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Autore: Star_    01/11/2013    1 recensioni
[Storia inventata ispirata al mondo degli anime/manga]
"Lasciate ogni speranza o voi che entrate."
Questo racconto non narra storielle per bambini, in questo racconto vi faremo conoscere cosa sia la vera paura... perché lei, la "Regina del Male" sta progettando il modo per farvi inchinare al suo cospetto. Occhi di ghiaccio smeraldo vi faranno capire che non tutto è come sembra! Ma questo è solo un sogno, almeno per adesso, ovviamente. La giovane Ayame, una ragazza giapponese di 17 anni che ama il basket alla follia, non si lascerà abbattere così facilmente! Il suo sogno è diventare la "Regina del Male" ma degli imprevisti stanno per ostacolare la sua ascesa al potere. Uno di questi è un nuovo studente, il bello, snob e presuntuoso americano di nome Ryan, che le sconvolgerà la vita. Che succederà alla nostra Ayame? Con l'aiuto del suo migliore e unico amico di sempre Jin, l'unico di cui lei si fidi, riuscirà a sconfiggere l'americano? O forse anche lei cederà ai sentimenti umani?
Scopritelo seguendo il loro intreccio di destini tra comicità, parole non dette e sentimenti nascosti!
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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I don't speak American.

 

 

Capitolo 7 ~ Confusione






Non ci capisco più niente! La testa mi fa male, per non parlare del ginocchio! Ma si può sapere come ho fatto a cacciarmi in questa situazione?!

Sento il respiro di Ryan sul mio collo… e sento il mio cuore che batte a mille! Oddio, ma in che pasticcio mi sono cacciata! Aspetta, perché il cuore dovrebbe battermi forte… stupido americano… che cavolo mi sta succedendo?!

La campanella suona di colpo e io mi alzo di scatto come un’idiota.

«Ahi, ma che cav-»

«Stai attenta, o peggiorerai la gamba continuando così…» Mi afferra e mi appoggia un braccio sulle sue spalle per sorreggermi.

Lo fisso negli occhi. È così gentile con me. Perché? Insomma, io sono sempre stata orribile nei suoi confronti…

Non so perché ma mi è venuta una gran voglia di essere più gentile… mi stringo a lui.

«Ehi voi! Cosa state facendo? Dovreste essere in classe a quest'ora! Non marinate le lezioni!»

«Ayame… Ayame… Aya… Aya…» Alzo lo sguardo e vedo Ryan che mi fissa sbalordito.

Ma che cavolo succede…?

Mi accorgo solo in quel momento che sono abbracciata a lui.

Sono completamente immobilizzata, il mio corpo è rigido e non riesco a muoverlo… oddio, penserà che sono una vera pazza maniaca…! E perché mi importa di quello che pensa? Lo lascio di scatto e lo fisso.

«Io… ehm… devo andare! Se arrivo ancora in ritardo mi metteranno in punizione… scusa… ciao!» Mi giro e mi incammino per andare in classe.

«Ayame…» Mi fissa mentre gli do le spalle.

Arrivo in classe e Jin mi corre incontro preoccupato, solo allora mi accorgo di aver saltato un’ora, eppure la campanella mi sembrava fosse appena suonata. No, aspetta! Non mi dire che… l’ho abbracciato per un’ora intera quell’americano!

«Aya, stai bene? E da quando sei tornata in classe che sei strana…» Mi fissa negli occhi.

«Io? Naaaaa, sto bene! Mi fa solo male il ginocchio…» Distolgo lo sguardo.

Se c’è qualcosa che non va o se nascondo qualcosa, Jin è sempre il primo a capirlo. Purtroppo non posso mentirgli…

«Ehm, ecco, io… Jin, non so più che fare! Non so cosa mi stia succedendo!» Mi gratto la testa.

«Mmm, qualcosa mi dice che centra quel belloccio dell'americano…» Mi fissa.

Sbuffo. «È colpa sua…»

«È colpa sua se ti piace?» Si intromette Eri, ma io non me ne rendo nemmeno conto.

«Tsk.» Dico sbuffando ancora.

«Shock! Aya… Aya… Ayame… Ayame… a te piace… Ryan!»

Mi giro e vedo Eri pietrificata, poi fisso Jin che sta in silenzio e ha lo sguardo rivolo verso il basso.

«Mmmm, che vuoi?» Gli rispondo fredda e seccata.

«A te piace Ryan, non negarlo! L'ho appena sentito con queste mie orecchie, cara la mia giocatrice infortunata!»

«Ma sei scema?! Figurati se mi piace uno così! Fra me e quell'americano non c'è e non ci sarà mai nulla. Capito, befana?!»

Esco dalla classe e sbatto la porta, sento che Jin mi sta inseguendo ma non mi volto, continuo a dargli le spalle. Cosa mi succede, non è possibile… no, a me non piace Ryan…

«Aya, non correre! Peggiori le condizioni del ginocchio!» Non lo ascolto e continuo a camminare velocemente di fianco al muretto della scuola.

«Ayame, Ayame! Smettila!» Mi prende il polso e mi spinge contro il muro, immobilizzandomi.

