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Autore: _firefly    02/11/2013    11 recensioni
Ci si può innamorare in sole quarantotto ore?
***
"Tornerò Harry, te lo prometto." sussurra Louis, come se le parole potessero bastare sul serio in quel momento, Harry che cerca di trattenere le lacrime che, impetuose, tentano di uscire dai suoi occhi come nel bel mezzo di una tempesta.|...|
"E mi troverai qui ad aspettarti. Dio, voglio stare con te come con nessun altro." sospira nel suo orecchio, facendo rabbrividire il castano.
***
LARRY, leggeri accenni Ziall
AU! Louis!Military
Genere: Angst, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quarantotto ore

 

 

Dedicata a chi come me

sta ancora aspettando il suo

Louis.

 

 

I always needed time on my own,

I never thought I'd need you there when I cry.

And the days feel like years when I'm alone,

and the bed where you lie is made up on your side.

When you walk away I count the steps that

you take.

 

 

 

Harry odia il suo migliore amico.

Può sembrare una totale contraddizione, perchè una persona non può odiare il proprio migliore amico, nessuna legge fisica nota potrebbe spiegare una cosa del genere. E, fondamentalmente, Harry gli vuole davvero bene - si, quando sta zitto, lo fa ridere o lo abbraccia, ma solo se vuole lui, perchè "altrimenti non ha senso".

Ma in quel momento, sequestrato nella macchina del biondo - quaranta gradi nell'abitacolo e trenta fuori, la musica più orrenda conosciuta dall'uomo a palla, il sudore che comincia a bagnargli la maglietta - lo sta odiando con tutto se stesso.

"Niall, te lo ripeto per la millesima volta, voglio tornarmene a casa!" urla sopra alla musica assordante, cercando di farsi sentire dal biondo.

Ma niente, Niall è irremovibile quella sera e, al grido di "E' sabato sera Harry, e tu hai bisogno di scopare!", parcheggia l'auto davanti al 'Black cat', la discoteca con una fama pari a quella di un bordello di seconda – terza – categoria.

E no, Niall ha torto marcio, Harry decisamente non ha bisogno di scopare, soprattutto non con un ragazzo sconosciuto che frequenta posto del genere, soprattutto non quella sera. Quella sera avrebbe voluto solo starsene sul divano, The Notebook a ripetizione alla televisione, circondato da vasetti di Nutella e gelato in quantità, come il miglior cornuto che si rispetti. Perchè è il 27 giugno e quello, ormai è risaputo, è il suo giorno di depressione radicale, il giorno dell'anno in cui l'unica cosa che vuole fare è dormire – mangiare – piangere, non di certo uscire – ballare – scopare con uno sconosciuto nei bagni di un puttanaio. No, decisamente non erano quelli i sui piani.

Eppure Niall ha deciso proprio quella sera di fare il migliore amico. Così si è preso la briga di entrare in casa sua in stile Oratio Kayne nelle peggiori puntate di CSI, di spegnere la televisione proprio prima della sua scena preferita del film e di dire "Stasera usciamo", con il tono autoritario di chi sa alla perfezione di aver già vinto.

E infatti, come volevasi dimostrare, ora sono fuori dalla discoteca, Niall che sembra saltellare da una parte all'altra super eccitato, mentre nel parcheggio due ragazze li guardano fameliche mentre fumano qualcosa che Harry dubita fortemente sia semplice tabacco.

"Ti odio." sussurra Harry, camminando passivamente verso l'entrata, Niall che lo trascina per il polso.

"Tra qualche ora non dirai più così." sorride il biondo, facendogli l'occhiolino.

Quando Harry entra, vuole solo morire.

Quel posto è un'unica ressa di persone che saltano e si strusciano le une sulle altre, Harry pensa immediatamente che il girone del lussuriosi di Dante nell'inferno dovrebbe assomigliare a qualcosa del genere. E quando si gira e vede una ragazza con una mano infilata nel pantaloni e la lingua nella bocca del tipo davanti a lei, capisce che quel posto è molto, ma MOLTO, peggio.

"Ma dove mi hai portato?!" urla Harry, cercando di sovrastare la musica che – tunz tunz tunz – gli pompa nelle orecchie. Oh, ha già il mal di testa.

Niall gli fa l'occhiolino di nuovo e, davvero, dovrebbe toglierselo questo vizio, perchè Harry non vede un solo motivo per essere felice del fatto di trovarsi lì, quando il suo divano sta piangendo a causa della sua assenza. Deve ricordarsi di uccidere Niall nel sonno, già.

Ma forse è solo lui che non lo trova quel motivo, perchè Niall di sicuro ne ha uno. Infatti, poco lontano Harry scorge il ragazzo mulatto per il quale il suo migliore amico ha una cotta madornale, e allora sì, che Harry capisce per quale cazzo di motivo il biondo l'ha portato proprio lì! La credibilità di quel ragazzo scema sempre di più, fino quasi ad esaurirsi.

E mentre viene trascinato nella folla e tre ragazze mezze nude gli si strusciano addosso, Harry strattona Niall in modo da farlo girare. "E lui?!" urla, indicando il mulatto, che ora sta ridendo con il castano barista, con un cenno della testa.

Niall arrossisce visibilmente, poi alza le spalle e si mette a ridere. "Mmh.. Non lo so?"

"Sei credibile come un cavallo nel recinto dei gatti." alza gli occhi al cielo Harry, l'accenno del mal di testa che aveva prima che diventa una vera e propria emicrania con tanto di tempia pulsante.

Niall sorride ancora - "Che cosa c'entrano i cavalli adesso?!" - mentre stavolta è Harry che lo trascina via. Se deve davvero stare lì, che almeno sia per qualcosa di utile.

"Ma.. Haz cosa..?" e poi, gliela deve far pagare in qualche modo a quel biondo o no?

"Taci e seguimi." dice Harry, prima di dirigersi velocemente verso il bancone del bar di seconda categoria della discoteca. Scosta un paio di coppie intente a ballare e una ragazza ubriaca che tenta di arrampicarglisi addosso.

"Mi dispiace cara, altra sponda!" le urla nella orecchie, indicando la mano di Niall sepolta nella sua: tanto tra qualche ora non si ricorderà neanche il suo nome.

Arrivato al bancone, si ferma esattamente davanti al ragazzo dagli occhi neri, poi tira Niall per il braccio, facendolo sedere sulla sedia posta di fronte a quella del ragazzo in questione.

E' daccero bello: alto, con un fisico magro e muscoloso, due gambe longilinee e degli occhi che parlano; non può biasimare Niall per essersi palesemente invaghito di lui.

"Ciao!" dice al moro, che ora ha smesso di parlare con il barista e fissa incredulo prima Harry e poi Niall, che ha lo sguardo puntato sulle sue scarpe, come se fossero la cosa più interessante del mondo.

"Mi chiamo Harry e lui è il mio migliore amico Niall, piacere di conoscerti..?"

"Zayn." completa il moro, sorridendogli, la lingua incastrata tra i denti bianchissimi.

