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Autore: moondance    18/04/2008    2 recensioni
Bella vampira, come saranno i primi attimi del suo risveglio?
"Volevo morire.
Non lo avevo mai desiderato così fortemente.
Non potevo più sopportare quel bruciante dolore.
Ogni antro del mio corpo era in fiamme, ogni singolo centimetro della mia pelle lo era."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' da una vita che non posto qui, ho una marea di fan fiction da aggiungere ^^
Qui ho provato ad immaginare cosa avrebbe potuto fare Bella, subito dopo Eclipse.

New Born

 

Volevo morire.

Non lo avevo mai desiderato così fortemente. Non potevo più sopportare quel bruciante dolore. Ogni antro del mio corpo era in fiamme, ogni singolo centimetro della mia pelle lo era. Non saprei dire quanto a lungo stesse durando quella tortura, per quanto mi riguardava sembrava un’eternità. Ma una voce e dei visi mi distraevano dal mio tormento. Mi ricordavano che ero viva, che dovevo resistere, che c'era qualcuno che mi aspettava.

"Bella, mi senti?".

Quella voce... "Jake?".

Jacob. Il mio Jacob. Dovevo rispondergli, la sua voce era angosciata, non doveva preoccuparsi, presto sarei stata bene. Il fuoco nelle mie vene iniziò a smorzarsi ed io sentii nuovamente il mio corpo. Riuscii ad aprire lentamente gli occhi e ciò che vidi mi mozzò immediatamente il fiato.

Un angelo dagli occhi neri ed i capelli di bronzo mi osservava, affranto. Era la cosa più bella che avessi mai visto.

Era Edward.

"Finalmente hai aperto gli occhi", mi sussurrò. Nella sua voce c'era una nota di sofferenza, non potevo sopportare di sentirla così. Sollevai lentamente la mia mano ed accarezzai il suo volto, pallido e liscio come lo ricordavo. Sotto il tocco delle mie dita le sue labbra si aprirono in un debole sorriso.

"Cosa c'è? Ti sei già pentito?", gli domandai. Non poteva essere vero, non poteva aver cambiato idea subito dopo la mia trasformazione.

"Non essere ridicola". Chinò lo sguardo, evitando il mio. Improvvisamente mi assalì un dubbio: che io avessi pronunciato il nome di Jake anziché pensarlo? Che stupida che ero, non ne combinavo una giusta: confondere Edward con Jacob, proprio in quel momento...

"Scusa", gli sussurrai, sollevando il suo viso tra le mie mani. Capii dal suo sguardo che sapeva a cosa mi riferivo e questa volta mi sorrise sinceramente e si avvicinò per sfiorarmi le labbra con le sue.

"Come ti senti?".

Come mi sentivo? Non lo sapevo. Osservai la stanza intorno a me e mi sembrò di vedere veramente per la prima volta. Il marrone era sempre stato così... caldo? Ed il nero era sempre stato così cupo? E le venature del legno così evidenti? Chiusi gli occhi, colta dalle vertigini.

"Attenta Bella, amore, cerca di focalizzarti su un oggetto alla volta. Col tempo diventerà tutto più semplice".

Un oggetto alla volta allora... mi voltai ad osservare il suo viso con i miei nuovi occhi.

"Sei sempre bello. Pallido, liscio... perfetto". Mi accorsi troppo tardi di aver dato voce ai miei pensieri. Edward mi sorrise, stringendomi forte al suo petto.

"Grazie", mi mormorò baciandomi la nuca."Ti amo".

"Anche io, Edward". Restammo abbracciati per un pò di tempo, finché lui non si riscosse e disse:

"Vado di sotto ad avvisare gli altri, tu intanto cerca di muoverti ed abituarti alle tue nuove abilità, ma sta attenta" e si congedò con il suo letale sorriso sghembo.

Restai sola nella stanza, ma sentivo i discorsi che avvenivano al piano inferiore. Esme stava dicendo che Charlie aveva chiamato. Chissà quando avrei potuto rivederlo. Mi sentii assalire dalla nostalgia pensando a tutte le persone che non avrei rivisto. Jake, sarei mai riuscita ad incontrarlo? Che sciocca, oramai era troppo tardi, ero una vampira ora. I vampiri ed i licantropi si uccidono o si evitano, non restano amici. Ma come avrei potuto fare senza lui per tutta l'eternità?

Avevo dovuto scegliere, non era stato facile. Avrei voluto che le cose cambiassero. Avrei voluto essere l'unica vampira ben vista dai licantropi. Perché non poteva essere tutto più semplice? Sentivo che stavo per piangere ed automaticamente mi portai le mani al volto, per nascondere i segni della mia debolezza. Aspettai, ma non trabordò nulla dai miei occhi. L’ avevo dimenticato: non potevo piangere. Non potevo dormire. Non potevo mangiare. Non potevo morire.

Ero totalmente in preda al panico, iniziai a capire cosa aveva voluto dirmi Edward con i suoi discorsi riguardo alla mortalità ed alla bellezza di essere umani. Ma non mi pentivo di nulla, avrei avuto lui per l'eternità, il resto lo avrei sopportato, sarei riuscita ad abituarmi. Non all'assenza di Jacob. Non lui.

Sentii i passi degli altri che salivano le scale e cercai di ricompormi prima che aprissero la porta.

Carlisle fu il primo ad entrare, "Bella, ti senti bene ora?". Annuii e lui mi abbracciò stretta.

"Benvenuta figliola", lo disse con una voce carica di sentimento.

Mi commossi. Non potei trattenermi ed iniziai a singhiozzare tra le sue braccia. Sentii che gli altri, rimasti fuori dalla porta, iniziarono ad allontanarsi per lasciarci soli ed io mi abbandonai al mio dolore. Carlisle mi accarezzava la testa, dolcemente, e mi sussurrava che tutto andava bene, che non ero sola, che loro erano con me, che Edward era con me. Ma non c'era Jacob. Non ci sarebbe mai stato Jacob. Avevo perso il mio migliore amico. Avevo perso una parte importantissima di me.

Continuai a gemere tra le braccia di Carlisle e la mia mente rievocò ricordi della mia vita passata: le giornate trascorse insieme a Jacob, le nostre risate, il suo calore, i suoi occhi profondi. Il suo sorriso. Unico. Caloroso. Contagioso. La mia salvezza nel periodo più buio della mia esistenza.

Jacob non meritava questo, ero un mostro ma ormai avevo fatto la mia scelta. Mi accorsi solo dopo alcuni minuti che qualcuno era rimasto fuori dalla porta, in silenzio, ad attendere. Annusai l'aria ed un profumo soave mi colpì le narici. Lo avrei riconosciuto tra milioni. Edward.

Dovevo riprendermi e pensare al mio futuro. Il passato era morto per sempre, come la Bella umana.

Edward non meritava al suo fianco una compagna che vivesse di rimpianti. Dovevo farmi coraggio, lui sarebbe stato la mia unica ragione di vita, perché lo amavo come mai avrei potuto amare qualcuno. Perché finché lui sarebbe stato al mio fianco, la parte più importante di me non sarebbe andata mai in frantumi. Sciolsi l'abbraccio di Carlisle, gli rivolsi un breve sorriso poi mi alzai, pronta ad oltrepassare la porta, a spalancarla e ad avventurarmi nel futuro con il mio angelo sempre accanto a me.

  
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