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Autore: Manga_Girl    02/11/2013    4 recensioni
La piccola Bra vive in un'epoca di terrore e distruzione,dove ogni speranza sembra ormai svanita, la morte decima le persone di giorno in giorno,di ora in ora,di minuto in minuto.
I guerrieri Z sono stati tutti eliminati dalla furia omicida dei cyborg, gli unici superstiti di questa stirpe sono una bambina e un ragazzino, che vivono con la madre.
Ogni singolo momento è una lotta per la sopravvivenza, il cibo scarseggia e i cyborg continuano la loro opera di distruzione.
Ma nel cuore di una bambina arde ancora una scintilla, chiamata... Speranza.
Amore, amicizia, azione, malinconia e tanta, tanta speranza, ma molto altro, questi saranno i temi trattati nella mia ff.
Ho messo la nota Romantico perchè un pò di romanticismo ci sarà comunque, un amore che riesce a sbocciare anche in un'epoca come questa (della mia ff)
Spero di avervi interessato ^^ lasciate un segno del vostro passaggio, ve ne sarei molto grata ^^
Bye ^^
[Trunks x nuovo personaggio]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 17, 18, Bra, Bulma, Trunks | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                Viola

 

 

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Ehilà, ciao a tutte! (sbuca dal nulla)

Eccomi, sono tornata da Abyss! No, non sono morta e che ho avuto davvero tanto tanto tanto da fare, finite le vacanze estive pensavo che avrei avuto più tempo, ma mi sbagliavo -.- Il triennio è durissimo così durante il ponte dei morti sono riuscita ad aggiornare. Ecco a voi come regalo di Halloween questo nuovo capitolo! :D A proposito, come l'avete passato? Io malissimo, era il compleanno di mia sorella, una vera streghetta! Non sto a dirvi le pene dell'inferno che ho subito! (non sono drastica è la verità... purtroppo -.-)

Vabbeh, sorvoliamo l'argomento... ancora scusatemi, gomen!

Ora vi lascio alla lettura, ciau ^^

 

 

 

[Brevissimissimo ricapitolo del capitolo precedente:

Trunks salva dai cyborg una ragazza di nome Viola, i due fanno amicizia e Trunks decide di accompagnarla a casa]

 

 

“Quindi questa è casa tua?” chiese Trunks.

“Sì, abito quì” rispose Viola.

La casa, se così si può definire, era fatiscente, completamente in rovina. Una parte del tetto era crollata, le finestre non c'erano più, erano solo due buchi aperti da cui ci si poteva affacciare. La porta anche stava per crollare, e aprendola emetteva un cigolio tremendo, bisognava essere molto cauti perchè sarebbe potuta cadere da un momento all'altro.

Trunks era rimasto di stucco, però poi pensò che praticamente tutte le case erano ridotte in quello stato, se non peggio, anche casa sua non era ridotta bene in fin dei conti, ma sicuramente meglio di quella della ragazza.

“Allora io vado, ciao Trunks, grazie di tutto” disse con un sorriso lievemente abbozzato e chiudendosi la porta alle spalle.

Il sayan aveva notato lo sguardo provato della ragazza, quello non era più il sorriso che gli aveva rivolto quando si erano presentati, in quel sorriso di poco fa, invece, sembrava che celasse fiumi di lacrime, però, molto probabilmente, pensò Trunks, non voleva fargli vedere quanto stesse soffrendo, tutti avevano una vita difficile, non voleva andarla a complicare ancora di più all'unico amico che aveva trovato. Così si era nascosta dietro quella maschera.

 

* * *

 

Viola giunta in casa trovò subito la madre ad accoglierla, anche se non l'accolse in modo molto caloroso, ma ormai la ragazza si era abituata allo sguardo freddo e distante della madre, dalla morte del marito non era più la stessa, ma infondo, anche lei stessa non lo era più, quindi non aveva da biasimarla.

“Ah, sei tornata” le disse in modo distaccato senza neanche alzare lo sguardo. Viola stette in silenzio “ti ho sentito parlare con qualcuno, chi era? Lo sai che ti è proibito interagire con gli estranei” disse in tono severo la madre “è solo un ragazzo, non devi allarmarti” disse in tono tranquillo la ragazza “Un ragazzo? E io non dovrei allarmarmi?” disse bruscamente “ma...” la madre non le lasciò il tempo di finire la frase “Niente ma, piuttosto vieni qui ad aiutarmi, questo poveruomo ha proprio una gran brutta ferita”.

La madre di Viola ospitava i feriti, i senza tetto, insomma, i bisognosi, era molto altruista anche se non sembrava, ma la sua casa essendo piccola non riusciva ad ospitare tutti quegli individui, così era costretta a mandarli via non appena fossero guariti, invece ai senza tetto dava qualcosa da mangiare, controllava che non fossero malati, e altre cose, ma poi doveva per forza mandare via anche loro, si sentiva crudele nel farlo, ma c'erano moltissime altre persone bisognose d'aiuto, così non c'era altra scelta che mandarli via. Ma era stimata e ben voluta da tutti “Ci fossero più persone come lei!” diceva chiunque si trovasse sotto le sue cure. Anche Viola era considerata una ragazza molto buona, diligente e obbediente, mai una volta che avesse alzato la voce contro la madre, insomma, una ragazza modello, ma in quei tempi tutti erano un po' così e anche su di lei però si diceva lo stesso che sulla madre “ce ne fossero di più di ragazze come lei!”. Portava il pane ai senza tetto, cuciva i pupazzetti che le davano i bambini, e sapeva anche curare le ferite, aveva preso dalla madre. Nonostante fosse ben voluta da tutti, le persone che conoscevano la sua situazione familiare provavano compassione verso quella povera ragazza.