"Zayn." ripete Harry. "Bene, ora che vi conoscete io andrei. Niall sembra timido, ma dopo un po' che lo conosci vorresti solo mettergli qualcosa in bocca per farlo smettere di parlare." sorride, notando l'espressione sconvolta di Zayn in quel momento. "Se comprendi cosa intendo." ammicca al ragazzo.

"Harry!" lo rimprovera il biondo, schiaffeggiandogli un braccio.

"Cosa?! Adesso che lo conosci la smetterai di rompermi le scatole!" dice Harry ormai fuori controllo. Niall si schiaffeggia il volto, in totale imbarazzo, mentre Zayn ride come un pazzo della sua espressione.

"Divertitevi signori." dice poi Harry, voltando i tacchi ed immergendosi nella folla.

Crede di aver fatto la cosa giusta trascinando Niall da lui, perchè altrimenti il biondo non ci sarebbe mai riuscito da solo, sebbene abbia una parlantina degna dei migliori avvocati. Zayn gli piace da morire e, Cristo, Harry pensa che forse potrebbe essere la sua persona gusta. E, sebbene lo odi con tutto se stesso quella sera, Niall si merita di essere felice.

Così si allontana, vedendo con la coda dell'occhio che Zayn sta sorridendo a Niall mentre quello parla ininterrottamente, gesticolando come fa quando è nervoso. Probabilmente si starà scusando per come si è comportato Harry, ma non gli importa davvero.

Il 27 giugno per qualcuno potrebbe anche non fare così schifo.

 

 

E' ormai passata la mezzanotte quando Harry vede Louis per la prima volta.

Ha appena preso un drink dal colore improbabile ed è appoggiato al bancone del bar, i gomiti sul legno e lo sguardo puntato sulla pista. Vede Zayn e Niall che ballano insieme, l'uno praticamente appiccicato all'altro, a ritmo di una canzone che non conosce e Niall sembra felice, anche se da quella distanza non può esserne sicuro al 100%.

Harry sposta il suo sguardo, lasciandolo vagare per la stanza: è pressocchè l'unico che non balla in quel momento, tutti sono in pista, ubriachi e non, a scatenarsi. Non che si senta escluso, per carità. A lui piace osservare la gente, vederne le espressioni, cercando di capire come sono, che vita fanno.

Ed è proprio in quel momento che lo vede. Lui è lì, in mezzo alla pista, e sembra un angelo nel bel mezzo dell'inferno.

Balla come se non ci fosse un domani, i capelli sudati appiccicati alla fronte, gli occhi chiusi e, Harry non riesce a non notarlo, un culo che parla. E' bellissimo nella sua semplicità, si vede che balla solo perchè gli piace, senza nessuna ragazza appiccicata a lui, nè ragazzo che lo tocca, sembra immerso in un altro mondo.

E' la cosa più bella che Harry abbia mai visto.

"Si chiama Louis." si sente dire all'orecchio da una voce sconosciuta.

Si volta velocemente come scottato, e anche perchè, cazzo, ancora un po' e Louis si sarebbe sentito spogliare con gli occhi. Il barista castano amico di Zayn lo osserva sorridente, un bicchiere in mano intento ad asciugarlo.

Harry tossicchia leggermente, prendendo un sorso del drink che, deve ammetterlo, è davvero buono.

"Che?" domanda cercando di fare finta di niente. Louis..

"Il ragazzo che stavi fissando, ricciolino. Si chiama Louis, è il migliore amico di Zayn." dice ancora il castano, Liam, come c'è scritto sulla sua maglietta con un pennarello nero.

"Non lo stavo fissando." tenta di mettersi sulla difensiva, abbassando lo sguardo imbarazzato.

"Faccio il barista qui dentro da qualcosa come sei anni e riesco a riconoscere quando una persona sta fissando un'altra. E, amico, tu lo stavi fissando." sorride Liam, posando il bicchiere ormai asciutto per poi afferrarne un altro. "E' bello, non è vero?"

Harry osserva attentamente il barista, prima di rispondergli: ha un'aria dolce e rassicurante. Non lo conosce, ma è sicuro che gli abbia detto tutto questo solo perchè vuole in qualche modo aiutarlo.

Quindi.. "Sì." ammette, con un sospiro. "E' bellissimo."

Liam sorride, mentre Harry prende un altro sorso. "Beh, se vuoi concludere qualcosa ti conviene avvicinarti, non è il tipo che fa la prima mossa."

"Beh, neanche io a dir la verità.."

"Oh, andiamo, non prendermi in giro riccio! Prima hai praticamente buttato il tuo amico nelle braccia di Zay!" già sì, quando si tratta degli altri sono capaci tutti.. "Vai lì e parlaci, se non lo fai non lo saprai mai."

Dio, Harry potrebbe seriamente uccidere qualcuno quella sera, che sia il suo migliore amico o un barista che vuole fare il saggio. E - "Fanculo." - Harry finisce il suo drink in un sorso solo, l'alcool che scendendo gli brucia la gola.

Poi si alza, lanciando uno sguardo a Liam che ride leggermente, chiaramente abituato a questo genere di scene. Si volta, ritrovando Louis ancora lì, perso nella musica, la gente intorno che sembra sparire al suo fianco, sembra quasi che non balli così da anni.

Harry scansa un po' di gente, arrivandogli talmente vicino che riesce a vedere le goccioline di sudore che gli bagnano le tempie e gli scivolano sul collo, lentamente fin sotto la maglietta bianca, come vorrebbero fare le dita di Harry in quel momento. Oh Dio, la deve smettere di pensare a certe cose.

Però la tentazione di toccarlo è troppa: quindi Harry gli si mette alle spalle, cominciando a ballare arpionandogli i fianchi. Si muove su di lui, sentendo dei piccoli brividi che passano dal suo corpo a quello di Harry in una maniera così delicata che, in quello scenario, risulta assolutamente fuori luogo.

Louis si gira come scottato, aprendo gli occhi in quelli di Harry, che perde un battito: azzurri. I suoi occhi sono azzurri e..bellissimi.

"Ciao." gli dice sorridendogli, con una semplicità che fa quasi paura e con una voce che lo fa rabbrividire.

"Ciao, Louis." gli sfugge mentre la presa sui suoi fianchi morbidi si intensifica.

Il ragazzo si acciglia, prendendo a ballare più lentamente. "Come sai il mio nome?" gli chiede, mettendogli le braccia attorno al collo, pelle contro pelle, le dita tra i suoi ricci.

Harry sorride, osservando la sua espressione sorpresa. "Se te lo dico, poi dovrei ucciderti." risponde, sussurrandogli sulle labbra sensualmente.

Louis ride dolcemente, scatenando in Harry i peggio pensieri. "Posso sapere almeno il tuo nome, forestiero?" gli chiede, avvicinandosi ancora a lui.

"Mi chiamo Harry." gli soffia vicino all'orecchio, i pensieri velati dall'alcool, le sue mani che non accennano a fermarsi sui suoi fianchi. Nessuno – nessuno – l'ha mai attratto così tanto, così pericolosamente.

