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Autore: Colfah    02/11/2013    5 recensioni
Blaine trova per caso la fotografia di Kurt dimenticata in una macchinetta per fototessere, e il suo unico obiettivo diventa incontrare quel misterioso ragazzo dagli occhi azzurri.
Dal prologo:
"Fu allora che si rese conto della presenza di un’altra fotografia, nella bocca della cabina. La prese, e sussultò al contatto con la carta inaspettatamente tiepida.
Girò la foto tra le proprie mani, e quello che vide lo lasciò senza fia
Il ragazzo ritratto era senz’altro uno dei più belli che Blaine avesse mai visto. Non solo per i capelli, castani, ordinati compostamente in un ciuffo; o per la pelle, pallida e qeuasi preziosa; o per quelle labbra piene, rosse e leggermente separate. Era lo sguardo. Quegli occhi di ghiaccio sembravano star fissando dritti nei suoi, attraverso lo strato di carta. Blaine non si spiegava come quello sguardo potesse risultare così trafiggente, e allo stesso tempo caldo e rassicurante.
[...]
Infilò la foto nel portafogli, con una promessa a se’ stesso.
Avrebbe trovato quel ragazzo."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4







Camminavano  in silenzio l’uno accanto all’altro, solo sorridendo e fissando la strada davanti a loro.

Occasionalmente le loro mani si erano sfiorate, ma nessuno dei due aveva trovato il coraggio di sporgersi a catturare quella dell’altro nella sua.

Quando Blaine si era voltato verso Kurt, aveva trovato gli occhi del ragazzo a fissarlo di sbieco, ma appena i loro sguardi si erano incrociati Kurt aveva abbassato la testa, prendendo a fissare il marciapiede e arrossendo furiosamente.

Poco dopo invece, era stato Blaine a concedersi di voltare la testa quel tanto che bastava per guardare il ragazzo di fianco a lui.
Le luci delle insegne dei negozi e delle strade illuminavano il suo volto ed i suoi tratti delicati, e Blaine pensò di non avere mai visto niente di più bello.

Quando Kurt si voltò verso di lui e lo scorse a fissarlo, fu il turno di Blaine di sorridere imbarazzato rivolgendo lo sguardo ai suoi piedi, sperando che fosse abbastanza buio da coprire il rossore che si stava formando sulle sue guance.

“Quindi tu.. uhm.. “ Sentì la voce incerta di Kurt interrompere quell’attimo di imbarazzo, e finalmente potè concedersi di voltarsi a guardarlo con una buona motivazione “era per stasera che ti servivano i vestiti che sei venuto a scegliere oggi?”

Blaine di riflesso lanciò un rapido sguardo al proprio corpo “Sì, io.. dovevo accompagnare il mio amico Sebastian in quel locale. Gliel’avevo promesso, o meglio, mi ha praticamente obbligato” rise, ripensando alle parole minatorie dell’amico quella mattina.
“E mi ha anche obbligato a andarmi a comprare qualcosa di decente da mettere, perché a quanto pare nessuno dei miei vestiti era adatto ad un posto in come il Metropolitan”
Si godette l’espressione divertita che si formò sul viso di Kurt a quelle parole, prima di aggiungere con tono più serio “Ma forse alla fine dovrei anche ringraziarlo. Per avermi mandato da Guess oggi, intendo”

Kurt lo stava fissando, stringendo tra i denti il labbro inferiore.
“Anche io sono contento che ti abbia mandato a rinnovare il tuo guardaroba da Guess, oggi” sorrise “E ti stanno davvero bene, i vestiti. Molto bene”

Blaine ricambiò il sorriso “Beh, grazie”

“E non lo dico solo perché sono stato io a sceglierli, davvero. Non sono pieno di me fino a questo punto” ridacchiò l'altro.

“Mmmh, farò finta di crederci” scherzò Blaine.

“Quindi, Kurt, cosa fai nella vita a parte lavorare da Guess e lasciare il tuo numero a tutti i clienti che si mostrano interessati?” Osò, sperando ardentemente che l’altro capisse che stava ancora scherzando.

Sul volto di Kurt si formò un sorrisetto divertito “Non è mia abitudine lasciare il mio numero di cellulare ai clienti, non è professionale. Tuttavia sono costretto a fare un’eccezione per quelli che si trovano in seria necessità di aiuto, sai, dipendenza da papillon e pantaloni  che non arrivano alla caviglia. Sono cose che hanno seriamente bisogno di aiuto”

“Oh, certo. Non lo metto in dubbio” Blaine continuò a reggere il gioco, divertito dalla piega che stava prendendo quella conversazione.

