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Autore: Loki__Laufeyson    01/11/2013    1 recensioni
(REVISIONE in corso capitoli --- per ora non andrò avanti ma cambierò un po' di cose nei capitoli precedenti che non andranno ad influire molto sulla storia, mi scuso ancora per il ritardo)
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“Oh mio dio!!! Sembra di stare in una sauna qua dentro!” disse con la vista offuscata dal calore che emanava l'acqua bollente.
Non ci volle molto che Loki capì subito a chi appartenesse quella voce squillante e irritante.
“Ma che...!? Clary, esci! SUBITO!” era infuriato come non mai vedendo la ragazza andare verso la finestra per aprirla. Ma la testardaggine di quella non le permise di ascoltarlo.
“Su esci dall'acqua e vestiti” gli disse amichevolmente girandosi verso di lui e facendogli un gesto con la mano che lo intimava ad alzarsi. Ma il dio rimase lì, guardandola irritato senza dirle una parola.
“Dai su! Che aspetti? Op op” si avvicinò a lui battendo le mani.
Non sopportando quel gesto il dio si mosse di scatto, imprigionandole i polsi della ragazza in una stretta di ferro.
“Non osare. Mai più. A fare. Così” la minacciò scandendo ogni singola parola, con un sorriso amaro e gli occhi pieni di rabbia, mentre la tirava a sé con lentezza mentre
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Was it you?


 


 


 


 


 

Lo trovò lì, beato come un angoletto, sdraiato sul divano, una gamba ciondolava nel bordo, l'altra poggiata nello schienale, mentre le mani erano incrociate sopra il suo torace. Era ancora vestito come ieri, il che supponeva che era rimasto in giro fino a tarda notte. Non lo voleva svegliare, anche se sarebbe stato divertente per lei e seccante per lui. Si avvicinò al suo capezzale e ne baciò la fronte, umida, si staccò e fece un sorriso dolce nel vedere che subito dopo quel gesto Loki aveva fatto una smorfia.
Si diresse in cucina e iniziò a preparare il pranzo. Non sapeva ancora cosa preparare, non voleva preparare né qualcosa di troppo pesante né di troppo leggero. Scrutò a lungo l'interno del frigorifero e optò nel preparare un pesce con contorno pomodori freschi.
Accese il forno e prese il libro di cucina dalla sua valigia – visto che erano secoli che non preparava il pesce - .
Seguì le istruzioni alla lettera, stando attenta a quello che faceva, cercando di non rovinare – accidentalmente – la creatura che aveva davanti a lei, e non voleva neanche rischiare di avvelenare Loki con del misero pesce.
Molte volte quando si doveva voltare per prendere qualche spezia doveva stare sempre allerta, dato che il piccolo Loki approfittava della sua distrazione per saliva nel tavolo cercando di addentare il pesce, ma per fortuna Clary aveva dei riflessi quasi felini – il che è ironico – , e riusciva sempre a prendere il gatto e metterlo per terra, al suo posto.
Insomma si poteva dire che fu un'impresa preparare il pranzo che sarebbe stato pronto fra quaranta minuti netti.



 

Aprì gli occhi, più stanchi che mai, se li stropicciò e con lentezza si alzò a sedere e nel farlo sentì qualche arto dolergli. Doveva aver dormito proprio male, quella notte.
Dopo essersi stirato per bene come una gatto, allungandosi a dismisura, si diresse in cucina, la quale emanava un profumo che si fece largo tra le sue narici.
“Alla buon ora” lo salutò Clary, che era seduta nella sedia a capo tavola, senza mai staccargli gli occhi di dosso.
Loki non rispose, si dedicò solo a salutarla con un'alzata di mano, mentre si diresse verso di lei. Fu solo quando si sedette che notò che la tavola era già apparecchiata per loro.
“Se posso saperlo. A che ora sei tornato ieri sera?” sentì le sue parole, mentre si dirigeva nel forno dietro di sé, per tirare fuori la pietanza, o il veleno, che aveva preparato mentre lui dormiva.
Lui la osservò, cercando in tutti i modi di trattenere un ghigno, pensando alla sere precedente e ai volti delle sue vittime.
“Evidentemente qualcuno si è preoccupato per me” la canzonò, con gli occhi ancora stanchi per mostrare emozioni, mentre si sistemò meglio sulla sedia. Una volta che Clary ebbe messo il cibo sulla tavola Loki la scrutò con attenzione.
“Lo sai che io sono sempre, in pensiero per te. E a proposito, non ti preoccupare, ho seguito il libro” lo rassicurò indicandogli il pesce con un cenno del capo prima di mettergli una quantità elevata di pesce nel suo piatto.
“Oh, no, non così tanto” la supplicò lui quando riuscì a mettere a fuoco tutto il cibo che era sopra il piatto.
“Ieri suppongo che non hai mangiato niente, vero?” non lo ascoltò più di tanto, ed appoggiò il piatto davanti a lui.
“Non ti dovrebbe importare” serrò la mascella e chinò il capo. Lo sapeva bene che Clary si era sempre preoccupata per lui, ma non si doveva intromettere più di tanto negli affari altrui, soprattutto nei suoi affari.
“E invece sì. Ringrazia Odino che non sono venuta a cercarti”
Perché si preoccupava tanto per lui? Perché si intrometteva sempre? Non lo sapeva, ma iniziava a dargli un certo fastidio questo suo atteggiamento.
Certo non gli poteva dire che cosa aveva fatto tutto il giorno e sopratutto come mai era tornato a casa tardi, pensò subito alla sua reazione, di sicuro lo avrebbe odiato e conoscendola, glielo avrebbe dimostrato con un bello schiaffo dritto in faccia - troppo carina per essere rovinata - .

