Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Dalhia_Gwen    01/11/2013    10 recensioni
Questa è la storia di una diciassettenne di nome Gwen che, nonostante tutte le ingiustizie e il passato che ha vissuto, riesce finalmente a trovare la felicità che aveva perso, grazie ad uno dei suoi più grandi hobby, la quale sarà in grado di scalfire il suo ormai cuore di diamante, immune fino a quel momento...
Tratto dal capitolo 28:
“....Cominciò a ticchettare il piede destro sul tappeto color del deserto, rendendosi conto di non riuscire a sopportare tutta quell’ansia che la stava letteralmente mangiando, ma fu proprio in quel momento che avvertì la carica giusta per poter affrontare la competizione nel migliore dei modi. Una mano calda e tremante quanto la sua intrecciò le dita con quelle della mano della gotica, esattamente qualche minuto prima del fischio. Scattò a quel tocco così intimo e che desiderò da fin troppo tempo, per poi girarsi velocemente verso la sua sinistra. Ad attenderla vi erano gli occhi decisamente più luminosi del solito del punk, che nel frattempo era arrossito quanto lei per quel gesto nato spontaneamente..."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Image and video hosting by TinyPic





Improvvisamente tutte le luci si spensero.
Calò il silenzio.
Alcun bisbiglio, nessuno osò fiatare.
Tutti erano ansiosi di vedere nuovamente una loro esibizione, il gruppo più rock e gettonato dell’istituto che rimase nell’oscurità per troppo tempo.
Stavolta erano tornati, carichi più che mai di adrenalina che volevano sfoderare soprattutto quella sera, per inaugurare il loro ritorno.
Quando reputò l’atmosfera elettrizzante e arricchita di suspense al punto giusto, Scott cominciò a battere fra loro le bacchette per tre volte, lanciando uno sguardo d’intesa a Duncan che, capendo il richiamo per iniziare, annuì veloce, per poi cominciare a pizzicare abilmente le corde della sua amata chitarra elettrica.
 “You think you know me..”
Disse al microfono, diretto e freddo verso la destinataria di quella canzone, Gwen, che accidentalmente incrociò il suo sguardo tagliente.
 “You got me figured out
You’re casting shadows
I’m casting doubt…”

Continuò a cantare, mentre con le dita sembrava danzasse sulla tastiera della sua chitarra, non distogliendo gli occhi, che in quel momento parevano di ghiaccio più che mai ,da lei, avvertendo un calore nel suo animo intensificarsi sempre più.
“...I'm a fist, I'm afraid, I'm a link in the chain
Worst of the best, but I'm in this race
You don't know me
I'm a knife, I'm a rope, I'm a bitter pill
A tooth on the cog that you built to spill
You don't know me..”

Disse l’ultima frase con più convinsione, e in quel momento potè giurare di vedere la ragazza perdere un po’ di lucidità. Le parole del punk arrivarono assordanti alle orecchie della gotica, logorando anche il suo cuore, che stava tentando di opprimere invano la sensazione di disagio che improvvisamente l’avvolse.
“...I'm a crow, I'm the most with the least to gain
A fading Mona Lisa in a plywood frame
You don't know me
I'm a ring on a tree in a life that fell
What I did I done good and what I done I did well
You don't know me..”

Ma Duncan non cedeva, e sempre con più sentimento urlava quelle parole contro lei, fino a quel momento oppresse per l’impossibilità di poter scambiare anche una misera frase con la ragazza. D’altro canto lei continuava a sostenere lo sguardo, stringendo i pugni lungo il busto, e deglutendo ogni volta che avvertiva il cuore perdere qualche battito per l’emozione.
Le amiche, che in quel momento erano accanto a lei a seguire l’esibizione, non si persero alcuna frecciatina tra i due, ma temevano che la gotica sarebbe potuta esplodere da un momento all’altro, troppo debole per reggere quel vortice di sentimenti che in quel momento si accavallavano sia nella sua mente che nel suo cuore.
 “Hate is a river floating with money and greed
Drawing borders, lines on a map we don't need
I'm a wall, I'm a fence, I'm a dotted line
The land you kill for in the name of your kind
You don't know me
I'm a storm, I'm a sign, I'm a bleeding heart..”

