?
-Cosa credi che troveremo al Salice?-mi domandò all’improvviso.
Lo guardai negli occhi: erano ipnotizzanti, di un nero che faceva venire le vertigini.
-Credo le Perle e…-
-Qualche pericolo vero?- finì la frase per me.
Annuii.
-Ci deve essere come minimo un guardiano-
Si bloccò, irrigidendosi.
Posò una mano sul coltello.
-Nel mio Clan tutti fanno una sorta di giuramento al Capo, ora vorrei farlo a te-
A me?
Non feci in tempo neanche a dirlo che lui si inginocchiò.
Lasciò la mano destra sul coltello, poi portò la mano sinistra al cuore.
-Darò la mia vita per salvare la tua, userò il mio coltello per proteggere il tuo cuore e perdona il tuo umile servo se non riuscirà a compiere il suo compito-
Piegò la testa.
Sorrisi tra me e me, poi mi inginocchiai davanti a lui, gli alzai il viso per poi abbracciarlo.
-Non dovevi pronunciare quel giuramento, Robin, non voglio perderti per nulla al mondo- gli sussurrai, stringendolo ancora più forte.
-Voglio che tu sappia che puoi sempre contare su di me-
Mi sfuggii una lacrima.
-Ho sempre contato su di te Robin, e tu non mi hai mai deluso-
Lui si allontanò per guardarmi, poi sorrise.
-Piangi?-
Mi asciugai qualche lacrima.
-Mi sono commossa e allora?-
Mi baciò sul naso.
-E allora niente-
Rimasi di stucco.
Ci alzammo e riprendemmo a camminare sorridendo stavolta mano nella mano, anche se non avevamo nessun primitivo che ci circondava.
La foresta si fece sempre più buia e fitta, più volte mi strinsi a Robin sentendo degli strani rumori nella foresta intorno a noi.
Camminavamo in silenzio, cercando di non fare rumore.
Anche Robin cominciò a guardarsi intorno circospetto.
-Ro…Robin- sussurrai- quanto manca?-
Non ero riuscita a trattenermi, mi sentivo soffocare.
-Poco Maria, non ti preoccupare-credo che avrebbe voluto aggiungere qualcosa come “cerca di non preoccuparti”.
Ormai la frittata era fatta. Mi preoccupavo della mia vita e di quella di Robin.
Volevo morire almeno con la certezza che lui sapesse ciò che provavo.
Quindi l’orologio andava troppo avanti, la mia ora non era ancora arrivata.
Robin mi strinse la mano. Mi voltai verso di lui.
-Ci siamo- cercò di incoraggiarmi con un sorriso tirato e insieme ci facemmo strada tra gli ultimi rami che ci separavano dalla nostra meta.
Sbucammo in una radura soleggiata, gli occhi ormai abituati all’ombra erano ancora più infastiditi dai riflessi del sole sul Salice d’Argento.
Si trovava su una piccola altura al centro dello spiazzo. Le sue piccole e lucenti foglie si riflettevano su un laghetto dall’acqua cristallina.
Era un salice piangente, non c’erano parole per descriverlo.
Immaginatevi una pozza d’acqua fresca in mezzo al deserto o un’isola verdeggiante in mare aperto.
-Ce l’abbiamo fatta-
Lui annuì sorridendo.
-Non correre però è pericoloso-
Gli lanciai un’occhiata da credi-che-sia-così-tanto-stupida?-dopotutto-sono-una-Principessa-della-Luna.
-Va bene, ho capito- disse arrendendosi.
Ci avvicinavamo sempre di più, finchè i nostri cuori di colpo persero un battito.
Comparvero all’improvviso un leone nero e un unicorno: i simboli delle nostre famiglie.
Guardavano noi.
-Mi sembra di essere sottoposto ad un esame- mi sussurrò Robin a disagio.
-Devi guardarli negli occhi, altrimenti puoi sembrare indegno-
-Ma agli animali…-
-Questi non sono semplici animali, cacciatore!-
Per chi ci guardava dovevamo sembrare abbastanza strani: non ci voltavamo a parlare verso l’altro , quidi sembrava che conversassimo con il vento.
Arrivati a i piedi dei due animali ci inchinammo profondamente.
Mi aspettavo quasi che il leone dicesse qualcosa come “Benvenuti a Narnia, Figlia di Eva e Figlio di Adamo”, ma non disse nulla, evidentemente era capitato nella storia giusta.
Probabilmente ci avrebbe mangiati e il nostro viaggio sarebbe stato inutile.
La luna avrebbe ucciso tutti e la Valle sarebbe sprofondata nell’oscurità.
-Maria, ultima Principessa della Luna, alzati- disse l’unicorno.
-Mi riconosci?-
Io scossi la testa turbata , l’avrei dovuto riconoscere?
-Sono il tuo guardiano, ti ho protetto finora-
-Grazie, purtroppo non ti ho visto-
-Ero io che non mi facevo vedere-
-Va bene adesso basta, eh!- intervenne il leone stizzito -Devono superare la prova -
Io e Robin ci guardammo. Sorprendente un’altra prova!
Io non me l’aspettavo proprio e tu, Robin te l’aspettavi? No, neanche lui!...Ma siamo impazziti? Tutta la nostra impresa è stata una prova e questa non era imprevedibile.
-Bene io analizzerò la ragazza-
-Ma perché sempre tu?-
-Perché sono il simbolo della sua famiglia , genio-
L’unicorno si avvicinò a me, per poi fare segno di seguirlo.
Lasciai la mano di Robin e gli lanciai uno sguardo rassicurante, accompagnato da un sorriso.
Lui lo ricambiò.
-Sta attenta Principessa- mi sussurrò all’orecchio, per poi fare il suo solito ghigno.
Feci finta di niente anche se in realtà avevo il cuore che me era arrivato in gola. Seguii l’unicorno che si stava allontanando verso est.
-Di che genere di prova si tratta?-
-Oh è molto semplice ,io ti faccio delle domande e tu devi rispondere-
Da come me l’aveva detto sembrava che mi avrebbe chiesto l’alfabeto o la tabellina del due.
-Ma a che serve la prova, tanto sapete che sono una Principessa della Luna-
-Beh sì, ma puoi risultare non adatta, la prima Principessa ha detto che solo una persona pura di cuore può salvare la Valle  e se tu non fossi adatta le Perle andrebbero perdute, voi umani avete una memoria e un’attenzione per le cose importanti pari a zero-
Volevo ribattere con qualcosa come “Grazie mille per la fiducia, brutto unicornuto.”.
Ma poi pensai che quel corno, che lo rendeva unicornuto, doveva essere abbastanza affilato e che la valle non poteva essere salvata da polpettine di Principessa di Luna.
-Bene, cominciamo con la prima domanda-
 
