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Autore: ZivaDDavid    02/11/2013    2 recensioni
ambientata nella bellissima Washington, all'interno della struttura di Investigazione navale.
...Kate è morta da 24 ore e tutta la squadra lavora giorno e notte per trovare il suo assassino...
Ma arriva qualcuno a sconvolgere non solo le loro ricerche ma anche vite...
buona lettura!
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: Lime, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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  • Ziva David sicura che nel caffè non ci fosse qualche stupefacente? O al Mossad vi insegnano questo per sedurre gli uomini?-
  • Così mi ferisci, agente DiNozzo! Pensavo avresti gradito un’offerta del genere dato che non mi stacchi gli occhi di dosso da quando mi hai vista… -
  • Oh oh. Lo stesso si può dire di te! Mi stai provocando dal momento in cui hai messo piede all’Ncis.-
  • Ah ah ah. Che illusi voi uomini. Quindi con questa risposta posso ritenermi congedata? Domani avremmo da fare, e a meno che tu non abbia idee, preferisco andare a dormire.-
  • Mossad, io di idee ne ho tante, tutto il tempo, ma non credo sia né opportuno né  intelligente. Quindi buonanotte, ma saliamo insieme! Ti ricordo che ti sto pedinando.-
E senza aggiungere altro si incamminarono verso l’ascensore. Dal piano terra alle loro stanze c’erano 23 piani in mezzo… Chissà cosa sarebbe successo. Tony si sporse per premere il pulsante del piano, ma contemporaneamente senza accorgersene fece lo sesso Ziva e le loro dita si sfiorarono. Una scossa attraversò entrambi che si guardarono negli occhi ma non dissero niente. Stavolta era diverso. Non era una semplice provocazione, una battuta, e neanche un semplice tocco. No era un tocco particolare, la scintilla che unisce due persone. Rimase così imbambolati senza sapere che dire. Tony sembrò essere tornato il ragazzo un po’ sfigato dei primi anni di liceo, mentre Ziva una bambina con le paure di un’adulta che aveva vissuto nell’infanzia a causa di suo padre. Tutte le loro barriere avevano ceduto.
Durante tutto il tragitto non si erano detti niente, né tanto meno guardati, quel tocco era stato troppo per loro, che fino a poco prima scherzano su tocchi più “intimi”.
Arrivati davanti le loro stanze si dissero “Notte” senza guardarsi e si chiusero le porte dietro di loro. Come poteva uno/a sconosciuto/a conosciuto/a poche ore prima avergli scombussolato tutto lo stomaco? Lei era un agente del Mossad, che ne aveva viste e vissute di cotte e di crude, e lo stesso lui, che aveva vissute esperienze dolorose.
 
  • Ora dobbiamo andare che è tardi, se no Gibbs ci uccide se non arriviamo puntuali- disse McGee alzandosi dal tavolo del ristorante italiano per andare a pagare
  • Ah esattamente. Ma Tim… dove stai andando?-
  • Secondo te? A pagare! –
  • NOOOO! Tim.Tim.Tim. No lascia faccio io! Gi che mi stai accompagnando stasera è un favore, ma non posso pure permetterti di offrirmi la cena.-
  • Abby… da quando ti fai questi problemi con me?-
Esatto Abby da quando? Si domandava dentro di se, la piccola regina del laboratorio.
  • Da quando invece di andare dal cinese o a prendere l’hot dog veniamo in un ristorante italiano ultra chic!!!- rispose Abby
  • Ma non ti è piaciuto? – chiese dispiaciuto McGee
  • Oh Timothy ma certo! Solo che è diverso dal solito… non veniamo in posti così noi…-
  • Ce lo meritiamo dopo quello che stiamo passando. Su andiamo!
E si diressero verso casa di Abby. Arrivati là sotto McGee disse :
- Eccoci a destinazione, signorina!- scherzando
- Grazie monsieur ! –
Fecero per salutarsi come al solito con  due baci sulle guance quando Abby, invece posò le sue labbra su quelle di Tim. Fu lento, semplice e a stampo. Era un vero e proprio grazie silenzioso.
Tim rimase senza parole ma capì la sua Abby e le sorrise! Sapeva che fra di loro non sarebbe cambiato niente, né ci sarebbe stato imbarazzo il giorno dopo.
 
