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Autore: Cinziart_96    31/10/2013    3 recensioni
Fa terribilmente freddo, tira un vento gelido, si sono quasi persi per la foresta, il principe Artù si è lasciato sfuggire un cervo magnifico e per coronare il tutto piove.
Può andare peggio?
Sì. Non dimentichiamoci che Merlino si è preso una bella influenza.
Enjoy!
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Gaius, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Capitolo 03: I primi sintomi di malattia.

Artù si svegliò male quella mattina. Il sole ancora non era spuntato dalle nuvole grigie e per di più ancora pioveva. Stiracchiandosi si alzò dal letto, cercando di non guardare fuori: il brutto tempo lo rendeva nervoso. Quando fu in piedi notò che Merlino stava ancora dormendo accanto al fuoco, ormai spento.
-Merlino?-
Il servitore si rigirò sotto la coperta ma non disse nulla.
-Merlino!-
Questa volta il ragazzo sobbalzò cercando di capire da dove proveniva la voce. –Cosa? Che succede?-
-Succede che dobbiamo partire per tornare a Camelot.- spiegò Artù con naturalezza. –Perciò alzati e preparati a partire.-
Merlino si alzò in piedi, barcollando. –Ma, Sire… non potremmo partire domani?-
-No.-
-Ma piove ancora!-
Artù si voltò a guardare il servo, appoggiato allo stipite del letto. Teneva gli occhi chiusi, la testa reclinata in avanti. Sembrava sul punto di cadere a terra, ma il principe non se ne curò. Camelot doveva essere la loro prima priorità.
-Lo so che piove ancora Merlino. Ma dobbiamo tornare a Camelot.- disse avviandosi verso l’uscita con la spada in mano. –Ti aspetto giù per la colazione.-
E chiuse la porta, lasciando il mago da solo.
Ad Artù sembrò che Merlino avesse rabbrividito ma forse, si disse, era solo una sua impressione.

Il principe si era appena seduto a uno dei tavoli per ordinare qualcosa da mangiare quando il suo servitore lo affiancò. Sembrava terribilmente stanco e aveva il volto sciupato. Delle occhiaie gli segnavano gli occhi chiari come se non fosse riuscito a dormire. Anche la voce era roca e stanca.
-Ho preso tutto Sire. Possiamo partire.- disse mogio.
-Non fai colazione?-
Merlino si sedette di fronte al suo principe, guardando il tavolo.
-No.-
-Sicuro? Dobbiamo cavalcare fino a Camelot.-
-No. Non ho per niente fame.-
Così quando la cameriera arrivò al loro tavolo Artù ordinò solo per sé. Merlino non disse nulla per tutto il tempo, lasciando lo sguardo vagare fuori dalla finestra.
-Merlino. Dimmi cos’hai.-
Il ragazzo spostò lentamente lo sguardo sul principe.
-Non ho niente.- rispose atono.
-Non è vero. Non dici nulla di insensato come al solito e non mangi nulla da ieri pomeriggio.-
Merlino non rispose, evitando accuratamente di guardare il piatto colmo di cibo portato da una cameriera. Artù le sorrise per ringraziarla, poi con una posata inforcò un pezzo di torta.
-Allora?-
-Non ho niente Sire.- ripeté il moro. – E se voi mi ascoltaste anche solo la metà di quello che fate, non saremmo nemmeno qui!-
Merlino aveva alzato il tono di voce e senza nemmeno accorgersene aveva attirato l’attenzione di tutti i presenti.
-Merlino… abbassa la voce.-
Lui invece si alzò in piedi, un rossore diffuso su tutto il viso, le mani tremanti. Con passo deciso si allontanò dal tavolo, ma venne richiamato un momento dopo dal principe.
-Merlino! Torna qui!-
Anche Artù si era alzato in piedi. Vide il mago bloccarsi sul posto e voltarsi verso di lui.
-Lasciatemi in pace Artù.- disse con quanta più calma possibile.
Dai presenti si alzò un mormorio sommesso. Probabilmente avevano capito che il ragazzo di fronte a loro era il principe di Camelot.
-Merlino…- riprovò Artù con più dolcezza. –Calma.-
Le spalle del ragazzo tremarono  e sembrò perdere il precario equilibrio grazie al quale stava in piedi. Guardò un ultima volta il principe con uno sguardo triste, sofferente, poi salì le scale velocemente, scomparendo alla vista.
-Voi… voi siete il principe di Camelot!- esordì la voce di un bimbo da qualche parte della folla di persone.
-Sì. Lo so.- rispose Artù, mentre saliva le scale per raggiungere il suo servitore, incurante del vocio che si era creato al suo passaggio.