"Harry." ripete Louis, annuendo lentamente e posando gli occhi sul suo viso, come se lo stesse studiando lentamente: gli occhi, i capelli, ma soprattutto il suo sguardo esita sulle sue labbra e Harry non può fare a meno di notarlo. Lascia andare i suoi freni inibitori, mentre Louis ricomincia a muoversi su di lui.

"Te l'ha mai detto nessuno che sei bellissimo?" gli chiede Harry ancora, pensando che le conseguenze avrebbe potuto affrontarle poi.

Louis ride e Harry pensa quasi che le sue guance si siano leggermente imporporate, dopo la sua domanda. Ma non ci pensa troppo, perchè poi Louis gli sussurra qualcosa come "No, ma m'hanno sempre detto di diffidare dalle persone che si conoscono dopo la mezzanotte."

"Ah sì?"

"Mmh mmh." annuisce Louis.

O la va o la spacca. "E allora perchè mi stai baciando?" gli chiede malizioso, avvicinandosi pericolosamente a lui.

Louis non sembra cogliere, perchè lo guarda come se stesse cercando seriamente di ricordare se l'avesse mai baciato. Si acciglia e "Cos..?", ma Harry non lo fa finire di parlare, perchè improvvisamente azzera la distanza tra le loro labbra.

Improvvisamente si stanno baciando e, Harry ne è sicuro, non è mai stato baciato così. Louis è assolutamente dolce quando ricambia, il che, per Harry che è abituato a denti e lingue che si rincorrono famelicamente, è il Paradiso. Lo abbraccia completamente, tirandolo più giù dato che è davvero alto, giocando con i suoi capelli sulla nuca, e con la sua lingua che si impossessa di quella di Harry. E il riccio lo stringe e lo respira completamente, quasi sollevandolo da terra per quanto desideri fondersi con lui, in un solo corpo che respira la stessa aria. Tutto quello che c'è attorno a loro scompare in un nanosecondo quando Louis gli morde dolcemente le labbra e poi gli lascia un bacio a stampo sul labbro inferiore che, ad avviso di Harry, vuol dire tutto e niente.

"Oh, cavolo." sussurra Harry, sorridendo sulle sue labbra e facendo combaciare le loro fronti.

"Brutto infame, mi hai baciato." gli dice Louis e quelle parole non hanno neanche una piccola traccia di rimprovero.

Harry ride, avvicinandosi ancora pericolosamente a lui, come calamitato da quelle labbra. "O tu hai baciato me, sono punti di vista." gli sussurra, per poi lasciargli un piccolo bacio a stampo.

Louis sorride. "Stronzo." sussurra sulle sue labbra, unendole di nuovo in un bacio che li fa rabbrividire entrambi.

E no, Harry decisamente non ha più tanta volta di uccidere Niall.

 

 

 

Louis è dolce, simpatico e il suo profumo è qualcosa di meraviglioso, Harry ormai non ha più dubbi sul fatto che potrebbe essere il ragazzo perfetto per lui, che non sarà una cosa di una sola notte. Ma, Harry stavolta ne è sicuro, anche Louis la pensa come lui, perchè da quando di sono baciati non ha mai lasciato la sua mano. E la sua pelle è morbida, come quella di un bambino.

Sono seduti sui divanetti da quasi due ore quando Niall e Zayn gli si avvicinano, il mulatto che circonda un fianco del biondo con una mano.

"Ehi Haz!" lo saluta tutto sorridente Niall, lasciando che Zayn saluti Louis con una pacca sulla spalla e un sorriso d'intesa. "Zayn è meraviglioso e, Dio, vuole portarmi a casa sua e oh, graziegraziegraziegrazie." gli sussurra avvicinandoglisi attento a non farsi sentire dagli altri due, prima di abbracciarlo brevemente.

Harry ride, ricambiando l'abbraccio. "Grazie a te Nì." sorride il riccio, prima di rivolgersi a Zayn. "Trattamelo bene, intesi?"

"Potrei dirti la stessa cosa." ricambia Zayn, facendogli l'occhiolino. Harry arrossisce, prima di osservare i due dirigersi fuori dalla discoteca, che in quel momento gli sembra il posto più bello del mondo.

E "Non posso tornare a casa stasera." dice Louis con aria fintamente cupa, abbassando lo sguardo.

Oh.

"E perchè mai?" gli chiede Harry sorridendo e premendo due dita sotto il suo mento per farglielo alzare.

"Abito con Zayn."

Doppio oh.

"Aaaaaah. No, non puoi andare a casa, Niall è un tipo rumoroso, non lo consiglio a nessuno" sorride Harry, rabbrividendo al ricordo di quella mattina, un paio d'anni prima, quando, entrando in casa sua, aveva sentito cose che decisamente non avrebbe voluto sentire. "Beh, ti chiederei di venire da me, ma.." si interrompe Harry, prima di sentire la mano di Louis che stringe la sua come ad implorarlo.

"Ma?" gli chiede, guardandolo con quegli occhi che spaventarebbero un branco di ladri.

"..ma ho una condizione." dice Harry, improvvisamente serio. E' stato ferito tante volte, troppe perchè ne possa sopportare un'altra, troppe per impedirsi di crollare ancora.

Non vuole ricordare il 27 giugno per un'altra cosa negativa, no grazie, gli bastano già le corna del suo ex a ricordargli quanto faccia schifo.

"Tutto quello che vuoi." gli dice Louis, capendo quello che indirettamente Harry gli sta dicendo.

Il riccio sospira, poi gli punta gli occhi verdi nei suoi azzurri. "Ti voglio trovare accanto a me domani mattina." e i suoi occhi dicono qualcosa che assomiglia davvero a 'Non mi lasciare anche tu!'

E Louis sorride, perchè, "Mi hai spaventato Harry." poi gli accarezza una guancia. "Non me ne vado proprio da nessuna parte." e lo bacia, trovando il sorriso di Harry aperto solo per lui.

 

 

 

Harry pensa che non potrà mai dimenticare quella notte, perchè una cosa simile non può essere descritta se non come 'indimenticabile'.

Appena entrano in casa, le mani di Louis sono dappertutto, le sue labbra così rosse compresse sulle sue, la sua maglietta che fa compagnia a tutto il resto dei vestiti, sul pavimento.

I baci di Harry sanno di 'non mi lasciare', di cocktail fruttato, di vodka, di 'amami!', quelli di Louis sanno di 'non ti lascerò', di mare, di sole, di tramonto, e Harry non sa come sia possibile, perchè sono a Doncaster, in Inghilterra, non sulla costa meridionale dei Caraibi, eppure è così. Louis è una ventata di aria fresca.

Louis lo bacia dappertutto prima di prendere in bocca la sua erezione, cominciando a lavorarci, a farla entrare e uscire dalle sue labbra rosse, a farlo letteralmente impazzire. E non stacca gli occhi dal suo viso nemmeno quando Harry viene tra le sue labbra gonfie, ingoiando tutto il suo seme senza battere ciglio.

E quasi venti minuti dopo, quando Louis è dentro di lui e si spinge tra le sue natiche con estrema dolcezza, gemendo sommessamente e sussurrandogli cose dolci all'orecchio, Harry pensa di impazzire letteralmente. Lo sente dentro di lui, nel suo corpo, nella sua pelle, nella sua anima, soprattutto quando Louis viene dentro di lui, inondandolo di lui, della sua essenza.

