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Autore: Lil_chan    31/10/2013    4 recensioni
Sotto la pioggia battente, una sigaretta ormai spenta tra le labbra, uno sguardo che avrebbe incenerito anche i sassi, le mani frementi.
Primo tentativo di scrivere una storia sentimentale e malinconica sul passato di Gokudera.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Eccoci qui con questo sesto capitolo =)
È stata una faticaccia, il capitolo più difficile che abbia scritto finora. Pensavo giorno e notte a come rendere al meglio il racconto di Gokudera e il risultato è questa cosa qua. Ci sono molti discorsi come potete immaginare, spero di non aver creato più confusione che altro
(E qui, probabilmente Gokudera l’ho davvero fatto andare verso l’OOC).
Mah, come sempre a voi l’ardua sentenza!
Vi auguro buona lettura e ci vediamo la prossima settimana. ^^
 
P.S. La mia beta qui è stata un vero angelo, quindi questo capitolo è tutto dedicato a lei.
P.P.S. Ringraziamenti per il 4^ e  5^ alla fine.

 


 
Credo di essere sempre stato un ostacolo:
per mia madre, dal momento in cui scoprì di essere rimasta incinta,  
per mio padre, quando sono venuto alla luce.
Per mia sorella, quando sono cresciuto,
addirittura per la Famiglia, prima che diventassi un sicario.
 
Mia madre ha scoperto di essere malata quando aspettava me. Avrebbe avuto maggior possibilità di superare la malattia iniziando la cura in gravidanza. Quando le dissero che c’era la possibilità di aborto, decise di dare a me la priorità non curandosi della sua vita.
Questa è stata la mia prima colpa.
 
Mio padre - a causa del suo potere di controllo mentale, col passare del tempo ha iniziato a soffrire di problemi legati alla memoria e alla percezione della realtà, perdendo lentamente il controllo. Con mia madre vicina riusciva a rallentare questo processo ma quando lei, debole per il suo male, decise di andarsene per non esserci di peso, al crollo mentale si aggiunse quello fisico portandolo a un netto peggioramento.
Questa è stata la mia seconda colpa.
 
Mia sorella era destinata a diventare capofamiglia. Grazie a me, è stata privata di tutto ciò che le spettava di diritto. Per punirmi.
Per questo ci hanno sostituiti, eppure lei non ha mai smesso di volermi bene e mi è sempre stata accanto.
Questa è stata la mia terza colpa.
 
Gli uomini hanno iniziato a guardarmi con diffidenza, con astio, hanno cambiato opinione solo quando sono diventato un sicario e hanno ripreso ad odiarmi una volta sparito. Avevo abbandonato tutto e tutti.
 
Questa è la mia quarta colpa.
 
- Da bambino tutto quello che volevo era uno sguardo di approvazione e di orgoglio da parte di mio padre.
Ogni volta che imparavo una nuova tecnica o riuscivo finalmente a suonare un brano complesso, mi voltavo verso di lui e l’unica cosa che vedevo era la freddezza nei suoi occhi. Non c’era neanche un sorriso per me. L’ho odiato, tanto, ma anche se l’odiavo continuavo a dipendere da lui, continuavo a cercarlo. Poi una mattina è arrivato da me e mi ha detto che sarei stato io il suo successore.
Il mio odio è aumentato, ma io lo sapevo. Sapevo che non era altro che una stupida maschera che avevo indossato per nascondere il fatto che anche io avevo bisogno di una padre, di uno vero, che mi sostenesse e mi accompagnasse passo dopo passo in questa vita troppo pesante e complessa per me.
Ho deciso di scappare quando i suoi deliri sono diventati troppo frequenti. Quando eravamo soli, mi chiamava Lavina, stentava a riconoscermi e si serviva di me solo per il prestigio della famiglia. Ho abbandonato tutto e sono sparito, sono stato un fantasma finché Reborn mi ha trovato e mi ha portato dal Nono. -
Le mani dei due Guardiani non si erano mai lasciate;  la stretta si era fatta a ogni parola sempre più salda.
Gokudera sentiva l’incoraggiamento silenzioso di Yamamoto e continuava a sfogarsi come non aveva mai fatto, togliendosi di dosso il peso aggravatosi di anno in anno.


