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Autore: Flareon24    30/10/2013    0 recensioni
E se un segreto valesse di più della stessa vita, a chi lo infrange cosa succederebbe?
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-E tu sai cosa succede a chi non mantiene un segreto?-
Non mi sforzo nemmeno di trovare un senso a quella domanda. Tanto, in un posto così fuori dal normale, quanta importanza poteva mai avere una domanda?
-No, cosa gli succede?-
-...niente di buono-
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Croce sul cuore
 
 
Apro piano gli occhi, confuso e totalmente spiazzato da quello che è appena successo. Il petto si alza e si abbassa convulsamente, spinto dai battiti del cuore che non accennano a diminuire. Il collo mi duole da morire, costretto a stare in una posizione scomoda ed innaturale. Con le spalle sono appoggiato in malo modo ad una parete solida, il corpo sdraiato a gambe distese. Mi tiro su ansimando con la bocca aperta e mi metto a sedere. Osservo l’ambiente che mi circonda mentre un senso di vertigine mi attanaglia lo stomaco. Il luogo dove mi trovo è del tutto irreale. Totalmente nero, immateriale e senza dimensione. Ma percepisco qualcosa di strano, di diverso. Quel nero, così opprimente e vago, non è buio. Tutt’altro. I miei occhi percepiscono chiaramente la luce di quel posto, anche se non ne individuano la fonte. Quello strano spazio scuro è semplicemente infinito. Mi sembra di essere sospeso nel bel mezzo del nulla più assoluto. Smarrito in un luogo senza inizio e senza fine. Eppure, pur sembrando infinto, questo posto sembra stringermisi addosso, togliendomi l’aria. Una dimostrazione è proprio la parete contro la quale sono appoggiato. Mi volto roteando sul busto e cerco di farmi un’idea sull’ennesima bizzarria che mi si para davanti. Dietro di me non c’è alcuna parete. O meglio, qualcosa di solido c’è, lo sento. Le mie mani vi sono appoggiate sopra. Eppure mi pare di essere davanti ad un vetro. Il mio sguardo, fisso in avanti, sembra vedere il continuo di quell’ambiente anziché un qualcosa che lo copre. Come se vedessi la profondità di un grande corridoio.
-Ma che diavolo di posto è mai questo?-
Finalmente sento la mia voce, mi sembra di non udirla da un secolo. Chissà perché mi fa sentire un po’ meno solo. Non riesco a capire. Un attimo prima sono davanti allo specchio e quello dopo mi ritrovo in un posto assurdo dove niente sembra avere il benché minimo senso. Io ricordo. Mi sono sentito cadere, come se il pavimento mi fosse sparito da sotto i piedi. Ricordo la mia voce che usciva veloce dalla mia bocca, condensata in un urlo disperato. Ricordo il mio corpo nel vuoto, l’aria che mi faceva volare la maglietta.
-Quand’è che ho smesso di cadere?-
Non ci capisco più niente. Torno a voltarmi in avanti e sprofondo il viso fra le braccia, appoggiate sulle ginocchia piegate. Improvvisamente, come in sottofondo, comincio a sentire uno strano suono. Al primo impatto mi sembra subito una specie di melodia, soffusa e ovattata. Poi sempre più forte, quel suono arriva più nitido alle mie orecchie. È una canzone festosa, di quelle che si sentono al circo, al luna Park o alle giostre. Incuriosito da quello strano fenomeno, alzo lo sguardo.
-…non è possibile…-
Davanti a me, dove prima non c’era niente di diverso dall’impercettibile “nulla”, c’è ora una giostra. Una di quelle vecchie giostre rotonde, con i cavalli, i leoni, i delfini attraversati da parte a parte da un grosso palo circolare che li fa muovere in su e in giù al ritmo regolare del giro.
Osservo l’oggetto con più attenzione. Non è troppo grande come giostra, di dimensioni medie. È funzionate, gira su se stessa illuminata di tanti piccoli lumi come al calar del sole. Il tutto ha però qualcosa di inquietante, cupo e sinistro. Gli animali che festosi saltellano su e giù pacati e tranquilli, hanno sguardi raccapriccianti. Le pupille sono piccoli punti neri e minuscoli, annegati in quel bianco porcellana del bulbo oculare. Sembrano indemoniati con sorrisi pazzi e spettrali, invitandoti a salire sulle loro groppe per portarti in qualche posto dal quale certamente non farai ritorno.