"Stai bene?" gli chiede sorridendo quando lo bacia ancora, uscendo da lui dolcemente e stendendoglisi di fianco.

"Mai stato meglio." sorride Harry, poggiando la testa sul suo petto.

E, cazzo, non ha mai detto niente di più vero.

 

 

 

Quando Harry apre gli occhi, quella mattina, ha un mal di testa degno della migliore – o peggiore - sbronza.

Il sole colpisce i suoi occhi dolcemente, probabilmente nella foga ha dimenticato di chiudere le imposte la sera prima, e si sente vagamente intorpidito. Prova a girarsi su se stesso ma qualcosa, o meglio qualcuno, glielo impedisce: abbassando lo sguardo, vede che due braccia gli circondano la vita, posandosi dolcemente sul suo petto nudo, coperto parzialmente dal lenzuolo leggero.

Harry si gratta un occhio, cercando di ricordare cosa è successo la sera prima, ma senza risultati. Allora decide di girarsi, lentamente, per scoprire, chi sia il ragazzo con cui ha fatto sesso la sera prima a quanto pare, e che è.. Rimasto.

Rimasto?

Louis..

Harry ricorda tutto ancora prima di girarsi del tutto verso il castano, che in quel momento sta ancora dormendo, gli occhi azzurri chiusi e un piccolo rivolo di bava che gli cade da un labbro. Sembra un cucciolo, seriamente.

Harry sorride dolcemente, ricordando ogni singolo particolare della sera prima: la discoteca, il drink, gli occhi azzurri, il bacio più bello della sua vita, il "Non andrò da nessuna parte", la voglia di fare l'amore con lui.

"Sei rimasto." sussurra, e gli sembra così strano da dire che non tenta neanche di ignorare il brivido che gli pervade la spina dorsale, gli occhi che si fanno lucidi, il cuore che batte forte.

Penso di potermi innamorare di te.

Passa un dito sul suo labbro inferiore, la voglia di baciarlo è tanta, ma non vuole svegliare Louis solo perchè ha delle strane vogie mattutine, così di limita solo ad osservarlo, a guardarlo dormire come un bambino.

Sei bellissimo.

Sono anni che Harry soffre per qualche ragazzo che ha usato il suo cuore per poi lasciarglielo, ridotto in brandelli. Ma Louis non l'ha fatto, che sia la volta buona?

Sei perfetto per me.

E quando Louis apre gli occhi e lo guarda con quell'aria assonnata, Harry non può che darsi una risposta: sì, l'hai trovato.

"Ciao." sussurra Harry, sorridendo talmente dolcemente che teme di sembrare troppo sdolcinato.

"Eeehi." risponde Louis, slacciando una mano da dietro alla sua schiena per strofinarsi un occhio teneramente. "Che ore sono?"

Harry sorride. "Le undici, credo." risponde, guardando brevemente l'orologio appeso alla parete dietro la schiena del castano.

"Uh, è tardi." sorride Louis, per poi sporgersi a strofinare il suo naso su quello di Harry.

"G..già. E sei..ancora qui." sussurra il riccio incredulo, stringendosi di più al suo corpo ancora nudo.

"Che poi è dove voglio stare." dice Louis, sorridendogli e lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra, raccolto immediatamente da Harry, che lo approfondisce immediatamente. Una morsa prende lo stomaco di Harry, che per la seconda volta quella mattina, pensa che potrebbe seriamente morire. Per Louis.

Quando si staccano, Harry sorride dolcemente e decide di buttarsi, perchè ehi, Louis vuole stare con lui!

"Hai voglia di venire con me al Luna Park la prossima settimana? So che non è un granchè come primo appuntamento, ma è appena il primo, non.." si blocca, notando l'espressione quasi sofferente di Louis quando lo dice. Ma che..? "Cosa c'è Lou?" gli chiede, mentre il ragazzo scioglie il loro incastro perfetto di quella mattina, per mettersi seduto, con uno sguardo quasi di.. Sono scuse quelle?

"Oh, scusami. Ho frainteso tutto, non voglio che tu pensi che perchè abbiamo fatto sesso solo una volta ora tu.." Harry sente le lacrime formarglisi ai lati degli occhi mentre parla alla schiena di Louis, rivolta verso il suo corpo, ancora mezzo coperto dal lenzuolo. Il cuore gli si incrina nel petto, ma si stabilizza quando Louis si gira verso di lui, prendendogli le mani tra le sue.

"No, Harry, oddio no piccolo." sussurra, un mezzo sorriso dipinto in volto. "Io vorrei uscire con te. Anzi, farei qualsiasi cosa per stare con te.."

"Sento che sta per arrivare un ma che non mi piacerà." sospira Harry, abituato a sentire quelle cose.

Louis sospira, poi abbassa lo sguardo, sembra così.. Stanco. "Ma.. Martedì parto." dice solo, e sembra così difficile per lui ammetterlo, che Harry giura di vedere delle lacrime, ai lati dei suoi diamanti blu.

Harry aggrotta le sopracciglia. "Ah.. E dove vai di bello?" gli chiede, pensando ad una vacanza tanto aspettata e finalmente arrivata. E non vede il problema sinceramente, perchè – davvero – sarebbe capace di aspettarlo per una, due settimane, forse anche di più. Perchè lui è Louis, cazzo, è Louis.

Ma il ragazzo nega con la testa, guardandolo negli occhi. "Non.. Oh. Come faccio a dirtelo?" sussurra, lasciandogli le mani per passarsele sul viso e tra i capelli.

"Oh. Non dirmi che hai un altro ragazzo e devi an..?" dice Harry, sussultando di paura al solo pensiero, vedendo che non va avanti.

"No, no, no, non c'è nessuno a parte.. Beh, te." lo interrompe immediatamente Louis per rassicurarlo, tornando a guardarlo negli occhi.

"E allora cosa..?" "Vado in Afghanistan, Harry, per nove mesi. Sono.. Sono un militare."

Oh.

Sono un militare.

Un militare.

Militare..

Louis è un militare e, Dio, Harry capisce tutto ora. Il suo fisico scolpito, il fatto che sia così dolce e gentile, il fatto che la sera prima ballasse come se non lo avesse fatto da troppo tempo e avesse bisogno di sfogarsi, gli occhi azzurri leggermente velati, come se avesse già visto lo schifo del mondo.

Un militare, Harry si sente un idiota.

Prima Ryan che gli giura amore eterno e poi lo tradisce con il primo stronzo che passa per la strada, ora Louis, che sembra il ragazzo giusto per ricominciare, ma che deve partire tra due giorni e potrebbe non tornare mai più.

Qualcuno lassù lo odia, Harry ne è sicuro.

"Ah.." riesce solo a sussurrare, ricominciando a respirare. Ma quando ha smesso di farlo?

"Già." annuisce Louis, abbassando lo sguardo sulle loro mani ancora intrecciate, Harry percepisce un senso di delusione nella sua voce. "Ti capisco Harry, davvero, non pretendo che t..tu accetti questa cosa e.. Non ti preoccupare, non voglio che tu ti senta obbligato a.."

