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Autore: WendyLy    01/11/2013    1 recensioni
Ecco, fu così che si concluse la mia giornata scolastica. Con un’offesa, con uno schiaffo leggero sul mio giacchetto di pelle nera, e con una ragazza imbronciata, dai capelli rosso fuoco e dagli occhi verdi e brillanti come due Tormaline.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The First Steps.


« Bastardo!»
Ecco, fu così che si concluse la mia giornata scolastica. Con un’offesa, con uno schiaffo leggero sul mio giacchetto di pelle nera, e con una ragazza imbronciata, dai capelli rosso fuoco e  dagli occhi verdi e brillanti come due Tormaline. 
Sospirai. «Che cosa ho fatto?»
Lydia mi mise un dito sul petto ed assottigliò lo sguardo. «Lo sai benissimo. »
Ci pensai su un attimo. Le avevo fatto qualche scherzo? Assolutamente no; beh, non in quella settimana. L’avevo ignorata a lezione? No, neanche. Anzi, ero stato ad ascoltarla su quanto desiderasse andare al concerto dei Muse. Anche se sembrava più un: “ti prego Zayn, sono la tua migliore amica! Portami a vederli!”
Forse, le avevo detto qualcosa di spiacevole … ma non mi parve di averlo fatto. 
«Mmmh.. Non ne ho la più pallida idea, sinceramente », le dissi e feci spallucce. 
Lydia inspirò ed espirò provando a calmarsi. Allontanò il dito. «Okay, bene. Visto che tu non rammenti..» gli angoli della sua bocca si alzarono in un sorriso tremendamente falso. La sua espressione diceva molto su quello che voleva farmi, e non era niente di piacevole. 
Sicuramente non avevo fatto niente di così grave, me ne sarei ricordato. Solo che lei era così esagerata su tutto, anche per una banalità come non darle un bacio sulla guancia per salutarla - per quell’unica volta che era successo, mi aveva tenuto il muso per quasi tutta la mattinata!
«Lo hai detto ad Harry. »
La guardai confuso. «Detto, cosa?»
«Che mi piace! Zayn, svegliati!» 
«Come? Ma se non ci parlo mai con lui!» esclamai, un po’ irritato. Non poteva dare la colpa a me per tutto! Sì, ero l’unico che lo sapeva, ma non significava niente. Insomma, che Lydia quando lo vedeva sbavava come un cane, era lampante. Soltanto un idiota non se ne sarebbe accorto. 
Eppure, lei era pienamente convinta delle sua idea. Si era zittita e si era voltata, con un passo decisamente pesante. Roteai gli occhi, sbuffando. Una voce dentro di me mi consigliava di lasciarla stare e attenermi alla mia facciata da bad boy, ma, ovviamente, io seguivo sempre l’altra parte di me; quella troppo bonaria. 
Le afferrai il braccio, e la obbligai a voltarsi. «Ti giuro sulla nostra amicizia che non ho detto nulla!» 
Stringeva le labbra come una bambina che non aveva avuto la sua caramella. Lo faceva sempre quando si impermaliva. «Lydia, ti prego. »
Distolse lo sguardo, poi tornò a guadarmi. «Allora dimmi chi è stato. »
La guardai sbigottito. «Come dovrei fare secondo te a saperlo?! Non ero nemmeno a conoscenza che lo sapesse!»
Lydia incrociò le braccia al petto. Adesso stava fissando per terra. Intorno a noi sentivo le chiacchiere di qualche studente. Due ragazzi ci stavano guardando male, così lanciai a loro un’occhiataccia. «Vi diverte?!» 
Al suono della mia voce se ne andarono. Mi concentrai nuovamente sulla mia migliore amica. Le tirai delicatamente una ciocca di capelli dietro all’orecchio destro. Lei non si mosse. «Mi dispiace. Non avrei dovuto risponderti male. E’ che mi infastidisce il fatto che tu non ti fidi di me. In fondo, ci conosciamo da tantissimo tempo» le dissi.  «nutellina mia».
Lydia mi guardò. Sorrise impercettibilmente. «Non chiamarmi così. »
«Perché? E’ un nome così carino!»
«No, è decisamente imbarazzante.» 