Nel seguire confuso quel movimento circolare, una strana sensazione mi nasce nel petto. Stringendo un po’ l’occhio destro, mi metto ad studiare ancora più approfonditamente quel giocattolo gigante. Il suo modo di girare, lento e tranquillo, la musica in sottofondo, le luci...tutto ha qualcosa di vagamente familiare. Anzi, ora che ci penso, tremendamente familiare. Mentre cerco invano di collegare quello strano oggetto a qualcosa di conosciuto, la mi attenzione viene improvvisamente catturata da un particolare della giostra che prima mi era sfuggito. Sulla cima di una sfera in legno, in equilibrio sulla punta del piede destro, una figura mingherlina e slanciata gira lentamente assieme a tutto il resto del bizzarro Carosello come fosse una specie di puntale. È una ballerina, ne sono certo. Con la gamba sinistra alzata e ricurva, vicina a sfiorare la nuca, tiene le braccia a cerchio sollevate sopra la testa.
Purtroppo non riesco a distinguerne bene i lineamenti poichè, essendo così in alto, è completamente oscurata. L’unica cosa che ben identifico sono i contorni precisi ed eleganti.
Improvvisamente, sotto lo sguardo incredulo dei miei stessi occhi, la ballerina si libera da quella posizione così scomoda e rigida e si volta rapida verso di me con un movimento fluido ed elegante. Io trasalgo per la sorpresa e mi ritraggo violentemente contro la parete, sbattendovi la testa.
-Quella statuetta si è davvero mossa?-
E’ piuttosto evidente di si visto che lei è ancora lassù, impalata e fissarmi con le mani strette sul grembo. Ha smesso di giare su se stessa, come se si fosse staccata del tutto dal resto della giostra.
Flettendo le ginocchia, la ballerina spicca un balzo verso l’alto ed atterra leggera in punta di piedi a terra, senza creare il minimo rumore. Ora ho modo di osservarla meglio, sotto la luce diretta del luogo. È una ragazza sui diciassette anni, più o meno la mia età insomma. Ha una statura molto minuta, con gambe e braccia esili e terribilmente pallide. Il volto è bianco come la neve, dai lineamenti morbidi e gentili. Due occhi azzurro ghiaccio mi fissano luminosi mentre le sottili labbra rosa chiaro si distendono in un sorriso mozzafiato. I capelli biondi sono racchiusi in una retina che forma un crocchia precisa e curata sopra la nuca. Il corpo è stretto in un tutù azzurro chiaro, con il corpetto aderente, anche sul seno piatto, e la gonna larga di tulle celeste che le arriva poco sopra le ginocchia. Le scarpe bianche con i lacci legati attorno agli stinchi sono di un bianco quasi accecante.
La guardo nuovamente da capo a piedi, lontano circa sei metri da lei. Quant’è bella...
Sento il mio pensiero rimbombare più volte nell’ambiente circostante, facendomi girare la testa a destra e a sinistra.
Torno a fissare la ragazza bionda davanti a me, che ora sta sorridendo furba con la punta dell’indice in bocca e l’unghia stretta fra i denti.
-Grazie- sussurra.
Arrossisco violentemente e ingoio un gruppo di saliva. Lei sorride nuovamente in una maniera talmente graziosa da far sciogliere pure me in un sorriso sornione.
-Chi...chi sei?- trovo il coraggio di chiedere.
La ragazza mi guarda con i bordi delle labbra ancora rivolti all’insù. Scoppia a ridere e porta  nuovamente la mani in alto nella strana posizione che aveva assunto prima, cominciando a ballare. I suoi movimenti sono così fluidi e leggeri che m’incanto a guardarla.  Si sposa perfettamente con la musica proveniente dalla giostra, abbinando ad ogni nota più alta o più bassa un movimento delle mani o delle gambe. Mentre si muove mi pare di perdere la cognizione del tempo e dello spazio, arrivando vicino a non ricordarmi nemmeno il mio nome.
