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Autore: ReggyBastyOp    30/10/2013    1 recensioni
Avevo cominciato a scriverla dopo la 5x22. Riprende la scena in cui Barlow afferma che Lisbon è "un po' innamorata di Jane". Ho deciso di modificare un po' il seguito, per immaginare come sarebbe una Teresa più aggressiva e un Patrick che cerca per la prima volta, sempre con modi un po' infantili, di chiarire la situazione tra di loro. Per il momento tra le vittime c'è un famoso naso.
Ovviamente nella serie i protagonisti non agirebbero mai in questo modo, quindi è molto "what if". Sembrano quasi due bambini.
E' la mia prima fanfiction. Don't be cruel.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grace Van Pelt, Kimball Cho, Patrick Jane, Teresa Lisbon, Wayne Rigsby | Coppie: Jane/Lisbon
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Lisbon se ne restò seduta alla sua scrivania, fissando lo schermo del computer ormani in standby da ore. Ogni tanto si lasciava sfuggire uno sbuffo, altre volte un veloce sguardo fuori dalla finestra mentre non accennava alcuna intenzione a compilare il mucchio di scartoffie che aveva sotto il naso. Un paio di volte il telefono aveva squillato ma era come se i suoi sensi si fossero attutiti. Rigsby era entrato per chiederle un’informazione per un nuovo caso ma, non avendo dato alcun segno d’averlo visto, il povero ragazzo se ne tornò al suo posto per confabulare con i propri colleghi. La rabbia che provava Teresa sarebbe scoppiata prima o poi, ma in quel momento nulla poteva interferire con le sue emozioni. Con le mani incrociate sul ventre e i gomiti poggiati ai braccioli della sedia, si perse nelle proprie riflessioni dalle quali sembrava non trovare via di fuga.


-Secondo me deve andare Grace.- Rigsby ruppe il silenzio mentre addentava un panino pieno di formaggio ed insalata.
Ormai erano le nove di sera ed erano rimasto solo in quattro gatti.  I bambini della famigliola, temporaneamente, infelice aspettavano un cenno dai loro genitori per tornare a casa e andarsene a dormire.
-Ma perché sempre io? Potresti andare tu.. Oppure Cho. Io sono più impegnata di voi..- La voce femminile di Van Pelt riecheggiò mentre Jerry, l’uomo dell’impresa di pulizie, si apprestava a spazzare il pavimento.
-Ma non ti sei lamentata nelle ultime tre ore perché non avevi niente da fare? Scordatevelo. Se proprio deve andare qualcuno che sia Jane. Non voglio saperne proprio niente di questa situazione. E visto che il capo non dice niente me ne vado.- Kimball, determinato, si alzò prendendo la giacca. Quello era stato uno dei discorsi più lunghi di sempre del coreano. Rigsby preoccupato lo trattenne facendo cadere altre briciole a terra. Jerry che l’osservava da mezz’ora si spazientì.
-Possibile che non sai mangiare decentemente? E’ la terza volta che sporchi. Alla quarta finisci tu al posto mio!- Borbottò l’uomo arrabbiato.
-Va bene va bene, scusa.- Rispose richiudendo ciò che restava del cibo nella carta stagnola e si rivolse all’amico.
 –Cho sei la nostra unica speranza. E poi lo sappiamo che ci tieni quanto noi. Promesso che dopo questa ti farò diventare il mio testimone se mai mi sposerò.-
A quelle parole Grace lo guardò confusa. Matrimonio? E con chi? Non ne sapeva niente, erano tornati insieme solo da qualche giorno e non pensava che..  Aggrottò le ciglia aspettando, e troppo tardi per lei, si accorse che il coreano era già all’ascensore.
-Pazienza Wayne, andiamocene. Se la sbrigheranno da soli.- Van Pelt spense il computer e salutò l’inserviente allontanandosi furtivamente e mano nella mano con l’uomo della sua vita, già pronta a fargli il terzo grado per il matrimonio a cui aveva accennato.
Per quella sera tutti e tre i bambini se n’erano andati a letto senza la favola della buonanotte.


