Fumetti/Cartoni americani > Pucca
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Autore: Shainareth    31/10/2013    2 recensioni
Terzo capitolo in ordine cronologico della saga che compone Amnesia.
Si mise in piedi e si sfilò il cappuccio dalla testa, rivelando dei lineamenti più marcati e virili rispetto all’ultima volta in cui si erano visti. Se Garu era cresciuto, anche lui era diventato un uomo. «So chi ha ucciso tuo padre.»
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garu, Nuovo personaggio, Pucca, Tobe
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Amnesia'
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CAPITOLO SECONDO




«Alla fine sei venuto», constatò Tobe, quando lo vide affiancarsi a lui sulla strada che li avrebbe condotti verso la meta prefissata. Si erano infatti accordati che, nel caso Garu avesse deciso di seguirlo, lo avrebbe aspettato lì fino al sorgere del sole. «Mi credi, allora?»
   «Non lo so ancora», ammise il ragazzo, decidendo comunque di potergli almeno dare una possibilità. Non lo aveva forse aiutato quando Pucca era caduta giù nel precipizio? «Ma voglio lo stesso andare a fondo a questa faccenda.»
   Tobe sorrise senza allegria. Non era facile accettare quella verità, se ne rendeva conto. Non lo era stato neanche per lui, molti anni addietro. «Cosa le hai detto?» domandò d’un tratto, occhieggiando nella sua direzione.
   Garu comprese benissimo a chi si stesse riferendo, per cui non chiese spiegazioni in proposito. «Solo che tornerò.»
   «È per questo che non ci sta seguendo?» scherzò l’altro, guardandosi alle spalle per precauzione.
   Lui inalberò un’espressione infastidita. «Non sono così idiota da correre un rischio del genere.» Tobe si volse a fissarlo con fare scettico. «Beh», balbettò Garu, sentendosi in diritto di difendersi, «non più.»
   «Non vuoi che ti stia vicina in un momento tanto importante?» fu l’improvvisa curiosità che espresse ad alta voce Tobe, rivelando una inaspettata preoccupazione nei suoi confronti.
   Sì, confessò a se stesso Garu. Avrebbe davvero voluto che Pucca fosse al suo fianco, ma temeva per la sua incolumità; non avrebbe permesso che rimanesse nuovamente coinvolta nelle proprie questioni personali, soprattutto quando si trattava di qualcosa di potenzialmente rischioso.
   «Le racconterò ogni cosa quando sarò di ritorno», rispose soltanto. Ma poi, in un moto d’orgoglio, si disse che a Tobe non doveva interessare un accidenti del suo rapporto con Pucca. Nessuno li costringeva ad essere necessariamente amici, neanche alla luce di quella nuova scoperta. «Non parliamone più», decise allora per entrambi, facendo sogghignare il proprio compagno di viaggio, al quale rivolse una nuova smorfia infastidita.

