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Autore: Sophia1996    01/11/2013    0 recensioni
Arielle è una giovane shadowhunter dell’istituto di San Diego. A causa della perdita di molte persone a lei care, tutte cadute nella continua guerra contro i demoni, ha paura di innamorarsi. Ma poi incontrerà una persona che forse riuscirà a cambiare le cose…
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccola di ritorno all'istituto. Inizialmente, appena uscita dal club, Arielle si era sentita bene, quasi felice, ma poi, mentre percorreva la strada verso casa, quella sensazione era sparita. Sostituita dall'ormai famigliare vuoto con cui conviveva da tempo. Entrò nell'imponente edificio e percorse un susseguirsi di infiniti corridoi fino a quando non si ritrovò davanti alla sua stanza. Aprì la porta ed entrò. Si trattava di una stanza rettangolare in stile ottocentesco. Contro una parete era appoggiato un grande letto a baldacchino. Di fronte ad esso erano posizionati una scrivania ed un grande armadio. Appoggiata ad un'altra parete vi era una toeletta ricoperta di trucchi. Vestiti e armi erano ammassate un po' ovunque. Svariati libri erano sparsi sul pavimento. La finestra era aperta. Un vento leggero muoveva le tende e portava con se nella stanza l'odore tipico di salsedine delle strade di San Diego. Forse rimettere in ordine quella confusione le avrebbe fatto bene, magari sarebbe riuscita a dimenticare i suoi pensieri. Ma perchè farlo?! la verità era che niente meglio del disordine riusciva a rappresentarla. La sua vita era confusionaria, lo era stata in passato e lo sarebbe stata in futuro. Arielle vide la sua immagine riflessa nello specchio della toeletta. Nella solitudine della sua stanza, poteva abbandonare la maschera di ragazza forte, decisa e sorridente che mostrava sempre agli altri. Li poteva cedere alle sue insicurezze e alla tristezza che aveva dentro. Solo li poteva permettersi di ricordare. Era piccola, aveva solo tre anni ed era tra le braccia del padre che la teneva in braccio volteggiando come in una danza, e intanto cantava, facendola ridere come una pazza. Sua madre li osservava sorridendo. Ora aveva cinque anni, e si trovava in una sala piena di libri, con delle persone vestite di nero, non sapeva perchè fosse li, sapeva solo che le faceva male la gola perchè aveva urlato, e che la mamma non si era alzata per consolarla. Poi quegli uomini l'avevano portata li. E dopo era cresciuta in quello che tutti chiamavano 'istituto' con altri ragazzi che ormai considerava la sua famiglia. Aveva imparato a combattere. Le avevano detto tutto quello che c'era da sapere sui demoni e sulle loro forme. Le avevano insegnato ad essere una vera Shadowhunter. E poi, all'età di sedici anni, era stata ad Idris, e la aveva conosciuto un ragazzo. Ricordava sguardi timidi, parole sussurrate nel buio della notte, il lieve sfiorarsi delle loro labbra mentre il sole tramontava sulla città di vetro. L'incapacità di stare lontani e la voglia di stringersi più forte. Il desiderio di avere di più. E ancora: le risate, la dolcezza di certi momenti, i fuochi d'artificio guardati insieme durante una festa di cui non ricordava il nome, e poi un altro bacio e un altro, e quelle parole così importanti pronunciate come fossero la vita stessa 'ti amo'. Poi c'era stata la guerra, che in tutta la sua violenza, le aveva portato via l'unica persona in grado di darle un motivo per continuare a lottare. E tutto era finito. Aveva pianto. Aveva urlato. Era stata per ore immobile, incapace di trovare la forza per fare qualsiasi cosa. Mentre la gente andava avanti e dimenticava. Poi un giorno si era rialzata, aveva ripreso a combattere, era tornata a San Diego e aveva cercato di andare avanti anche lei, ma non avrebbe mai dimenticato. L'Arielle che le persone vedevano ora non era che un'ombra di quella che era stata un tempo, era come se una parte di lei -quella parte che riusciva a farla sentire viva e felice- fosse morta con il ragazzo che aveva tanto amato. Ma non per questo aveva smesso di cercare se stessa. Aveva provato di tutto, ma nulla l'aveva fatta tornare come prima; quindi aveva cominciato ad andare con un ragazzo diverso ogni sera, in modo da non affezionarsi troppo a nessuno di loro, evitando così di soffrire ancora, ma facendo si, grazie ai baci e a volte addirittura al sesso, di dimenticare almeno per qualche ora i suoi pensieri. Sapeva che era sbagliato ma aveva bisogno di quegli attimi. Attimi che si accorciavano ogni volta, e che erano sempre più incapaci di lenire il suo dolore. Arielle ossevò ancora una volta il suo riflesso nello specchio: i capelli erano scompigliati, gli occhi color cioccolato arrossati dalla stanchezza, la pelle era pallida. Aveva quasi diciotto anni ma in quel momento sembrava essere tornata la sedicenne che si era vista cadere il mondo addosso. Le lacrime cominciarono a scendere lente sul suo viso. Si alzò e si avvicinò alla finestra sperando che l'aria fresca riuscisse a calmarla. Vide di fronte a se aprirsi la costa, così silenziosa a notte fonda e al tempo stesso maestosa, la faceva sentire piccola. Rimase li a concentrarsi sul mare per qualche minuto poi, lentamente, si infilò sotto le coperte e chiuse gli occhi.
  
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