"Louis." il ragazzo alza lo sguardo su di lui, gli occhi lucidi e le labbra socchiuse: non ha capito niente, davvero. Harry non intende lasciarlo andare, sente come se.. Come se non possa mai trovare niente di meglio nella sua vita a parte Louis, sente di poterlo aspettare. Forse non ce la farà, ma ci vuole comunque provare. "Tu parli troppo." tenta di sorridergli. "Mi ci puoi anche portare oggi pomeriggio al luna park, abbiamo ancora due giorni per stare insieme, e non intendo sprecarli in alcun modo."

Louis lo guarda con gli occhi spalancati, incapace di dire qualsiasi cosa, cercando di capire se il riccio stia scherzando o no.

"Smetti di guardarmi e vestiti, ti porto a mangiare in un posto carino."

Poi Harry si alza dal letto, camminando verso la porta, solo il lenzuolo a coprirlo.

E, mentre esce dalla porta per andare in bagno, il suo sorriso si trasforma in una smorfia dolorosa. Quarantotto ore contro nove mesi..in che cosa si sta cacciando?

 

 

Neanche quindici minuti dopo, Louis è di nuovo nudo e spalmato su di lui, nella doccia. E' entrato nella stanza e non ha detto niente, si è solo fiondato sotto il getto dell'acqua calda con lui, cominciando a baciarlo, a stringerlo tra le braccia come per non lasciarlo mai andare. E Harry davvero, vorrebbe far durare quel bacio in eterno, perchè sente che tutto quello gli mancherà, pur conoscendo Louis da meno di dodici ore..

"Non pretendo che mi aspetti, sul serio, io.." Harry interrompe la frase di Louis con un pizzicotto sul fianco, deve assolutamente smetterla di essere così insicuro.

"Ahi!" protesta il ragazzo, i capelli bagnati che gli cadono sulla fronte. E' bellissimo.

"Te lo meriti, smetti di dirlo." gli dice con una smorfia, prima di prendere il shampoo ai frutti di bosco, cominciando a metterglielo tra i capelli. "Possibile che tu non sia neanche un po' curioso?"

"Di che cosa?" gli chiede Louis, beandosi delle sue carezze.

"Di come potrebbe essere. Io e te, intendo." risponde Harry, e sente che sta per dire solo la verità. "Se avessimo tutto il tempo che vogliamo, se ti avessi trovato solo qualche mese fa, non vorresti sapere come sarebbe? Io sì. E quindi ti voglio aspettare, tu non devi pretendere niente, sono io che voglio farlo." non è mai stato così sicuro in vita sua, non che ci voglia molto, comunque.

Louis sorride dolcemente, avvicinandosi di più a lui. "Ne sei sicuro?"

"Sono stanco di farmi usare. Quindi sì, ne sono sicuro Lou."

Poi Louis lo bacia e il suo bacio sa vagamente di frutti bi bosco. Non che ad Harry dispiaccia, comunque.

 

 

*****

 

 

Louis capisce subito che quando Harry dice una cosa, è quella e basta.

Infatti, solo un ora dopo sono seduti su una panchina del parco, sotto ad un albero, un hot dog un una mano e una bottiglietta di acqua nell'altra.

"Avevi detto 'posto davvero carino'." borbotta il castano, guardando Harry di sottecchi, mentre il ragazzo sta cercando di pulirsi alla bell'e meglio una macchia di senape che, in tutta la sua giallezza, sosta sui suoi pantaloni beige.

"Perchè, non ti piacciono gli hot dog?" sorride lui, portandosi un dito alla bocca per succhiare un po' di salsa.

Louis fa una smorfia, ma poi sorride. "Sei incredibile." sussurra, sfiorandogli il braccio con il suo e rabbrividendo subito dopo. Il sole gli fa socchiudere gli occhi, mentre uno scoiattolo passa a qualche metro da loro, forse cercando qualche turista che gli dia qualcosa da mangiare, sfruttando la sua adorabilità. Un po' come fa sempre Harry.

"Non sei il primo che me lo dice e non sarai nemmeno l'ultimo." sorride il riccio con quelle fossette bellissime, finendo il suo pranzo in un boccone.

Louis scuote la testa con un sorriso, pensando che sì, stavolta un motivo per tornare a casa ce l'ha, ma non fa in tempo a concludere il pensiero, che un getto d'acqua lo prende il pieno viso.

Un urlo molto poco virile gli sfugge dalle labbra, mentre si alza e il suo hot dog mezzo finito cade a terra con un sonoro 'poc'.

Harry di fianco a lui ride sguaiatamente, la sua bottiglietta d'acqua ormai finita tra le mani. "Non ho resistito!" ride, ormai è quasi a terra e Louis è sconvolto e bagnato. L'ha davvero fatto? Ha davvero osato bagnarlo?! Louis decide di non pensarci troppo, afferra la sua bottiglietta e lo bagna a sua volta, rovesciandogli tutto il contenuto tra i ricci, ridendo a sua volta. Harry cade seduto nell'erba, tirandoselo dietro e facendolo finire di fianco a lui, il suo fondoschiena sull'erba morbida.

"Infame di un riccio." dice ancora, senza smettere di ridere, pensa di non averlo mai fatto così tanto con qualcuno, Harry deve essere una specie di mago, per forza di cose.

Guarda il riccio che ride ancora, ormai completamente sdraiato sull'erba, tendendosi la pancia con le mani enormi aperte.

Non resiste: si alza leggermente, prima di scavalcarlo con una gamba e mettersi sopra il suo bacino, le ginocchia piegate ai lati del suo corpo. Poi gli afferra i polsi, tirandoglieli sopra la testa e bloccandoglieli lì, il corpo di Harry completamente a sua disposizione.

"Cosa vuoi fare LouLou?" gli chiede Harry malizioso, muovendo leggermente il bacino sotto di lui, forse per sistemarsi meglio, ma Louis non può fare altro che notarlo, la frizione dei loro bacini che giunge come un brivido piacevole al suo corpo.

"Ora sei mio schiavo, quindi suppongo.. Quello che voglio?" domanda retoricamente Louis, prima di sorridere e abbassarsi per baciarlo sul collo.

"Sempre ricordando che siamo in un.. Luogo pubblico." sussurra Harry con poca convinzione, prima di accogliere le sue labbra sulle proprie.

Quando approfondisce il bacio, Harry sente il cuore fare una capovolta nel suo petto, soprattutto quando poi si libera i polsi dalle mani grandi di Louis e seppelisce le sue tra i capelli del castano, tirandolo di più su di sè, cercando di rendere il bacio ancora più profondo.

E sono sul prato, in mezzo all'erba, sono bagnati, in piena estate e le persone che passano li guardano. Ma non potrebbe interessare loro di meno, davvero, perchè si stanno baciando e, per la prima vola in vita loro, sentono che tutto questo è così fottutamente giusto, che nove mesi non possono essere così terribili.

No?

Quando si staccano sono assolutamente senza fiato, ma forse non è tutta colpa dei polmoni. E si guardano, come se fossero davanti ad uno specchio, Harry gli sorride e Louis non può fare a meno di imitarlo, prima di spostargli dolcemente un riccio dalla fronte.