Ma sopratutto gli diede fastidio nel sentire pronunciare il nome del Padre degli Dei, colui che una volta chiamava padre, colui che per tutta la sua vita gli ha mentito spudoratamente così di punto in bianco, e per cosa? Solo per uno stupido piano politico, non andato a buon fine. L'aveva usato, era sempre stato Thor il figlio prediletto, mentre lui, il rinnegato, quello diverso, solo perché ne sapeva una più degli altri, solo perché si intendeva delle arti magiche, che della lotta.
Gli ribollì il sangue e senza neanche aver toccato cibo si alzò dalla sedia e senza guardarla negli occhi si avviò verso il bagno per rinfrescarsi.


 


 

“Ma dove...? Loki!” forse non la sentì neanche, che si era già chiuso in bagno sbattendo la porta. Perché doveva fare sempre così? Era sempre stato così, ma la sua domanda era: perché!?
Cosa aveva detto di così offensivo? Forse – ma era troppo stupido da pensare come scusa – il fatto di avergli messo troppa roba nel piatto. Ma lui non farebbe mai delle scenate così. Guardò ancora per un po' il punto dove lo aveva visto per l'ultima volta.
Non volle disturbarlo, e con non noncuranza ritornò a mangiare.

Se voleva mangiare, mangerà dopo, si mise a pensare.

Quando ebbe finito, non si curò neanche di chiedergli se voleva il caffè, voleva lasciarlo lì a riflettere, a farlo calmare.
Mentre sparecchiava molte volte gli cadeva l'occhio sulla porta del bagno, per vedere se era uscito oppure no, ma quella era ancora chiusa. Evidentemente era davvero arrabbiato, spesso non ci stava così tanto quando era in collera oppure depresso.
Si accomodò sul divano e accese la TV, cercò tra tutti i canali, ma non trovò altro che telegiornali. Sbuffando si arrese, e rimané nell'ultimo canale rimasto – anche esso stava trasmettendo il telegiornale - .

Si portò le mani alla bocca, per evitare di vomitare nel tappeto, con gli occhi sgranati fissi sulla TV ascoltò ogni singola parola della giornalista: “Sono stati ritrovati dei cadaveri in un parcheggio nella via di Navy Street, e come potete vedere dai corpi di questi quattro ragazzi, sono stati uccisi a coltellate su vari punti del corpo. Solo uno è stato ucciso più brutalmente degli altri e avendo più ferite evidentemente il killer lo voleva uccidere dissanguandolo. La polizia sta già indagando sul caso. I corpi sono stati trovati da una ragazza che stava passando per andare a prendere la sua auto, la polizia l'hanno subito interrogata ma lei afferma che non aveva visto ne sentito nessuno, solo i corpi privi di vita...”

Non fece in tempo neanche a sentire il resto che sentì la porta del bagno aprirsi. Spense la TV e senza pensa due volte andò da Loki. Aveva capito tutto. Ecco perché è stato fuori fino a sera, quel bastardo, solo per uccidere i ragazzi che l'avevano violentata.
Si fermò davanti alla porta di camera sua pensando a quello che aveva fatto.
Lo aveva fatto per lei? Oppure per riassaporare il sangue? Perché? Oppure si doveva chiedere: per chi?


 


La vide lì, davanti alla porta, a fissare il vuoto davanti a lei, oppure stava guardando lui?

Si rialzò in piedi, aveva solo i pantaloni addosso, la maglietta se la stava rigirando tra le mani. Continuò a fissarla, aspettando che facesse o dicesse qualcosa, ma niente. Impaziente decise di parlare lui: “Allora, cosa vuoi?”
La vide sussultare, come se sorpresa alle spalle. E capì che ora aveva abbandonato i suoi pensieri. La guardò negli occhi, impaziente di sapere che cosa doveva dirgli. Si indossò la maglietta verde, mentre si avvicinava a Clary che indietreggiò non appena Loki fu abbastanza vicino, forse un po' troppo del dovuto.
“Allora?” si era già stufato di quella situazione, cosa diamine voleva? Delle scuse per il suo comportamento di prima? Bhe se le voleva, di certo non lo avrebbe ottenute.
Incrociò le mani al petto in attesa ancora di una risposta che finalmente arrivò dopo qualche secondo: “Ecco perché sei stato fuori tutto il giorno e tutta la notte. Solo per uccidere degli stupidi ragazzi?” la sua voce tremava, non lo guardava neanche negli occhi, la testa bassa, come se avesse paura di lui.
Corrugò la fronte, come lo aveva scoperto? Come ha fatto a...? Forse, Clary, preoccupata aveva chiesto ad un suo amico di seguirlo? Non seppe che fare, ma di certo non poteva dirgli che era vero, di sicuro dopo avergli detto tre o quattro parole, ci avrebbe ripensato, e si sarebbe data della stupida per averlo anche solo pensato.

