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Autore: Nereisi    31/10/2013    1 recensioni
Un passato condiviso, un segreto inconfessabile, due vite che finalmente torneranno a incrociarsi.
Riuscirà l'amore tra Misa e Usui a vincere, o il passato di lui getterà un'ulteriore ombra sulla loro storia? Chi ordisce in segreto contro i due?
Riusciranno a stare insieme?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Misaki Ayuzawa, Nuovo personaggio, Takumi Usui
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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QUEL BACIO RUBATO A TRADIMENTO – parte 1


 
 
Un nuovo vento soffiava sulla scuola.
Un vento allegro ma contenuto, proprio come colei che lo portava.
Io, Misaki Aizawa, camminavo spedita, la testa alta e un sorriso malcelato che mi sfuggiva dalle labbra, pace karmica e felicità venivano irradiate da ogni mio poro. Non sapevo spiegarmi perché, ma recentemente la mia vita aveva preso una piega fantastica: mi sentivo come se ogni cosa fosse andata al suo posto e tutto funzionasse a meraviglia.  Mi  sentivo  cambiata interiormente; o forse come se fosse rinata; fatto sta che sorrideva più spesso.
Non aveva più un’aura minacciosa, e nemmeno aveva perso la sua fiera autorevolezza o il mio polso fermo; ma i piccoli cambiamenti del mio carattere parevano influenzare tutta la scuola. Gli studenti non si aprivano più al mio passaggio, scostandosi intimoriti, anzi; adesso qualcuno mi salutava, magar anche solo con un cenno del capo; ma non si respirava più quell’aria di terrore quando passavo.
Persino con i miei collaboratori del comitato studentesco, che mi conoscevano più che dei normali alunni, sembrava fosse cambiato qualcosa: c’era più fiducia e rispetto nelle loro parole, al posto del solito pizzico di timore mal nascosto.
E ciò che stupiva tutti quanti era che questo cambiamento era dovuto ad una sola persona, la stessa persona che, solo fino a poco tempo prima, solo a sentirne il nome mi sarebbero saltati i nervi all’istante; mentre ora, calmo e serafico come se fosse in pace con il mondo, mi fluttuava dietro, mai distante più di un metro. A chi lo fermava trafelato per i corridoi per chiedergli quale tipo di esorcismo mi avesse praticato (maleducati), lui rispondeva con un’alzata di spalle, lasciando interdetto e senza parole l’interlocutore di turno.
Ogni tanto proferiva un  è proprio una bella giornata oggi, eh?
E io, incurante del fatto che mi aveva ripetuto quella frase almeno diciotto volte lo stesso giorno, rispondevo con un eh già, senza nemmeno voltarmi e emettendo ancora più aura positiva.
 
Si sarebbero prospettati giorni felici, se non fosse per qualcosa, o meglio, qualcuno, che aveva decisamente altri piani per i nostri protagonisti.
 
 
                                                                           *****
 
 
Reina era acquattata dietro a dei cespugli che decoravano il marciapiede davanti al quale si stagliava il cancello della scuola superiore Seika, in attesa. Aveva a malincuore deciso di rinunciare a tacchi e vestiti provocanti, optando per abiti più anonimi e adatti a ciò che stava per fare. Se fosse andato secondo i piani, nessuno l’avrebbe vista o riconosciuta, men che meno l’oggetto dei suoi pensieri.
Scrutava ansiosamente i cancelli della costruzione davanti a lei e, finalmente, udì il trillo della campanella  che annunciava la fine della giornata scolastica.
Dopo qualche minuto, una mandria indistinta di ragazzi e ragazze cominciò a uscire disordinatamente dai cancelli.
La ragazza aspettò. Sapeva che colui a cui era interessata se la prendeva sempre comoda.
 
