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Autore: Queila    02/11/2013    1 recensioni
La FF è una NevillexLuna l'ho scritta per un contest e devo dire che mi sono appassionata alla coppia, sono molto carini insieme, non trovate? Spero vi piaccia, buona lettura :)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: Luna/Neville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La storia partecipa al contest "La fiera del fanon" di TheHeartIsALonelyHunter
 
Primo appuntamento: silver moon’s sparkling, so kiss me (*)
 
“Forza Neville, ce la puoi fare … ce la devi fare!”
Il ragazzo era di fronte alla porta blu di una minuscola villetta e non si decideva a bussare.
“Ok, al tre: … uno … due … tre!”, ma non successe nulla: le sue mani erano ancora lungo i fianchi, e intendevano rimanerci per molto tempo.
E se ho dimenticato qualcosa? E se dimentico cosa dire ? E se dimentico il mio nome, o il suo ?!?!” Si chiese, terrorizzato al solo pensiero.
Allora, ricapitoliamo: mazzo di Viole Violelle, sì; capelli sistemati, sì; giacca in ordine, quasi … nome, Neville, mentre lei è …”.
Il flusso di pensieri s’interruppe perché la porta si aprì mostrando una ragazza dai lunghi capelli biondi nei quali erano sistemate piccole margheritine rosa; indossava un delizioso vestitino giallo che le arrivava sopra le ginocchia ed era a piedi nudi. Neville quasi non svenne vedendo la bellezza naturale della ragazza dei suoi sogni.
“Lu … Luna!”, balbettò il moro, sorpreso per quell’entrata in scena.
Ora non potrò più scappare come ho fatto le altre volte: oggi mi ha visto!”
“Neville, finalmente! Ti aspettavo …” disse con tono sognante e pacato.
“Mi … m … mi … aspettavi?”
“Sì, sono giorni che i Sibbillini mi dicono che devi venire, e loro non sbagliano mai, infatti, sei qui. Vuoi entrare a prendere una tazza di zuppa di Pimpli d’acqua dolce?” Chiese mentre scrutava con gli occhi sporgenti Neville il quale era davvero indeciso sul da farsi: voleva scappare per la vergogna, eppure la creatura che aveva di fronte era l’unica ragazza che avesse mai amato, e glielo doveva assolutamente dire.
“Che cosa sono i Sibbillini?”
“Ma sono minuscole creature di fuoco che predicono piccoli eventi futuri, ovvio! Non lo leggi il Cavillo?” Gli disse sconvolta da quella scoperta.
“Diavolo!Alla c’era qualcosa che avevo dimenticato! Lo sapevo, dovevo leggere i numeri del Cavillo degli ultimi tre anni, come minimo, per essere sicuro di avere qualcosa di cui parlare, e per conoscere ogni notizia sugli strani esseri che piacciono tanto a lei.” Pensò paonazzo in viso per la vergogna.
Mentre era seriamente intenzionato a scappare senza farsi più rivedere, la ragazza gli sorrise.
Era un sorriso rassicurante, caldo come il sole e dolce come il miele.
Neville prese tutto il suo coraggio da Grifondoro ed entrò nella casa di Luna Lovegood.
“Da questa parte Neville, su in cima le scale c’è un saloncino.”
La stanza al piano superiore era piena zeppa di libri e pergamene sparse ovunque: sui mobili, per terra, sulle sedie e anche sulle due poltrone che occupavano il centro del salone dalle quali, però, Luna tolse i fogli e fece sedere il ragazzo.
“Allora Neville, ti vado a prendere quella zuppa o vuoi qualcos’altro? Una tisana all’ortensia e calendula o un tè al limone d’Arabia e rosmarino ?”Chiese col suo solito tono trasognate.
“No, grazie Luna. Sono venuto per dirti una cosa, una cosa davvero importante.”
Poi si ricordò dei fiori! Glieli porse e la ragazza li prese e li annusò e di nuovo gli sorrise: il sorriso più bello che Neville avesse mai visto.
“Ecco io … ehm … io volevo … volevo …”, le parole non gli uscivano bene come avrebbero dovuto.
Era nel panico, doveva calmarsi e ricordarsi di respirare, poi: ”Iovolevochiedertisevoleviuscireconme!” Disse in un'unica parola che lo lasciò senza fiato.
Ora Luna lo stava osservano con gli occhi sbarrati per la sorpresa e … cosa erano quelle che Neville vedeva scenderle sulle guancie? Lacrime?
“Perfetto, non le piaccio, è ovvio. Si è dispiaciuta cosi tanto che le abbia chiesto di uscire da mettersi a piangere. Che imbranato che sono, a cosa pensavo …”
Stava per alzarsi e andare via quando la ragazza prese ad annuire con la testa.
“Certo Neville che esco con te ! Vieni dopo il tramonto: avremo il nostro primo appuntamento.”
“Do … dopo il tramonto? Perché non di giorno?” Aveva forse delle strane idee in testa?
“Perché domani, dopo l’appuntamento, andremo ad ammirare il sole sorgere e potremo dire di aver visto l’alba che annuncia il nostro primo giorno della nostra nuova vita insieme.” Disse nel modo più naturale possibile, come se stesse parlando di una cosa scontata ma necessaria come il respirare o il mangiare.
E gli stampò un bacio sulla guancia.
Neville sognante, toccandosi il punto dove la ragazza gli aveva scoccato il bacio, si avviò verso l’uscita, pronto a tornare la sera stessa per incontrare la sua bella.
Ce l’ho fatta! Per Morgana, avrò un appuntamento con Luna.”
