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Autore: AnnaBolenaa    31/10/2013    0 recensioni
Essere dipendenti da uno sguardo è possibile? Per Alice si, ed è proprio quello che le sta capitando.
Non conosce il suo nome, non conosce la sua età.. non sa niente di lui.
Eppure i suoi pensieri sono tormentati da quegli occhi, così freddi e impetuosi da farle girare la testa.
Ma la vita è imprevedibile, e presto Alice si ritroverà in un tumulto di emozioni che forse non saprà gestire come dovrebbe.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao a tutti :)
Eccomi qui con il secondo capitolo!
Scusate se è un pò corto, ma purtroppo tra il lavoro e tutto il resto non sono riuscita a fare di meglio!
Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate :)
Se avete tempo e voglia lasciate delle recensioni, ci tengo molto :)
Grazie alle ragazze che hanno iniziato a seguire la storia e a tutti quelli che leggeranno =)


Chiara








E' passato qualche giorno dall'ultima volta che i nostri sguardi si sono incrociati, che i nostri occhi si sono catturati in una battaglia già persa.
Negherei se dicessi che non l'ho cercato, negherei se dicessi che non mi è mancato questo gioco di occhi in fuga e di sguardi rubati.
E adesso ho paura di non vederlo più.
Ho paura di non potermi più sentire attratta e confusa da quelle occhiate così piene di qualcosa che in realtà non conosco.
Mi accontento di poco.. ma non voglio che quel poco mi venga negato, non lo merito.
Spero solo che questa storia così assurda non mi distragga dal lavoro, devo fare in modo che il mio cervello si concentri sulle cose davvero importanti.. solo così avrò il brillante futuro che desidero da sempre.
Sono sdraiata sul divano, tra le mani ho una tazza di tisana alla pesca fumante.
La mia testa è un vortice di pensieri che annebbiano la mia lucidità.
E' stato un anno difficile, sotto ogni punto di vista.. ma sono sempre riuscita a rialzarmi, e niente e nessuno potrà farmi cadere ancora.
Mi alzo ancora intorpidita. I piedi scalzi sul marmo mi fanno rabbrividire, una scossa di freddo mi pervade tutto il corpo senza pietà.
Una volta in camera, mi stendo sul letto e mi infilo velocemente sotto il piumone, ancora infreddolita e con la voglia di riposare a lungo.. ne ho davvero bisogno, poiché le ultime notti le ho passate a girarmi e rigirarmi tra le coperte, turbata e agitata, senza sapere il perché.
Stendo un braccio lungo il letto, freddo e vuoto.. e con un velo di tristezza addosso mi addormento.