Poteva percepire che anche l’altro ragazzo era sempre più a suo agio via via che il tempo passava, con il corpo  e i tratti del viso palesemente più rilassati.

 “E comunque non faccio nient’altro, per ora. In realtà il lavoro da Guess mi serve solo per mettermi da parte abbastanza soldi per pagarmi l’alloggio qui a New York. Non vorrei mai pesare sulle spalle di mio padre. Lui ha già.. tanto altro a cui pensare”

Blaine annuì, non volendo approfondire le parole di Kurt su suo padre, dato che, dal tono della sua voce, sembravano nascondere un argomento non troppo felice per il ragazzo. “Quindi vivi qui da poco?”

“Esatto. Solo da qualche mese. New York è sempre stato il mio sogno. Ogni volta che immaginavo me stesso dopo le superiori, questa città era sempre nei miei piani. Credo di aver sempre desiderato evadere da Lima, sai? Qui è tutto completamente diverso”

“Aspetta un secondo” Blaine spalancò gli occhi “Hai detto Lima?”

L’altro corrugò la fronte “Sì, Lima, Ohio”

“Westerville”

L’espressione di Kurt si fece ancora più confusa “Come?”

“Westerville, io sono di Westerville. Ohio”

“Oh” La bocca del ragazzo si era aperta a formare una o perfetta, giunto alla realizzazione.

“Già, oh” sorrise Blaine. “E’ a circa due ore di distanza, se non sbaglio. Ci sono stato un paio di volte. Pensa un po’, avremmo potuto incontrarci prima, e magari saresti riuscito a prevenire il mio orrendo gusto nel vestire” scherzò, vedendo Kurt trattenere una risata
“Anche se, pensandoci, la divisa della Dalton limitava molto la mia creatività”

“Dalton…” Ripetè Kurt, finchè il suo sguardo si accese, ricordandosi improvvisamente qualcosa “Mi ricordo che una volta il mio glee club avrebbe dovuto gareggiare contro quello della Dalton. Ma poi si sono create delle complicazioni”

Blaine ebbe l’impressione che il ragazzo non volesse specificare quelle complicazioni, e preferì non chiedere.

“Gli Warblers, giusto?” continuò infatti Kurt.

Blaine annuì “Esatto. Sono stato il leader” sorrise, perso per un attimo nel ricordo di quel periodo “modestia a parte, eravamo come rockstar alla Dalton”

 “Oh, non lo metto in dubbio. Con un nome del genere dovevate essere proprio dei veri duri” disse Kurt con tono scherzoso.

“Puoi scommetterci, il nome serve solo per confondere l’avversario” concluse Blaine lasciandosi andare in una risata e facendo scontrare amichevolmente la sua spalla con quella dell’altro ragazzo.

Il contatto lo portò a diminuire i centimetri che lo distanziavano da Kurt, e per un attimo guardando in basso e scorgendo la mano dell’altro, ebbe di nuovo la tentazione di stringerla nella sua, anche solo per sfiorare quella pelle candida per un attimo.
Ma la paura di fare una mossa azzardata e rovinare tutta l’atmosfera prevalse, così ritrasse la propria mano all’interno della tasca del cappotto, non notando però il volto di Kurt che per un attimo veniva velato da una scia di.. delusione?

“Quindi.. hai detto ‘il tuo’ glee club. Vuol dire che anche tu canti?” riprese a parlare Blaine.

“Diciamo che è una delle mie più grandi passioni, sì. Avevo fatto domanda alla NYADA, qui a New York ma sai, suppongo che non tutto vada sempre come programmato”

“Canterai per me, un giorno?” La richiesta sorse spontanea, e Blaine si morse la lingua subito dopo.
Aveva sempre pensato che cantare davanti a qualcuno, per qualcuno, fosse una delle cose più intime che due persone potessero condividere.
Temette di essersi spinto troppo avanti nel fare una tale richiesta a Kurt.

“Dovrai meritartelo, non a tutti è concesso il privilegio di sentirmi cantare”  Rispose Kurt con un occhiolino, che fece tranquillizzare e avvampare Blaine allo stesso tempo.

Era così facile parlare con Kurt.
La conversazione nasceva spontanea, mai forzata, e erano in qualche modo capaci di tirarsi fuori a vicenda da qualsiasi momento di imbarazzo, con una battuta o magari un semplice sorriso rassicurante.

Era una sensazione così bella, e per un attimo Blaine pensò che sarebbe stato davvero troppo facile innamorarsi di quel ragazzo.
Così si voltò a guardarlo, e i suoi occhi si puntarono immediatamente in quelle iridi azzurre.