 

“Vado a riposarmi, continua tu con le spugnature, oggi non ho ancora avuto un secondo di riposo” disse esausta la madre.“Certo tu vai pure, ci penso io al resto” disse Viola con la sua solita voce bassa e calma.

 

* * *

 

“Uff, ho finito” pensò mentalmente asciugandosi una goccia di sudore dalla fronte.

“Grazie mille ragazzina”

“Di niente, si figuri” disse “sorridendo” Viola.

Quando l'ospite se ne andò la ragazza si rintanò in camera sua e si affacciò dalla finestra a prendere una boccata d'aria e a farsi accarezzare il volto dal tiepido vento che soffiava leggero. A Viola piaceva sognare ad occhi aperti e cantare, questi erano i suoi passatempi, anzi, lei ci credeva proprio, erano come una ragione di vita per lei. Si immaginava di essere in un bel prato verde in primavera, con tutti i fiorellini sbocciati, le nuvole che formano strane forme a cui le si divertiva a dare nomi, il cinguettio armonioso degli uccellini e il vento, sì, quel vento che le piaceva tanto e, socchiudendo gli occhi si lasciò trasportare in quel suo magico mondo dove l'agonia, la morte e la disperazione non esistevano, dove regnava solo pace e tranquillità, cullata da quel dolce sogno si mise a cantare una delle sue solite canzoni improvvisate che le uscivano dal cuore e che esprimevano i suoi desideri, i suoi stati d'animo, i suoi sogni nel cassetto e molto altro. Tutto questo l'aiutava ad essere di buon umore, avrebbe tanto voluto che quel sogno fosse durato per sempre, ma come tutti i sogni pure quello sarebbe finito, sarebbe svanito nel nulla e lei sarebbe ritornata alla dura realtà, e sarebbe finito presto, questo lei lo sapeva, e le me metteva addosso una grande malinconia. Infatti venne risvegliata dall'urlo di sua madre che la stava chiamando, le sembrava troppo bello per essere vero che quello che stava sognando fosse realtà, così non mise molto a realizzare che era tornata alla tanto odiata realtà.

“Viola, insomma Viola, vieni giù, smettila di stare a fantasticare e vieni ad aiutarmi piuttosto! A cosa ti serve, a cosa ti serve? mi chiedo io...” esordì indignata la madre.

“A vivere” fu la sola risposta che le diede.

Sua madre la guardò in modo molto severo, ma decise di sorvolare l'argomento. “Vedi di cucinare qualcosa con quello che trovi, ci dev'essere avanzato qualcosa” Viola fece per dirigersi in cucina che la madre la bloccò nuovamente “Viola, sei strana, che ti prende?” chiese dubbiosa “No niente, tranquilla mamma, stavo solo pensando” “Vedi di pensare al pranzo vah”.

 

* * *

 

 

Mentre Viola cucina:

 

“Allora, ritornando all'argomento di prima... con chi stavi parlando quando sei tornata?”

“Te l'ho detto mamma, era solo un ragazzo”

“E io non sto a ripeterti che non voglio che tu ti veda con estranei”

Viola non rispose.

“Beh, prima stavi contestualizzando, avevi detto “Ma...” vai avanti, ti ascolto”

“... mi ha salvato la vita, mamma” disse Viola concludendo la frase che avrebbe voluto dire appena entrata in casa.

“Capisco... allora è un bravo ragazzo... voglio ringraziarlo” questa ultima parte la pensò, la figlia non le aveva mai mentito quindi non aveva motivo di credere che lo stesse facendo.

“Come si chiama?”

“Trunks, si chiama Trunks” disse sempre con la sua solita voce che non faceva trapelare nessuna emozione, quando parlava così sembrava insensibile, una ragazza completamente spoglia, vuota, spenta, fredda e distante.

 

 

 

 

 

 

Konnichiwa! ^^ Di nuovo XD Ok, questo capitolo è un po' introspettivo e triste :(

Ve lo sareste aspettate da Viola questo comportamento? Scommetto di no. Dopo che ho scoperto la grande mangaka Jun Mochizuki mi diverto anche io a trollare XD No dai, io sono sempre abbastanza imprevedibile, questo sì, beh, come la Jun d'altronde XD Ok, la smetto, vi è piaciuto il capitolo comunque? Mi sentivo abbastanza ispirata mentre lo scrivevo, fatemi sapere cosa ne pensate ^^ Ciau ^^

 

La “risorta” Manga_Girl

 

P.s

Sono davvero molto molto molto felice di non aver perso follower ^^ Grazie mille ragazze ^^

  
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