Cause all my life I felt this way
{But I could never find the words to say}
Tooru bisbiglia un gemito al suo orecchio, roco e atono, e
Hajime tenta, con tutte le sue forze, di aggrapparsi a quel suono, al calore
che il suo fiato imprime alla sua pelle, al debole tremito che subito segue il
suo passaggio. Lotta, inspirando a fondo, espellendo caparbiamente qualunque
cosa non sia la sensazione delle sue mani sulla pelle, del corpo premuto
stretto contro il suo.
Ma è quando Tooru si muove – quando Tooru spinge , il peso del corpo che torna a gravare sul suo, quando il suo corpo pare andare a fuoco un’altra volta e carbonizzarsi totalmente, quando lo spasimo che lo scuote pare un’ondata di lava fusa- Hajime perde ogni appiglio. Unghie corte, ma affilate, affondano senza pietà nella carne bianca e tonica delle spalle, graffiano, scorticano, quasi a volersi vendicare di quel dolore, di quella sofferenza insoverchiabile; affonda il viso oltre le spalle curve, dove sa che il Re non può vederlo, dove non può giungere il suo sguardo dolce e il suo sorriso amorevole.
Non potrebbe mai spiegare, a un coglione del genere, quanto male possa fargli non avere più difese per quell’amore così intenso e travolgente.
-Iwa-chan…?-
È solo un sospiro, ansante e senza fiato, ma rotto di preoccupazione, e Iwaizumi impreca, rischiando di mordersi la lingua.
-Taci. Andrà meglio-
E sotto le sue mani Oikawa trema tutto, scosso chissà da quale emozione, prima che cerchi freneticamente il suo viso per coprirlo di baci impressi maldestramente –incrocia la sua bocca a metà strada, e Hajime non ha nemmeno il tempo di lamentarsi dello spigolo del comodino che preme sulle scapole e della lampada che è ruzzolata giù sul pavimento, né che quella fiducia spontanea nel ragazzo –nell’uomo- con cui è pronto a fondersi pur di essere una cosa sola non sia così ben riposta, Tooru cancella tutto questo e ogni altra cosa, intossicandolo assolutamente della sua persona, del suo odore, della sua essenza.
Ma è quando Tooru si muove – quando Tooru spinge , il peso del corpo che torna a gravare sul suo, quando il suo corpo pare andare a fuoco un’altra volta e carbonizzarsi totalmente, quando lo spasimo che lo scuote pare un’ondata di lava fusa- Hajime perde ogni appiglio. Unghie corte, ma affilate, affondano senza pietà nella carne bianca e tonica delle spalle, graffiano, scorticano, quasi a volersi vendicare di quel dolore, di quella sofferenza insoverchiabile; affonda il viso oltre le spalle curve, dove sa che il Re non può vederlo, dove non può giungere il suo sguardo dolce e il suo sorriso amorevole.
Non potrebbe mai spiegare, a un coglione del genere, quanto male possa fargli non avere più difese per quell’amore così intenso e travolgente.
-Iwa-chan…?-
È solo un sospiro, ansante e senza fiato, ma rotto di preoccupazione, e Iwaizumi impreca, rischiando di mordersi la lingua.
-Taci. Andrà meglio-
E sotto le sue mani Oikawa trema tutto, scosso chissà da quale emozione, prima che cerchi freneticamente il suo viso per coprirlo di baci impressi maldestramente –incrocia la sua bocca a metà strada, e Hajime non ha nemmeno il tempo di lamentarsi dello spigolo del comodino che preme sulle scapole e della lampada che è ruzzolata giù sul pavimento, né che quella fiducia spontanea nel ragazzo –nell’uomo- con cui è pronto a fondersi pur di essere una cosa sola non sia così ben riposta, Tooru cancella tutto questo e ogni altra cosa, intossicandolo assolutamente della sua persona, del suo odore, della sua essenza.