Sorrisi. «Amo tua madre quando usa questi nomignoli!»
« Sei un vero stronzo, Zayn». Mi schiaffeggiò nuovamente la spalla. 
«Ehi, mi sciupi la giacca!» Feci il finto offeso. Lydia ridacchiò, e si buttò addosso al mio petto, stringendo le braccia esili attorno alla mia vita. 
«Mi dispiace,» sussurrò ed io ricambiai l’abbraccio. Era una piccoletta irritante, permalosa, ed esagerata. E la lista continuava. Eppure, non riuscivo a negare quanto le volessi bene. Sentire il suo dolce odore di camomilla invadermi i sensi, sentire il suo cuore battere contro il mio petto, e il calore del suo corpo strinto al mio, era una delle sensazioni più belle che avessi mai provato. Avevo così tanta voglia di tenerla tutta per me, e non lasciarla mai andare. «Ma, spiegami, come fai a sapere che Harry lo sa?»
Lydia allentò la presa, ed alzò il volto. Le nostre labbra non erano poi così distanti. Mi sentii un po’ a disagio. «Me lo ha detto lui, e…  e mi ha chiesto di uscire. »
Aprii la bocca e la richiusi subito. Ero rimasto senza parole. «Io gli ho detto di no. » Aggiunse, ed io rimasi ancora più sorpreso. 
Dopo anni che sospirava quando lo vedeva, che lo seguiva come una stalker per tutta la scuola, che tentava inutilmente di far cadere i libri davanti a lui per farsi aiutare, lei gli aveva detto semplicemente no? Quella ragazza mi avrebbe fatto impazzire prima o poi. «Sono un pochino confuso,» affermai. 
Lydia mi sorrise. «Mi sono solo resa conto per chi batte davvero il mio cuore.» 
Aggrottai le sopracciglia. Non si ricordava che avesse mai parlato di un altro ragazzo, al di fuori di Harry. Ma cosa più importante: «Perché diavolo eri incazzata allora?» 
«Volevo evitare la sgradevole situazione che si è appena verificata.» Mi fece la linguaccia. «Poi adoro quando fai quelle facce tutte arrabbiate. »
Se non fosse stata una ragazza, le avrei dato un pugno. «Sei la persona più bizzarra e contorta che io conosca, sappilo. »
Lei sorrise, e si allontanò di qualche passo. Si voltò. «Andiamo a casa!»
Sbuffai e la seguii. «Posso sapere allora per chi batte davvero questo tuo cuore?»
Notai le sue guance colorirsi. «E’ un segreto!» 
«Dai! Non fare la sostenuta.» 
«Okay, bene, ti do’ qualche indizio. E’ alto, moro, ha la pelle quasi come il caramello, e sta ore ed ore a prepararsi. Si mette anche litri di profumo, e certe volte quel’odore di dopobarba è davvero soffocante. E’ un pochettino vanitoso. E quando canta, sembra di sentire un angelo. » 
Mi prese la mano, e la strinse tra le sue dita. «Ed ora è qui, proprio di fianco a me. E so che prova le stesse cose, perché lo conosco così bene.» 
Il mio cuore incominciò a battere forte contro la cassa toracica. Mi fermai, e lei fece lo stesso. Si mise davanti a me, e si alzò leggermente sulla punta dei piedi. Le sue labbra si posarono sulle mie. All’inizio ero rigido, ancora paralizzato per tutto quello che era accaduto nel giro di pochi minuti. Poi, lasciai che i miei sentimenti prendessero il sopravvento. Le misi una mano su un fianco, e l’altra sulla nuca, e l’attirai ancora di più a me, approfondendo il bacio. Persi il controllo, come se il mio corpo si fosse separato dalla mia mente. Assaporai il gusto di menta che avevano le sue labbra e la dolcezza dei suoi movimenti insicuri, di una ragazza che non sa cosa deve fare, ma che è pronta a lanciarsi nel vuoto senza paura. 
Stavo baciando la mia migliore amica, stavo baciando la ragazza che conoscevo da tutta una vita, stavo baciando la ragazza che avevo sempre protetto da tutto, a cui ero sempre stato vicino. E mi piaceva. Perché aveva ragione, lei mi piaceva. 




 
  
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