Parlava e parlava, senza sosta, ignorando il nodo alla gola che gli impediva quasi di respirare.
- Ho sempre percepito una barriera tra me e loro e un senso di vuoto che aumentava continuamente.
Vivevo grazie ai pochi momenti con Bianchi, al desiderio di uno sguardo di quell’uomo che era mio padre, al bisogno di essere accettato per quello che ero e non per quello che mi avevano fatto diventare, - Guardò serio il compagno e abbassò lo sguardo  – quando Reborn mi ha trovato era un corpo vuoto, non avevo più uno scopo. Sono stati lui e il Nono a ridarmi una vita, a farmi sentire per la prima volta necessario.
Anche se continuavo a sentire che il vuoto non spariva completamente, avevo il Decimo e Reborn, Bianchi e voi, avevo qualcuno al mio fianco per cui valeva davvero la pena vivere. Tuttavia continuo a pensare che sia stata tutta colpa mia. La malattia della mamma, il crollo di mio padre e tutto questo, … -

- Perché pensi che sia stata colpa tua? -
Il moro, che aveva ascoltato e registrato ogni parola, sorrise allegramente. Vedeva l’incredulità dipinta nel volto dell’altro e fu contento di averlo colpito, perché aveva capito che il problema di tutto era il fatto che nessuno gli avesse mai mostrato cos’era l’amore.

- Credo che quello che tua madre abbia fatto sia bellissimo. Ha deciso di darti un futuro e non si è arresa all’idea di perderti. Ha pensato di dover fare qualsiasi cosa per permetterti di nascere. Ha deciso che avresti dovuto vedere tante cose e fare tante esperienze. Ha deciso di insegnarti tutto ciò che sapeva, perché quando saresti stato grande, lei sarebbe stata fiera di te. Ha pensato proprio questo, ne sono sicuro! -
Gokudera lo guardava come fosse un alieno, sbigottito, e vedeva lo sguardo prima allegro farsi dolce e un po’ serio mentre l’altro gli posava le mani sulle spalle.

- Gokudera non hai capito una cosa, tu sei importante. Sei un ragazzo fantastico, un braccio destro formidabile, uno studente brillante e un guerriero eccezionale, ma prima di tutto sei lo scorbutico, acido, burbero, arrogante, saccente Hayato Gokudera, l’unico che sia mai riuscito a rubarmi il cuore. -
Gokudera abbassò il capo, nel vano tentativo di celare il colorito rossiccio che si era dipinto sulle sue guance, ma Yamamoto lo fermò. Non dissero altro. Rimasero stretti in un abbraccio senza parlare, non c’era niente da dire, niente che non fosse già lì in quel gesto. Avrebbero ricominciato tutto dall’inizio, si sarebbero lasciati alle spalle il passato e sarebbero cresciuti. Sarebbero tornati a casa, avrebbero continuato a sostenere il Boss e sarebbero rimasti accanto ai loro amici, non sarebbe cambiato nulla.
 
Lì, tra le braccia del moro, per la prima volta Gokudera si sentì amato.
 