«Non sono Eri! Io sono Jin, il tuo migliore amico! Quello a cui racconti tutto, quello che ti ha ascoltata, consolata quando perdevi una partita e quello che ti era accanto quando avevi problemi con la tua famiglia…»

«Jin, io…» Abbasso lo sguardo.

So che Jin vorrebbe sapere tutto, è il mio migliore amico d’altronde, ma io non so più cosa sia vero e cosa no… cosa mi succede?! Cosa?!

«Non so cosa mi stia succedendo… è tutta colpa di quello stupido americano!» Gli stringo la maglietta, stropicciandogliela e l'abbraccio. «Jin, aiutami… non so cosa fare, non lasciarmi sola…»

«Io, Jin, non ti lascerò mai…» Mi stringe, dopo avermi fatto questa promessa.

Le lezioni finiscono e Jin mi accompagna fino a casa. Lo saluto davanti al cancelletto di casa mia ed entro.

Accendo la luce del soggiorno e appoggio la borsa con i libri sul mobiletto vicino alla porta.

Vado in cucina e prendo un bicchiere dalla lavastoviglie, lo asciugo e ci verso un po' di tè alla pesca ghiacciato, poi, quando sto per accendere la televisione, il telefono squilla. Prendo il telefono e rispondo.

«Pronto, chi è?»

«Sono io, Aya, la mamma!»

«Ciao, mamma, come va?»

«Tutto bene, grazie, e tu? Come va il ginocchio? E con la scuola?»

«Tutto bene, mamma, il ginocchio sta già migliorando anche se mi fa male quando dormo e con la scuola il solito.»

«Oh, amore… oddio, si brucia tutto! Scusa, ma devo andare, ci sentiamo domani! Ciao, baci!»

«Ok, mamma. Ciao!»

Il sole viene nascosto dalle nuvole e cala la sera, passo tutto il pomeriggio sul divano a guardare programmi stupidi e noiosi cambiando canale ogni cinque minuti.

Mamma che noia. Stupida gamba tarocca!

Squilla il mio cellulare. Lo prendo dal tavolino di fronte al divano e guardo lo schermo per sapere chi mi chiama alle 19:00 ma sul display compare un numero sconosciuto. Ormai sono abituata a ricevere le chiamate di mio padre con cellulari dei suoi amici perché il suo o se lo dimentica a casa o è costantemente scarico, quindi rispondo senza pensarci.

«Pronto?»

«Ciao, Ayame!» Rimango immobile.

Questa voce la riconosco… è quell'americano! Come fa ad avere il mio numero?!

«Tu! Perché hai il mio numero?!»

«Un “ciao” mi bastava. Comunque, me lo ha dato Jin dopo la partita di calcio.»

«E com’è andata la partita? Jin ha vinto?»

«Sì, abbiamo vinto 3 a 9!» Ride.

«Ma siete tutti e due scemi? Come ha potuto quel traditore darti il mio numero! Quando lo incontro domani, scoppierà la guerra dei mondi!»

Scoppia a ridere. «Non è colpa sua, l'ho costretto io perché ero preoccupato per te! Stamattina eri così strana… e poi te ne sei andata via in quel modo ancora più stano…»

Divento rossa. «An, scusa per prima, non volevo scappare così…»

«Ehm, senti, lo so che ti sembrerà strano ma… ecco io, mi chiedevo se ti andava di uscire con me domani… è sabato e io non ho programmi quindi mi chiedevo se… tu sei disponibile?» Shock.

«C-cosa?»

Il mio cuore inizia a battere fortissimo. Cosa?! Mi sta chiedendo di uscire?! Insomma, io e lui da soli?!

«Sì, c'è un nuovo parco divertimenti a Osaka e mio padre siccome ne è sponsor ha ricevuto due biglietti gratis… e io volevo andarci con te… se l'idea ti va!»

«Ehm… io non saprei…»

Non so che dire… aspetta, io devo rifiutare… insomma, lo odio, no? No? No? No?!

Oddio, forse è proprio vero! Io non riesco più ad odiarlo! Dopo quello che è successo stamattina in terrazzo… ok, devo capire cosa sta succedendo e il modo migliore è…

«Ok, va bene! A che ora ci incontriamo?» Dico tutto d'un fiato.

«Alle 9:00, vengo a prenderti davanti a casa! Ciao, a domani!»

«Ciao…»

In casa mia c’è un silenzio spettrale.

Ecco, ma perché non tengo la bocca mai chiusa?! Adesso cosa faccio? Se gli altri scoprono che esco con lui, inizieranno a pensare che sono una di quelle che escono con i ricconi solo per essere popolari! Ma perché mi metto sempre in queste situazioni?!

Corro in camera mia, beh, diciamo che cammino velocemente perché il mio ginocchio non mi permette ancora di correre, purtroppo…

Apro l'armadio e vi frugo dentro per cercare un vestito adatto all’occasione.

Mi guardo allo specchio e mi fisso. Sto diventando come loro! È il mio incubo!

 

°~°~°~°~°~°~°~°~°


«Grazie per il numero di Ayame!»

«Prego, lei si merita d’essere felice. Mi raccomando, trattala bene!» Gli da una pacca sulla spalla.

«Grazie, Jin!» L’americano si incammina verso casa.

«Lo faccio solo per lei…» Sospira e rimane immobile.






 

 

   
 
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