Harry si sporge ancora, non resiste e gli dà un bacio a stampo sulle labbra, sorridendo di nuovo.

Louis ricambia, prima che Harry gli accarezzi con il pollice una guancia.

"Tornerò Harry. Da te. E questa è una promessa."

E non riesce a spiegarsi come, ma Harry gli crede.

 

 

*****

 

 

Luglio 2012, mese 1

 

Harry odia i martedì.

Davvero, non sa come ha fatto a sopportarli, per tutto il corso della sua esistenza. Li trova inutili, in tutti i sensi, la settimana dovrebbe essere formata solo da sei giorni, perchè aggiungere un giorno tanto senza senso?

Era un martedì quando Ryan l'ha tradito, un martedì quando è stato bocciato al suo prima esame in Università, un martedì quando Niall ha avuto un incidente, a diciassette anni, e Harry ha pensato seriamente di perdere la persona più importante della sua vita.

Ma soprattutto, era un martedì quando Louis è partito, esattamente un mese prima.

E gli manca, gli manca terribilmente.

Si ricorda ancora quando l'ha accompagnato all'areoporto, in compagnia di Zayn, lasciandolo esattamente fuori dalla pista di lancio, perchè Louis è un militare e anche importante, lui può portare chi vuole fino lì.

 

Louis saluta Zayn, questa volta come in altre cento, abbracciandolo stretto e sussurrandogli qualcosa che Harry non riesce a sentire nell'orecchio destro. E quando il moro lo lascia, il riccio pensa di vedere una lacrima mal trattenuta bagnargli le ciglia, ma non può esserne sicuro al cento per cento.

Poi è il suo turno e Louis gli sorride, prima di avvolgerlo completamente con le sue braccia muscolose e forti e sebbene sia più alto, Harry si sente assurdamente protetto con lui di fianco.

"Mi mancherai." gli sussurra, e, Dio, se la verità potesse essere misurata tramite i battiti del cuore, quella frase ne conterebbe un'infinità.

"Tornerò Harry, te lo prometto." sussurra Louis, come se le parole potessero bastare sul serio in quel momento, Harry che cerca di trattenere le lacrime che, impetuose, tentano di uscire dai suoi occhi come nel bel mezzo di una tempesta.

Harry si stringe nell'abbraccio, tentando di memorizzare ogni cosa di quell'istante, per potersi torturare poi: il suo profumo dolce, la sua pelle morbida, la sua stretta dolce e potente allo stesso tempo, il suo tacito 'mi mancherai'.

"E mi troverai qui ad aspettarti. Dio, voglio stare con te come con nessun altro." sospira nel suo orecchio, facendo rabbrividire il castano.

"Anche io Haz." risponde Louis. "Anche io."

Harry annuisce, prima di staccarsi da lui, le lacrime che premono sulle sue iridi, vogliose di uscire. Poi sospira, mentre Louis capisce di avere ancora poco tempo - tutti i suoi compagni sono agli sgoccioli con i saluti -, e si toglie un piccolo bracciale dal polso, è fatto ad elastico e ha un piccolo ciondolo a forma di H, forse un regalo di sua madre, non ricorda, ha solo bisogno di dare qualcosa a Louis, qualcosa che possa fargli ricordare di lui quando penserà di non farcela, quando penserà di non poter fare altro che arrendere. Lo porge al ragazzo, tentando di sorridergli.

"Tienilo tu e quando lo guarderai..ti prego, pensami." gli dice, lasciando che Louis lo afferri dolcemente dalle sue mani, prima di infilarselo al polso destro.

"Sarà difficile non farlo." sorride lui, prima di avvicinarsi per poterlo baciare. Si alza sulle punte, facendo congiungere le loro labbra dolcemente, in un bacio che sa tanto – forse troppo – di addio. Ed entrambi lo devono sentire, perchè quando si staccano, Louis gli dà un bacio sul naso, prima di "Tornerò." ribadire, come se percepisse il bisogno di Harry di sentirselo dire. E non può avere più ragione.

Se Louis potesse, in quel momento, si strapperebbe direttamente il cuore dal petto e glielo lascerebbe tra le mani, tanto per far capire ad Harry quanto gli sia entrato dentro in quei due giorni.

Harry gli bacia il labbro inferiore, prima di accarezzargli dolcemente una guancia. "Lo so." sussurra. E lo sa davvero, perchè Louis è il suo lieto fine e non può andare male, non ancora.

Il suo comandante chiama tutti a raccolta, prima di sparire nell'aereo privato che reca il logo dei militari, lasciando a tutti pochi secondi ancora, con le persone che amano.

Harry sente le lacrime bagnargli le iridi, prima di staccarsi da Louis quel poco da poterlo guardare bene in viso.

"Ciao." sussurra, tirando un sorriso che spera non assomigli troppo ad una smorfia. Solo ciao, per non farlo assomigliare ad un addio.

"Ciao piccolo." ricambia Louis, dandogli un ultimo bacio sulla fronte, talmente dolce che Harry teme di morire. Poi si stacca del tutto, andando a posizionarsi di fianco a Zayn, che sorride accomodante.

L'ultima cosa che ricoda di lui è la sua schiena, il suo pollice alzato e il suo sorriso commosso rivolti a loro prima di sparire nel jet, la sua divisa verde scuro che spicca sulla superficie bianca dell'aereo.

E ad Harry sembra di entrare in uno stato di apnea.

 

 

Ed ora?

Ora è fermo alla fermata 22 della metro, è un fottuto martedì e si sente vuoto.

Sta andando a prendere un caffè con Liam, il barista che l'ha spinto verso Louis e che non sa se lo dovrebbe ringraziare o maledire. Forse la prima. Naaah, decisamente la seconda.

Eppure non c riesce a pentirsi di quello che ha fatto, dei suoi due giorni passati con Louis. Non riesce a pentirsi e lo sta ancora aspettando.

Quando entra nel bar, Liam lo accoglie con un sorriso, il riccio non ricorda come sono diventati amici, davvero. Forse gli stava solo simpatico e si è sentito di tornare da lui perchè è una delle cose che gli ricorda Louis, insieme a Zayn, ovviamente, ma lui non conta perchè a) se ne sta sempre appiccicato al suo biondo migliore amico, b) lui è troppo ottimista per i suoi gusti: non fa altro che dirgli che tornerà, che stananno insieme perchè "lui ti stava cercando, Haz, è giusto così." Già, peccato che ad Harry non serva tutto quello.

A Harry serve qualcuno che lo tenga attaccato alla realtà, che non gli permetta di illudersi troppo, di non spaziare. E Liam sembra capislo, perchè è quello che fa sempre, quando lo vede e Harry sente di avere un estremo bisogno di lui.

"Ehi Harry!" quando lo vede, Liam gli sorride e poi lo fa sedere di fronte a lui, una cioccolata con la panna davanti, come ormai è loro abitudine. Il suo diabete in un solo mese sarà salito fino alle stelle, ma va bene così.