Il ragazzo ritornò all’abitazione di Luna felicissimo, saltellava per l’emozione e percorse il vialetto che portava di fronte alla oramai nota porta blu, canticchiando una canzone delle Sorelle Stravagarie.
Il sole stava calando in quel momento e il Grifondoro bussò.
La visione che apparse a Neville quando la porta si aprì gli rimase impressa nel cuore e nella mente per sempre: l’amore, ecco casa aveva visto il ragazzo una volta che l’uscio della casa si era spalancato.
Luna era radiosa e gli ultimi raggi di sole la illuminavano rendendola ancora più bella, indossava un lungo vestito arancione a maniche sbracciate, aveva i capelli legati in una treccia sistemata sopra la spalla destra che scendeva lunga fino al fianco, il tutto incorniciato da una graziosa ghirlanda di fiori gialli sistemata sul capo.
Il ragazzo non riusciva a emettere nessun suono, poi quando lei gli sorrise si sentì morire.
“Neville sei in perfetto orario” cominciò lei, dal momento che lui aveva perso l’uso della parola.
“Lu … Lu … Luna, sei bellissima”, riuscì a dire abbassando immediatamente lo sguardo imbarazzato e notò che la ragazza aveva i piedi nudi come la mattina.
“Grazie anche tu.”
Lo prese per meno e lo trascinò lungo il vialetto che aveva percorso prima.
“Andremo a vedere le stelle, ti va? Ho già preparato tutto, su quella collina” e indicò un punto di fronte a loro “vedrai sarà davvero divertente.” Disse la bionda con aria sognante.
Il ragazzo era talmente emozionato all’idea di avere il suo primo appuntamento che non si era posto il problema di organizzarlo.
Quanto puoi essere scemo, Neville”, si disse.
E poi guardò di fianco a sé: Luna mano nella mano con lui si guardava intorno sorridendo, era radiosa.
Fortuna che ci ha pensato lei …”
Raggiunsero il posto indicato dalla ragazza senza dirsi una parola.
Era davvero tutto perfetto, aveva pensato a ogni particolare: c’era una coperta blu stesa per terra e un’altra piegata poco distante, e Neville vide anche dei cuscini, inoltre un cestino era sistemato sull’erba e alcune copie del Cavillo erano sparse qua e là sul prato e candele incantate fluttuavano sopra per incorniciare la composizione.
“Luna, è davvero magnifico.”
“Grazie, adesso ci vogliamo stendere? Vorrei guardare le stelle con te.”
Si sistemarono l’uno accanto all’altra e si coprirono con la coperta in più, restarono parecchi minuti senza dire nulla poi la ragazza chiese “ Senti Neville perché ti piaccio?”
Il ragazzo era stato colto alla sprovvista ma rispose calmo, per la prima volta nella sua vita si sentiva tranquillo, perché ormai aveva capito che i suoi sentimenti erano ricambiati e che Luna non avrebbe mai riso di lui qualunque cosa dicesse o facesse.
“Perché siamo simili pur essendo completamente diversi, ed io perché ti piaccio?”
“Perché siamo simili pur essendo completamente diversi!”
A quelle parole il cuore di Neville fece un balzo e accelerò il battito.
“Penso di aver capito che mi piacevi quando eravamo all’ES al quinto anno. Mi hai schiantato e da quel momento non ho fatto che pensare a te.”
“Ma Neville, nell’ES metà della classe ti ha schiantato, perché ti sei innamorato solo di me?” chiese lei tranquillamente.
“Perché tu sei Luna! Perché sei distratta, forte, coraggiosa, originale e … e … stupenda!”
Da quando aveva estratto la spada di Godric Grifondoro Neville era più sicuro di sé, ed era riuscito a dire cose che prima anche solo pensarle lo imbarazzavano.
“Vedi quella serie di stelle a forma di carro lassù?” chiese Luna.
Il ragazzo puntò immediatamente gli occhi dove diceva la ragazza, e vide subito le stelle che gli stava indicando.
“I Babbani la chiamano costellazione del Piccolo Carro e la stella più luminosa Stella Polare, ma loro non sanno che quelle sono frutto di un’ incantesimo, e tu? Tu lo sapevi Neville?”
Gli occhi di Luna erano fissi su quelli del ragazzo che scosse la testa per far capire che non ne era a conoscenza, quindi lei continuò “ Molti, molti anni fa c’era un mago di nome Atreus Polar che era innamoratissimo di una Babbana di nome Celia. Lui veniva da una famiglia Purosangue e  i genitori erano contrari a quell’unione tanto da rinchiuderlo nella sua stanza per non farlo incontrare con la sua amata.
Lui pensava a lei giorno e notte, notte e giorno, in continuazione tanto che si dice che i suoi pensieri uscirono dalla sua testa e si unirono a formare varie sfere luminose, e che la luce che emettevano era alimentata dall’amore che Atreus provava per la Babbana.
Cosi il mago decise di spedirli in cielo come prova del suo amore, per ricordare alla famiglia e al mondo che la passione e l’ardore che provava per la ragazza non si sarebbero mai spente.”
Neville la ascoltava rapito dalle suo parole, alla fine si azzardò a chiedere “E poi? Riesce a scappare a rivedere la ragazza?”
Luna scosse la testa” Purtroppo no, Celia non seppe mai cosa Atreus fece per lei, la ragazza morì poco dopo la creazione delle stelle, e il giovane mago la raggiunse quasi immediatamente: il dolore lo stroncò.”
 