Fu con le braccia cariche di una grossa busta piena di scatolette di cibo per gatti che Pucca riuscì finalmente ad introdursi in casa dell’amato. Dopotutto Garu le aveva dato il permesso di aggirarsi per quelle camere come più le aggradava, no? Beh, quale occasione migliore di quella? Tanto più che la sua non era mera curiosità, ma anzi era lì principalmente per due motivi di fondamentale importanza: primo, nutrire la folta schiera di felini che avevano invaso la casa di quel gattaro di un ninja; secondo, tenere ogni cosa pulita per quando sarebbe tornato al villaggio. Neanche per un istante, difatti, Pucca aveva sospettato che Garu l’avesse lasciata; il biglietto che le aveva scritto parlava chiaro. Inoltre, il giovane non era un vigliacco: se avesse avuto qualcosa da dirle in proposito, lo avrebbe fatto senza trovare scappatoie come quella.
   Quando Yani corse a farle le fusa attorno alle caviglie, la ragazza rise di cuore. «Anche tu sei rimasta senza il tuo grande amore?» le domandò. Ma poi vide Mio fermo sull’uscio del corridoio che conduceva alle altre camere, per cui si corresse con un sospiro di sollievo: «A quanto pare no.» Per quel che ne sapeva, Garu non si era mai separato da Mio, quindi sarebbe tornato sicuramente nel giro di poco tempo. Mentre si dirigeva verso la cucina per posare le scatolette, però, Pucca si chiese cosa mai fosse accaduto di così urgente e importante per tenere Garu lontano dai suoi affetti più cari così all’improvviso. C’entrava forse qualche vecchio regolamento di conti con un ninja ostile? Che lei ricordasse, o almeno per quel che le era stato raccontato, il suo unico rivale era stato Tobe, che adesso però sembrava aver messo da parte ogni proposito di vendetta nei suoi riguardi. Non che si fosse fatto più vivo, dopo la mattina del compleanno di Garu, ma non era da escludere che fosse ancora nei paraggi.
   Posata la busta sul tavolo, Pucca tirò giù la zip del pesante giubbotto di piume d’oca e si sfilò l’indumento di dosso, lasciandolo poi sullo schienale di una sedia per dedicarsi a sfamare quelle povere creature a quattro zampe che avevano preso a seguirla a frotte, affamate e miagolanti. «Siete pigri e viziati», li redarguì lei, fingendosi arrabbiata. «I gatti dovrebbero essere in grado di procacciarsi il cibo da soli, no?» In risposta ottenne solo qualche sporadica effusione. «Ruffiani», rise allora, arrendendosi a servirli senza più protestare.
   Quand’ebbe finito di riempire le varie ciotole che Garu teneva in un angolo del pavimento, Pucca tornò ad ergersi sulle gambe e si guardò attorno, valutando da quale punto della casa avrebbe dovuto iniziare le pulizie. Non avrebbe curiosato troppo in giro perché, per quanto potesse essere invadente, farlo avrebbe significato fidarsi poco del suo innamorato. Oltretutto ormai, dopo averle riferito ogni dettaglio dell’incidente che le aveva fatto perdere la memoria, poco a poco Garu aveva iniziato ad aprirsi molto, con lei, arrivando a confessarle anche dettagli personali che non aveva mai rivelato ad altri. Stavano ponendo delle ottime basi per una relazione amorosa, pensò Pucca con un sorriso soddisfatto in volto, mentre si dirigeva verso la camera da letto del giovane. Non entrava lì da quasi due mesi, e cioè da quella volta che vi si era introdotta furtivamente, con il pretesto di vedere Mio e Yani. Aprì la porta scorrevole e, come si era aspettata, trovò la stanza al buio. Seguendo la luce del sole che filtrava a stento dalle imposte chiuse, andò alla finestra e la spalancò per far cambiare l’aria, benché sapesse che il freddo di inizio gennaio l’avrebbe fatta immancabilmente rabbrividire.
   Si voltò per dare uno sguardo sommario alla camera, in modo da accertarsi che tutto fosse in ordine, ma la sua attenzione cadde su qualcosa che, l’ultima volta, non aveva visto: su uno dei pochi mobili che componevano il semplice arredamento della stanza, Garu aveva posto una foto. Pucca si avvicinò per osservarla meglio e quel che vide le riempì il cuore di gioia: si trattava di una delle foto che avevano fatto la sera del 2 dicembre, durante la festa di compleanno del ninja. I suoi occhi divorarono la figura del giovane che, sorridendo imbarazzato, aveva fra le braccia la sua novella fidanzata, intenta a sbaciucchiargli il viso.
   Sebbene fosse certa dei sentimenti che Garu nutriva nei suoi confronti, la ragazza non poté fare a meno di sorridere come una sciocca, gongolando con fare infantile al pensiero che il suo innamorato volesse averla davanti agli occhi anche prima di andare a dormire. Come poteva, quindi, dubitare che sarebbe tornato da lei? Strinse la foto al petto per qualche attimo, pregando affinché Garu rientrasse sano e salvo al villaggio, e prima di rimetterla al suo posto, vi impresse su un bacio con tutto l’amore che sentiva di provare in quel momento per il ninja.
   Infine, rimboccandosi le maniche, si diede da fare per sbrigare le faccende domestiche: con tutti quei gatti in giro, era impensabile che la casa rimanesse pulita troppo a lungo.