"Come stai?" chiede a Liam, prima di sorridergli.

"Bene." sorride anche lui, i baffi di cioccolata sotto al naso. "Io e Sophia abbiamo fatto pace, ma non credo durerà ancora."

"E perchè?" non ne sembra molto turbato.

Infatti Liam alza le spalle, sorride. "E' troppo complicata per i miei gusti, non smette un attimo di lamentarsi per come vivo, per il mio lavoro. Ptf, stronzate, io sto benissimo."

Harry ride leggermente, pensando che, cazzo, dovrebbe presentargli sua sorella, sono davvero simili quei due. "E perchè ci stai ancora insieme?"

"Non ne ho idea." risponde semplicemente.

Parlano così tutto il pomeriggio, niente di meglio per un pallosissimo martedì che altrimenti avrebbe passato a casa da solo, senza fare niente. Liam non accenna neanche un secondo a Louis, non ne parla ma Harry sa che il suo alone è sopra di loro, nella stanza. Lo sente, lo sente talmente vicino che se allungasse il braccio potrebbe sfiorarlo.

Solo quando si stanno per lasciare, Harry tira su col naso, prima di abbracciare Liam e, invece del solito grazie, gli sussurra una domanda che vuole fargli da quando l'ha incontrato, tre settimane prima, per la seconda volta.

"Come pensi che sia la guerra, Lee?"

Liam soffia una risata, si separa da lui e.. "Penso che la guerra sia in ognuno di noi, Haz."

E non potrebbe avere più ragione di così.

 

***

 

Louis lo prende per mano, in mezzo alla folla, trascinandolo in mezzo alla gente ignara di tutto ciò che quelle mani intrecciate stanno dicendo.

Guarda ammirato la ruota panoramica, gli brillano gli occhi, sembra quasi un bambino davanti al suo gioco preferito. "Andiamo sulla ruota panoramica?"

No. No no no, assolutamente no. Harry ha paura delle altezze, ha paura di cadere giù, di non riuscire a farmare quel desiderio irrazionale di fermarsi. "Ho una paura folle delle altezze, Lou."

Louis ride. "Non ti preoccupare ricciolino, ci sono io con te." poi ride ancora, trascinandoselo dietro come se fosse fatto di carta. Oh, con Louis lo è davvero, il cuo cuore è fragile come la carta velina con lui accanto.

Venti minuti di coda dopo, sono già lì sopra, a quasi cinquanta metri dal suolo. Harry si sente morire, è verde, blu, giallo, ma Louis sembra non notarlo: gli stringe la mano dolcemente,guardando verso terra con aria di chi non vuole mai più scendere di lì.

"Dio Harry, stai bene?" gli chiede poi, voltandosi verso di lui. "Se avessi saputo che ti saresti trasformato in un lecca-lecca colorato non ti avrei portato fino a qui sopra."

"Sto bene, scemo." dice Harry ridendo piano, senza staccare gli occhi da quelli di Louis, senza smettere di perdersi in quell'azzurro così puro.

"Nah, io non credo." poi si sporge e lo bacia dolcemente, la sua lingua calda che si insinua tra le sue labbra. Harry se lo tira addosso, facendolo sedere sopra le sue ginocchia, mettendogli una mano tra i capelli. Sta terribilmente bene, se prima aveva solo voglia di vomitare, ora si sente solo.. Innamorato, come un cretino.

"Avevi ragione, ora sto bene."

Louis ride, poi si accoccola sul suo petto, senza staccare gli occhi dal panorama.

Ha paura, Harry glielo legge negli occhi che spalancati sembrano più due universi che sono vicini, ma che non si toccheranno mai.

"Non devi avere vergogna di essere impaurito, Lou." gli dice Harry, baciandogli i capelli e stringendolo di più a sè. "Sei umano, è naturale, io me la starei facendo addosso al tuo posto, davvero."

Louis si volta verso di lui, una lacrima mai pianta che gli bagna le ciglia. "Non.. Non credo sia per la guerra, Harry. Non ho paura della guerra, ormai..ormai la conosco."

"Ah.. E di cosa hai paura allora?"

Louis accenna una risata, si sporge per lasciargli un bacio sulla guancia. "Di te." sussurra contro il suo collo. "Del fatto che adesso ho un motivo per tornare, del fatto che potresti uccidermi se solo lo volessi."

Harry sente un brivido percorrergli la schiena, lo sguardo puntato sui dolorosi nove mesi che ha davanti. "E sei tu quello che avrebbe paura di me?" sorride, facendogli alzare lo sguardo su di lui. "Sei tu che mi ucciderai, prima o poi."

"E se rimanessimo vivi entrambi? Io non uccido te, tu non uccidi me, ci stai?" ride Louis, prima di stringergli di più le braccia attorno alla vita.

"Ci sto." sorride Harry, prima di baciarlo di nuovo, a cinquanta metri da terra, con poco più di venti ore di conoscenza alle spalle.

"Non avere paura di me, non ti farò del male."

E Louis lo sa benissimo, davvero. Il vero problema non è Harry, il problema è che sente di essersi innamorato di lui ancora prima di baciarlo, ancora prima di avere una conversazione civile con lui. E questo lo spaventa ancora di più della guerra, ancora di più della morte.

"Nemmeno io."

'Per questo tornerò. Per te.'

 

*****

 

Settembre 2012, mese 3

 

"Come fai a non essere preoccupato Zay?"

Un pomeriggio di metà settembre Harry glielo chiede, seduto al tavolino di un bar con anche Niall e Liam, che bevono il loro the caldo dietro le loro enormi tazze colorate. Si sa, è già settembre e sono in Inghilterra, non che faccia mai molto caldo in quelle zone, ma comunque.

Tutti gli occhi si puntano sul moro, che finisce la sua sigaretta e poi la spegne nel posacenere rosso davanti a loro, hanno preso un tavolino fuori solo per lui e il suo vizio del fumo. Non che pesi a qualcuno.

"Nah, Louis torna sempre." e Harry è felice che abbia solo capito e che non abbia fatto domande come 'per cosa?' o 'di che parli?', perchè davvero, Harry pensa che lo avrebbe solo mandato a quel paese. Ma Zayn non ha finito, perchè.. "Pensa che un anno la sua base era esplosa, con tutti i soldati dentro, durante la notte. Pensavo di averlo perso, era la prima volta che giungeva una notizia simile, non penso di aver mai pianto così tanto. Ci sono voluti due mesi, dico due fottuti mesi, perchè ci chiamassero e ci dicessero che quello stronzo era ancora vivo, anche se sembrava impossibile si era salvato." Zayn gli sorride incoraggiante, prima di stringere la mano di Niall, sul tavolo. "Louis torna, torna sempre, anche quando pensi che non lo farà mai più, anche quando pensi che sia la fine."

E Harry adesso capisce perchè Zayn è il migliore amico di Louis, solo adesso lo vede davvero. Perchè loro due sono così diversi, ma Dio, non ha mai visto nessuno essere così legato ad una persona sebbene questa passi dei mesi interi in mezzo alla guerra, a difendere dei poveri civili. Zayn mantiene in vita Louis, fa in modo che quando torni a casa dimentichi sempre tutto l'orrore che ha visto in posti dimenticati da Dio, come l'Afghanistan.