Tutto d’un tratto si ferma, sciogliendosi in un elegante inchino. Ma io sono troppo rapito dalla sua bellezza per reagire in qualsiasi modo.
-Ti è piaciuto?- chiede.
Annuisco senza mai staccarle gli occhi di dosso.
-Ne sono felice-
-Chi sei? Come ti chiami?- le domando quasi meccanicamente.
Lei sorride nuovamente, socchiudendo leggermente gli occhi.
-Chi sono, chi non sono...ha importanza?-
Non capisco se la sua è una domanda retorica o meno, ma per sicurezza rispondo un “no” che vuol dire tutto e niente. Riparte a ballare, questa volta creandosi una melodia tutta sua con la voce e limitandosi a compiere lenti movimenti sul posto.
-Tu sai cos’è un segreto?-
Mi riscuoto, spiazzato da quella domanda così ambigua.
- U-un segreto?-
- Ah-ha-
- Un segreto...si, so cos’è. E’ una cosa che non deve sapere nessuno, in parole...semplici-
-Mmmm...ni- risponde lei muovendo lentamente la testa da destra a sinistra.
-Ni?-
-Corretta per metà-
-Oh-
-Un segreto è anche un patto fra due o più persone, da quando si promette che non lo si dirà a nessuno. È una confidenza, un segno di fiducia. Capisci?-
-Si...certo-
-E tu sai cosa succede a chi non mantiene un segreto?-
Non mi sforzo nemmeno di trovare un senso a quella domanda. Tanto, in un posto così fuori dal normale, quanta importanza poteva mai avere una domanda?
-No, cosa gli succede?-
-...niente di buono-
Questa ragazza comincia davvero ad incuriosirmi. Continua imperterrita a ballare il suo motivetto facendo domande bizzarre e apparentemente fuori luogo. Cosa vuole veramente da me?
-Io da te non voglio nulla-
Mi stringo alla parete, ricordandomi che in quella stanza i pensieri sono scoperti.
-Allora cosa ci faccio qui? Mi ci hai portato tu?-
-Forse si-
-Come forse?-
-E forse no-
-Ma come...?-
-Dipende-
Rimango a fissarla a bocca aperta, ancora più confuso di prima.
-Tu lo sai tenere un segreto?- torna a domandare dopo pochi minuti.
-Si- rispondo vago.
A quel punto la ragazza si ferma, voltandosi verso di me. Tutto d’un tratto il suo sorriso mi pare molto meno dolce. Assomiglia quasi a quello dei cavalli della giostra che imperterrita continua a girare alle sue spalle.
-Perché dici le bugie?-
-Bugie?-
-Menti. Tu non lo sai tenere un segreto-
-No, io...lo so tenere-
Lei scosse la testa.
-Ts, ts, ts, ts. Tu stai mentendo-
-Io non mento. E se anche fosse?-
-Tu hai rivelato un segreto molto importante, del quale avevi giurato di non far parola a nessuno. Ma tu non hai mantenuto la tua promessa e hai messo in guai seri una persona che si fidava cecamente di te-
Smette di sorridere.
-Quale?- chiedo
Lei alza la mano sinistra verso l’alto col il palmo rivolto verso l’ipotetico cielo.
Immediatamente una voce femminile rotta dal pianto invade l’aria. La conosco questa voce.
 
-Ti prego Dario...ho bisogno di qualcuno con cui parlare...-
-Che è successo Ginevra?-
- L-la settimana scorsa ho f-fatto il test di gravidanza...e...e...sono incita-
-Cosa?!? Ma come? Andrea mi aveva detto che...-
-Non lo so...non so come sia potuto accadere, avevamo preso tutte quante precauzioni che potevamo prendere...-
-Andrea lo sa?-
-No. Non deve nemmeno saperlo!-
-Ma...-
-Non è il momento giusto. Glielo dirò, non preoccuparti. Solo...non adesso-
- Mmmm…secondo me sbagli. Andrea è un ragazzo comprensivo, se tu...-
-Ti prego! Ti prego, ti prego, ti prego! Non dirglielo! Ti scongiuro, fai come se tu non sapessi nulla-
-Io conosco Andrea molto meglio di te, fidati! –
-Dario, promettilo-
-Ginevra...-
-Promettilo!-
-...va bene. Non gli dirò nulla-
-Promesso?-
-Promesso-
-Croce sul cuore?-
-Che io possa morire-
 
Le voci s’interrompono e io ricomincio a respirare pesatamente come se avessi trattenuto l’aria fino a quel momento. Guardo la ballerina, non sorride più. Anzi, mi fissa in modo insistente con sguardo accusatorio. Mi fa paura, sembra che due chiodi mi stiano perforando la testa.
