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Autore: ely_trev    02/11/2013    1 recensioni
[Hélène e i suoi amici]
Avviso subito che la storia sarà comprensibile anche a chi non conosce questo telefilm che Mediaset ha improvvisamente sospeso per non si sa quale motivo ormai più di dieci anni fa. Quest'estate, girovagando su internet, ho scoperto che ne sono stati fatti ben tre seguiti (l'ultimo dei quali, per giunta, in patria, ancora in programmazione a distanza di 20 anni dall'inizio della serie) mai arrivati in Italia; dopo essermi informata a grandi linee sullo svolgimento della storia, ho deciso di riprenderla dal punto di vista di uno dei miei protagonisti preferiti - Christian - provando a portare avanti un mio personalissimo "e se...?".
E se il suo amore verso la fidanzata storica non fosse mai svanito?
E se quell'inaspettato ritorno avesse risvegliato tutti i suoi sentimenti?
E se si fosse reso conto di non essere innamorato della sua attuale fidanzata?
Alcuni personaggi sono stravolti rispetto all'ambientazione originaria, altri (che non conosco bene, non avendo avuto modo di vedere il telefilm tradotto) sono stati eliminati per semplificarmi un po' la vita (anche perché i protagonisti della mia storia sono Johanna e Christian).
Per chi non ha conosciuto la serie, prenda il mio racconto come un originale. Buona lettura!
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si può sapere dove ve ne andate sempre a zonzo voi due?” gli chiese Johanna, mentre osservava Christian sistemare Zoé al caldo della sua carrozzina. Erano giorni che faceva così: aveva “da fare”, ma si ostinava a tacere sull’oggetto di tanto impegno.
E chi ti dice che ce ne andiamo a zonzo?” rispose lui.
Sul viso aveva dipinta l’espressione di chi ha chiaramente in mente qualcosa. Era tornato a scherzare, ora che tutto si stava pian piano sistemando. Zoé cresceva in maniera adeguata e, forse conscia di trovarsi ancora sola con un papà che si riteneva imbranato, si limitava a piangere solo quando aveva fame, permettendogli di abituarsi pian piano a questo suo nuovo ruolo, che lo emozionava moltissimo. Johanna guadagnava forza giorno dopo giorno: anche se camminare le costava ancora molta fatica, la sua ripresa era evidente e, insieme al suo corpo, anche il suo spirito era tornato ad essere quello allegro e solare di un tempo.
Fa freddo” constatò Christian. “Dove vuoi che me ne vada in giro con una bambina così piccola?”.
Johanna indirizzò il suo sguardo fuori dalla finestre: la neve caduta la vigilia di Natale era sparita, ma aveva lasciato il posto ad un rigido inverno.
E allora si può sapere cosa stai combinando?” insistette.
No” rispose lui fermamente. “Lo saprai quando tornerai a casa” aggiunse, chiaramente divertito nello stuzzicare la sua curiosità.
Quindi molto presto” continuò Johanna.
Certo, molto presto” la incoraggiò Christian.
Domani” comunicò lei.
Cosa?!” esclamò lui, mentre la osservava annuire sorridendo.
Il dottore ha detto che sto molto meglio e che domani posso tornare a casa”.
Christian rimase a bocca aperta, incredulo davanti a quelle parole che non vedeva l’ora di ascoltare. Forse aveva immaginato così tante volte quel momento che adesso non riusciva a capire se quello che aveva sentito era uno scherzo della sua mente. No, Johanna gli aveva proprio detto che era arrivato il momento di tornare a casa.
Ma è fantastico!” esultò, stringendola forte a sé. Era emozionato, e si vedeva. E questo fece emozionare molto anche Johanna che, quando si sciolse dal suo abbraccio, aveva le lacrime agli occhi.
Lo vedi? Tutto sta tornando a posto” disse Christian, come a sottolineare che ora li aspettava una strada in discesa. “Sono felice” aggiunse poi, intrecciando le proprie dita a quelle di Johanna e sfiorandole le labbra, facendola emozionare ancora di più. “Ma questo è un motivo in più per andare” proseguì. “C’è rimasto poco tempo”.
Johanna lo osservò perplessa infilarsi la giacca e sparire dalla sua vista. Anche se Christian le aveva dimostrato in tutti i modi di essere presente e di sentirsi coinvolto in questa nuova situazione che li vedeva protagonisti, ogni volta che vedeva chiudersi quella porta alle spalle non poteva fare a meno di provare una punta di tristezza. Sentiva il bisogno di averlo vicino a sé, anche fisicamente. E, poi, era incuriosita da quell’aria misteriosa che aveva assunto da qualche giorno.
Christian preparò al meglio la casa di Johanna per accogliere il suo ritorno, quindi tornò in ospedale, la mattina seguente, dopo aver lasciato Zoé insieme a Kate.
Dov’è il mio tesoro?” fu la prima domanda di Johanna quando lo vide arrivare da solo.
Eccolo” rispose lui, alludendo a se stesso, anche se aveva capito perfettamente a chi si riferisse.
Dai, smettila! Sai di chi parlo” continuò Johanna.
È a casa che ti aspetta insieme a Kate, non preoccuparti” la tranquillizzò Christian, avvicinandosi per salutarla con un bacio. “Ma noto con piacere che se contenta di vedermi” aggiunse con ironia.
Oh! Il mio CriCri adorato si è offeso!” scherzò, rialzandosi lentamente in piedi solo per potergli gettare le braccia al collo. “Andiamo, mon CriCri, lo sai che ti amo, non devi dubitarne mai” disse poi, strizzandogli l’occhio e facendolo sorridere, non prima, comunque, di averlo baciato appassionatamente sulla bocca.