Altra battuta, altro dolore, altra verità.
Il punk avvertì gli occhi inumidirsi, mentre la concentrazione cominciava a scarseggiare, troppo preso dalla canzone. Tutto ciò non sfuggì a Gwen che venne contagiata dalla medesima angoscia che emanava il ragazzo, serrando gli occhi per un attimo, al fine di rimandare indietro le lacrime.
“The time that got away it's already gone
You don't know me
You don't know me
me you me you me you you don't know
me you me you ohhh you don't know!”

Così la canzone finì, e tutti gli spettatori esplosero in sonori applausi e acclamazioni, soddisfatti più che mai dell’introduzione che preannunciava una serata eccezionale  e all’insegna dell’ottima musica rock. Duncan posizionò il microfono al suo posto, e la stessa mano la passò tra la scintillante cresta verde, con l’intento di riprendere fiato e concentrazione, per poi fare numerosi inchini come ringraziamento, accompagnando il tutto con un leggero sorriso. Nel frattempo Gwen non si mosse di un millimetro, spiazzata da quelle parole che conosceva benissimo, ascoltate, come suo solito, tranquillamente ogni pomeriggio, ma che quella sera la ferirono senza pietà.
“G-Gwen? Tutto bene?” la voce flebile di Bridgette la risvegliò dallo stato di trans in cui era inconsapevolmente caduta, facendola sobbalzare.
“C-cosa? Oh sì, tutto bene.. s-sono bravi.”  Provò a dire qualcosa lei, ottenendo solo degli sguardi pieni di compassione da parte delle sue amiche. Fece un lungo respiro, per poi mascherare quel velo di tristezza che quella canzone è riuscita a far calare sul suo candido viso.
“Cosa? Ragazzi, non vi sento!”  era la voce di Geoff, che prese il controllo della situazione e destreggiandosi nella sua festa da sballo, fin troppo abile nell’intrattenere il suo pubblico.
Dopo aver ricevuto urla ed acclamazioni più forti, il biondo prese di nuovo la parola.
“Bene ragazzi, preparatevi alla prossima canzone, scatenatevi!”  allungò una mano verso la platea, per poi ritrarla ed aggiustandosi il cappello da cowboy, tornando poi al suo posto.
“The good life is 
What I need 
Too many people 
Stepping over me 
The only thing that's 
Been on my mind 
Is the one thing before I die 

All I want is a little of 
The good life 
All I need is to have 
A good time
The good life!”

 La voce rauca e penetrante era sempre quella di Duncan, ma stavolta accompagnata da quella del suo migliore amico, Geoff, che faceva da sottofondo. Entrambi erano al bordo del palco, e sorridenti si muovevano in sincronia, seguendo le note che loro stessi producevano. Ogni tanto si scambiavano uno sguardo d’intesa, e uno di fronte all’altro strimpellavano le loro chitarre, come se fossero due professionisti. In quel momento provarono la gioia e la complicità che credettero di aver perso, e più suonavano e più quell’amicizia nata proprio per volontà della musica aumentava, facendo emozionare tutti. Anche Bridgette, Leshawna e Dawn si emozionarono, rimembrando i vecchi tempi, e desiderando che quella festa non sarebbe mai finita. Tutta quell’allegria rallegrò un po’ anche l’animo di Gwen, che in quel momento provò una inspiegabile serenità nel vedere Duncan sfoggiare uno dei suoi migliori sorrisi, uno dei tanti che le scioglievano ogni volta il cuore. Tra l’altro amava quella canzone, ma soprattutto amava il modo con cui quella sera venisse cantata.
“...All I need is to have 
A good time ..
The good life!”