Finalmente lo vide.
Era dietro a una ragazza dai lunghi capelli neri e il cipiglio serio ma in qualche modo dolce. Camminava con le braccia incrociate dietro la testa e le parlava, un sorriso serafico stampato in volto.
Lei gli rispondeva senza nemmeno girarsi e senza concedergli un centimetro, ma non faceva nemmeno nulla per accrescere la distanza.
Quando lui all’improvviso azzerò la distanza e le appoggiò il mento sulla testa facendo una faccia buffa, probabilmente prendendola in giro per la sua statura, lei protestò, ma alla fine lasciò stare. Sembrava quasi divertita dalla situazione, sebbene ostentasse in viso un’espressione ostinatamente stizzita.
Quell’espressione  fece scattare qualcosa in Reina. Tirò fuori dalla tasca della tuta la metà della foto che stava stringendo convulsamente per la rabbia provata a causa della sena che le si presentava davanti, e se la portò davanti agli occhi. C’era sicuramente qualcosa che non andava, il viso della maid nella foto e quello della ragazza dall’altra parte della strada erano troppo simili. Non poteva essere una coincidenza.  C’era qualcosa sotto.
 
Con un tremendo dubbio nel cuore, Reina continuò a pedinarli.
 
 
****
 
 
I suoi dubbi trovarono conferma quando la coppia si fermò davanti ad un maid-cafè. La scritta “Maid Latte” spiccava allegra sul muro di mattoni, e dalla vetrata si poteva vedere l’interno. C’erano molti clienti.
I due scomparvero in una viuzza laterale, e Reina immaginò il peggio; ma dopo qualche istante ricomparvero, Usui che veniva spinto malamente via per la schiena.
 
<< Ti ho già detto che fai anche troppo! Questa entrata è solo per il personale! Ora vai via, tornatene a casa! >>
<< Crudele Misa-chan. Che mai ti ho fatto di male? >>
<< Conoscendoti, hai sempre in mente qualcosa! Alieno del pianeta dei pervertiti! >>
 
E detto questo, con uno spintone lo ributtò sul marciapiede principale e scomparve di nuovo nel vicolo.
Questa volta, si sentì chiaramente la porta sbattere, forte e chiara.
 
Il ragazzo, lasciato solo sul lastricato, non diede nessuna impressione di volersene andare.
Perse un po’ di tempo passeggiando qua e là, scrutò la vetrina di un panificio, si sistemò  vestiti e, qualche minuto dopo, entrò dalla porta principale.
 
<< Bentornato padron- Ehi! Usui, ti avevo detto di andare via! >>
 
Reina digrignò i denti. Lo chiamava per nome! Quanto erano in confidenza?!
 
<< Dai Misa-chan, non parlagli così! È un cliente, dopotutto. >> una voce più matura e gentile si unì alla discussione << Buongiorno Takumi-kun, avevamo proprio bisogno di una mano in cucina, capiti a fagiolo! Sei disponibile? >>
<< In cambio voglio lo speciale frappè di Misa-chan. >>
<< Affare fatto, accomodati, entra pure. >>
<< COSA?! Dai capo, non puoi dire sul serio! >>
<< Che male c’è? Dove altro lo trovi un cuoco così bravo che lavora a frappè? >>
 
La porta si chiuse sul nascere di nuove lamentele, lasciando Reina da sola dall’altro lato della strada, rabbia e  irritazione che le corrodevano le vene.
Uscì decisa dal suo nascondiglio, attraversò la strada e si avvicinò con nonchalance al maid, fingendo di controllare il listino prezzi posto fuori dalla porta.
Prese coraggio e sbirciò l’interno del locale attraverso l’ampia vetrata.
Eccolo lì, il suo Usui. Aveva in mano un mestolo e indossava un vecchio grembiule che non gli rendeva affatto giustizia, stava parlando con una ragazza in costume da maid. Reina si spostò per guardarla meglio.
Era lei, la ragazza imbronciata di prima! La ragazza della foto!
 
Dunque si chiamava Misaki. Era una sua compagna di scuola, magari anche di classe!
Non sembrava essere troppo attratta da lui, ma sicuramente c’era qualcosa di intimo nel modo in cui lo guardava, quando non era impegnata a fare finta di essere arrabbiata. Perché fingeva, ne era assolutamente certa.
Senza contare il modo in cui la guardava lui. Aveva un che di tenero nello sguardo che le indirizzava che non le piaceva proprio per niente.
 
