L'ebrezza che ho amato.
Vedevo solo sfocato.
Un pesce mi passò davanti gli occhi, nuotava velocemente, non so nemmeno se voleva arrivare dov'è arrivato.
Notavo anche l'acqua riscaldarsi e raffreddarsi indipendentemente dal mio calore corporeo, forse lo faceva apposta, forse no.
Mi sentivo libera di volare in un oceano.
Sorridevo debolmente al fondale marino
Era tutto ciò che mi rimaneva
L'ultimo paesaggio da me visto
Un patetico fondale marino
Ma non posso lamentarmi adesso, ho scelto così
Lamentarsi delle proprie azioni è sbagliato
Ma non è quello che sto facendo?
Ma che importanza ha, anche se lo facessi?
Oramai nulla è più importante
Il mio respiro è sempre più debole, sembra un sussurro
Un aiuto che ho sempre tenuto nascosto
In quel momento era più di quella parola
Era tutto ciò che volevo dire
Un rimpianto
Una parola, cosa poteva significare per me?
Forse anche tutta la mia vita
E infatti la rappresentò.
Quel sussurro urlato dentro di me, sussurrato nell'oceano profondo
Rappresenta i miei errori che non sono riuscita a riparare
Ma non sono triste.
I miei ultimi pensieri si interrompono qui.
Dopo di essi solo nero.
Il nero del suicidio.
E nonostante ciò mi sentivo ancora un pesce isolato nell'oceano sperduto
L'ebrezza del mio ultimo pensiero.