Qui ho provato ad immaginare cosa avrebbe potuto fare Bella, subito dopo Eclipse.
New Born
Volevo
morire.
Non
lo avevo mai
desiderato così fortemente. Non potevo più
sopportare quel bruciante dolore.
Ogni antro del mio corpo era in fiamme, ogni singolo centimetro della
mia pelle
lo era. Non saprei dire quanto a lungo stesse
durando
quella tortura, per quanto mi riguardava sembrava
un’eternità. Ma una voce e
dei visi mi distraevano dal mio tormento. Mi ricordavano che ero viva,
che
dovevo resistere, che c'era qualcuno che mi aspettava.
"Bella,
mi
senti?".
Quella
voce...
"Jake?".
Jacob.
Il mio Jacob.
Dovevo rispondergli, la sua voce era angosciata, non doveva
preoccuparsi,
presto sarei stata bene. Il fuoco nelle mie vene iniziò a
smorzarsi ed io
sentii nuovamente il mio corpo. Riuscii ad aprire lentamente gli occhi
e ciò
che vidi mi mozzò immediatamente il fiato.
Un
angelo dagli
occhi neri ed i capelli di bronzo mi osservava, affranto. Era la cosa
più bella
che avessi mai visto.
Era
Edward.
"Finalmente
hai
aperto gli occhi", mi sussurrò. Nella sua voce c'era una
nota di
sofferenza, non potevo sopportare di sentirla così. Sollevai
lentamente la mia
mano ed accarezzai il suo volto, pallido e liscio come lo ricordavo.
Sotto il
tocco delle mie dita le sue labbra si aprirono in un debole sorriso.
"Cosa
c'è? Ti
sei già pentito?", gli domandai. Non poteva essere vero, non
poteva aver
cambiato idea subito dopo la mia trasformazione.
"Non
essere
ridicola". Chinò lo sguardo, evitando il mio.
Improvvisamente mi assalì un
dubbio: che io avessi pronunciato il nome di Jake anziché
pensarlo? Che stupida
che ero, non ne
combinavo una giusta: confondere
Edward con Jacob, proprio in quel momento...
"Scusa",
gli sussurrai, sollevando il suo viso tra le mie mani. Capii dal suo
sguardo
che sapeva a cosa mi riferivo e questa volta mi sorrise sinceramente e
si
avvicinò per sfiorarmi le labbra con le sue.
"Come
ti
senti?".
Come
mi sentivo?
Non lo sapevo. Osservai la stanza intorno a me e mi sembrò
di vedere veramente per
la prima volta. Il marrone era sempre stato così... caldo?
Ed il nero era
sempre stato così cupo? E le venature del legno
così evidenti? Chiusi gli
occhi, colta dalle vertigini.
"Attenta
Bella, amore, cerca di focalizzarti su un oggetto alla volta. Col tempo
diventerà tutto più semplice".
Un
oggetto alla
volta allora... mi voltai ad osservare il suo viso con i miei nuovi
occhi.
"Sei
sempre
bello. Pallido, liscio... perfetto". Mi accorsi troppo tardi di aver
dato
voce ai miei pensieri. Edward mi sorrise, stringendomi forte al suo
petto.
"Grazie",
mi mormorò baciandomi la nuca."Ti amo".
"Anche
io,
Edward". Restammo abbracciati per un pò di tempo,
finché lui non si
riscosse e disse:
"Vado
di sotto
ad avvisare gli altri, tu intanto cerca di muoverti ed abituarti alle
tue nuove
abilità, ma sta attenta" e si congedò con il suo
letale sorriso sghembo.
Restai
sola nella
stanza, ma sentivo i discorsi che avvenivano al piano inferiore. Esme
stava
dicendo che Charlie aveva chiamato. Chissà quando avrei
potuto rivederlo. Mi
sentii assalire dalla nostalgia pensando a tutte le persone che non
avrei
rivisto. Jake, sarei mai riuscita ad incontrarlo? Che sciocca, oramai
era
troppo tardi, ero una vampira ora. I vampiri ed i licantropi si
uccidono o si
evitano, non restano amici. Ma come avrei potuto fare senza lui per
tutta
l'eternità?
Avevo
dovuto scegliere,
non era stato facile. Avrei voluto che le cose cambiassero. Avrei
voluto essere
l'unica vampira ben vista dai licantropi. Perché non poteva
essere tutto più
semplice? Sentivo che stavo per piangere ed automaticamente mi portai
le mani
al volto, per nascondere i segni della mia debolezza. Aspettai, ma non
trabordò
nulla dai miei occhi. L’ avevo dimenticato: non potevo
piangere. Non potevo
dormire. Non potevo mangiare. Non potevo morire.
Ero
totalmente in
preda al panico, iniziai a capire cosa aveva
voluto
dirmi Edward con i suoi discorsi riguardo alla mortalità ed
alla bellezza di essere
umani. Ma non mi pentivo di nulla, avrei avuto lui per
l'eternità, il resto lo avrei
sopportato, sarei riuscita ad abituarmi. Non all'assenza di Jacob. Non
lui.
Sentii
i passi
degli altri che salivano le scale e cercai di ricompormi prima che
aprissero la
porta.
Carlisle
fu il
primo ad entrare, "Bella, ti senti bene ora?". Annuii e lui mi
abbracciò stretta.
"Benvenuta
figliola", lo disse con una voce carica di sentimento.
Mi
commossi. Non potei
trattenermi ed iniziai a singhiozzare tra le sue braccia. Sentii che
gli altri,
rimasti fuori dalla porta, iniziarono ad allontanarsi per lasciarci soli ed io mi abbandonai
al mio dolore. Carlisle mi accarezzava la testa, dolcemente, e mi
sussurrava
che tutto andava bene, che non ero sola, che loro erano con me, che Edward
era con me. Ma non c'era Jacob. Non ci sarebbe mai stato Jacob. Avevo
perso il
mio migliore amico. Avevo perso una parte importantissima di me.
Continuai
a gemere
tra le braccia di Carlisle e la mia mente rievocò ricordi
della mia vita
passata: le giornate trascorse insieme a Jacob, le nostre risate, il
suo
calore, i suoi occhi profondi. Il suo sorriso. Unico. Caloroso.
Contagioso. La
mia salvezza nel periodo più buio della mia esistenza.
Jacob
non meritava
questo, ero un mostro ma ormai avevo fatto la mia scelta. Mi accorsi
solo dopo
alcuni minuti che qualcuno era rimasto fuori dalla porta, in silenzio,
ad
attendere. Annusai l'aria ed un profumo soave mi colpì le
narici. Lo avrei riconosciuto
tra milioni. Edward.
Dovevo
riprendermi
e pensare al mio futuro. Il passato era morto per sempre, come la Bella
umana.
Edward
non meritava
al suo fianco una compagna che vivesse di rimpianti. Dovevo farmi
coraggio, lui
sarebbe stato la mia unica ragione di vita,
perché
lo amavo come mai avrei potuto amare qualcuno. Perché
finché lui sarebbe stato
al mio fianco, la parte più importante di me non sarebbe
andata mai in
frantumi. Sciolsi l'abbraccio di Carlisle, gli rivolsi un breve sorriso
poi mi
alzai, pronta ad oltrepassare la porta, a spalancarla e ad avventurarmi
nel
futuro con il mio angelo sempre accanto a me.