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Autore: briller pour louis    01/11/2013    0 recensioni
Louis è un disastro che cammina: viene cacciato da casa e si ritrova senza un posto dove stare. Dovrà chiedere aiuto a suo cugino, che lo disprezza e lo odia. Inaspettatamente, tutto cambierà. Farà nuove amicizie, finirà nei casini, lotterà, aprirà il suo cuore e s'innamorerà.
Larry Stylinson.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis

Grugnisco infastidito e recupero il pacchetto delle Marlboro Red accendendo quella che è la terza sigaretta di fila. Busso al portone per l'ennesima volta ma niente. Porca troia, non è possibile!
Butto la borsa per terra e mi avvicino alla finestra per vedere se c'è qualcuno in casa, ma non si vede un cazzo. Mi giro mandando mentalmente a fanculo mio cugino. Stronzo.
-Louis? Che cazzo ci fai qui?- alzo lo sguardo. Niall è di fronte a me. Quasi non lo riconosco: non assomiglia affatto al Niall di qualche anno fa. Mi squadra, in attesa di una risposta, mentre io mi limito ad aspirare la mia sigaretta quasi finita. Il suo sguardo è pieno di disprezzo e non posso biasimarlo.
-Niall, credo che Harry stia per vomitare- pronuncia una voce femminile alle sue spalle. Lui si gira e prende tra le braccia un ragazzo dai capelli ricci che subito lo stringe a sé.
-Grazie mille Ellie per avermi aiutato-
La ragazza dai capelli rossi sorride e -Di niente, ci vediamo Niall- dice per poi andarsene.
Getto la sigaretta sul marciapiede e osservo la scena davanti ai miei occhi: quel ragazzo, mi sembra Harry, è ubriaco: ha gli occhi chiusi, il viso stanco e pallido. Niall gli accarezza dolcemente i capelli. All'improvviso si piega in avanti e vomita l'anima sul marciapiede.
-Cazzo- sputa Niall scansandosi di poco e tenendogli i ricci su. Faccio una smorfia alzando gli occhi al cielo. Lo prende per le spalle e recupera le chiavi di casa dalla tasca. Mi passano di fianco e dopo poco sento il portone sbattere.
-Fanculo!- sbuffo recuperando la mia borsa e iniziando a camminare. In testa ho lo sguardo di disprezzo che mi ha rivolto la mia famiglia e persino Niall.
Mi siedo su una panchina che trovo poco distante da casa di mio cugino. Prendo dalla tasca della borsa il cellulare e vado nella rubrica. Porto il cellulare all'orecchio.
-Pronto?- risponde una voce affannata dall'altra parte.
-Max sono Louis-
-Tomlinson! Che vuoi?- faccio per parlare quando sento un gemito di sottofondo. Ma porca troia.
-Posso stare da te per qualche giorno?- dico sospirando. Ho sempre odiato dover chiedere favori agli altri. Aspetto una sua risposta ma questa non arriva. Al suo posto sento gemiti sempre più forti che mi costringono ad alzare lo sguardo al cielo, di nuovo.
-C-che? Ahh! Scusa Tomlinson ma ora non posso parlare- nemmeno il tempo di aggiungere qualcos'altro che Max mi attacca in faccia.
Torno sulla mia rubrica cercando qualcuno da chiamare ma non mi viene in mente nessuno.
-Che serata di merda- pronuncio prima di stendermi sulla panchina. Mi muovo per mettermi più comodo e corrugo la fronte. Prendo la mia borsa e me la metto sotto la testa. Sblocco il mio cellulare per vedere l'ora. Sono le 4:17 del mattino.
Decido di chiudere gli occhi e provare a dormire.