Christian fu colto momentaneamente alla sprovvista, ma ricambiò subito il bacio di Johanna. “Ti amo anch’io” le sussurrò quando le loro labbra si staccarono “e da oggi in poi ti proibisco di allontanarti da me” la ammonì.
Allontanarmi io?” esclamò Johanna. “Si dà il caso, mon CriCri, che fossi tu quello che aveva la tendenza a prendere il largo”.
” puntualizzò Christian con fare giocoso “ma ciò non toglie che, negli ultimi anni, tu sei entrata e uscita dalla mia vita almeno tra volte senza apparente motivo”.
Johanna abbassò lo sguardo: il suo CriCri era stato un ragazzino immaturo e, fondamentalmente, anche un po’ egoista, ma, da quando aveva trovato il coraggio di ricomparire davanti a lei dopo dieci anni di assenza, si era sempre mostrato attento e premuroso. Forse era stata lei ad aver avuto paura.
Ehi!” la richiamò Christian, sollevandole il mento con un dito. “Che c’è? Perché sei diventata triste?
Johanna fissò per un lungo istante quegli occhi scuri che amava tanto, quelli che, da ragazza, aveva imparato a leggere così bene da riuscire a comprendere i pensieri più nascosti del suo CriCri con un solo sguardo.
Mi dispiace…” sussurrò.
No, no, no! Smettila subito, amore mio! Non hai niente di cui dispiacerti. È vero, abbiamo dovuto affrontare tanti problemi nella vita, ma pensa solo che, oggi, dopo vent’anni, siamo ancora innamorati come due ragazzini”.
Johanna sorrise a quelle parole. Christian aveva proprio ragione: nella loro vita avevano dovuto affrontare tanti momenti bui, ma lei amava alla follia il suo piccolo fidanzato brontolone. Lo amava dal primo momento che lo aveva incontrato, dal primo abbraccio, dal primo bacio rubato nella caffetteria dell’università. E, in cuor suo, sapeva che, nonostante si fosse sempre affrettato a negarlo, Christian aveva sempre provato gli stessi sentimenti.
Mi ami come quando avevi vent’anni, mon CriCri?” gli chiese, tornando a scherzare con lui, che non aveva smesso un attimo di abbracciarla.
Christian sollevò per un attimo lo sguardo, come a voler trovare le parole giuste da dire, poi tornò a guardarla negli occhi, facendole una timida carezza sulla guancia. “Come quando avevo vent’anni, sì. Forse solo con un po’ più di consapevolezza e un po’ meno paura: oggi sono pronto ad urlare al mondo tutto il mio amore per te. Anzi…” continuò, sciogliendosi da quell’abbraccio per raggiungere la finestra e spalancarla con un gesto deciso “…potrei cominciare proprio adesso. Che dici? Faccio l’annuncio ufficiale?”.
Smettila di fare lo scemo, siamo in un ospedale!” lo ammonì Johanna, non riuscendo a trattenere, però, una fragorosa risata, musica per le orecchie di Christian.
Allora preparati, così finalmente potrai tornare a casa. Hai bisogno di aiuto?” le chiese subito dopo.
Sì… No… Vorrei provare a fare da sola” ammise Johanna.
D’accordo” acconsentì Christian “ma, per qualsiasi cosa, io sono…”.
Sì, lo so, tu ci sei” Johanna finì la frase per lui. “Lo so e ti ringrazio, ma vorrei veramente riuscire a fare qualcosa per conto mio. Va’ a prendere un caffè, ok?” insistette.
Va bene, farò come vuoi tu, tornerò tra qualche minuto”. Christian sapeva benissimo che Johanna non riusciva ad accettare il fatto di dover dipendere dagli altri, lei che era sempre stata una donna così indipendente. Così decise di allontanarsi, giusto il tempo di una colazione veloce, quella che, con lo stomaco così contratto per l’emozione, non era riuscito a consumare a casa.
Johanna si dovette sedere ai piedi del letto, il suo fisico non era ancora così in forza da sorreggere il suo peso più di qualche minuto. Ma non si perdette d’animo, voleva tornare ad essere se stessa e ci sarebbe riuscita. Indossò i vestiti che il suo CriCri aveva sapientemente riposto dentro una borsa da viaggio e si preparò per il suo ritorno alla vita. Quando Christian tornò nella stanza, la trovò in bagno, mentre esaminava la sua figura allo specchio.
Qualcosa non va?” chiese, osservando il suo sguardo leggermente contrariato.
No” si affrettò a negare Johanna, ma sapeva che Christian non le avrebbe creduto, la sua espressione era troppo evidente.
Amore…” riprese a parlare Christian, avvicinandosi e sfiorandole il braccio con le dita, in un debole tentativo di trasmetterle un po’ di sicurezza. “Sei un fiore. Non devi preoccuparti se ancora non ti vedi in splendida forma, stai uscendo da una situazione molto dura. Abbi un po’ di pazienza e vedrai che tutto migliorerà: i capelli cresceranno, le cicatrici spariranno e tu tornerai ad avere abbastanza forza per correre di nuovo per i prati della tua terra, mentre giocherai insieme a Zoé”.
E tu dove sarai, scusa?” gli chiese, immaginandosi, per un attimo, quel futuro così roseo e ormai sempre più vicino e tangibile.
Con te e con la nostra splendida bambina. Dove pensi che possa essere?” le disse, continuando ad accarezzarle il braccio e sfiorandogli le labbra con un bacio. “Vogliamo andare?” aggiunse, cedendole il passo.
Johanna si lasciò guidare verso la sedia a rotelle già pronta ad accompagnarla fino al taxi che li attendeva all’ingresso. Aveva una nuova vita davanti e aveva Christian al suo fianco.
   
 
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