-Tu non hai mantenuto la promessa-
-Ma l’ho fatto per il loro bene-
-No. lo hai fatto perché ritenevi di avere ragione e non ti andava bene che qualcuno ti dicesse cosa fare o meno-
-Non è vero!- rispondo protendendomi in avanti.
-Io posso leggere nel tuo cuore, Dario. Io so perché lo hai fatto, e non è certo per altruismo. Anzi, il tuo è una delle forme di egoismo più oscene che io abbia mai visto. Hai tradito una promessa, e per questo io...-
Pone il braccio destro in basso a sinistra e compie un ampio e veloce movimento fino a portarlo in alto a destra. Stretto in mano ha qualcosa. Un pugnale ricurvo scintilla di luce fioca.
-...dovrò ucciderti-
Ciò basta ad inchiodarmi nuovamente al muro dietro di me con gli occhi sbarrati e pieni di terrore. Dietro di lei la giostra comincia ad accelerare i suoi giri, fino a diventare talmente veloce da non permettere più a chi la guarda di distinguerne le figure danzanti. Anche la musica segue l’esempio della giostra. Le note si susseguono tutte di fila senza pause, trasformando quella melodia così allegra in un tumulto senza senso e da mal di testa.
- U-uccidermi?! Ma come? Perché?! Infondo è solo un segreto fra amici!- urlo disperato in preda al panico. Lo sguardo della ballerina diventa truce e affilato, tanto che mi sento mancare le forze per rimanere sveglio. Cerco di alzarmi, di muovermi, ma le gambe e le braccia sono divenute talmente pesanti da non permettermi di far fare loro il benché minimo movimento.
Lei spicca un balzo e mi atterra sul ginocchio piegato. Mi accorgo che non pesa nulla, è come se non ci fosse. Come se non esistesse.
Si lascia scivolare sulle gambe, mettendosi a cavalcioni sul mio bacino.
-Aspetta! Non è colpa mia! E’ Andrea che mi ha obbligato a dirlo! Vedeva che cercavo di evitarlo e si è insospettito. Mi ha costretto a confessare. Ma io non volevo, lo giuro!!-
-Bugiardo-
-Non mi uccidere! Ti prego! Pensa...ai miei familiari, ai mie amici! Saranno tutti distrutti, non puoi far soffrire tutte queste persone per farne star bene due-
Lei si avvicina a me, fissandomi negli occhi.
-Vigliacco. Nessuno si ricorda di chi muore qui. Sei già sparito dai loro ricordi da quando sei entrato in questa dimensione. Tu non esisti più, sei già morto per loro- esclama accarezzandomi la guancia con la lama fredda del coltello.
Il respiro è divenuto così affannato che comincia a girarmi la testa. La ragazza sorride di scherno.
-Hai paura di morire, vero?-
Annuisco e continuo a fissarla negli occhi.
-Poverino...sai che mi fai pena? Quasi mi dispiace doverti ammazzare...anzi, no-
Posa la sua mano gelida e affusolata sulla mia guancia destra, passandomi la punta delle dita sul leggero strato di barba
-Prima mi hai chiesto chi sono, ma io non ti ho risposto. Ebbene, io sono la Croce. La Croce sul tuo cuore, quella che tu hai infranto per puro egoismo rivelando un segreto che ti era stato affidato. Io sono la Croce sul cuore di tutti coloro che portano un segreto, colei che uccide chiunque infranga una promessa tanto importante-
Un dolore allucinante inizia a scavarmi la carne sulla parte sinistra del petto. È un graffio continuo e obliquo che s’incrocia con un secondo.
La ballerina allarga il suo sorrido afferrando il bordo della mia maglietta e tirandolo in giù, scoprendo una croce dal colore incandescente in corrispondenza del cuore. La Croce si passa l’indice su un segno uguale identico al mio, scavato nella sua stessa pelle nello stesso punto. Si sta formando in questo preciso momento, proprio come il mio.