All’unisono conclusero il brano, e la folla ne era pienamente soddisfatta. I due cantanti si scambiarono il cinque, per poi abbracciarsi calorosamente e rivolgere un ringraziamento alla platea. In quel momento il biondo salutò da lontano energicamente la fidanzata, che dovette fare altrettanti salti per poter far capire a Geoff di ricambiare il saluto.
“Ti amo zuccherino!” esclamò al microfono il festaiolo, scatenando i fischi del pubblico e dipingendo di un rosso acceso le gote della surfista, che tentò invano di urlare un “Anche io” tra il fracasso. In quel momento tutti risero, persino Gwen, che accidentalmente incontrò gli occhi sorridenti di Duncan, rimanendone incastrata. Si persero per un attimo l’uno nello sguardo umido dell’altro, per poi arrossire ed avvertire il cuore riprendere a battere d’amore.
“Pss..ehi, tocca al pezzo forte!” il biondo, vedendo l’amico essere caduto di nuovo preda della bellezza della gotica, gli diede una leggera gomitata, per poi dire qualcosa all’orecchio del punk, che annuì semplicemente. A quel punto Duncan diede uno sguardo fugace alla platea, e dopo aver preso un lungo respiro, avvicinò il microfono alla bocca, per poi parlare imbarazzatissimo.
“ Il brano che adesso stiamo per eseguire è..è dedicato ad una persona particolare, una persona a cui tengo più della mia stessa vita, una persona per cui vale la pena combattere, una ragazza per cui morirei se fosse necessario. Spero..spero tanto che l’apprezzerai, Dolcezza mia..”  e dopo quelle parole il silenzio fece da padrone, dando così la possibilità ai ragazzi di iniziare.
Il cantante chiuse gli occhi, portò lentamente il microfono all’altezza della bocca e cominciò a cantare.
This time, This place
Misused, Mistakes
Too long, Too late
Who was I to make you wait
Just one chance
Just one breath
Just in case there's just one left
'Cause you know,
you know, you know..”

 

No, non poteva essere.
La canzone, QUELLA canzone, le era fin troppo familiare.
La stessa che amava canticchiare sotto la doccia, prima di dormire o anche non appena sveglia, ogni volta che pensava a lui, a loro, da quando la loro storia finì di renderle la vita perfetta.
Non era possibile che anche lui la cantasse.
Non era reale che lui riuscisse a interpretarla così bene.
Il cuore iniziò impazzito ad accelerare i battiti, mentre il corpo prese a tremare, troppo spaventata nel rendersi conto che quel brano l’avrebbe resa totalmente vulnerabile.
“...That I love you
I have loved you all along
And I miss you
Been far away for far too long
I keep dreaming you'll be with me
and you'll never go
Stop breathing if
I don't see you anymore...”

In quel momento il respiro venne a mancare, e senza accorgersene fece cadere la poschette per terra, completamente colpita da quel ritornello. Il sentimento che credeva di aver messo da parte verso di lui riaffiorò tranquillamente, senza ostacoli, e tutto lo sforzo che lei applicò per cancellare il ragazzo dal suo cuore fu inutile. Lo amava, sì, da sempre e per sempre. E non lo poteva nascondere, neanche a sé stessa. Portò le mani tremanti sul viso, accorgendosi di aver commesso un terribile e enorme sbaglio.
Lasciarlo era stato l’errore più grande della sua vita.
Mentire a se stessa del suo immenso amore per lui fu la cosa più infantile che ebbe mai potuto fare.
E se ne rese conto solo ora, solo lì, davanti a centinaia di persone, ma soprattutto di fronte ad un ragazzo che ne ha provate di tutti i colori per farle capire quanto amore provava per lei.
Lei che non seppe capirlo.
Lei che lo ha rifiutato per un disguido.
Lei che non lo ha creduto davanti alla pura e sincera verità.
Lei che non merita e non meriterà mai di avere una perla di ragazzo come lui al suo fianco.
“C-Cosa…ho fatto..” si ripeteva continuamente mentre il respiro si faceva più affannoso.
“…So far away
Been far away for far too long
But you know, you know, you know…

I wanted
I wanted you to here to stay
'Cause I needed
I need to hear you say
That I love you
I have loved you all along
And I forgive you
For being away for far too long
So keep breathing
'Cause I'm not leaving you anymore
Believe it
Hold on to me and, never let me go
Keep breathing
'Cause I'm not leaving you anymore
Believe it...”