 




Quando mi sveglio non mi sento per niente riposato. Mi metto seduto sulla panchina. La schiena è dolorante, il copro indolenzito e la testa mi fa terribilmente male. In poche parole mi sento uno schifo. Recupero il cellulare e guardo l'ora. Le 8:39 am.
Mi alzo e metto la borsa a tracolla. Guardo a destra e a sinistra prima di attraversare la strada. Cammino per un altro po' prima di trovare un bar. Decido di entrare anche se non ho tanta fame. Quando entro poche persone sono sedute ai tavoli.
-Salve, desidera qualcosa?- mi chiede una voce al mio fianco. Mi volto e trovo una ragazza dai capelli scuri e un gran sorriso.
-Un caffè e basta, grazie- lei annuisce e torna dietro il bancone. Mi siedo sullo sgabello mentre mi guardo in torno. Poco dopo la ragazza mi porta il caffè e io lo sorseggio lentamente. Quando finisco scendo dallo sgabello e lascio i soldi sul bancone.
Quando esco dal bar mi rendo conto che non so proprio dove andare. A casa mia non posso e non voglio andare e nemmeno da Max.
Faccio tutto il percorso all'indietro trovandomi di nuovo di fronte casa di Niall. So bene che appena gli chiederò questo favore mi chiuderà la porta in faccia ma non ho altre possibilità.
Mi avvicino alla porta bianca e busso. Faccio un passo indietro e mi guardo intorno. La porta si apre di scatto e, quando mi vede, Niall si blocca. Poso lo sguardo nei suoi occhi. Mi squadra e sospira.
-Entra- sussurra prima di voltarmi le spalle e tornare dentro. Io obbedisco ed entro in casa. Inizio a osservare il posto.
Le pareti sono bianche e la stanza è abbastanza ampia. Alla mia sinistra c'è una scala che porta al piano superiore, al centro della stanza ci sono due divani color bianco e dietro di essi si trovano una scrivania e una libreria. La parete dove c'è la scala è piena di foto, ma non riesco a vederne nemmeno una per bene.
Mio cugino entra in una porta di fianco alla libreria e io mi affretto a seguirlo. Quando entro scopro che quella è la cucina. Niall torna ai fornelli e inizia a cucinare qualcosa senza nemmeno rivolgermi un'occhiata. Mi limito a rimanere fermo dove sono aspettando che dica qualcosa. Ma niente.
Non vuole parlarmi. Mi ignora, come se non ci fossi in quella stanza. Decido di non pensarci e mi osservo intorno per ammazzare il tempo.
Anche la cucina è abbastanza spaziosa. Le pareti sono color bianco ma a differenza del salotto sono vuote se non per un paio di quadri; in fondo alla stanza c'è un'enorme finestra che porta ad un altro giardinetto.
-Carina la casa- mi esce senza nemmeno accorgermene.
Il biondo si gira spazientito lasciando stare i fornelli e mi fissa negli occhi.
-Cosa vuoi da me Louis?-
Sospiro e -Mi hanno cacciato di casa, mi serve un posto dove stare-
Sarebbe stato inutile fare giri di parole.
Lui annuisce. -Perché dovrei aiutarti?- me lo aspettavo. Non so nemmeno cosa rispondergli.
-Perché sei mio cugino- rispondo ovvio.
-Sei serio?- mi guarda ancora con disprezzo. Sento il suo odio verso di me. Sospira e cerca di contenere la rabbia.
-Non hai nemmeno idea di quello che mi hai fatto passare Louis! Mi sono trasferito qui, ho dovuto lasciare la mia famiglia per non vedere più la tua faccia da cazzo e ora mi chiedi di venire a vivere qui?-
Sospiro e sposto lo sguardo alla finestra perché in quel momento non so cosa dire. Stringo i pugni per cercare di contenere la rabbia.
Sento dei passi scendere le scale ed avvicinarsi sempre di più alla cucina. Mi giro nello stesso momento in cui il ragazzo ubriaco di ieri notte varca la porta. Rimane immobile a fissarmi negli occhi.
Sono di uno splendido verde smeraldo. Non ci leggo niente. Nessuna emozione. Nemmeno stupore. Non mi è mai successo prima d'ora: mi sento strano.
I suoi capelli ricci sono spettinati, le labbra semi aperte: è bellissimo. Mi guarda stranito, non aspettandosi di trovare uno sconosciuto nella sua cucina.
-Harry- lo chiama mio cugino. Harry distoglie lo sguardo dal mio e rivolge la sua attenzione a Niall.
-Buon giorno Nì- sussurra dandogli un bacio sulla guancia.
-Buon giorno Haz- risponde l'altro poggiando un bacio sulla fronte del riccio e stringendolo a sé. Ma che?
-Che succede?- chiede il riccio dandomi un'occhiata veloce.
Niall sembra riflettere sulla risposta. Poi sospira e -Ti da fastidio se Louis rimane qui per un paio di giorni?-
Harry apre il frigo e prende una bottiglia d'acqua. Versa il contenuto in un bicchiere e lo sorseggia lentamente. Mi osserva. Mi sento quasi a disagio sotto quello sguardo. Poggia sul ripiano della cucina il bicchiere e scuote la testa.
-No.. Sei un amico di Niall?- mi chiede. Harry mi osserva, ma non con disprezzo. So che durerà poco. So che Niall gli racconterà tutto. Harry mi guarderà esattamente come tutti gli altri.
-No.. Sono suo cugino-
-Oh umh.. Io sono Harry- accenno un sorriso. Harry posa il bicchiere nel lavello ed esce dalla cucina. Lo seguo con lo sguardo finché mi è possibile.
Sospiro. A questo punto dovrei ringraziarlo? Cazzo. -Emh, grazie Niall-
-Non ringraziarmi. Harry è una persona molto buona: voglio che tu gli stia alla larga. Hai qualche giorno per cercare un posto dove stare- dice con freddezza, prima di uscire e lasciarmi solo nella cucina.