Robin
 
Maria e l’unicorno avevano cominciato a parlare, se ne stavano uno di fronte all’altra.
In effetti non c’era un animale più adatto per rappresentare la sua famiglia.
All’apparenza orgoglioso, ma all’interno dolce e puro.
Lei era così.
-Ehi amico, invece di pensare alla ragazzina, rispondi alla domanda che ti ho fatto-
Ah sì quella domanda.
Con chi parlo di solito.
-Con Maria-
-E se lei non c’è?-
-Con la mia Coscienza-
Non avevo mai visto un leone prendere in giro una persona, beh questo lo fece.
Si rotolò tra l’erba ridendo e cantando idiozie come “Se Robin è schizofrenico batti le zampe”, oppure “Tutti parlano tranne te, siamo ad una festa in cento tre, tu che fai? Parli con te.”
-Che hai da ridere? I miei amici mi hanno abbandonato, mio padre mi odia, mia sorella è in esilio e posso vederla solo di nascosto.-
Cominciava a darmi sui nervi, in effetti quel leone ritraeva il mio Clan alla perfezione.
-Passiamo alla prossima domanda- disse facendosi scappare un’altra risatina –Ti piace la ragazzina, eh?-
Ma a cosa servivano queste domande?
A Loveday cosa avevano chiesto?
La ricetta per un buon sufflè di patate?
-Sì e allora?-
-Beh ragazzo, la maggior parte dei DeNoir non riesce neanche a pensare una cosa del genere, complimenti!- disse tendendomi la zampa.
Come tutto qui? In tutto mi aveva fatto solo due domande!
Guardai il leone e poi mi voltai verso Maria, che stava ancora parlando con l’unicorno.
-Tu hai superato la prova ragazzo, hai abbattuto i pregiudizi della nostra famiglia, hai riscoperto i suoi pregi: il sacrificio, l’amore, la devozione, la determinazione. Sei tu l’eroe, tu sei stato, sei e sempre sarai il primo.
Allungai una mano per stringergli la zampa, ma lui subito la ritrasse e se la passò fra la criniera.
Un classico.
Jack lo faceva ogni volta e ogni ragazza in un raggio di dieci metri faceva un verso, qualcosa tipo “Aaaahhhh”, insomma da incubo.
Il leone era sparito.
-Robin-
Mi voltai , Maria correva verso di me, anche lei doveva avere superato la prova.
-Com’è andata?- mi chiese.
-Bene, mi ha fatto solo un paio di domande e poi se n’è andato-
Mi diede una leggera spinta.
-Fortunato-
Ridemmo.
Non potevo crederci, ce l’avevamo fatta, dovevamo solo trovare le Perle e consegnarle al mare, gran parte del lavoro era alle spalle.
-Ti ha detto qualcosa il leone su come trovare le Perle?-
-No e tu lo riconosci il posto che hai disegnato?-
-È  una sorta di cavità alla radice di un albero, potrebbe essere ovunque.
Ci guardammo per un attimo.
In effetti l’unico albero in quella radura era quello nel bel mezzo di essa, ma a prima vista non c’era né una cavità, né un buchetto di qualsiasi genere.
Cominciavamo bene!
Ci avvicinammo all’albero.
-Cosa ti ha chiesto l’unicorno?-
Lei mi guardò con un mezzo sorriso.
Mi faceva girare ancora di più la testa quando  mi guardava così, sembrava che le piacessero le mie attenzioni.
-E a te, cacciatore?-
La guardai fingendomi meravigliato.
-Come Principessa?! Non sa che non è educato rispondere ad una domanda con un’altra?
Lei scoppiò a ridere.
-Sei uguale alla Signorina Heliotrope-
Non ebbi tempo di chiederle chi fosse, si era già catapultata ad ispezionare l’albero.
Guardava attentamente tutti i rami, le foglie, la corteccia.
Era bellissima.
-Ehi Robin puoi anche darmi una mano, invece di star lì a guardare il panorama-
E che bel panorama!
 