La rossa si guardò intorno, distratta da un vociare  che sopraggiungeva improvviso., e vide arrivare un chiassoso trio di ragazzi. Notò che indossavano la stessa divisa scolastica di Usui  e cercò, nel panico, un posto in cui nascondersi. Quando si accorse che non ce n’erano, recito un’improvvisata: fissando il listino prezzo con occhi tristi, come se non avesse abbastanza soldi, sospirò e girò l’angolo.
I tre non si insospettirono e entrarono senza problemi. Li accolse, di nuovo, la voce di quella Misaki.
 
<< Bentornat-  ANCORA VOI?! >>
<< Siamo tornati, presidentessa! >> ulularono come dei perfetti idioti. Un suono metallico riecheggiò nell’aria.
<< Trio dei cretini, non vi avevo detti di non chiamarmi così?! Sapete bene che se si scopre per me è finita! >>
<< Tranquilla Misa-chan, con noi il tuo segreto è al sicuro! >>  dissero in coro, con un tono di voce che insultava la virilità di ogni singolo uomo sulla faccia della Terra.
<< Oh, santo cielo…. >> sospirò irritata la ragazza.
 
La porta si richiuse per l’ennesima volta, proprio mentre dal locale la voce matura di prima ammoniva ‘Misa-chan’ a non prendere a vassoiate in testa i clienti.
 
Reina decise di aver visto abbastanza.
Si incamminò, riflettendo sulle notizie che aveva acquisito.
Dunque era una presidentessa… probabilmente del comitato studentesco della sua scuola. Doveva essere molto stimata e rispettata; e Reina non dovette faticare per immaginare il motivo per il quale la ragazza non voleva che il suo lavoro fosse di dominio pubblico.
E fu proprio quel motivo a farle allargare ancora di più il ghigno inquietante che le si era stampato in faccia.
 
                                                                                       *****
 
Come siamo arrivati a tutto ciò?!
 
<< Avanti Misa-chan, di ‘aaaaah’ >>
<< Smettila, stupido! Non dovremmo nemmeno essere qui! >>
 
Sul tetto della scuola, un divertito Usui cercava di imboccarmi con del riso al curry mentre io, imbarazzatissima, cercavo di eludere qualunque contatto visivo.
 
Quel giorno le mie amiche erano assenti e appena Usui lo aveva saputo aveva subito insistito per pranzare con me e, senza nemmeno aspettare la mia risposta, mi aveva trascinata sul tetto.
Non sapevo se essere arrabbiata, visto che era proibito andare sul tetto – sono la presidentessa del comitato disciplinare, e che diamine! Il mio lavoro è far rispettare le regole! -, oppure eccitata o in qualche modo felice, visto che eravamo solo noi due lì sopra; inoltre Usui mi aveva confidato che quello era il posto dove spesso andava per rilassarsi e pensare. Un po’ come un angolino segreto!
È la prima volta che qualcuno mi porta nl suo angolino segreto! – pensai, ma la situazione non si era affatto evoluta come avevo previsto, e continuava a peggiorare.
Infatti Usui stava diventando impaziente e continuava a sventolarmi sotto il naso il cucchiaio, tentando ogni tipo di compromesso pur di imboccarmi.
Alla fine cedetti e, controvoglia, aprii leggermente la bocca, guardando da un’altra parte. Potei comunque vedere sul suo viso un sorrisetto vittorioso che mi fece imporporare le guance. Mi affrettai a prendere fra le labbra il riso, voltandomi di lato per non farmi vedere mentre masticavo imbarazzata.
Deglutii.
 
<< Contento adesso? >> gli chiesi, girandomi.
 
Lui fece un’espressione stupita, che si trasformò subito in maliziosa.
 
<< Ma allora te le cerchi… >>
<< Eh? Cosa- >> interruppi brutalmente la frase quando mi ritrovai, dal nulla, il viso di Usui a pochi centimetri dal mio. Spalancai gli occhi, mentre lui chiuse i suoi (con mio rammarico) e si avvicinò ancora di più. Presa dal panico, strizzai gli occhi e mi congelai sul posto,  la mente completamente svuotata da ogni pensiero razionale. Sentii il suo fiato caldo sulle mie labbra, e poi qualcosa di umido sfiorarmi l’angolo della bocca.
Poi, nient’altro.
 