 




Mi siedo su un marciapiede accendendo la mia sigaretta. Mi chiedo come ho fatto a finire per strada sembrando un fottuto barbone! Tutti i miei pensieri e le mie convinzioni sono sempre state sbagliate. Ora mi ritrovo qui che penso al mio futuro e vedo tutto bianco. Non ho la minima idea di cosa mi accadrà, di come farò ad andare avanti. Mi sento completamente disorientato.
Ma in qualche modo devo fare.
Mi guardo intorno cercando qualcosa che mi faccia capire che non mi sono perso del tutto. Sbuffo mentre apro la borsa estraendo il pezzo strappato del giornale dove c'è scritto il nome del bar.
Mi alzo in piedi e -Scusi, sa dove si trova il Jeff Bar?- chiedo alla prima persona che mi ritrovo davanti.
-Attraversi la strada, un paio di negozietti e lo trovi- mi risponde la donna sorridendomi. La ringrazio e proseguo il mio cammino. Quasi subito individuo il bar e la sua grande insegna.
Entro e noto che è abbastanza popolato. Quando poggio le braccia sul bancone noto che dietro esso non c'è nessuno. Inizio a picchiettare le dita sulla lastra di vetro mentre canticchio una canzone. Giro di poco la testa e con la coda dell'occhio mi accorgo di essere osservato.
Pelle ambrata, capelli scuri tirati su in una cresta, occhi scuri ma luminosi e un sorrisetto dipinto in volto.
Che diamine vuole questo qui?
Sbuffo e rivolgo il mio sguardo alla ragazza che sbuca in questo momento dallo sgabuzzino.
-Scusi- cerco di attirare la sua attenzione, perché non vedo l'ora di uscire da qui.
A passo lento arriva di fronte a me e -Salve, desidera?- mi chiedo sono fatte con lo stampino.
-Ho trovato questo sul giornale- dico mostrandole il pezzo di giornale -Mi chiedevo se avete ancora bisogno di personale-
-Si sono già presentati un paio di ragazzi, mi dispiace- fa le spallucce.
-Va bene, arrivederci- pronuncio per poi uscire dal bar ed iniziare a camminare.
E ora? Dove cazzo lo trovo un lavoro decente?
-Hai davvero degli occhi bellissimi- sento pronunciare una voce. Non sono sicuro sia rivolta a me, ed anche se fosse decido di far finta di non sentirla e continuo a camminare.
-Fermati un secondo!- dice la voce, e io mi fermo sbuffando. Mi volto e non mi sorprendo quando mi ritrovo il viso del ragazzo che mi stava guardando al bar.
Si appoggia al muro alla mia sinistra e -Come ti chiami?-
-Perché dovrei dirtelo?- chiedo con sguardo interrogativo. Mi guarda sorpreso e -Non lo so- risponde alzando le spalle.
Accenno un sorriso perché questo tipo è.. strano?
-Così non mi convinci a dirtelo-
-Okay, allora.. Devi dirmi il tuo nome perché ho una proposta da farti-
Aggrotto la fronte. -Cosa ti fa pensare che mi interessa qualcosa della tua proposta?-
-Non cerchi forse un lavoro, carino?- Mi rivolge un sguardo furbo e io intuisco che non mi dirà altro se prima non gli dico il mio nome.