“Ma che sta dicendo? Secondo te farei una cosa simile? Dove l'hai sentita questa buffonata?” il suo tono era canzonatorio, poggiò le sue mani sulle spalle di Clary, era evidente che stava piangendo, anche se silenziosamente.
Anche se lo aveva colto in flagrante, non poteva fare altro che pensare a lei e come fosse dolce e adorabile quando si lasciava andare alle lacrime.
Anche se per lui piangere era da deboli, vedendo Clary non la pensava così. Vederla lo cambiava, lo faceva diventare il suo esatto opposto. Loki non era mai stato un tipo sentimentale, ma lei sembrava che sapeva trovare i suoi punti deboli. Molte volte si trovava sgomentato dall'effetto che gli faceva Clary, a come lo cambiava. Molte volte – come anche adesso – si era ritrovato a pensare alla prima volta che l'aveva vista, cercava sempre di ucciderla ma lei, lei non si arrendeva mai, non si tirava mai indietro, era sempre lì accanto a lui, per lui. Cercava sempre di tirare fuori il lato buono di Loki. Lui lo riteneva impossibile, pensava che nel suo cuore non c'era luce ma solo e soltanto ombra. Anche se gli ripeteva mille volte questa frase, Clary non si arrendeva. Forse non voleva cambiarlo, forse voleva solo che Loki si fidasse di lei. La risposta non l'ha mai saputa, ma era sempre stato sicuro che Clary non avrebbe mai voluto cambiarlo. Oh almeno era quello che aveva intuito da quando gli aveva raccontato la sua storia.
Gli portò le mani al viso e con delicatezza lo tirò su in modo che la potesse guardare negli occhi. Gli asciugò le lacrime con i pollici, era così dolce, adorabile e bella come una rosa appena sbocciata.


 


 

Gli era difficile scansarsi da quel tocco, ma lo fece, gli era difficile anche credere che Loki avesse ucciso dei ragazzi, anche se era per lei, anche se lo aveva fatto per proteggerla. Come aveva potuto? Sarebbe andata dalla polizia, non c'era bisogno di ucciderli!

Altre lacrime gli caddero, ma gli fu difficile trattenerle.

“Sì, Loki. Come hai potuto? Erano solo dei ragazzi. I giornali non fanno altro che parlare di quello che hai fatto. Perché?” gli fu difficile pronunciare quelle parole, gli fu difficile trattene il pianto, persino il tremolio delle gambe. Quei ragazzi sono morti a causa sua.
Sapeva che fra non molto Loki sarebbe esploso di rabbia, glielo leggeva negli occhio che divennero subito due fessure verdi.
Ma i suoi gesti significavano qualcos'altro: riportò dolcemente le sue mani sulle sue spalle, per poi farle scivolare giù, fino a che non arrivò alle mani, che strinse forte, ma non tanto da farle male.

“Clary, io ti voglio proteggere, ti voglio al sicuro, ma pensi davv--”
“Loki, smettila! Smettila, di prendermi in giro! Lo so, lo so che sei stato tu! Secondo te sarei così sciocca da farmi intenerire dalle tue parole, e cambiare idea sul fatto che hai ucciso degli innocenti!?” la dissuadeva, ne era certa, ma non sarebbe crollata, non questa volta.
Fu lei a dare inizio alla litigata – che di sicuro sarebbe seguita - . Nel pronunciare quelle parole si scansò immediatamente dalla sua presa. Anche se la sua voce tremava di sicuro Loki avrebbe intuito che era colma di rabbia e disprezzo, così come i suoi occhi, pieni di lacrime ma colmi di odio.


 


Serrò la mascella.
Voleva alzare i toni? E allora l'accontento, pensò prima di sfogarsi: “Innocenti? Allora è questo che pensi? Pensi che non si meritavano tutto questo, dopo quello che ti hanno fatto?! Pensi che a loro gli piangeva il cuore vederti in pericolo?! No Clary, se lo sono meritato, ho fatto quello che andava fatto” fu quasi un sussurro le ultime parole, ma sapeva che Clary le aveva sentite. Pronunciò quelle frasi a denti stretti da quanto era in collera.
“Io non dico questo, io ti vo--” il suo tono era diventato improvvisamente basso e calmo, ma non abbastanza da far calmare la collera di Loki.
“No, tu volevi esattamente dire questo, Clary! Li hai chiamati: innocenti. Secondo te degli 'innocenti' aggrediscono le persone?! Io l'ho fatto per proteggerti, lo capisci questo o no?!” ormai la rabbia gli soccorreva in tutto il corpo, ogni suo movimento sprigionava rabbia, mancava poco che si lasciava andare nel prendere Clary per il collo e sbatterla nel muro. Non sapeva se era arrabbiato più con lei oppure con quei ragazzi, oramai trapassati.
Nel pronunciare quella parola – innocenti – gli venne quasi da ridere.

Innocenti? Si li ha chiamati proprio cosi: innocenti, pensò quella frase più e più volte, ma non volle ridere, ormai era colmo di rabbia ma a stento riuscì a trattenere un ghigno che sprigionava tutto il male che poteva.


 


 

Vederlo così: furente di rabbia e con quel ghigno stampato sul suo volto, anche i suoi occhi trasmettevano rabbia ma sopratutto follia.
Clary non fece altro che pensare, che oramai, il Loki, che era d'avanti a lei pochi minuti fa, era già svanito, scomparso nel nulla, per dare spazio ad un Loki pazzo e incosciente di se.

Ma anche lei stava perdendo la calma. Perché non voleva capire? O è lei ad aver sbagliato le parole?