 
Gibbs dopo aver congedato tutta la sua squadra si sedette alla sua scrivania e pensava a come trovare Haswari, quando gli arrivò una chiamata inaspettata.
  • Pronto?-
  • Jethro, sono Tobias. Devo parlarti! Ci vediamo al solito bar, diciamo tra mezz’ora?-
  • Va bene Tobias.
Si incontrarono nel loro bar, in una stradina dietro l’NCIS dove una volta a settimana andavano a prendersi una birra e parlare un po’. Tobias era una delle poche persone di cui Jethro si fidasse ciecamente.
  • Tobias, ciao. Dimmi tutto.-
  • Jethro ho pessime notizie. Anche noi stiamo lavorando al caso della tua agente morta, perché ci ha chiamato l’ambasciatore americano in Israele. –
Tobia lavorava nell’FBI e spesso capitava che i due dovessero collaborare o che semplicemente si passassero informazioni.
  • Sul mio caso? Della mia agente? – iniziò a farneticare Gibbs molto seccato
  • Si Jethro. Da domani ti affianco nel caso ! Me l’ha comunicato il mio Direttore prima che ti chiamassi, e mi ha detto che si è messo d’accordo col tuo Direttore. Anzi parlando del tuo Direttore….ho saputo la novità! Complimenti. Come ti senti a stare sotto la Shepard?-
  • Tobias preferisco non risponderti per educazione. .- se si lasciò andare con una fragorosa risata. – hai altre novità per me sul caso? O ci siamo visti perché ti manco?-
  • Jethro se volevo vederti perché mi mancavi ti invitavo a casa mia! No ho saputo un’altra cosa. Come ben saprai Haswari è un’agente ribellato che però il Mossad ha cercato di riprendersi. Ma dalle notizie che escono indiscrete si dice che stia facendo il doppio gioco. Anzi a quanto so è diventato pure un elemento importante all’interno di Hamas.
  • Questo è molto peggio di quello che mi aspettavo. Domani con noi ci sarà anche un’agente del Mossad mandata per recuperare Haswari. Il Mossad sta cercando in tutti i modi di contenere il danno.
 
La mattina dopo all’NCIS si ritrovarono tutti attorno alla scrivania di Gibbs. Tony, McGee,  Abby, il Dott. Mallard, Tobias Fornell e Ziva David.
  • Allora finite le presentazioni, Agente David, vuole metterci al corrente di tutto quello che sa sulla missione di Haswari ?- disse Gibbs freddo
  • Purtroppo non sappiamo molto. Sarete sicuramente a conoscenza del fatto che mesi fa ha deciso di uscire dal Mossad e lavorare da solo, come un vero e proprio mercenario. Ma non abbiamo idea per chi stia lavorando. – concluse Ziva, non comunicando tutte le informazioni che aveva.
  • Signorina David! Io so anche altro. Mi sembra strano che lei che è il suo diretto superiore non sia a conoscenza del fatto che è diventato una cellula molto importante di Hamas. – commentò senza peli sulla lingua Fornell.
Ziva si sentì a disagio, ma non si lasciò certo intimidire da quella insinuazione.
  • Non ne abbiamo la certezza! Senza prove possiamo dire tutto quello che vogliamo. – lo schernì Ziva.
Tony la guardava fissa cercando di non incontrare i suoi occhi, ma lei sentiva che la stava osservando, e decise che fosse meglio non guardarlo per restare concentrata, o quell’agente Fornell le avrebbe teso una trappola per farla parlare più del dovuto.
 
 
In quel momento uscì dal suo ufficio Jenny, che guardando tutta la squadra, disse a Ziva :
  • Agente David, il Direttore del Mossad è appena atterrato e sta venendo qua. Vuole andargli incontro o preferisce aspettare?- le chiese Jenny in imbarazzo davanti a tutti, evitando dettagli che potessero imbarazzare lei. Purtroppo non aveva il tempo di chiamarla e parlarne nel suo ufficio, era stata una notizia che l’aveva colpa alla sprovvista e dalla faccia di Ziva dedusse che neanche lei  ne era a conoscenza.
Bene, pensava Ziva, ci mancava solo lui! Cosa sarà venuto a fare? Qua basto io. Così complichiamo solo le cose. E se Ari dovesse morire la colpa sarebbe tutta sua.
  • Direttore preferisco aspettare qua. Ma avrei bisogno di una stanza vuota dove potergli parlare dopo.- chiese Ziva tutto d’un fiato, nonostante sentisse gli sguardi in disaccordo della squadra dietro di lei.
  • Certamente Ziva! Appena arriva ti informo.- e Jenny si congedò guardando prima lei, poi Gibbs fisso lasciandogli intendere che era una questione davvero delicata.
Quei due non avevano certo bisogno di parlarsi. Fin alle prime missioni di anni e anni prima riuscivano a comunicare con gli occhi. E spesso questa loro complicità era stata di vitale importanza, sia per salvargli la pelle, sia per completare diverse missioni.
 