Tsuna, Reborn e Bianchi rimasero nell’andito ad aspettare. Ovviamente avevano origliato gran parte del discorso tra i due e soprattutto la donna ne era rimasta colpita. Se alcune cose le aveva capite fin dall’inizio, altre le avevano fatto comprendere solo in quel momento il reale peso che aveva sempre portato sulle spalle.
Di una cosa però avrebbe dovuto parlargli il prima possibile.
- Scusate,… -
Un giovane medico si avvicinò ai tre, aveva due cartelle in mano e l’aria molto stanca.
- Mi è stato detto di riferire a voi per quanto riguarda il secondo paziente arrivato con il signor Gokudera. -
Non attese nemmeno una conferma, prese una delle cartelle e iniziò a leggere.
- All’arrivo del paziente si è proceduto a bloccare l’emorragia e a ricucire la ferita al fianco destro. La pressione e il battito cardiaco hanno tardato a stabilizzarsi e poche ore fa siamo stati costretti a indurlo in coma farmacologico a seguito di una crisi che ha aggravato le sue condizioni. Volete che vi porti da lui? -
Bianchi poggiò le spalle al muro, chiudendo gli occhi.
- Lo vedrò più tardi, grazie. - Il medico si voltò e si allontanò passo dopo passo, sbadigliando un saluto.
La donna rimase un momento ferma, riflettendo su quale fosse la cosa migliore da fare, poi senza dire una parola si allontanò lasciando maestro e allievo da soli.
- Ha bisogno di stare da sola. Noi possiamo andare, torneremo domani. -
Annuendo, Tsuna seguì Reborn fuori dall’edificio. Diede un’occhiata alla finestra della camera di Yamamoto e sorrise rincuorato: sentiva che sarebbe andato tutto bene.
 

La notte e la tranquillità arrivarono presto. Gokudera, sdraiato sul lettino, esaminava ogni centimetro del volto di Yamamoto. I tratti distesi, le labbra schiuse, le palpebre abbassate che nascondevano un intero mondo. Piano allentò la stretta delle braccia del moro, disegnando delicatamente i lineamenti del viso: gli occhi, gli zigomi, il naso, le labbra.
Bloccò il suo girovagare quando notò l’altro che lo fissava. Lo spadaccino afferrò la mano posata sulla sua guancia e se la portò alla bocca, baciandola e intrecciando poi le loro dita.
- Dovresti andare, Bianchi ti sta aspettando da ore. – Cominciò.
- Volevo aspettare che ti fossi svegliato. - Rispose l’argenteo arrossendo.
- Be’, ora sono sveglio, puoi andare. -
Gokudera si alzò, sentendo subito uno strano freddo, e uscì senza voltarsi. Come immaginava sua sorella lo stava aspettando e intuiva anche il perché: stavano andando verso la stanza 124.
- Prima di entrare sappi che è in coma, quindi rilassati. Ti ho portato qui solo perché voglio che ascolti la mia parte di storia. C’è altro oltre quello che sai già. –
 
La mia parte di storia.
 
Aprì la porta e lasciò passare il fratello. Quell’uomo era steso sul letto, immobile, attaccato alle macchine e con una flebo al braccio. Deglutendo a fatica il ragazzo si avvicinò, alle spalle la sorella.
- Ti ricordi quando papan ti ha detto che saresti stato tu a prendere il suo posto e non io? Ti sei precipitato da me come un uragano e hai chiesto subito spiegazioni. -
Si ricordava eccome. Era andato fino alla scuola dove al periodo studiava lei e aveva iniziato a urlare in mezzo al corridoio. L’unica cosa che ne aveva ricavato era stato un –Torna a casa! -, uno sguardo rassegnato e un bacio su una guancia.
- In quel periodo tu stavi iniziando a lavorare come sicario, “aiutavi l’economia della Famiglia”, e io non potevo fare altro che vedere il qualcosa che ti stava logorando. Sono stata una stupida a non averti parlato prima. Non mi sono voluta immischiare nelle vostre questioni, dovevate risolvere da soli e vi ho assecondato. -
Bianchi si poggiò al davanzale della finestra, Gokudera non staccava gli occhi dal padre.
- Sai perché non mi sono opposta? Il motivo che mi ha spinta a mettermi da parte? - Lui rimase in silenzio incapace di proferire parola.
- Vi stavate autodistruggendo. Papan non riusciva a perdonarsi per aver permesso che la signora Lavina se ne andasse, vedeva in te il suo fallimento e non riusciva a fare altro che allontanarti. Per reazione tu ti sei isolato, hai visto nei suoi comportamenti un’accusa a tuo carico. La verità è che tutti e due vi siete addossati colpe inesistenti. Tua madre ha deciso da sé che come comportarsi, voi non avreste potuto fare nulla. -
Non dissero altro. Gokudera aveva sentito qualcosa spezzarsi, rompersi, aveva avuto come l’impressione di essersi svegliato da un lungo incubo. La sua mente lavorava frenetica, cercava di riordinare tutti i pezzi del puzzle, tutte le parti sconnesse della sua vita per ricavarne una unica, una vera.
Si coprì gli occhi, stanco, svuotato ma consapevole e finalmente cosciente di se stesso e delle sue possibilità, si rese conto di non essere più succube ma pronto alla battaglia. La tempesta infuriava nella sua testa e anche il cielo si stava oscurando pian piano.
 