Aprii incerta gli occhi, trovandomi gli occhi furbi di Usui che mi fissavano. Lo squadrai, smarrita, vedendolo mandare giù qualcosa.
 
<< Chicco di riso. >> sentenziò lui.
 
 E io, semplicemente, morii d’imbarazzo.
Avvampai, mentre le mie guance andarono letteralmente in ebollizione. Lasciai che i capelli mi coprissero il viso, per non far vedere il rossore dilagante.
 
<< Ehi… che ti aspettavi? >> mi chiese, e tutto ciò seppe terribilmente come di un crudele déjà-vu.
 
Mi sentii presa in giro e gli occhi mi si inumidirono pericolosamente. Presi a torturarmi nervosamente una ciocca di capelli.
 
<< Già… che mi aspettavo? Ha… haha…. >> la frase mi scappò fuori dalle labbra con un tono decisamente troppo acuto e spezzato.
<< Misa? >>
Non risposi.
<< Misa… girati. >> rimasi immobile, tranne la mia mano, che si attorcigliava i capelli intorno alle dita sempre più velocemente; almeno fino a quando Usui me l’afferrò, costringendomi a girarmi.
Sobbalzò alla vista del mio viso infuocato e dei miei occhi sempre più liquidi, mentre io cercavo in ogni modo di non incrociare il suo sguardo.
 
<< Misaki. Guardami. >>
 
Ma perché vuole sempre il contrario di quello che voglio io?!
 
Ma il tono tradiva l’urgenza; e io mi girai.
Mi trovai davanti, di nuovo, i suoi smeraldi vicinissimi al mio viso, troppo vicini per non danneggiare il mio apparato cardio-circolatorio; ma stavolta non vi era nessuna espressione maliziosa sul suo volto.
Mi fissava intensamente, serio, quasi a chiedermi in permesso  che, lo ammetto, non tardai a dargli.
Stavolta la mia mente non era svuotata, anzi: era piena, piena di Usui, dei suoi occhi, dei suoi capelli che mi solleticavano la fronte, delle sue mani calde che si erano posizionate chissà quando sulle mie guance.
Chiusi gli occhi, aspettando, stavolta assolutamente fiduciosa.
Sentii la punta del suo naso sfiorare la mia, e mi scappò una risatina divertita.
 
È così che deve essere.
 
Il brusco rumore della porta che brutalmente si spalancava mi strappò dall’universo in cui un certo alieno del pianeta del pervertiti mi aveva portato, riportandomi alla realtà.
Mi girai di scatto, staccandomi da lui, spaventata che qualcuno ci avesse visti.
 
Sulla porta stava il mio vice, gli occhi che guizzavano qua e là per non dover necessariamente realizzare il significato della scena che gli si presentava davanti agli occhi, titubante; per poi marciare deciso verso di noi. Ligio al dovere com’era, non mancò di salutare tutti e due, prima di fissarmi seriamente e pronunciare, con un tono grave, tendendomi una bista sgualcta:
 
<< Presidente, abbiamo un problema. >>
 
Non capii di che stesse parlando finché non aprii la busta.
E il mondo mi crollò addosso.
 
<< Non è possibile… >>

 
 
Angolino dei Funghi
Ben trovati! Finalmente ho aggiornato, ne? *me osserva speranzosa la folla di lettori che la fissa male*
Daiii! Secondo i miei standard ho fatto presto! T^T
Sono brava a rovinare le situazioni romantiche, vero? :3 *si ripara dalle pallottole vaganti*
Dai, non arrabbiatevi, ho un paio di notizie succulente per voi!
La prima è che ci stiamo avviando alla fine. Cosa pensate abbia escogitato la perfida Reina? Occhio alle donne gelose, sono molto pericolose!
La seconda è che ho deciso, almeno per qualche tempo, di mettere da parte le altre ff in corso per concentrarmi solo su di questa. E che cavolo, sono più di due anni che è in corso, ormai vi sto facendo disperare! Testimoni anche le recensioni, sono calate pericolosamente! *nonfatecasoaimessaggisubliminali*
 
Quindi… FORSE fra due settimane dovrei aggiornare di nuovo, ma non ci sperate troppo!
Baci
animelover
  
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