La voce del ragazzo tornò a tremare, mentre cercava mettere a freno i suoi sentimenti, che inevitabilmente tornarono a renderlo vulnerabile come mai si sentì prima d’ora, per poi alzare gli occhi al cielo, tentando invano di frenare quelle lacrime colme d’amore.
Le stesse lacrime che però Gwen non riuscì a trattenere. Era forte sì, ma non davanti a tanta sincerità, non di fronte alle suppliche di un ragazzo innamorato perso di lei. Sì, lo sapeva, lo aveva sempre saputo, e mai come quella sera provò la morte del suo animo, mentre il suo cuore si frantumava ad ogni nota di quella canzone. No, non riuscì più a resistere, quel cuore considerato immune da ogni tipo di sentimento si rivelò essere talmente debole da renderla ridicola di fronte a tutti i presenti, che man mano che la canzone svolgesse al termine, avvertirono i singhiozzi della gotica situata tra le ultime file degli spettatori.
Tolse le mani dal viso, e lo mostrò senza indugi, rigato da lacrime nere che non avevano intenzione di cessare. Restate all’interno del suo animo per molto, troppo tempo, e che adesso era arrivato il momento di cacciarle.
“Hold on to me and, never let me go
Keep breathing
Hold on to me and, never let me go
Keep breathing
Hold on to me and, never let me go..”

La canzone cessò, ma il ragazzo non posò il microfono al suo posto.
“Stretta a me, amore mio…e senza lasciarmi più andare…Gwen perdonami, ti prego..”  Sussurrò quelle parole con il poco fiato rimastogli e davanti a centinaia di persone, molti dei quali condivisero le lacrime dei due ragazzi. Tutti adesso si girarono verso lei, verso colei che ha reso irriconoscibile quel punk tanto duro e impassibile di fronte ad ogni tipo di sentimento, quel ragazzo tanto cambiato da quando lei entrò nella sua vita.
Anche il resto della band si commosse, e per solidarietà decisero di avvicinarsi cauti all’amico innamorato, che tremava come una foglia.
Sentendosi chiamata in causa, la gotica ebbe un attimo di smarrimento, e solo in quel momento realizzò di avere tutti gli occhi puntati addosso. C’è chi diceva “Su perdonalo, non lo vedi quanto è perso?” , altri sussurravano “ Strana com’è non capirebbe mai lo sforzo che Evans ha applicato..”, altri ancora “Quanto è fortunata ad averlo..”. Lo sguardo che però non riusciva proprio a sostenere è il suo, quello di Duncan, tremante e sorridente allo stesso tempo, che la faceva sentire ancora più male di quanto già non lo fosse.
Aveva sbagliato, aveva errato tutto.
Come ha potuto? Lei che riusciva sempre a risolvere ogni cosa, ogni problema, ogni quesito matematico.
Non aveva mai sbagliato alcun conto, e ora? Come aveva fatto a sbagliare? Cos’era successo a lei, la più brava della classe?
Semplice, la matematica non era l’amore.
I conti non erano i sentimenti.
I numeri non quantificavano un bel niente.
Nell’amore non ci sono tante soluzioni, ma una sola.
Ma soprattutto, non si poteva tornare indietro a riguardare ciò che non portava al risultato.
Con l’amore non si scherza, e lei inconsapevolmente aveva distrutto un ragazzo che non l’ha mai tradita.
La conclusione? Era una persona orribile, e lui sarebbe stato meglio solo se lei sarebbe stata il più lontano possibile.
“ T-Ti prego..smettila…basta..BASTA!” urlò con tutta la forza che aveva in corpo la gotica, per poi fuggire fuori dall’istituto, sotto gli occhi sbalorditi di tutti i presenti.
“Noo! GWEN!!” esclamò Duncan che immediatamente scese dal palco per rincorrerla, assalito dalla paura che avrebbe fatto qualche sciocchezza.
“Ci penso io!” urlò molto più avanti di lui Bridgette, che la seguì non appena vide la sua brusca reazione.
 