-Louis, carino- dico marcando sul "carino".
-Louis eh?- dice prendendo un pacchetto di sigarette dalla sua tasca. Alzo gli occhi al cielo e aspetto che finisca di aspirare.
-Lavoro in un pub. Un ragazzo si è licenziato e cercano qualcuno che lo possa sostituire-
-Non lo so- pronuncio alzando lo sguardo al cielo. Non so se accettare. Il ragazzo fuma mentre mi squadra. -Saresti davvero perfetto- Questo cosa vorrebbe dire?
-Perfetto?-
-Il tuo bel faccino attirerebbe clienti- getta quello che rimane della sigaretta pestandola con il piede. -E il tuo fisico non è male- aggiunge.
-Un pub non è il tipo di posto dove vorrei lavorare-
Lui fa finta di non aver sentito ciò che ho appena detto e -Vieni con me- con la testa mi fa cenno di seguirlo.
Senza pensarci mi affianco a lui ed iniziamo a camminare. Invece che attraversare svoltiamo a destra e lui si ferma davanti ad un'enorme moto. Toglie la catena e recupera due caschi, infilandosene uno e allungando l'altro verso di me.
Lo guardo indeciso sul da farsi. Il suo sorriso quando mi vede in questa situazione mi convince sempre meno.
Fanculo. Afferro il casco e lo metto. Salgo sulla moto e lui parte a tutta velocità.
Il viaggio, se così si può chiamare, non dura tantissimo. Si ferma vicino a quello che sembra un vicolo cieco e scende sfilandosi il casco. Lo imito e gli riconsegno il suo casco.
Il posto non lo conosco, come ogni singolo posto di questa città. Non ho una buona sensazione.
-Dove siamo..?- chiedo, accorgendomi di non avergli ancora chiesto il nome. Lui sembra capire al volo e -Zayn- dice facendomi l'occhiolino. Mi trattengo dall'alzare gli occhi al cielo.
-Dove siamo, Zayn?- ripeto alzando le sopracciglia. Lui mi fa cenno con il capo di seguirlo e scompare nel vicolo cieco. Decido si seguirlo e ogni passo che faccio mi fa pentire sempre di più della mia scelta.
Zayn entra in una porta anonima sul muro a sinistra con sopra un'insegna mezza andata. Dietro la porta c'è un lungo corridoio quasi al buio, tra le sue mura rimbomba della musica dannatamente alta.
Ancora una porta, e poi mi ritrovo in un locale. La musica spacca le orecchie e nonostante l'ora c'è gente che balla in mezzo alla pista probabilmente per dimenticare la sua disastrosa vita.
Zayn mi prende per il polso e mi porta fino al bancone e -Capo- dice facendo cenno con il capo ad un uomo che sta servendo un paio di ragazze. -Che ne pensi di lui?-
-Quanti anni hai, ragazzino?- mi chiede squadrandomi. Il suo sguardo passa dal mio viso al mio fisico, fin dove può osservarmi.
-Ventuno- annuisce per poi lanciare uno sguardo d'intesa a Zayn e andarsene.
-Sembra che passeremo parecchio tempo insieme, Louis- mi urla Zayn nell'orecchio per poi passarmi un drink, sorridendomi.