“Proteggermi da cosa? Dagli incubi?! Beh se era per questo, mi caro Loki, allora hai sbagliato tutto! Secondo te io sogno, ogni notte, quell'episodio?!” sapeva che aveva detto una cazzata, non aveva fatto altro che sognare quell'episodio, sempre e solo quello, non era cambiato nulla. Ma dopo tutto che cosa si aspettava Loki? Che, magari, dopo che li avesse uccisi sarebbe tutto finito? No, lei aveva paura che, invece, avrebbe peggiorato tutto. Sapendo che quei ragazzi sono morti per causa sua, questo non se lo avrebbe mai perdonato, anche se gli avevano fatto tutto quello, lei non riusciva a sopportarlo.

“Pensi che non ti sentivo la notte? Quando chiamavi, no urlavi: aiuto? Pensi davvero che quando passeggiavamo per strada, io non vedevo la tue espressione, mentre guardavi le altre persone che ci passavano vicino? Ti aggrappavi a me come se fossi la tua salvezza, come se, da un momento all'altro, qualcuno ti avrebbe aggredito. Claly non prendermi in giro”


 



Tutte quelle sere, tutte quelle urla, tutto quell'agitarsi e scalciare, gli ritornò tutto in mente.

La sua Clary, la sua piccola Clary. Aveva patito tutte le pene del Limbo per quello che gli avevano fatto. Ogni sera la guardava, ogni sera stava accanto a lei, cercava di renderla felice, di farle ritornare quel sorriso che a sempre adorato.

Perché non voleva capire? Perché era cosi testarda? La rabbia gli rincorse per tutta la schiena.

Lei non voleva capire, non ha mai voluto capire, dopo tutti gli sforzi che aveva fato lei non si era mai accorta di niente. Voleva esplodere, più di quanto avesse fatto fino ad ora, voleva fargli capire.
Ma in quel momento non volle farlo, forse per la troppa rabbia, forse aveva timore della sua reazione, anche se era sicuro di come lei avrebbe reagito.
Anche lei era in collera, glielo leggeva negli occhi, quei fantastici occhi celesti, pieni di lacrime, così dolci, pieni di fantasia, di dolcezza e di allegria. Occhi che vedevano oltre l'aspetto delle persone, anche se erano pieni di odio, quegli occhi riuscivano sempre a guardare più di quello che uno si aspetta, come se in ogni e dove ci fosse il bene. Non si fermavano solo all'aspetto o alle storie delle persone, Loki era un esempio. Lei aveva sempre saputo che, in lui, cera del bene, anche se in un piccolo angolo buio, lei lo vedeva chiaro come il sole e cercava sempre di farlo splendere ancora di più, finché neanche una nuvola, osava coprirlo.

“Loki, io non ho mia voluto che tu li uccidessi, io...sarei andata dalla polizia e tutto si sarebbe risolto. Ma tu devi fare sempre quello che ti sta più comodo fare!”
“E davvero, pensavi che la polizia avesse fatto qualcosa?! Mi sbaglio o avevamo già affrontato l'argomento?”


 


 

Si, lo avevano già affrontato, e Clary lo sapeva che Loki, dopotutto, non aveva tutti i torti. Però non aveva il diritto di ucciderli, non aveva il diritto di fargli tutte quelle cose orribili.
Si ritrovò presto con la schiena al muro, non si era nemmeno accorta che lei aveva indietreggiato e Loki si stata avvicinando a lei, decisamente troppo vicino.
Lo guardava negli occhi, come calamite, troppo belli per distogliere lo sguardo da quei smeraldi luccicanti, piedi di follia, ma tristezza allo stesso tempo.
Aveva paura, certa che Loki era incosciente e che gli avrebbe fatto del male, e certa anche che dopo essersi sfogato sul suo corpo, si sarebbe scusato. Conosceva da tanto tempo Loki e sapeva per cert, che non troppo tardi avrebbe sferrato il colpo che l'avrebbe fatta ricadere a terra.
Alzò la mano in alto, certa di ricevere presto il colpo.
Con uno scatto improvviso Loki poggiò, con non poca dolcezza, una mano sul collo di Clary che si senti subito inerme, indifesa, si sentì il cuore mancare di un battito. Per sua fortuna, la mano di Loki, non strinse così tanto, abbastanza per farla respirare, ma comunque il suo respiro si fece più pesante dalla paura, dal terrore così forte che le sue gambe iniziarono a tremare.
Sentì il corpo di Loki premere contro il suo, bloccata tra il suo corpo e il muro, e la sua mano presto diventò quasi una carezza, contro il suo collo, salendo su fino alla guancia.
Lei corrugò la fronte, non capendo il comportamento di Loki - del tutto stonante con il suo comportamento di poco fa - che all'improvviso non dimostrò più rabbia e follia ma dolcezza e sentimento. Così come i suoi occhi, quei bellissimi smeraldi verdi ora colmi di tranquillità e bellezza, come se fosse ammirato da lei.
Poco dopo posò l'altra sua mano nella guancia di Clary, che arrossì.

Perché? Si trovò a pensare Clary, mentre Loki si avvicinò ancora di più verso ilsuo viso e solo quando le loro labbra si sfiorarono lui parlò: “Io voglio...”


 


 

Non fu neanche in grado di finire la frase che si staccò subito da quel contatto.

Si rese conto solo in quel momento di che cosa stava per fare, di quel contatto, fece tre passi indietro, gli occhi sgranati, che cosa stava facendo? Che cosa stava per fare?
Un brivido lungo la schiena lo pervase, al pensiero di che cosa avrebbe potuto fare se ora non si fosse fermato. Che cosa gli era preso? Che cosa gli stava facendo Clary?


