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Autore: Cathi    02/11/2013    5 recensioni
Dal testo:
"Sono servite a questo?"
"Cosa? Le ribellioni?"
"No, la morte di zia Prim e quella di Finnick e di tutti gli altri?"
I giochi sono finiti, ma non le edizioni della memoria.
Signore e signori che i 95° Hunger Games abbiano inizio e possa la fortuna essere sempre a tuo favore Reneé Mellark!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“A quanto pare”

“Non hai ucciso nessuno come mai?”

“Non rientrava nelle mie priorità Caesar, io volevo solo sopravvivere”

“Reneé Mellark, vincitrice figlia di vincitori , cosa si prova ad esserlo?”

“Bhe, si prova sorpresa penso”

Il pubblico ride .

“Perchè non facciamo entrare i due vincitori ?”

“Volentieri” gli sorrido

“Gentile pubblico ecco a voi Katniss e Peeta Mellark”

I miei genitori si avvicinano salutando e si siedono accanto a me.

Mentre mio padre e Caesar conversano amabilmente mi ritrovo a fissare mia madre.

Nonostante tutto è ancora bella con i lunghi capelli bruni e gli occhi scuri.

“Reneé”

“Sì?”

“Reneé, dimmi ora tu saprai che non ci sarà il tour della vittoria , cosa ne pensi, ne sei dispiaciuta?”

“No, insomma io..” vorrei dirgli che non ho voglia di vedere le famiglie di Zeira, di Terry e delle altre , ma mi limito a rispondere semplicemente “ vorrei passare del tempo a casa nel 12”

“Certo certo è comprensibile . Bhe ti auguro il meglio”

Gli sorrido grata.

“Signore e signori Reneé Mellark” 

Mi alzo e salutando esco dallo studio.

In fondo quello  che ho detto è vero: voglio tornare a casa e dimenticare tutto, ma ho come la sensazione che sarà impossibile.

Due mattine dopo siamo di nuovo a casa , nel 12.

Se durante gli ultimi giorni mi pareva ci fosse del feeling tra i miei , bhe mi sbagliavo di grosso.

Quando siamo arrivati al Villaggio dei vincitori, tanti saluti al feeling.

In teoria essendo una vincitrice mi è stata assegnata una casa tutta mia, ovviamente non ci vivo però l’idea mi piace un sacco.

Appena apro la porta di casa Tobi mi salta in braccio.

“Bella fratello”

“Mi sei mancata Ren”

“Anche tu Tobi”

“Così hai una casa nuova!”
“Già, tutta mia pensa che culo”

“Andiamoci sta sera”

“Vediamo Tobi”

Lo abbraccio e lo lascio andare e guardo Gale.

“Complimenti Reneé, tale madre tale figlia” 

“Grazie Gale” gli sorrido sincera per la prima volta in tutta la mia vita.

Saluto papà e salgo in camera mia.

Mi appoggio sul letto e senza cena mi addormento in balia delle allucinazioni.

Mi rigiro nel letto presa dagli incubi.

 

 

 

 

“Non hai ucciso quella del cinque stupida ragazzina!” Terry spintonò Reneé contro un albero.

“Ha un braccio messo abbastanza male, la finirete prima di quanto pensi” le minuta bionda si tolse le mani dell’alleata di dosso.

“Forse dovrei ucciderti sai?”

“Lasciala stare Terry” Maryne mise una mano sulla spalla di Reneé e la spinse dolcemente via.

“Non ha il fegato di uccidere! Come te Mar”

“Tu non sai cosa ho e cosa non ho ! Taci ora o ti faccio tacere per sempre” Maryne tirò fuori il coltello.

“E’ controproduttivo essere una contro l’altra, posate le armi e venite ad aiutarmi” Zeira aveva fatto il suo ingresso in mondovisione con la sua solita naturalezza.

Lavorarono un po’ in silenzio quando un grido lacerò i loro pensieri.

Maryne era accasciata a terra con un pugnale nello stomaco e il suo corpo era in preda alle convulsioni.

“Maryne, cazzo Maryne” Reneé le tolse il pugnale dallo stomaco e lo annusò.

“L’hanno avvelenata! Chiunque abbia tirato questo coltello ha dei veleni! Dobbiamo fare qualcosa” si chinò sul corpo agonizzante e bagnò il viso con l’acqua , poi la schiaffeggiò ripetutamente.

“Andiamo Mar, andiamo cazzo! “

“Maryne è già morta dodicici! Piuttosto stanno per attaccare prendi l’arco e un po’ di fegato, tu Zeira armati fino ai denti e stai pronta, è questione di minuti” Terry pronunciò quelle parole che un’ascia si conficcò a cinque centimetri dalla sua testa.

Reneé corse verso l’arco mentre un coltello le sfiorava il viso,ferendola.

Gridò di paura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Ren,  svegliati ” mio fratello mi scuote e mi riporta alla realtà, le lacrime scendono calde sulle mie guance.

“Ti ho sentito urlare va tutto bene?”

“Solo un incubo Tobi solo un incubo” cercando di convincere più me stessa che lui.

Solo un incubo.

“Chiamo la mamma, Gale , papà qualcuno?”

“No lasciali dormire torna anche tu a letto Tobi”

“Notte”

“Notte”

Mi riaddormento lentamente cullata dal respiro tranquillo di Tobi.

Li vedo morire pieni di pustole di aghi inseguitori, tutti. I tributi, la mamma,papà, Tobi , Gale e vedo il mio corpo deformarsi sotto i miei occhi.

Piango e urlo cercando di tornare a forma normale.

“Reneé tesoro Reneé ascoltami va tutto bene” Gale

L’ultima persona che volevo vedere.

“Reneé”

“Gale”

“Cosa c’è?”

“Solo un incubo”

“Cosa c’è?”

“Ti ho detto solo un incubo.”

“Ti faccio una camomilla”

“Non serve”

Scompare nel buio per ricomparire con una tazza fumante di camomilla.

“Grazie Gale”

“Sono le tre del mattino cerca di dormire ancora un po’”

Scuoto la testa.

“Reneé dormi , ti sveglierò io domattina “

Lascio che esca e mi alzo.

Entro in doccia e ci sto sotto un’ora cercando di mandare via gli incubi .

L’acqua gelida accarezza il mio corpo.

Esco bagnata e mi infilo nell’accapatoio, prendo un asciugamano e asciugo i capelli.

Entro in camera di soppiatto e mi vesto a casaccio.

Prendo il giubbotto e tento di uscire.

“Sei mia figlia ti conosco, che ci fai a questa ora sveglia?”

“Vado in panetteria”
“Gli incubi di cosa? Dell’arena?”

“Ci vediamo verso le otto mamma”

Esco di casa e uscendo dal villaggio dei vincitori mi dirigo alla panetteria.

Mi piace l’alba.

Cammino silenziosa ripetendomi che erano solo incubi.

Solo incubi. Incubi che ho vissuto però.

Infilo le chiavi nella serratura ed entro nel mio mondo.

Oggi voglio fare il pane.

Mescolo lievito,acqua,farina ed olio e impasto fino a spellarmi le mani, poi faccio lievitare il composto sotto i canovacci.

Devo aspettare.

Io odio aspettare, l’attesa mi snerva.

Respiro profondamente e preparo l’impasto dei biscotti allo zenzero.

Li taglio con il bicchiere e li inforno.

Devo concentrarmi.

Ricavo delle pagnotte e inforno anche quelle.

 

Chiudo gli occhi.

Devo concentrarmi.

 
  
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