Jane sdraiato sul ‘letto’ osservava le venature, già sapute a memoria, del soffitto. Passò le dita tra i ricci biondi e arruffati. Aveva davvero bisogno di un thé. Sospirò ricordandosi che al momento tutti dovevano essere andati via. Forse l’inserviente era ancora lì se Rigsby aveva di nuovo combinato un macello. Sperava di no, non voleva vedere nessuno. Con il naso ancora dolente scese lentamente le scale, sbadigliando. Superando l’ascensore notò una luce fioca che arrivava dal primo ufficio alla sua destra. Lisbon era ancora al CBI? Alzò un sopracciglio prima di mettersi a spiare dietro al vetro. ‘Santa’ Teresa aveva gli occhi chiusi. Le labbra semiaperte e il capo pendente verso la spalla destra. In quel momento scene di dolci ricordi gli invasero la mente. Non era la prima volta che la vedeva dormire, ma ogni volta gli sembrava la prima. Ogni volta che la guardava gli sembrava la prima.
Accennò un sorriso triste prima di andare finalmente a prepararsi il thè.
Forse si stava avvicinando il tempo in cui i due genitori avrebbero fatto pace.



Non era un bel sogno quello che stava facendo, ma qualcosa le impedì di arrivarne al finale.
Sentì un tocco caldo sulla spalla ed aprì gli occhi, stanca.  Vide un angelo davanti a sé, ma decise di non mostrargli quanto fosse sorpresa della sua bellezza. Con la bocca ancora impiastricciata si mise a sedere in una posizione più comoda, massaggiandosi il collo.
-Che ci fai qui?- sussurrò respirando profondamente. Gli avvenimenti della giornata ancora non li ricordava.
Due occhi blu l’osservavano dolcemente, come se il proprietario volesse dire qualcosa che non riusciva ad esprimere. Il tema dell’ineffabile.
 -Beh, ultimamente ci vivo.. Che ci fai tu qui?- Jane sorrise porgendole una tazza di caffè bollente.
-Giusto..- Mormorò prendendola ben volentieri. Solo in quel momento riuscì a notare l’ematoma violaceo, che circondava parte del setto nasale e la zona inferiore dell’occhio sinistro del mentalista. Si morse il labbro dispiaciuta prima di bere un sorso.
-E quindi?- Continuò Patrick prima di bere a sua volta, inutile intuire cosa, la sua bevanda preferita. –Hai deciso di fare compagnia a Jerry?- Ridacchiò allegro. Davvero non era successo niente di così grave?
-Avevo molto da fare-  Scrollò le spalle notando che non aveva neanche fatto un segno a caso sui fogli che avrebbe dovuto compilare e firmare.
-Potresti chiedere a Grace di aiutarti. In mezz’ora farebbe ciò che tu non riesci a fare in un giorno- Il consulente continuava a divertirsi, prendendola in giro. Lisbon finse di sorridere, facendo notare il proprio disappunto.
-Sono più brava di quanto possa sembrare.-
-Questo è vero.- Annuì il biondo. –Betram ti ha cercato più volte oggi, così come l’intero CBI. Potrei pensare che sei una ricercata.
-Da quando sei così ironico?-
-Meh.- fu il tutto.
-Quindi niente trauma cranico?-
-A quanto pare non sono l’unico dotato di sarcasmo qui intorno, noto.-
-Wuoh.. Adesso capisco perché ti hanno assunto. Tu sei davvero un sensitivo- e a quelle parole i due risero insieme. Lisbon si sentiva meglio e la rabbia si era dissolta. Forse dormire era stata una buona cosa, forse era stato il risveglio di Jane, forse il caffè.
-Sai che non esistono i sensitivi.- Le rammentò il collega.
-E sei anche modesto sui tuoi poteri..- sussurrò Teresa alzandosi. –Grazie per il caffè.- Si incamminò verso l’uscita dopo aver preso le chiavi dell’auto.
-Notte Teresa.- Sentì alle sue spalle.
-Notte Jane.- Rispose sorridendo, mentre le gote s’imporporavano.
-Hei.- Ed ella si girò per ascoltare.
-Sì?-
-Puoi chiamarmi Patrick.- Il biondo, seduto sul suo divano, le fece l’occhiolino bevendo l’ultimo sorso di thè. Lisbon lo guardò per un paio di secondi. Si limitò ad un altro –Notte.- senza alcun nome.
L’oscurità s’impossessò di lei mentre i due si dividevano.
Venti minuti dopo il mentalista dormiva sereno sul divano del suo capo mentre Lisbon pensava che quell’angelo, di cui era innamorata, aveva ancora troppi demoni dentro di sé.
Il giorno seguente i bambini avrebbero ritrovato i loro genitori riappacificati e meno ammaccati.




Note dell'autrice (inutili): Non avevo intenzione di fare un seguito del capitolo precedente però, essendomi stato richiesto da una certa Mareear (che odio tantissimo), eccolo qui. Non so se sono riuscita a cogliere meglio della volta scorsa i caratteri dei protagonisti. Spero. Spesso chi legge, e non scrive, non si rende conto di quanto sia difficile essere il più coerenti possibile ma confido nella vostra comprensione u.u Buon proseguimento.

 
  
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