 


Lo guardò ininterrottamente, perché quel gesto? Loki non avrebbe mai perso il controllo sulle sue azioni, ma allora perché?
Anche se ancora non era successo niente, il punto era che stava per succedere.
Non che l'idea di quel contatto le desse fastidio, ma poteva pensare che era del tutto inappropriato, e stonante con il discorso che stavano intraprendendo.
Eppure, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Dal suo corpo. Dal suo viso, anche se molti ritenevano che trasudava solo rabbia, lei non la pensava affatto così, perché sapeva che era solo una ragazzo escluso, in cui pochissimi gli trasmettevano amore. E le sue labbra: così fini, ma intriganti, in rare occasioni si estendevano in un sorriso, di quelli veri e non fatti di malizia o crudeltà.
Era l'unico aggettivo che poteva dargli: perfetto.
Anche se sapeva che le presone 'perfette' non esistevano, tutti avevano dei difetti. E Loki era un esempio bello e buono. Era una di quelle poche persone che gli bastava solo uno guardarlo per far apparire un sorriso. Era così che lei faceva quando lo guardava, non poteva non trattenere un sorriso. Anche se era una persona altrettanto cocciuta, sapeva farsi amare, bastava che uno lo capisse e che non si fermasse alle prime apparenze.
Come diceva un detto midgardiano: “Mai giudicare un libro dalla copertina”.
Per sua sfortuna, molte volte lo ripetevano, ma facevano sempre l'esatto opposto. Se anche lei avrebbe fatto così – non considerare quel detto – si chiese cosa avrebbe fatto Loki, dove sarebbe andato, chi lo avrebbe accolto a casa propria o chi gli avesse dato un po' della sua attenzione, o persino, amore.


 


 

Non si accorse neanche che stava respirando a fatica, ogni respiro si faceva più pesante, ed era irritante. E lo era altrettanto il modo in cui Clary lo guardava, come lo 'ispezionava' da capo a piedi.
Alzò nervosamente una mano per sistemarsi i capelli, sempre tenendo gli occhi fissi su di lei. Era bella, era speciale. L'unica persona che era riuscito a capirlo, a stargli accanto, senza che nessuno la costringesse. Conscia delle sue azioni, del fatto di stare accanto ad uno come lui, ad uno della sua razza.
Non voleva farle del male, non voleva vederla soffrire, e questo lei lo sapeva bene. La voleva vedere sempre felice, come se il suo sorriso fosse un balsamo, un raggio di luce e calore che irrompe nel suo cuore freddo e di ghiaccio.
Quando si abbracciavano, quando si toccavano o persino sfioravano, lei gli trasmetteva sempre quel calore che pochi gli hanno mai trasmesso. Anche se sapeva della sua vera natura, era stata sempre lì – anche se nell'ombra o alle sue spalle – accanto a lui, incurante del mostro che era e che sarà sempre, volente o nolente, non può cambiare la sua natura, che sarà sempre per lui una sfida accettarla.
Era questo che Loki preferiva di Clary, ovvero che lei non si ferma mai alle apparenze, non si è tirata indietro quando a saputo che lui era un mosto. Lo stesso che, probabilmente – no sicuramente – i suoi genitori gli raccontavano la notte per fargli paura. Era come una 'dote' la sua. Sapeva che dentro di lui c'era sempre stato qualcosa di più, e che, in un modo o nell'altro, l'aveva sempre tirato fuori.
Si stava preoccupando, ma non per lei, ma delle sue azioni, dei suoi pensieri per lei, per quello che gli stata provocando. Un calore piacevole e dolce che penetra facilmente in quel suo cuore fatto solo di odio, rancore e follia.
Follia, era una parola che poteva avere diversi significati, alcuni li aveva già provati, altri, li stava provando proprio ora, in quel momento, vedendo Clary avvicinarsi a lui, e poggiargli una mano nel petto. Guardò quella mano con paura e desiderio. Paura di quel contatto, che sapeva che, in qualche modo era un 'pericolo'. E desiderio, desiderio di poterla toccare di nuovo con dolcezza, come se quel contatto fosse l'unica cosa a tenerlo in vita.
Spostò lo sguardo dalla mano al suo volto, un volto che esprimeva tranquillità, e anche essa desiderio.
Sapeva che nulla di tutto quello che sarebbe successo, se avrebbe perso il controllo, sarebbe stato una bene, per lui e sopratutto per lei.

Con la sua ultima lucidità rimasta, afferrò con delicatezza la sua mano per il polso che, senza che se ne fosse accorto, era arrivata all'incavo del suo collo provocandogli lunghi brividi per tutta la schiena. La scansò con mala voglia, già sapendo che quel contatto gli sarebbe mancato, ma non poteva, non doveva farle questo.