E poi il suo sguardo si abbassò, e la mano di Kurt era ancora lì, che aspettava solo di essere presa. E fu quello che Blaine fece, finalmente, senza concedersi di pensarci troppo.
Fece combaciare i palmi delle loro mani, e sembrava che fossero fatte per stringersi. Gli spazzi tra le dita di uno riempiti perfettamente dalle dita dell’altro, come un puzzle.

Sentì Kurt stringere la sua mano, e questo fu necessario a rassicurarlo sul fatto di non aver rovinato tutto con quel gesto troppo azzardato.

Si concesse di far scorrere il pollice sul dorso della mano di Kurt, sulla sua pelle liscia e candida, incantato dal contrasto tra la carnagione chiara dell’altro ragazzo e la sua, decisamente più scura.

Alzò lo sguardo nello stesso momento in cui Kurt lo fece, e bastò scambiarsi un sorriso per capire che non c’era alcuna traccia di imbarazzo o rifiuto.

Camminarono così per alcuni minuti, in un silenzio che non fu imbarazzante neanche per un attimo.

Arrivati di fronte a un edificio, sentì Kurt rallentare fino a fermarsi e dire
“Io sono arrivato” e poi facendo un cenno verso il palazzo alle sue spalle aggiunse “Abito qua”.

Blaine annuì, sorridendo, e a malincuore allentò la presa sulla mano del ragazzo, tanto che l’altro potesse lasciarla scivolare via.

“Quindi.. uhm, grazie per la serata. Sono stato davvero bene” arrossì. “e grazie per avermi salvato da quel postaccio” terminò ironicamente.

 “Anche io sono stato bene stasera. Davvero bene. Magari potremmo rifarlo qualche volta” aggiunse Kurt con un lieve imbarazzo nella voce “Hai il mio numero, giusto?”

E improvvisamente Blaine si sentì la persona più felice sulla faccia della terra perché Kurt voleva rivederlo.
Il ragazzo che fino al giorno prima sembrava solo una meravigliosa e irraggiungibile fantasia aveva appena passato un’intera serata a parlare con lui, si era lasciato prendere la mano e ora voleva rivederlo.

“Certo, assolutamente! quando vuoi” rispose allora illuminandosi, forse con troppo entusiasmo “Ti chiamo”.

“Okay” disse Kurt, e lasciò andare un sospiro, come se avesse trattenuto il iato in attesa della risposta di Blaine “Quindi.. ci vediamo presto?”

“Ci vediamo presto” confermò Blaine.

Ci fu un attimo in cui si guardarono e basta, senza dire niente.
E poi un paio di labbra erano su quelle di Blaine, morbide, calde e premute alle sue in un lieve contatto.
Blaine, inizialmente spiazzato, alzò la mano fino a poggiarla sulla guancia del ragazzo, per prolungare di qualche attimo il bacio, sentendo il corpo di Kurt rilassarsi sotto il suo tocco.

Quando Kurt si staccò con un lieve schiocco, le sue guance erano leggermente arrossate, mentre sorrideva con gli occhi abbassati.

Poi senza dire altro, si voltò e prese a salire la scalinata verso il portone d’ingresso. Appena prima di entrare, rivolse nuovamente lo sguardo a Blaine, che lo guardava dal basso con un’espressione felice in volto.

“Buonanotte, Blaine” disse, ed entrò all’interno del palazzo.

Blaine guardò la sua figura diventare sempre meno chiara attraverso il vetro del portone, finchè non scomparve del tutto.
Poi estrasse il cellulare dalla tasca del cappotto, e senza pensarci troppo compose un rapido sms.
 
A: Kurt

Che ne dici di domani?  :)
Blaine

 
 
 
 












 
Angolo Autrice *si ripara dai pomodori* ehm, salve a tutti. Sono tornata!
Non avete idea di quanto mi dispiaccia aver lasciato la storia in sospeso per quasi due mesi, lo so, sono imperdonabile.
Ma la scuola è iniziata e quest’anno il carico di studio non mi lascia il tempo nemmeno di respirare.
Spero che alla fine sia venuto fuori qualcosa di decente da questo capitolo, anche se mi rendo conto che non è lunghissimo, nè particolarissimo. E' un punto di partenza per la storia di Kurt e Blaine, e avevo bisogno di porre delle basi qua, anche se magari alcuni passi possono risultare un po' clichè.
Grazie a tutte le persone che in questa pausa mi hanno scritto, chiedendomi cosa fosse successo e se avrei aggiornato.
So già cosa far succedere nel prossimo capitolo, e non vi posso assicurare aggiornamenti settimanali, ma di sicuro non ripasseranno mesi prima del prossimo.

A presto
Colfah (che vi adora tutti) <3
  
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