Dopo soli 15 minuti,  il Direttore del Mossad arrivò all’NCIS e tutta la squadra si riunì nell’ufficio della Shepard.
  • Prego Direttore si accomodi.- disse gentilmente Jenny, indicando una sedia di fronte alla sua scrivania.
  • Shalom, nuovo Direttore. Colgo l’occasione per farle gli auguri per la nuova carica. Sono certo che avremo tempo più tardi per parlare dei nostri rapporti fra agenzie. – commentò molto felice il Direttore del Mossad.
Durante questa breve conversazione, tutta la squadra che era là dentro guardava attonita. Più volte Tony, Gibbs e Fornell , passavano dalla faccia del Direttore del Mossad a quella di Ziva, notando qualcosa che li legasse ma non trovando la risposta.
  • Saranno parenti – bisbigliò Fornell a Gibbs
E la risposta non tardò.
- Agenti questo è il Direttore del Mossad, Eli David, padre dell’agente Ziva David.- disse molto tesa Jenny.
Tutti restarono a bocca aperta, e Ziva si sentì per la prima volta da quando era arrivata lì davvero a disagio, anche perché suo padre le si avvicinò e le disse : - Non mi saluti, figlia mia?- e le diede un bacio sulla fronte.
  • Buongiorno Direttore- furono le uniche parole che uscirono dalla bocca di Ziva.
Per smorzare quell’aria di tensione, la Shepard decise di proseguire con le presentazioni dei suoi uomini.
  • Direttore, questo è l’agente speciale Leroy Jethro Gibbs; questo l’agente DiNozzo, l’agente McGee, la nostra informatica Abby, il Dottor Mallard e l’agente dell’FBI  Tobias Fornell. –
  • E’ un vero piacere, anche se avrei gradito queste presentazioni per altri motivi.-
  • Piacere – rispose per tutti Tony. Anche perché Gibbs squadrava dalla testa ai piedi Eli David reggendo lo sguardo che anche Eli gli rimandava.
  • Sono partito il prima possibile perché un mio agente dormiente qui a Washington è riuscito a localizzare Haswari.
Ziva guardò in maniera così allibita il padre che Gibbs capì che non ne era stata informata. Ziva si sentì scavalcata.
  • Bene allora possiamo andare a prendere Haswari ? Il suo agente ha le coordinate?- non perse tempo Gibbs.
  • Non corra agente Gibbs! Ho detto che l’abbiamo localizzato non che lo lasceremo in pasto ai leoni.- rispose non perdendo il suo sorriso Eli David
Ma a quella affermazione Ziva facendo un cenno del viso a Jenny uscì dal suo ufficio. Tutti capirono cosa stava succedendo, e Tony non tardò a commentare la situazione, dicendo al Direttore del Mossad, senza peli sulla lingua, che mettere a repentaglio la vita di un’agente in un paese straniero per poi non aggiornarlo delle informazioni importanti della propria missione era non solo sbagliato poiché avrebbe potuto compromettere la missione dell’agente David, ma anche piuttosto disonorevole in quanto in una squadra ci sono regole da seguire.
  • Non vorrà mica insegnarmi come fare il mio lavoro, agente DiNozzo?- disse Eli, che già ricordava i cognomi, dato che aveva studiato a fondo l’NCIS.
Gibbs bloccò Tony che stava per rispondere,e lo mandò fuori. Stranamente quei due sentirono il bisogno di difendere l’agente David.
Tony uscì e trovò Ziva sulla ringhiera fuori dall’ufficio. Le si mise accanto e la guardò.
  • E’ sempre così simpatico tuo padre con te? – chiese scherzando Tony, ma dallo sguardo di Ziva capì che non aveva alcuna voglia di scherzare. Ma questo non lo fermò e continuò: - Quindi paparino è il Direttore del Mossad…mmm…ma tu sei una brava agente oppure raccomandata? – volendo stuzzicarla un po’.
  • Sono la migliore.-  rispose Ziva senza pensarci due volte.
Ma non ebbero il tempo di continuare la discussione che sentirono una forte esplosione. 
  
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