Niente le Perle non erano sull’albero, mi ero arrampicato sui rami e anche lì niente.
-Dove possono essere Principessa?-
-Smettila di chiamarmi in quel modo-
-Va bene…-
Lei sospirò sollevata.
-…Principessa-
-Robiiiin!-
Appoggiò la testa sulla mia spalla, dato che eravamo seduti per terra ai piedi dell’albero.
-A che stai pensando?- le chiesi, dato che non parlava da un bel pezzo.
-Sono nell’acqua!-esclamò alzandosi in piedi.
-Cosa?-
-Le tagliatelle di mia nonna-
-Che cosa?-
-Le Perle, Robin-
-E che c’entrano le tagliatelle di tua nonna?-
Sospirò.
Mi avvicinai allo stagno insieme a lei.
-Sì, sono qui dentro-
Non era uno stagno qualunque, quello con i pesciolini rossi.
Sembrava più una cavità profonda allagata.
-Bene, io vado-disse Maria.
-Sei impazzita? Vado io.-
-L’ingresso è troppo stretto genio, e poi sono io la Principessa della Luna-
Abbassai lo sguardo.
Lei posò una mano sulla mia guancia-
-È che non voglio metterti di nuovo in pericolo, Robin, non voglio perderti-
Rimasi a bocca aperta.
Cosa aveva detto?
Robin, ti stai surriscaldando, sto andando a fuoco qui dentro, hai per caso un estintore da prestarmi?
Hai sentito cosa ha detto? Comunque lo hai trovato l’estintore?
Sì, non ti preoccupare, il tuo sistema orinario mi ha prestato qualcosa di simile
-Robin, puoi voltarti per favore-
-Perché?-
-Beh, credi che mi tuffi con un vestito addosso?-mi voltai rosso dalla vergogna, solo io potevo fare quelle figure!
Sentì un rumore d’acqua dietro di me, mi voltai giusto per vedere il suo viso emergere dall’acqua e rimmergersi subito dopo.
-Le hai trovate?- le chiesi qualche minuto dopo quando riemerse.
Lei annuì, non aveva più il fiato per parlare.
Mi voltai mentre lei usciva dall’acqua.
So a cosa stai pensando Robin.
Ma io non sto pensando a niente.
Ah no? Ti stai chiedendo da mezz’ora come sia il suo intimo.
Ma che dici?
Niente, scherzo.
-Adesso puoi voltarti Robin-
Si era rimessa rivestita, anche se il vestito le si era appiccicato addosso a causa della pelle bagnata.
Sbuffò.
-Qualche problema?-
-Sì, non riesco ad allacciarmi questo-
Mi disse mostrandomi il cinturino d’argento del vestito.
Mi avvicinai.
-Dai te lo metto io-
 Era imbarazzata non sapeva cosa rispondere.
Perché? Era un semplice nastrino. Davvero niente di che. Se l’avessi dovuta aiutare ad indossare un vestito o che so io, beh allora era un altro conto.
Glielo legai e poi l’abbracciai da dietro, lei si irrigidì.
-Ti conviene cominciare a correre, mia cara Principessa e sottolineo Principessa-le sussurrai ghignando ad un orecchio.
Lei sorrise ed io la lasciai andare, lei cominciò a correre ma poi si fermò.
-Ehi non voglio il vantaggio-
Ok Principessa, non vedo l’ora di averti di nuovo tra le mie braccia.
Cominciai anch’io la corsa, ma stavolta lea presi solo perché aveva inciampato nel vestito, si era fatta veloce e resistente.
Le circondai la vita con le braccia.
-Dai Robin lasciami, non sono mica una lepre-
 



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Maria e Robin


HELLO BEAUTIFUL PEOPLE!!
PERDONATEMI PER L'ENORME RITARDO, MA DATO CHE ADORO SCRIVERE SU CARTA POI DEVO COPIARE SUL PC E SUCCEDE CHE AGGIORNO DOPO UN SECOLO!
COMUNQUE ...THIS IS US...EHM NO, SCUSATE...THIS IS IL PENULTIMO CAPITOLO : (((((((!!
VI PREGO LASCIATE UNA RECENSIONE!! XD

 
  
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