L’aria era carica di emozione, Neville lo percepiva, aveva voglia di avvicinare il suo viso a quello della ragazza e si sfiorarle le labbra con un bacio. Non ci fu bisogno di fare nulla perché fu lei  ad avvicinarsi piano e gli sussurrò a tre centimetri dalla bocca “La luna brilla argentea, quindi baciami(**).”
Poi lo baciò. Fu un bacio prima lento poi sempre più appassionato. Quando si staccarono il ragazzo osservò i raggi del satellite che illuminavano la bionda di una luce eterea e pensò “Sì anche Luna, la mia Luna risplende argentea.” Si avvicinò a la ribaciò con tutta la dolcezza e l’amore di cui era capace.
Si addormentarono con le mani intrecciate e sotto la coperta dopo aver parlato a lungo di qualsiasi cosa: della scuola, del Cavillo, di strane creature di cui Neville ignorava l’esistenza (ma che sospettava fossero frutto dell’immaginazione di Luna e del padre, ma questo non lo disse), di quello che avrebbero voluto fare in futuro e di come in questi ultimi anni si fossero piaciuti ma non nessuno dei due aveva avuto il coraggio di confessare all’altro i propri sentimenti.
Luna era crollata quando Neville le stava raccontando di una pianta scoperta da poco con poteri magici straordinari, la ragazza dapprima lo aveva ascoltato con interesse ma poi, cullata dalla voce rassicurante del ragazzo, si era addormentata.
Neville l’aveva osservata dormire per alcuni minuti: era così bella che non ne potè fare a meno, ma poi la stanchezza vinse e si accoccolò accanto alla bionda e chiuse gli occhi.
Quella notte il ragazzo sognò di essere rinchiuso nella stanza da letto di sua nonna, cercava  disperatamente di uscire  ma senza successo.
Mentre scagliava incantesimi alla finestra per poterla aprire, la porta si spalancò ed entrarono i suoi genitori che gli sorrisero a con un colpo di bacchetta la madre riuscì a rompere i vetri della                              finestra e gli disse:”Và da lei.”
Neville aprì gli occhi e vidi i deboli raggi del sole farsi spazio tra l’orizzonte: era l’alba, da oggi poteva dire di essere il ragazzo di Luna.
Si girò verso l’amata ancora dormiente e sorrise vedendo che i i capelli di lei erano dello stesso colore dei raggi del sole e si confondevano con essi. Capiva che doveva confessarle il suo amore, che non poteva aspettare, non poteva fare come Atreus.
Si avvicinò alla ragazza, le stampò un bacio sulla guancia e sussurrò al suo orecchio un ti amo portato via dal vento ma che Luna percepì benissimo.
 
(*) frase presa dalla canzone “Kiss me” dei “Sixpence None the Richer”
(**) stessa frase tradotta in italiano.
 
 
 
Angolo autrice:
Allora che ve ne pare? Sarebbero una coppia dolcissima, vero?
Fatemi sentire la vostra opinione ! Avanti!
Baci a tutti e grazie a chi la leggerà.
 
  
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