»Chapter 9
Mad world - As Ink On Paper
All around me are familiar faces
Worn out places
Worn out faces
Bright and early for their daily races
Going nowhere
Going nowhere
Their tears are filling up their glasses
No expression
No expression
Hide my head I want to drown my sorrow
No tomorrow
No tomorrow
And I find it kind of funny
I find it kind of sad
The dreams in which I’m dying
Are the best I’ve ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It’s a very very
Mad world
Mad world
Children waiting for the day they feel good
Happy birthday
Happy birthday
Made to feel the way that every child should
Sit down and listen
Sit down and listen
Went to school and I was very nervous
No one knew me
No one knew me
Hello teacher tell me what’s my lesson
Look right through me
Look right through me
E
per quanto possa sembrare strano Alec si sentiva proprio
così...
E per quanto possa sembrare buffo Alec si sentiva un pazzo perso in un mondo
folle.
E nonostante tutte le cose starne e buffe a questo mondo lui si sentiva
di più.
Si sentiva doppiamente pazzo e folle in un mondo dove quelli come lui
erano
troppo, persino per i canoni della follia.
E allora quel folle mondo di cui parlava la canzone
di Gary Jules
suonata con le corde della sua chitarra, gli sembrava imballata di
parole vere,
ma troppo piccole per un qualcosa troppo grande.
E, così, anche il concetto di piccolo e grande perdeva
significato e
importanza.
Alec Cooper si ritrovava in un letto non suo, con un cielo che non gli
apparteneva, in una città che lo trattava da straniero.
Si sentiva un viaggiatore.
Un viaggiatore in un folle mondo.
La testa contro il vetro, una bottiglia di birra rovesciata sul
pavimento, le
dita indolenzite, la luce fuori la finestra fulminata, gusci di noci
sparsi sul
pavimento, una fiamma traballante.
Alec
solo.
Come
si era sempre
sentito.
E, quando, neanche più una nota a tenergli compagnia, più
solo che mai.
E neanche una luce.
In una serata senza stelle.
Il
cielo nero.
Assenza di luce.
Mad
world.
Folle mondo.
Un
quaderno
stropicciato con parole senza senso.
Una penna con troppo inchiostro.
Una mente vuota.
I
passi nudi si
alternavano sul pavimento.
Avanti, indietro.
Avanti, indietro.
In una continua danza.
In una continua lotta.
Perso nella confusione.
Prigioniero di una gabbia costruita con le sue mani.
Pentito.
Alec Cooper non si era mai sentito così stupido.
Così... così... non sapeva neanche lui come.
La
testa sul cuscino.
La mente vuota, ma mai così piena.
I boxer sul pavimento.
Occhi chiusi.
6.30
a.m.
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Ink
Droplets
Care
lettrici,
eccoci qui con un nuovo capitolo.
Scusate la brevità, ma mi serviva questo piccolo pezzo di
carta per scrivere di
Alec.
E' un capitolo un po' vago, ma più avanti capirete il
perché.
Non vi spiego nulla, fatelo voi. Scrivetemi di cosa vi ha trasmesso e
cosa
siete riuscite a captare da questo capitolo.
Questo pezzo di storia l'ho scritto sentendo la canzone Mad World di
Gary
Jules, una canzone stupenda, che cito, per l'appunto, nel brano e della
quale
riporto il testo.
Per chi non conosce l'inglese, vi consiglio di leggere la traduzione in
modo da
capire di più il capitolo e di leggerlo ascoltandola.
Questo è il tutto.
Recensite.
Xx
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