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Autore: Bluemask    30/10/2013    2 recensioni
Luna si guardò alle spalle, osservando i suoi ricordi che si trasformavano in un sentiero di terra battuta e le parole che diventavano piccoli sassolini azzurri e arancioni. Pensò immediatamente di incominciare a correre, tornare sulle sue nuvole, lì sì che era al sicuro, lontana da tutti gli altri, ma sapeva che doveva andare avanti.
E allora guardò avanti, guardò il bivio.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luna Lovegood | Coppie: Harry/Luna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Chasing the clouds

 

 

 

 

Prompt: un personaggio arriva ad un bivio (psicologico o meno) da cui non può più tornare indietro ed è costretto a scegliere

 

 

 

 

 

Running after you
is like chasing the clouds.

 

 

 

 

Luna non aveva mai avuto i piedi per terra.
Perché avrebbe dovuto tenerli lì, immobili e incollati al pavimento freddo? Era così noioso, in fondo.
Perché non avrebbe dovuto invece averli in aria, verso il cielo colorato, e camminare a testa in giù?
Luna Lovegood – Lunatica Lovegood – era stata da sempre considerata una ragazza strana, folle, con pensieri insoliti; forse un ragazza che metteva un po’ la pelle d’oca per colpa dei suoi interminabili discorsi su storie incredibili e a causa delle sue idee diverse.
Perché Luna era così, semplicemente diversa. Diversa dai bambini che facevano la fila fuori dalla gelateria di Fortebraccio, diversa dalle bambine che si aggiustavano le pieghe invisibili degli abiti, diversa dalle ragazze che fantasticavano tra loro su chi potesse essere il loro cavaliere al Ballo del Ceppo, diversa dai ragazzi col naso schiacciato contro una vetrina per ammirare il nuovo modello fiammante di scopa esposto quell’anno. 
Diversa dalle persone che camminavano dritte seguendo il sentiero davanti a sé, mentre lei, invece, balzava da una nuvola all’altra. O, almeno, questo era quello che credeva.
Ma sulle nuvole esistevano i bivi?
Perché, se non fosse stato così, allora voleva dire che lei era uguale a tutti gli altri: aveva un suo sentiero senza vie d’uscite che doveva seguire fino ad arrivare a un bivio; anzi, no, fino ad arrivare a il bivio, quello per eccellenza, quello che cambiava da persona a persona, quello che metteva in difficoltà chiunque.
E forse Luna aveva deciso di volare, al posto di camminare, proprio per evitarlo, ma non ci era riuscita; e ora doveva affrontarlo, come era giusto che facesse, ma quale strada prendere?
Suo padre, fin da quando era piccola, le aveva sempre ripetuto di seguire l’istinto: che fare, però, quando l’istinto le suggeriva di fuggire via? Di tornare indietro?
Luna si guardò alle spalle, osservando i suoi ricordi che si trasformavano in un sentiero di terra battuta e le parole che diventavano piccoli sassolini azzurri e arancioni. Pensò immediatamente di incominciare a correre, tornare sulle sue nuvole, lì sì che era al sicuro, lontana da tutti gli altri, ma sapeva che doveva andare avanti.
E allora guardò avanti.
Guardò il bivio, le due strade che si separavano: i suoi comportamenti strani – che le piacevano tanto – sulla strada di destra (perché alla destra, poi, e non alla sinistra? Oh, come era strana la sua mente), un paio di occhialuti occhi verdi e un sorriso impacciato sulla sinistra.
Luna tamburellò le dita sul mento, facendo scivolare lo sguardo da un punto all’altro. Era una cosa così stupida, decise d’un tratto. Si stava facendo un mucchio di problemi – odiava terribilmente farsi un mucchio di problemi quando poteva esserci una semplice soluzione – per nulla: in fondo tra cosa doveva scegliere, se stessa e Harry Potter?
Rabbrividì senza volerlo, il freddo che le congelava le ossa portato da quel nome appartenuto a quel ragazzo che non avrebbe dovuto incontrare su quel treno che non avrebbe dovuto prendere – cosa sarebbe successo se non fosse andava ad Hogwarts?
Ma Luna stava divagando, come al solito, si era persa nel caos dei suoi pensieri al posto di andare a destra o a sinistra, oppure a sinistra o a destra, oppure insomma, qual è la strada giusta?
Luna strinse le braccia intorno a sé per scaldarsi, pensando che probabilmente non sarebbe servito a nulla cercare di cambiare se stessa per Harry Potter perché Harry Potter non era sicuramente interessato a lei. Perché nessuno era mai interessato a lei.
Sentì gli occhi farsi umidi nello stesso istante in cui una mano bollente le scottò il gomito e lei sussultò. Aprì gli occhi di scatto, trovandosi davanti il paio di occhi verde e occhialuti; si domandò se fosse ancora nella sua mente, ma quando Harry Potter le chiese se lo stava ascoltando capì che no, era nella Sala Grande e stava parlando con Harry Potter, di cosa? Da quanto tempo? Non se lo ricordava, c’era un buco nei suoi pensieri riempito dalla risata di Harry Potter e cos’era quella sensazione che la avvolgeva?
Luna si mise a correre improvvisamente, spaventata da tutto quel calore che aveva incominciato a provato di colpo, e scelse la destra, scappando sulle nuvole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note: d’accordo, uhm, non ha senso (le mie storie ne hanno mai uno? No, appunto) ma quando ho letto quel prompt mi è venuta in mente Luna e, boh – una storia het, davvero? Ne sono ancora capace? (No, torna dai tuoi gay ;_;)
Il bello è che non ho mai shippato Luna e Potter insieme, vado a ricoverarmi.
Okay, nessuno recensirà questa storia sulla piccola Lunatica – tranne Bee, perché so che tu lo farai, vero riccio? – ma spero che non vi abbia annoiato troppo.

  
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