Quando si ritrovò davanti all’ingresso di quel dojo, Garu fu improvvisamente assalito da un sensazione di ansia e d’angoscia. Era davvero pronto per il passo che stava per compiere? Prese un grosso respiro e mosse un piede in avanti e poi l’altro, mentre Tobe continuava a fargli strada. Alla fine aveva davvero deciso di fidarsi di lui. Già in un’occasione, vivendo gomito a gomito per causa di forza maggiore, si era reso conto che in realtà avrebbero potuto andare d’accordo perché condividevano parecchi interessi in comune; di più, sotto altri aspetti, quelli più genuini, si assomigliavano. E l’impressione che aveva avuto quella volta, si era rafforzata adesso che avevano dovuto viaggiare insieme per diversi giorni, avendo come compagni di viaggio unicamente se stessi. Se non fosse stato per l’incertezza e per i dubbi che giustamente gli attanagliavano la mente, si era detto Garu durante tutto il tragitto, probabilmente si sarebbe persino sentito in qualche modo soddisfatto per quella scoperta.
   Non appena Tobe lo condusse al cospetto di quell’uomo, avvertì i muscoli del corpo divenire rigidi al punto da fargli sentire nitidamente ogni singolo tendine contrarsi come se fosse stato sotto sforzo fisico. Non poteva ancora vederlo in viso, poiché gli voltava le spalle, ma già sentiva che Tobe gli aveva raccontato la verità: la persona che si trovava in quella stanza insieme a loro era l’assassino di suo padre.
   «Hai accettato di incontrarmi, dunque.» Fu così che esordì, con voce severa ma non ostile. Sembrava, al contrario, piuttosto stanca. L’uomo, che si trovava inginocchiato sul tatami di quell’abitazione in stile giapponese, gli fece cenno di sedersi, ma Garu rimase fermo dov’era. «Immagino tu non voglia neanche gradire una tazza di tè, per paura che sia avvelenato.»
   «Se avessi voluto uccidermi, lo avresti fatto quel giorno», rispose prontamente il ragazzo, imponendosi di recuperare il proprio sangue freddo. «Non mi tratterrò a lungo», tagliò corto, stringendo i pugni lungo i fianchi. «Voglio solo sapere se ciò che Tobe mi ha raccontato corrisponde alla verità.»
   Apprezzando la sua sincerità, l’uomo decise di accontentarlo. Si mise lentamente in piedi, quasi come se quella semplice azione gli costasse fatica, e Garu si stupì di come sembrasse più vecchio di quello che avrebbe dovuto essere. Tuttavia, quando lui si volse nella sua direzione e i loro occhi si incontrarono, non ebbe più alcun dubbio: era davvero il ninja che aveva ucciso suo padre in duello. Un’indefinibile gamma di emozioni si aggrovigliò al centro del suo petto, finendo col pesare sulla bocca dello stomaco e facendogli così mancare il fiato. Tobe, che lo teneva d’occhio, lo scrutò con fare alquanto preoccupato, pronto ad intervenire se la situazione lo avesse richiesto.
   «Gli assomigli molto», parlò ancora l’uomo, riportando entrambi alla realtà. «A tuo padre, intendo», aggiunse, come se ve ne fosse stato realmente bisogno. L’espressione sul viso di Garu parlava chiaro: fra i tanti sentimenti che lo avevano investito, regnava sovrana la confusione. «Gli hai detto tutto?» chiese l’uomo a Tobe.
   «Ogni cosa», rispose lui, atono. In quel momento, per la prima volta, si sentì neutrale nei confronti di entrambi; poiché, se pure anni prima era stato fedele alla causa sposata dal suo maestro, adesso le cose erano assai diverse. Non sapeva dire se quello che provava nei confronti di Garu era classificabile come affetto vero e proprio, ma forse era qualcosa di molto simile. A tal punto era cambiato?
   L’uomo tornò a guardare il più giovane negli occhi scuri. «Sei venuto per compiere la tua vendetta?»
   L’altro serrò maggiormente i pugni, sentendo la punta delle unghie conficcarsi nei palmi delle mani. «Non sono come te», ribatté allora, orgoglioso di se stesso.
   «Allora perché sei venuto qui?»
   «Voglio che sia tu stesso a raccontarmi tutto. Dal principio.»
   L’uomo chinò il capo in un cenno d’assenso. «Sarà l’ultima storia che racconterò», stabilì allora, facendoli sussultare entrambi e serrando una mano attorno all’elsa della katana che portava al fianco. Comprendendo cosa volessero dire quelle parole, Tobe abbassò le palpebre con rassegnazione.












Ma davvero non mi avete ancora sputato in un occhio per questa trovata assurda? Bon, meglio per me! XD
Scherzi a parte, non so davvero come ringraziarvi per l'entusiasmo con cui sembra abbiate accolto anche questa nuova long. Spero solo di non deludervi con il prossimo capitolo, che sarà anche quello cruciale, in cui ogni cosa verrà rivelata.
Ringrazio SoGi92 e Hisoka chan per le loro recensioni, ma anche pickate ed edvige forever per aver inserito questa storia fra le preferite. :)
Vi do appuntamento al prossimo capitolo!
Shainareth





  
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