“Tempesta è Pioggia e Vento.
Tempesta è voglia di combattere.
Tempesta è sconvolgimento.
Tempesta ti costringe a cambiare.
Tempesta è lotta, non si può fermare.
 
 





Angolino della beta:
Ciao a tutti! E’ da una settimana che penso a cosa scrivere in questo angolino e niente, dato che l’autrice mi ha dato carta bianca eccomi qui:
volevo solo dire che betare questa storia si sta rivelando davvero interessante, un po’ perché non è un lavoro faticoso, mi sto divertendo, un po’ perché mi sto seriamente appassionando a questa storia, la leggo col cuore in gola, penso che l’idea di partenza sia stata sviluppata veramente bene e, no tesoro non sono di parte, questi capitoli a me piacciono, e anche parecchio. Sei brava, brava, hai capito? Ringrazio tutti coloro che stanno seguendo la storia capitolo per capitolo e lasciano una recensione in modo da farci conoscere la loro opinione, il vostro sostegno è importantissimo e il sorriso che si dipinge sulla sua faccia quando legge i vostri pensieri sarebbe da fotografare.
Passo e chiudo,  Aihara. <3
 
 

Reine_De Poiters ahahaha sì è vero, dovrebbero ritirare la patente a Dino! Comunque dai, ci salirei in macchina con lui! Le mie frasi finali ringraziano, si sono commosse anche loro leggendo quanto ti sono piaciute! ;) Ti ringrazio per quello che hai scritto, Asso è una bella gatta da pelare, spero di essere riuscita a farvi percepire la sua condizione di instabilità mentale. Hai scritto che i personaggi non sono andati OOC, be’, vedremo cosa ne pensi di questo sesto capitolo, sono curiosa di conoscere la tua opinione. Ciao! :)
 
Kyote Dino è molto spericolato, ma ci piace anche per questo! Sì, potresti usarlo come confronto per tua madre: quindi è universale il fatto che le madri pensino che i figli guidino in maniera troppo imprudente!
Hai capito tutto, stai cogliendo perfettamente tutte le sfumature del racconto. Spero con questo capitolo di aver chiarito ulteriormente le questioni in sospeso e di aver dato nuovi elementi per comprendere meglio il passato del nostro Gokudera. Aspetto la tua recensione nel prossimo capitolo, grazie mille! :)
 
Musa07 *si accoda al minuto di silenzio in adorazione di Dino* Il nostro Cavallone è sempre fantastico, in ogni situazione! Sono molto felice che tu abbia trovato kawaii le mie frasi finali, ti ringrazio tanto per i commenti e aspetto di sapere cosa ne pensi di questo sesto capitolo =)
 
Rebychan E con te tocco il cielo con un dito, mi ha fatto tantissimo piacere sapere che sono riuscita a coinvolgerti e a farti provare tutto il mix di emozioni che mi hai descritto! Mi fa molto piacere che anche a te piacciano le mie frasi finali (le frasi finali sono molto vanitose! Ahahah) Spero che anche questo sesto capitolo ti piaccia, attendo tue notizie! Ciao! =) 

Ringrazio chi ha letto, commentato, aggiunto tra le preferite/ricordate/seguite. Il vostro sostegno è importantissimo! Grazie ancora, al prossimo capitolo ^w^ 

 
   
 
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