 

Non sapeva di quel gesto, che avesse fatto qualcosa di male?
Trovarselo lì, davanti a lei, con quello sguardo, come una sottospecie di 'cane bastonato'. Non voleva vederlo così, anche se aveva ucciso delle persone, non sapeva come rimanere arrabbiata con lui, non poteva.
Sapeva che così facendo lo avrebbe allontanato da lei. E questo era l'ultima cosa che voleva. Invece la prima, era vederlo felice accanto a lei, con lei. Vederlo tra le sue braccia e anche se era freddo sarebbe stata felice che lo avrebbe riscaldato con le sue carezze, con i suoi abbracci, con le sue labbra.
Era diventata leggermente rossa al pensiero di quell'ultima parola. Stare con Loki era una cosa, ma se dovevano ravvicinare il loro rapporto, quella era un'altra questione. Non che gli desse fastidio ma, non pensare che una come lei fosse 'all'altezza' di uno come Loki. Insomma lui è un dio, figlio di un re – non intendendosi ad Odino ma a Laufey – e invece lei cosa era? Una popolana, non era una del suo rango.
In poche parole, per loro non poteva esserci un futuro, almeno non come compagni.
Abbassò lo sguardo su di lui, era sicura che Loki aveva visto il suo viso leggermente arrossato, perché vi trovò un leggero sorriso, quasi accennato. Era imbarazzante quel momento, ma lo era ancor di più il silenzio che si era creato da molti secondi, che per lei, furono quasi secoli.

Sempre col capo chino si avviò verso la sua stanza, proprio in quella in cui Loki era uscito poco fa. Voleva stare sola, pensare, ascoltare solo il silenzio che la circonda.
Non fece neanche in tempo a chiudere la porta dietro di se che già si era ritrovata la mano di Loki sulla spalla, il quale la fece voltare verso il suo viso. Quel dolce viso che in quel momento era sereno ma anche colmo di tristezza. Una tristezza che non seppe come spiegarsi. Forse, non voleva rimanere solo. Non lo sapeva, ma tutti i suoi pensieri svanirono quando si ritrovò il suo corpo avvolto dalle braccia di Loki. Sì, era un abbraccio, ma che spigionava un'altra cosa, un calore più forte, diverso dia loro soliti abbracci. Si rilassò scoprendo solo ora che quel contatto l'aveva paralizzata. Appoggiò la testa sulla sua spalla.
Fu quasi un sussurro il suo, ma lei lo senti benissimo, non capendo quasi del perché. Forse dal suo comportamento di poco fa?
Neanche questo sapeva, ma di una cosa era certa, che erano rari i momenti in cui Loki chiedeva scusa, almeno con gli altri invece con lei era tutt'altra cosa, come se sapesse fare solo quello con lei, ovvero chiedere scusa. E quando sentì quel “Perdonami” si senti ancora più rilassata. Anche se non sapeva del perché avesse pronunciato quella parola, una cosa era certa: lei riusciva in qualche modo a cambiarlo e non in senso negativo.
“I-io...” lo senti boccheggiare contro i suoi capelli,quasi sul punto di piangere.
“Shhh, non fa niente, non importa” gli sono sempre piaciuti quei momenti quando Loki si lasciava andare tra le sue braccia, e lei non poteva fare altro se non accoglierlo.



 

Non voleva farle quello, non voleva che accadesse, ma, ormai, il danno era fatto.
Aveva solo e sempre desiderato la felicità per Clary, ma con quella situazione era quasi impossibile.
Si sentiva desiderato tra le braccia di Clary, amato e accettato come non mai e quando si allontanò da lui percepì subito un senso di abbandono.
“Vado a prepararti un po' di tè, d'accordo?” aveva già fatto due passi, lontani da lui, ma Loki non permise che ce ne fosse anche un terzo. Tutto quello che fece, fu come in un lampo: la afferrò per la vita e la riportò fra le sue braccia, appoggiando le sua labbra sulle sue. Un bacio leggero e volontario, appassionato e urgente. Un bacio pieno di passione, e quando sentì che Clary iniziò a rispondere, un brivido lungo la schiena lo pervase, un brivido di eccitazione e desiderio.
Cercò di appropriarsi della sua lingua, cercandola, e quando la trovò iniziarono una danza di passione. Un altro brivido di eccitazione lo pervase, conducendo le sue mani lungo i fianchi di Clary e stringerla più forte a se. La sentì gemere tra le sue labbra a quel contatto e stringere le sue mani sulla sua camicia, quasi volergliela strappare. Loki non si trattenne nel sorridergli contro le labbra e solo quando sentì il bisogno di riprendere aria, si staccò da lei, e terminando quella folle danza, appoggiando la sua fronte contro quella di Clary. Sentì il suo respiro, affannato come il suo.
Ormai era evidente: aveva perso il controllo.
Voleva Clary, la voleva sua, quasi come se il saperla lontana lo avrebbe distrutto.
Ancora non aveva aperto gli occhi, e non volle farlo, come se quell'azione lo avrebbe rovinato, aveva paura che tutto quello era solo frutto della sua immaginazione, che nulla di quello era accaduto, che nella realtà la vera Clary era lontana, fuori dalla sua vita, che non si erano affatto conosciuti. E lui non voleva dimenticare, dimenticare tutti quei momenti passati insieme a lei, passati su Midgard. Aveva paura che se avrebbe aperto gli occhi si sarebbe ritrovato da solo, nella sua cella, isolato da tutto e da tutti.
Decise di allontanare una mano dai fianchi di Clary, per poi trascinarla su fino alla sua guancia morbida. A quel tocco sentì delle pieghe nel suo volto, e scopri che anche lei stava sorridendo. Toccò quelle labbra con il pollice, disegnandone il perimetro, come facendosi uno schema di quella labbra che a sempre adorato, bramato e voluto. Anche il sapore se lo era immaginato, ma non si aspettò di trovarlo così invitante, dolce e pieno di amore. Un amore che nessuno gli a mai donato in quel modo, neanche i baci di sua madre che gli dava sulla testa, nemmeno quelli erano comparabili e quello, a quelle labbra.