 




Arrivo barcollando alla porta di casa, osservandomi intorno. Come cazzo entro ora? Sicuramente non posso bussare visto che sono le due di notte.
Stanco, mi siedo per terra massaggiandomi le tempie. La testa mi gira e ho una perenne sensazione di vomito: non dovevo bere tutti quei drink.
Tutto quello che penso è quanto sono esausto, così decido di stendermi definitivamente e chiudere gli occhi. Provo a dormire, ma il pavimento è duro e il freddo mi investe: cerco di bloccare i denti che sbattono per il freddo rannicchiandomi su me stesso.
Quando finalmente sembra che mi sto per addormentare il rumore fastidioso della porta che si apre mi sveglia.
Mi strofino gli occhi e metto a fuoco la figura: Harry è sulla soglia della porta e mi fissa. I suoi grandi occhi verdi scrutano il mio corpo e il suo sguardo è privo di emozioni, illeggibile, bianco.
Mi alzo di scatto, pendendomene subito dopo, e recupero la borsa per terra.
Harry scompare nel buio della casa e dopo un po' entro chiudendo la porta dietro di me. Una piccola luce è accesa su un comodino, ed illumina il divano con sopra le lenzuola.
Butto la borsa dove mi capita e le recupero cercando di fare il letto. Per sbaglio inciampo, urtando il divano che strusciando fa rumore.
-Porca troia!- sussurro tirandomi nuovamente in piedi. Faccio qualche passo indietro ma sbatto contro qualcosa.
-Louis siediti- sussurra Harry mentre mi fa sedere sull'altro divano. Lo osservo mentre mette a posto il lenzuolo e le coperte, e posiziona per bene il cuscino. I suoi movimenti sono lenti e fluidi.
Quando poi nella mia mente si fa spazio il pensiero che, cazzo, lui è bellissimo inizio ad agitarmi. Non ho mai fatto pensieri del genere e dopo un po' decido di dare la colpa ai troppi bicchieri che ho bevuto.
Si volta verso di me e -Hai qualcosa da mettere per dormire?- chiede gesticolando leggermente. Mi passo una mano sul viso e scuoto la testa da destra a sinistra.
Harry annuisce per poi dirigersi verso le scale e salirle con lentezza. Chiudo gli occhi beandomi di quei pochi istanti di silenzio, quando poco dopo sento dei passi farsi sempre più vicini.
Tutto rimbomba nella mia testa e non vedo l'ora di riposare.
Sento delle mani posarsi sul mio petto e subito mi ritraggo, come scottato.
Apro gli occhi e intravedo Harry che mi osserva con uno sguardo leggermente spaventato. Si tortura le mani, come se si pentisse di ciò che ha appena fatto. Perché?
Lascia i vestiti accanto a me e fa per allontanarsi quando -No- sento pronunciare dalla mia voce.
Lui si blocca e sospira, voltandosi e tornando con le mani sul mio petto a sfilarmi la felpa. Il mio corpo rabbrividisce per il freddo e subito Harry mi infila la maglietta.
Mi toglie le scarpe e passa alla cintura dei jeans. Le sue mani sembrano tremare mentre me li sbottona e me li toglie. Mi infila i pantaloni e mi aiuta ad alzarmi mettendomi sotto le coperte.
-Grazie- sussurro mentre mi godo il caldo di quelle coperte. Harry fa un cenno con il viso per poi tornare da dove è arrivato.
Quando chiudo gli occhi mi addormento velocemente. 




Salve a tutti! Vorrei innanzitutto dire che questa è la mia prima fanfiction.
Ci sto lavorando da davvero tanto tempo, ma per colpa della mia insicurezza non l'ho mai pubblicata.
So perfettamente che non è nulla di ché, nulla di interessante.
All'inizio ero dell'idea di non pubblicarla, ma ho deciso di farlo per un unico motivo: cercare di migliorare.

Riguardo a questo prologo: spero vi piaccia! Ho cercato di far capire un po' i personaggi, solo poco, ma è difficile. Si capirà man mano come sono fatti, i loro comportamenti. Spero di non sbagliare nulla e di essere coerente. 

Ultime cose: il primo capitolo dovrei averlo già pronto, non so quando lo pubblicherò; il testo l'ho riletto, non dovrebbero esserci tanti errori, nel caso ci siano scusatemi; il rating potrebbe diventare
rosso e probabilmente finirò per scrivere anche su un'altra coppia: gli Ziam.
Grazie per aver letto. Alla prossima, Giulia. 
  
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