A Merlino girava terribilmente la testa. Non voleva parlare in quel modo ad Artù e soprattutto non di fronte a tutta quella gente: sapeva che l’anonimato era la cosa migliore nei paesini come quello. Ma proprio non ci era riuscito. Le parole gli erano sfuggite di bocca in un modo a lui incomprensibile.
E la testa pulsava. Anche solo salire le scale era stato un problema. Però ora era arrivato in camera e nulla lo avrebbe spostato da lì.
Aprì la porta e si trascinò all’interno. Si avvicinò al letto, con l’intenzione di sdraiarsi ma all’ultimo le gambe cedettero e cadde a terra. La vista gli si appannò subito, il respiro accelerato. Gemendo appoggiò le spalle alla sponda del letto, poi chiuse gli occhi, cercando di regolare il battito.
Niente. La testa faceva troppo male e ogni volta che il petto si alzava o si abbassava gli procurava delle fitte allo stomaco.
-Ehi?-
Merlino tenne gli occhi chiusi. Poteva aver bisogno di tutto, tranne che di Artù.
-Merlino? Va tutto bene?-
Doveva ammettere che stava usando un tono gentile. Il mago attinse da chissà dove gli ultimi residui di energia e aprì gli occhi. Artù era accovacciato di fronte a lui e lo guardava come a trovare cosa non andava nel suo servitore.
Merlino annuì poco convinto, reclinando il capo verso destra.
-Sono… sono solo stanco Artù…-
Il principe non parve muoversi e Merlino nemmeno ci provò. Sapeva che non ci sarebbe riuscito.
-Po… possiamo partire domani… per favore?-  soffiò il mago aprendo debolmente gli occhi.
-Partiremo per Camelot solo quando ti sarai rimesso.- disse Artù con un sorriso. Poi si alzò in piedi, facendo il giro del letto. Ci si inginocchiò sopra e afferrò Merlino sotto le ascelle.
-C… cosa… cosa fate?- disse il mago cercando di opporre resistenza.
-Calmo, non ti faccio niente. Volevo solo sdraiarti.-
Così dicendo Merlino si lasciò andare tra le braccia forti del principe che con facilità lo adagiò sul letto. Lui gemette quando Artù gli raddrizzò la schiena sul materasso.
-P… piano… vi prego…- disse debolmente, gli occhi lucidi per il dolore.
-Vado a cercare un medico. Non muoverti da qui, Merlino.-
Prima di uscire dalla stanza, Artù rimase a guardare il suo servitore: teneva gli occhi chiusi e il petto si alzava e si abbassava troppo lentamente per i suoi gusti. Doveva trovare un medico, e presto anche.
Ma cosa gli ho fatto, pensò Artù mentre lasciava a malincuore la camera.

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Note Autrice:
Ciao a tutti! Finalmente ho aggiornato! Volevo aggiornare tipo... una settimana fa ma i miei prof (cattivi) hanno messo un sacco di verifiche e interrogazioni una dopo l'altra. Uff. Tra l'altro devo ancora riprendermi dal finale della serie. Quel finale è... Straziante. Non possono torturarmi in questo modo. T^T Che poi non ho nemmeno capito se faranno altre stagioni. Perchè IO DEVO sapere.
Anyway! Grazie a tutti coloro che leggono e alle gentilissime persone che lasceranno una recensione! Fa molto piacere sapere cosa ne pensa il pubblico delle schifezze cose che scrivo. ^_^

Merlino: Sapete Artù... sono sinceramente preoccupato su quanto Gallifrey mi stia facendo soffrire.
Io: E- ehm... ///_ ///
Artù: Ma va', non preoccuparti! Si sta solo divertendo un po'! :D
Merlino: *rosso in viso* E VI SEMBRA GIUSTO?! >:(
Artù: Beh... su di te sì. -__-" E poi è una donna. Bisogna lasciarla divertire!
Io: Ma graaazie! *gongola*
Artù: ^_^
Merlino: -__-" Credo che con il vostro permesso tornerò a casa. *prende e va via senza nemmeno salutare*
Io: Ma Merlino! Stavamo scherzando!
Artù: Davvero? Io dicevo sul serio... ò_O
Io: *facepalm*

Un abbraccio
Gallifrey_96
  
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