“Mostro..sei un mostro..Non lo meriti..” Gwen non riusciva più a ragionare lucidamente, e una vocina nella sua mente continuava a tormentarla facendola sentire ancora più male.
Voleva allontanarsi da lui il più possibile. Non sapeva dove stesse andando, ma non le importava: lo amava troppo, alla follia, e affinchè potesse vederlo felice lei doveva sparire dalla sua vita. Come? Non lo sapeva neanche lei.
Goffamente correva per quanto i tacchi glielo permettevano, ma non fece molta strada, poiché le gambe decisero di abbandonarla nel momento più critico. Così, una volta fuori e nel bel mezzo del parcheggio, cadde per terra, rischiando anche di rompersi qualche ossa. Ma nessuna frattura né livido era tanto doloroso quanto il suo senso di colpa nei confronti di Duncan. Si rannicchiò esausta, per poi aumentare ancora di più il pianto e affondare il viso tra le mani che servirono a proteggerlo dall’impatto col suolo. Qualche istante dopo l’amica la raggiunse e, senza pensarci due volte, si accasciò su di lei, abbracciandola forte ed invitandola ad alzarsi. La gotica seguì il consiglio della bionda, che dopo la cullò stringendola a sé,  e proprio in quel momento Duncan arrivò col terrore dipinto sul suo volto. Non appena lo vide, Bridgette allentò la presa sulla gotica per fare in modo che il punk prendesse il proprio posto, ma Gwen avvertì la presenza di Duncan e fu per questo che si strinse ancora di più all’amica.
 “Vai via! Ti prego vai via!” esclamò tra un singhiozzo e l’altro la gotica, tremando come non mai.
A quella parole Duncan si avvicinò accovacciandosi accanto a lei, tentando di toccarla.
“Gwen..ma perché fai così…” le sfiorò delicatamente una guancia, ma a quel tocco la ragazza provò quel brivido che solo lui era capace di farle provare e lo doveva evitare, per cui istintivamente provò a girarsi dall’altro lato.
“Lasciami in pace! Bridgette allontanalo!”  stavolta la gotica urlò, per poi tornare a piangere violentemente. Duncan era scioccato, e volse lo sguardo smarrito all’amica, che era profondamente in imbarazzo.
“E’ meglio che adesso torni a casa Gwen, sei molto stanca. Su alzati, ti accompagno in macchina…”  le sussurrò dolcemente la surfista, alzando l’amica da terra ma continuando ancora a stringerla.
“Su vieni…” le ripeteva. Stava dando le spalle al punk, quando improvvisamente si rivolse a lui.
“Fai venire Geoff, così la portiamo a casa..m-mi spiace..”  disse col cuore in gola Bridg, non prima di guardarlo premurosa.
“Hai fatto di tutto…sei stato eccezionale..” continuò, per poi accarezzarlo e dirigendosi verso l’auto del fidanzato.
Era vero, aveva fatto il possibile per riconquistarla, ma non è bastato.
Si era persino umiliato per lei, sconvolgendo probabilmente tutti gli alunni di quella scuola, ma lei non ha apprezzato.
Era sicuro che in quel modo l’avrebbe fatta tornare da lui: avrebbe giurato che anche lei non l’aveva dimenticato del tutto.
Credeva nel suo amore, era convinto che lei provasse lo stesso.
Ma ha distrutto tutto. Ha dimenticato tutto quello che c’era stato tra loro.
Non è rimasto nulla nel suo cuore, ecco perché aveva reagito in quel modo.
E’ arrivato troppo tardi, o forse sarebbe stato meglio non fare nulla di tutto ciò.
‘E’ finita!’ gli disse lei quel giorno, ed effettivamente era così.
E’ stato uno stupido a credere che avrebbe potuto salvare la loro storia.
Aveva creduto troppo in loro, molto probabilmente aveva costruito solo castelli in aria.
“Finita…è finita per sempre..” disse tra sé Duncan, incapace di far fuoriuscire altre lacrime. Era stanco oramai di combattere.
“Basta, fattene una ragione. Non hai nessun’altra speranza.” Continuava a dire, autoconvincendosi dell’affermazione. Diede un calcio ad un sassolino di fronte al suo cammino, frustato più che mai, per poi girarsi indietro e tornare dentro ad avvisare l’amico.
“I lieti fine non esistono..” disse infine.
Ma era realmente così?
 







