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Autore: Werepapers    31/10/2013    2 recensioni
Per caso, un esperimento sul DNA umano è fallito.
Per caso, la mutazione di un solo essere umano, ha dato vita ad una epidemia.
Per caso, sono ancora vivo.
E non lascerò che nulla accada più per caso.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Buonasera a tutti!!
Avventurosi lettori, grazie per l'interesse che avete mostrato se siete arrivati fin qui!
E' in assoluto la mia prima storia, quindi fremo per avere dei pareri.
Con la speranza di non deludervi...
Buona lettura! :)


Werepapers

Prologo.

Cinque del mattino.
Ero appena arrivato a casa: Avevo passato una lunga notte tra vicoli e strade umide e strette.
Non il massimo per l'inverno, pieno inverno: gli alberi erano completamente spogli, per il freddo; gocce d’acqua cadevano a ritmo cadenzato dal tetto innevato.
Era l'unico suono presente, insieme ai rintocchi di un vecchio orologio a pendolo.

Passo dopo passo mi diressi verso la mia camera, felice di potermici rintanare dopo quella nottataccia.
Mi guardai attorno: i poster del mio gruppo preferito, svariate foto della mia ragazza, dispersa. Ogni volta che ne guardavo una davanti non facevo altro che pensare a lei, e un groppo mi appesantiva il petto. 
Così distolsi velocemente lo sguardo, e spostai la mia attenzione sulla targhetta che utilizzavo, quando lavoravo: sembrava placcata in oro, ma purtroppo non valeva un granchè perchè era di ottone, sopra c’era scritto il mio nome e il nome del mio ufficio... sarebbe stato bello rivisitarlo per ancora una volta!
Avevo tentato ma, purtroppo, mi era risultato impossibile: dopo tutto ero solo uno schiavo succube, non facevo altro che piangermi addosso tutto il tempo...
Proprio come ora.

Steso sul mio letto ad una piazza e mezza, un po’ troppo rigido per potersi rilassare davvero, cercai di dormire.
Tentativo vano, lo sapevo dal primo istante in cui mi ero accomodato: il buio era troppo fitto, sembrava di essere nel vuoto più totale... Per non parlare dei rumori, non tanto forti, ma fastidiosi, come la goccia del lavello che scendeva e il rumore della corrente alternata del semaforo lì fuori.

Così rimasi sveglio e mi sforzai di guardare l'orario almeno dopo un paio d'ore.. però purtroppo, quando sbirciai, erano ancora le cinque e mezza del mattino, era passata a malapena poco più di mezzora!!!! Non potevo uscire finche non fossero spuntati i primi raggi del sole,  se l'avessi fatto (questa o altre volte) non sarei qui a narrare questa storia...
E non sarei nemmeno morto e sopolto! Sarei stato gettato in un angolo della strada e lasciato a putrefarmi.

Erano ancora le sei meno venti, contavo spasmodicamente i minuti, i secondi, che mancvano alle sette che era l’orario dell’alba stimato dal "Grande libro dei fusi e delle levate". Sapevo che se fossi uscito all’alba sarei riuscito a tornare a casa sano e salvo... Salvo dai mostri che mai avevo visto da vicino e non conoscevo... ma se c'era una cosa che conoscevo di loro era che se ti avessero guardato, non dovevi far altro che scappare il più veloce possibile..

  
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