-Sai cosa? Ho deciso di farti morire lentamente. Così avrai il tempo di soffrire quanto ti meriti e potrai riflettere su ciò che hai fatto. Io ti guarderò morire, tutto qui-
Posa il filo del coltello a metà del mio collo e striscia velocemente la lama sulla carne. Un dolore fortissimo si sprigiona da quel taglio, non abbastanza profondo da essere fatale, ma abbastanza da uccidermi. Io intanto cerco di liberarmi, ma sento il mio corpo un peso morto. Non si muove, non ne vuole sapere.
-Ferma! Ferma, ferma! Non può finire così la mia vita! Non deve!-
Lei intanto mi poggia le mani sulle spalle e mi spinge con forza disumana contro la parete, bloccandomi sul posto.
-Inutile che urli, qui ci sono solo io a sentirti. Chiedere pietà al Creatore per i tuoi peccati è l’unico modo intelligente di sprecare il tuo fiato- esclama con un sorriso tagliente- Sempre che tu ci creda, ovviamente. O vuoi dire l’ennesima bugia, Dario?-
Inizio a sentirmi debole, la testa diventa pesante, il corpo molle. La situazione comincia solo ora a materializzarsi e io capisco che quello non è sogno o immaginazione. Sto davvero per morire, lì, in quello schifo di posto in compagnia di una ragazza tanto bella quanto folle. Ma cosa ci posso fare? Nulla. Nessuno si ricorderà di me…io già non esisto più.
Smetto di cercare di agitarmi e mi lascio andare, poggiandomi completamente alla parete. L’occhio si posa sulla giostra che, stranamente, sta ricominciando a rallentare. La guardo girare frenetica, come se volesse compiere anche lei il suo ultimo giro. Ancora quella sensazione familiare…
…un’altra po’di energia vitale se ne va, sgorgando via assieme al sangue…
…perché non capisco? Cosa c’entra con me?...
..un’ altra po’…
...eppure qualcosa c’è, ne sono sicuro…
…ancora un pochina…
..un momento... Ora ho capito...quello è il mio cuore. Ora sta rallentando, proprio come i miei battiti. Si, sta proprio rallentando...
Continuo a fissarla mentre le figure tornano pian piano visibili.
Sorrido. Che sciocco sono stato. Sciocco ed egoista.
La ballerina si protende un po’ verso di me e si accoccola sulla mia spalla.
Uno sciocco…egoista…ti chiedo scusa, Ginevra…è tutta…colpa…mia.
La giostra gira sempre più lentamente…è proprio sangue quello che gronda giù dal tetto. Le gocce cadono a terra, il rumore sembra quello della pioggia in primavera. Tanto sangue che va a macchiare le statue che ancora si muovono. Ora i loro sguardi sono tristi, spenti e vuoti. Non sorridono più.
La ragazza si stacca da me e si alza, permettendo al mio corpo di accasciarsi sulla mia destra. Sdraiato a terra comincio a deglutire a vuoto, sentendomi incredibilmente stanco. Ho troppo sonno…non ce la faccio a rimanere sveglio…
La ballerina è in piedi vicina a me, la vedo con la coda dell’occhio. Mi guarda severa, un po’ meno rispetto a prima…
La giostra gira così lentamente che ormai sembra portata a mano.
La melodia rallenta…la giostra va piano…
…sempre più piano, sempre più piano, sempre più piano…si ferma.


Eccola qui. Storia un po' particolare, infatti mi è venuta ascoltando una canzone e riflettendo sulla frase "Un segreto rimane fra due persone solo se una delle due è morta"
Qui ho sforato con questo piccolo particolare, ma pace XD 
Mi rendo conto chè molto lunga, ma non potevo metterla da nessun'altra parte. E' un storia conclusa anche se smisurata.
Anche se io non apprezzo affatto la narrazione al presente, qui sono stata costretta poichè il narratore, in questo caso, muore alla fine della storia. Avrebbe avuto poco senso una narrazione al passato. Nonostante ciò spero vi sia piaciuta comunque!!
Flareon24
  
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