 

Non si era aspettata quel gesto, ma ne era felice. Come se tutte le sue preoccupazioni fossero volate via, dando spazio a quel piacere, a quel tocco così dolce che fino a quel punto aveva solo potuto immaginare o sognare, ed ora invece se l'era goduto. Un desiderio così bramato in passato, e alla fine avverato, certo nel modo meno improbabile ma dopotutto meglio di niente.
Prima che venisse esiliata da Asgard, aveva sempre voluto provare il sapore di quelle labbra. Era dolci, fredde ma in grado di spigionargli un calore inimmaginabile e se doveva essere sincera, sentiva anche un insolito sapore di menta. Certo aveva baciato molte volte il suo ex-marito, ma nessuno di quei baci erano pieni di passione, bisogno e amore come questo.
Era bello vederlo così, con gli occhi chiusi, un sorriso sulle sue labbra, le sue ditta che gli toccavano con dolcezza il viso, e labbra, quasi a volersele ricordare per sempre.
Quando sentì il suo respiro farsi più regolare, come il suo, risentì le sue labbra di nuovo sulle sue, ma stavolta con più dolcezza, con meno urgenza e questa volta non si fece aspettare per ricambiare quel dolce contatto.
Portò le sue mani dietro la testa di Loki, avvolgerle su quei capelli neri tirandolo più verso di se. Non sapeva come spiegarselo ma, sapeva che prima o poi sarebbe successo, volente o nolente. Sapeva anche, che per loro due non ci sarebbe stato un futuro di pace e armonia, sapeva che prima o poi Thor sarebbe arrivato, e lo avrebbe portato via da lei, senza neanche poter lottare. Perché sapeva i sentimenti che provava Thor per Loki, un amore fraterno, dove quest'ultimo non lo ricambiava. Dopotutto, come dargli torto? Tutto quello che gli aveva fatto, davvero Thor si aspettava che Loki lo perdonasse? Anche uno sciocco sapeva che non era possibile che Loki gli avrebbe dato il suo perdono.
Ecco perché Clary si sentiva in dovere di stare con Loki, in dovere di proteggerlo. Perché, anche se lui non lo voleva accettarlo, tutti hanno bisogni di aiuto, persino lui. Anche se avrebbe rinunciato al suo supporto, lei non si sarebbe arresa. Si sentiva il dovere di stare con lui, come una sorta di balia. Poi, dopo quello che stata accadendo: il bacio, il suo folle desiderio, davvero Loki penserà che lei lo lasci?
Lei, come chiunque altro sapeva che ogni bacio ha un suo significato, come se parlasse, e quel bacio significava solo una cosa: la possessione. Gli stava offrendo il suo cuore, il suo amore, Loki, e sapeva che anche se non lo avesse detto, era quel bacio che parlava o per meglio dire, il suo cuore.



 

Era piacevole ma sbagliato, felice ma malinconico. Sapeva che prima o poi si sarebbero separati, pensò alle infinite opzioni in cui poteva finire il loro amore: per causa di Thor; lui che non saprebbe come amarla; un tradimento...
Ce n'erano cosi tanti di supposizioni, che non sapeva delimitare il numero o la cifra. Anche se sapeva che sarebbe finita per via di Thor, lui lo avrebbe trovato, lo avrebbe riportato ad Asgard e rimesso nelle prigioni, continuando a torturarlo forse anche più del dovuto vista questa folle fuga.
Ma, anche solo al pensiero di vederla lontana da lui, con un altro uomo oppure che si piange a dosso per la sua dipartita, non fece altro che crescere la sua tristezza.
Forse sapeva che cosa stava pensando, oppure gli aveva letto nella mente con qualche incantesimo, non se lo seppe spiegare, quando sentì Clary fermarsi e allontanarsi da lui, con uno sguardo malinconico, gli occhi lucidi e le labbra socchiuse e leggermente arrossate per via del bacio pieno di passione, datogli pochi minuti fa.
“Cosa c'è?” si ritrovò a chiede, anche se sapeva, forse, quale sarebbe stata la risposta ma era troppo preso dall'ansia per chiederglielo. La vide chinare il capo e sedersi nel bordo letto dietro di lei. Non gli era mai piaciuto vederla così, non che lui sia la persona più allegra dell'universo o di tutta Asgard, ma lei era un'altra storia, con lei si sentiva di provare i suoi stessi sentimenti, pensieri, preoccupazioni, cose che in passato non si era mai premurato di fare, ovvero: preoccuparsi degli altri.
Lei era speciale e lo sapeva, era diversa dagli altri, era comprensiva e paziente, forte ma delicata, inviolabile e sacra come uno scrigno.
Le si sedette accanto senza troppi indugi o ripensamenti. Non lo degnò di uno sguardo, neanche quando le posò una mano intorno alle spalle, e potrò la sua testa nell'incavo del suo collo, come per trovare calore, conforto e protezione. Le accarezzò i capelli biondi e ad ogni suo tocco, la vide sorridere con una nota di tristezza, premurata di quella dolcezza che le stava donando.
“Lo sai che non potrà funzionare” gli sussurrò contro il collo, senza mai alzare lo sguardo verso il suo. A quella affermazione Loki si irrigidì. Lo sapeva benissimo, nonostante lo avesse pensato poco fa, non voleva che parlassero proprio ora di quell'argomento, ma non poteva negare a se stesso che dovevano mettere le cose in chiaro prima di qualsiasi cosa.
Continuò ad accarezzarle i capelli, per poi darle un lieve bacio su di essi e sospirare un “Lo so” chiudendo gli occhi. Anche lei era consapevole di tutto quello che poteva succedere, e fu un sollievo per Loki, perché, almeno, così non le avrebbe spiegato la faccenda senza spezzarle il cuore.
Contento o malinconico? Non sapeva che cosa provare in quel momento al pensiero di un amore che non poteva mai nascere e fortificarsi.
Passare lì l'intera vita, nascondendosi nei vicoli delle città, o dietro le rocce di qualsiasi altro pianeta non avrebbe risolto le cose, l'avrebbero comunque presa. Sapeva la testardaggine di Thor e sapeva che non si sarebbe mai fermato. Ma non voleva neanche che Clary fosse lontana da lui, anche se sarebbe ritornata ad Asgard, non sopportava l'idea che lei lo vedesse dietro le sbarre, come un cane, legato e probabilmente senza che lui la potesse toccare o anche solo sfiorare. Lo sapeva che cosa gli aspetta ad Asgard, e non era niente di bello.