--°°°Angolino dell'autrice al top della sentimentalità°°°--

 Buonsalve!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :'D
*butta nel cestino l'ennesimo fazzoletto*
*sigh*
Perdonate il mio ritardo...
Lo so, ormai c'avete fatto l'abitudine. Vi capisco se volete uccidermi.
Oh sì, soprattutto dopo aver sfornato questo capitolo tristissimo.
Gwen con i sensi di colpa..scusate ma volevo dipingerla proprio così!
Dopo aver visto le ultime puntate trasmesse della nuova stagione io sono rimasta scioccata.
Per cui, ho deciso di allungare ancora di più la storia, perchè fremevo dalla voglia di sfogarmi.
Sì, volevo dipingere una Gwen più reale, quella che mi è mancata in questa nuova stagione.
*sospira*
Oh sì, avete capito bene. La storia sta svolgendo al termine! :'(
*prende un nuovo fazzoletto*
Ed io sono tristeeeeeeeeee!
E so pure che in questo momento starete festeggiando per aver saputo che questo "romanzo" sta arrivando al termine... T.T
Nulla, volevo dirvi che le tre canzoni sono OVVIAMENTE prese dagli album delle band che amo maggiormente.
Ecco i titoli:
1. "You Don't Know Me" degli "Art Of Dying" --------> http://www.youtube.com/watch?v=MtfymP-R62M
2. "The Good Life" dei "Three Days Grace"   -------->  http://www.youtube.com/watch?v=tzRk5EIHAoI
3. "Far away" dei "Nickelback" --------> http://www.youtube.com/watch?v=j4y-RzVGrHg
Vi consiglio, sempre se volete, di rileggere il capitolo ascoltando queste canzoni al momento giusto.  <3
Ho già testato, ed ho pianto come non mai :'D
Ah, un'ultima cosa, ovviamente per modo di dire! ;)
Il disegno che vedete postato all'inizio del capitolo è realizzato da una ragazza straordinaria:
Gwen_cav! <3
E' la copertina della mia storia! Ed è stata gentilissima a realizzarla! Grazie tesoro, grazie di tutto!
Ma non è solo questo ciò che ha realizzato: potete trovare la sua pagina su questo link ---> http://gwen-cav.deviantart.com/
TI ADORO AMICA MIA!!! :'3
Se volete seguire anche me nel disegno, ecco qui la mia pagina Facebook ---> https://www.facebook.com/pages/Dalhia-Creazioni/243291869107251?ref=hl
Pigiate Mi Piace, mi raccomando! :'D
Oppure su DA, se siete iscritti :3 ---> http://dalhia-gwen.deviantart.com/
GRAZIE DI TUTTO!!!
Spero tanto che il capitolo sia stato di vostro gradimento e....
Ci risentiamo al prossimo aggiornamento! :'3
Ringrazio tutti coloro che leggeranno la storia e che la recensiranno anche! <3
Siete meravigliosi! <3
Un abbraccione one :3

E auguri a tutti!!!!!!!!!

Dalhia_Gwen

 
 
 
 



 
 
 



 
 
 
  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Dalhia_Gwen