***


Io e Cinzia abbiamo trascorso l'intera mattinata in giro per appuntamenti.
Una leggera brezza ci ha accompagnato per tutto il tempo, rendendo il mare lievemente increspato e facendo ondeggiare con grazia le bandiere innalzate lungo il porto della città.
Adoro guardare il mare in questi momenti, sembra quasi voglia esprimere tutta la sua personalità, la sua potenza.
« Sei stanca Alice? Oggi non ci siamo fermate un attimo! »
« Sto benissimo, tranquilla, nessun problema. »
« Sai tesoro, mi piace davvero molto il tuo modo di fare!»
« Ti ringrazio Cinzia.. ma.. in che senso?»
« Non ti lamenti mai, hai sempre un sorriso per tutti. E adoro la tua educazione. »
Mi scappa un sorriso, le mie guance prendono un po' di colore.. e questo a Cinzia non sfugge.
« Sai che se dico le cose è perché le penso davvero. »
« Certo, ne sono consapevole. Solo che non mi aspettavo questi complimenti, ti ringrazio davvero molto. »
« E sai qual'è un'altra cosa che mi piace di te? »
« Sinceramente no... »
« La tua determinazione. Sei in gamba Alice, sono sicura che farai grandi cose. Non arrenderti mai, non scoraggiarti se le cose non vanno sempre come vorresti.. l'occasione giusta arriva quando meno te l'aspetti.»
« Lo so, me l'hai insegnato tu. »
Mi da un buffetto sulla guancia, poi si fa seria di colpo.
« Mi sono completamente dimenticata che devo andare in banca a fare un versamento.. e ora come faccio? Devo andare a pranzo con la mia amica Marina! Perché devo essere così sbadata?»
« Stai tranquilla, se vuoi ci vado io.»
« No no, mangeresti troppo tardi. E' colpa mia, devo andare io »
Le sorrido, quasi come per tranquillizzarla.
« Non scherzare Cinzia, sono o non sono qui per aiutarti? E poi il mangiare non è affatto un problema, non devi minimamente preoccuparti »
« Tesoro non so come ringraziarti, davvero. Mi hai salvata.»
Mi stringe la mano con tutta la sua forza, dopodiché prende un pezzo di carta e una penna dalla borsa e inizia a scrivere alcuni dati. Appena finisce, mi porge il foglietto e una busta con dei soldi.
« Tieni Alice, queste sono le coordinate per il versamento e i trecentocinquanta euro. Ancora grazie gioia »
« Nessun problema. Allora io vado, ci vediamo più tardi. »
« A dopo .»
Inizio a camminare con passo sostenuto, non mi sento tranquilla ad avere tutti quei soldi con me, specialmente perché non sono miei.
La banca è vicina all'agenzia, quindi ci vogliono circa dieci minuti per arrivare.
Ogni tanto do qualche rapida occhiata ad alcune vetrine, giusto per curiosare un po' e vedere se c'è qualche occasione interessante.
Ho poco tempo per lo shopping, ma appena posso chiamo Marta e Alessandra, le mie amiche più fidate, per concedermi qualche pomeriggio di acquisti non troppo sfrenati.
A volte vorrei essere più libera, avere degli orari più flessibili.. ma questo per il momento impossibile.
Una volta arrivata alla banca, noto con grande disappunto che dovrò stare almeno mezz'ora in coda per arrivare allo sportello.. ma possibile che debbano venire qui tutti adesso?
Io in realtà mi lamento dentro di me, e questo Cinzia probabilmente non lo immagina nemmeno.. meglio così, essere apprezzata dal capo è un punto a mio favore.
Mi giro verso la porta della banca, tra i due vetri vedo una figura vestita di nero.


E' un attimo, un fottutissimo attimo.
Un uomo entra nell'edificio.
In pochi secondi dalla tasca estrae una pistola, iniziando ad urlare come un matto parole che non riesco a comprendere.
Sono pietrificata, il terrore si è impossessato del mio corpo.
La paura si sta prendendo gioco di me, come mai prima d'ora.
Non so cosa fare, non riesco a ragionare.. non posso credere che stia succedendo davvero.
Attorno a me vedo gente in preda al panico, la signora dietro di me è in lacrime.
Il rapinatore estrae dalla tasca una seconda pistola, forse ha paura di non riuscire a gestire la situazione.
Una è rivolta verso gli addetti allo sportello, la seconda verso i clienti.
Adesso l'uomo inveisce contro i funzionari, dice che se non avrà i soldi che desidera farà una strage, ucciderà tutti.
Ordina di chiudere l'entrata, nessuno deve entrare o uscire da qui finché non avrà portato a termine l'operazione.
Improvvisamente mi sento afferrare il braccio.. qualcuno dietro di me mi sta tirando a se.
Non capisco, non voglio capire, non riesco a capire.
So solo che senza rendermene conto vengo scaraventata in fretta e in furia dentro una stanza, vengo fatta sdraiare a terra.
Ho gli occhi chiusi, non voglio vedere quello che mi sta succedendo o quello che mi succederà.
Uno spostamento d'aria improvviso mi fa capire che una persona si è sdraiata sopra di me, ma senza toccarmi in alcun modo, senza minimamente sfiorarmi.
Decido che è arrivato il momento di capire.
Apro gli occhi... e rimango folgorata, sono costretta a trattenere il respiro. Quello sguardo.. lo riconoscerei tra mille.
Ma non è possibile, forse mi sbaglio, forse ho battuto la testa e sto sognando.
I suoi occhi mi trafiggono come un pugnale, mi ridanno speranza.
Poi la sua bocca si avvicina lentamente al mio orecchio destro.
« Non ti muovere, non fiatare. Andrà tutto bene. »

  
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