 

Maledisse il giorno in cui lei e i suoi amici si erano conosciuti. Se fosse per lei, ora di sicuro Loki non sarebbe in pena per lei, al pensiero di abbandonarla - come faceva a saperlo? Beh, di sicuro non ci voleva un genio per capire i suoi pensieri, quando era il suo corpo a parlare - . E' da quando gli aveva detto quella frase che si era irrigidito, allarmato, e quando aveva pronunciato quel 'Lo so' aveva potuto sentire una nota di rancore, tristezza, anche se aveva voluto, malamente, nascondere.
Come potevano fare? Sapeva che anche Loki non voleva rinunciare al loro 'presunto' – inizio – amore.
La verità? Non lo sapeva. Andare dal Padre degli Dei e chiedere clemenza per la prigionia di Loki, era escluso, sapendo già che avrebbe rinchiuso anche lei per il semplice fatto che aveva aiutato Loki a nascondersi. Era più plausibile trovare un accordo, ma in fin dei conti, anche quello si poteva ritenere escluso, date le molte volte che Loki aveva mentito, dubiterebbe che gli dessero il consenso anche solo di continuare a parlare. La fuga? Ma in fin dei conti anche quella era una mossa non tanto arguta, presto o tardi li avrebbero presi e separati ugualmente.
Si era così immersa nei suoi pensieri che non si rese neanche conto che si era sdraiata accanto a Loki, con la gamba destra sopra di lui, la testa appoggiata alla sua spalla e le mani che lo cingevano.
Notò con mal voglia – anche se non tanta, ma abbastanza da farla arrossire – che il suo ginocchio era proprio appoggiato vicino l'interno coscia di Loki. Dall'imbarazzo fece per allontanarsi, ma Loki, capendo le sue azioni, la bloccò senza troppa forza. Però, anche se si poteva liberamente ritirare con la gambe, non lo volle – o meglio – notando che Loki non aveva niente in contrario, preferì stare in quella posizione.
Chiuse gli occhi, assaporando il profumo che emanava Loki, quel senso di accoglimento, un profumo che sapeva di amore e dolcezza. Involontariamente – o volutamente – iniziò a baciargli il collo, alternando fra l'uno e l'altro dei leggeri morsi, che fece portare al dio dei brividi lungo la schiena. Lo fece per gioco, per stuzzicarlo, e gli comparve un sorriso sulle labbra sentendo Loki emanare un leggero gemito.
Aprì dolcemente gli occhi, sentendo la mano di Loki poggiarsi sulla sua gamba, per poi salire arrivando fino alla sua coscia provocandogli diversi brividi. Anche avendo le mani fredde come il ghiaccio, per lei, non c'era soddisfazione e calore più grande, del tocco delle sue mani.





Note dell'autrice

Scusate dinuovo per il ritardo! Spero che non vi abbia fatto arrabbiare, ma per me questo capitolo (e non mi vergogni ad ammetterlo) è stato un parto!!!
Ero quasi sul punto di rinunciarci su questa ff...ma ho pensato che visto che è la mia prima e visto che molti l'hanno letta....ho preferito evitare..probabilmente ci devo prendere ancora la mano.
Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto, e non vi arrabbiate con me se ho interrotto così il capitolo, nel seguito continuerà questa folle azione.
Non vi garantisco che pubblicherò il prossimo capitolo a breve – dato che i miei professori non riescono a trattenersi dal farci soffrire! :'( -

ringrazio tutti quelli che in precedenza mi hanno lasciato delle recensioni, ed anche quelli che non lo hanno fatto ma hanno sprecato il loro prezioso tempo per leggere questa stronzata.
E spero che questa suddetta “stronzata” vi interessi e che la seguiate! :)

a dire il vero...per il fatto che l'ho pubblicata oggi...dovete ringraziare Lucca – dato e oggi ci sono stata – e nel vedere tutti quei costumi e bancarelle...bhe nn so il come mai, ma mi hanno dato una bella ispirazione, infatti appena ero tornata mi sono fiondata sul compiuter in caso che non mi scomparisse tutto dalla mente – come al solito! Hahahah -


per chi mi vorrebbe contattare anche via facebook...eccovi il mio linck:

https://www.facebook.com/lokilaufeyson.efp

alla prossima!!!
baci

 

Loki__Laufeyson


 


 

  
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