"E poi.. Tornerà perchè dovete stare insieme. Lui ti stava cercando, Haz, è giusto così."

E Harry sente che forse, dopo essergli stata ripetuta talmente tante volte che quasi non ce la fa più, quella frase potrebbe anche essere vera.

Insomma, lui e Louis. E' giusto così.

 

 

Quando vede la lettera nella buca della posta, Harry è insieme a Niall. Sono appena stati ad una mostra d'arte perchè - "Daidaidaidai Harry, portamici, portamici, portamiciii!" - quando Niall fa regredire il suo cervello fino a quando ha due anni, Harry può davvero fare poco per contrastarlo. Però gli è piaciuta la mostra, era Rinascimentale e Niall saltellava felice da una parte all'altra come un bambino, non per niente fa la facoltà artistica all'Università. A Harry piace vederlo felice.

"E questa cos'è?" dice quando apre la cassetta, quando ormai sono a casa di Harry, pronti per la maratona di Harry Potter che avevano programmato.

"Un coccodrillo. Harry, è una lettera, cosa vuoi trovarci nella buca delle lettere?!" tenta Niall ironico, ridendo come solo lui sa fare, prima di precederlo per le scale.

"Grazie, Capitan Ovvio!" Harry alza gli occhi al cielo. "Intendo dire che non aspettavo lettere e questa è stata anche scritta a mano e.."

Oh.

Oooh.

"E?"

"Louis."

"Oh."

"Già."

Capita spesso loro di comunicare a monosillabi, e sono quelli i casi in cui si capiscono di più. Salgono le scale fino al secondo piano, prima di aprire la porta dell'appartamento e ficcarcisi dentro.

"Vado a preparare i pop corn." e Harry sa alla perfezione che in realtà tutto ciò che vuole dire è 'ti lascio solo, leggi e non piangere, ci sarò quando avrai finito'. Perchè Niall è così, sembra uno scemo, ma in realtà deve solo ringraziare l'Altissimo perchè gliel'ha regalato, in una fredda notte di novembre di quasi quindici anni prima.

Harry sie siede sul divano, prendendo la lettera tra la mani. E' bianca, tutta sporca di terra ai lati, chiusa benissimo, con qualcosa come cinque o sei timbri postali di nazioni diverse. In piccola grafia su un lato c'è scritto il suo nome e il suo indirizzo e ad Harry tremano le mani solo a guadare quelle tracce nere, perchè – Cristo - le ha lasciate Louis, il suo Louis, solo per lui.

Poi la apre, le mani inferme, il cuore che batte all'impazzata, le lacrime già a formare piccoli laghetti di dolore ai lati dei suoi occhi.

L'ha scritta più di un mese prima, velocemente, forse al buio.

Harry prende a leggere.

 

 

 

 

Afghanistan, 23 agosto 2012

Ciao Harry.

Non chiedermi perchè, con tutte le persone a cui avrei potuto scrivere, ho scelto proprio te, perchè sinceramente non lo so nemmeno io. Solo.. Leggi. Il resto a dopo.

Sono vivo, ancora, ma non posso dire di stare bene. Qui c'è solo morte e quando cammino per strada qualche volta mi capita di pestare delle macchia di sangue, chissà poi di chi. Mi sembra di essere arrivato direttamente all'Inferno con un volo in prima classe, dopo aver assaporato il Paradiso.

E sì, per quanto possa sembrare sdolcinato e stupido, sei tu quel Paradiso.

Mi manchi, Harry, dopo due mesi mi manchi già e io non lo so come farò a continuare a vivere sapendo di averne davanti altri sette. Forse pensando a te, o scrivendoti come sto facendo adesso. Però ho voglia di baciarti e di sentire il tuo profumo, immensamente, e questo niente lo cambierà.

Tutti i miei compagni nelle scorse missioni mi dicevano sempre che gli mancava casa, gli mancavano le loro fidanzate, le loro mogli, i figli. E io non lo capivo. Non capivo come avessero avuto il coraggio di farsi una famiglia o di sposarsi sapendo quello che sarebbero dovuti andare a fare una volta qui. C'è John che ha a casa sua moglie Julie, che quando torna gli fa sempre trovare i muffins identici a quelli della prima volta che si sono incontrati. C'è Mike che vuole tornare dalla sua Amanda e le scrive milioni e milioni di lettere che non le spedisce mai. Penso che lo faccia per parlare con qualcuno, per sfogare tutto il dolore che prova stando lontano da lei. E anche Sam, il nostro capitano, ha due bambini piccoli e la sua Jane che lo aspettano a casa, ha la loro foto sempre nella tasca. Loro si sono innamorati e ho capito che non è una cosa che prevedi, nessuno ti chiama al telefono e ti dice: 'Ehi, domani ti innamori, stai attento!', nessuno te lo dice prima, succede. E solo in questo periodo lontano da casa mi sono accorto che prima osservavo i miei compagni come avrebbe fatto un cieco.

Perchè ora. Ora li capisco, perchè ora ho te.

Abbiamo passato solo due giorni insieme. Le quarantotto ore più belle della mia vita e, Dio Harry, mi ricordo ogni particolare di te, di quello che abbiamo fatto insieme, della tua voce, della tua risata. Ti rivedo nei sogni, l'unica cosa che mi mantiene in vita in tutto questo orrore.

Mi ricordo tutto ed è strano, perchè di solito dimentico anche le cose più stupide come passare a prendere Daisy a danza o comprare il latte per mia mamma. Ma tu. Tu mi sei entrato sottopelle come poche persone hanno fatto nella vita, e quei due giorni valgono per me come due anni.

La sera prima che partissi eravamo al parcogiochi sulle altalene, ti ricordi? Ti ho chiesto perchè mi avresti aspettato e messo la tua vita in stand-by per me. Mi hai risposto che neanche tu lo sapevi, che solo per il fatto che ero rimasto, quella mattina, mi avresti donato l'universo, il tuo, e che quindi mi avresti aspettato a casa. Non te l'ho mai detto, ma dalla prima volta in cui ti ho visto, dietro di me in discoteca, ho pensato che tu assomigliassi a qualcosa di molto vicino a casa. E adesso ne sono sicuro, tu sei casa mia Harry, ed io non intedo farti scappare. Sei la cosa più vicino all'amore che io abbia mai avuto.

Non vedo lora di tornare per stare con te, come si deve. Te l'ho promesso e intendo farlo.

Mi manchi, piccolo.

Tuo

Louis

 

 

Harry non si accorge di stare piangendo fino a quando una lacrima non cade sull'inchiostro nero, sbavando qualche parola. Il 'mi manchi' scritto con quella calligrafia incerta, ora sembra più un 'ti amo'.

Anche io ti amo, anche io ti amo, anche io ti amo.

Non ce la può fare davvero, non dopo che ha letto quelle parole, non quando tutto quel dolore improvvisamente diventa reale, fin troppo per lui, quando tutto quello che sembrava un incubo con quella lettera diventa improvvisamente vero.

Ma la cosa che lo fa stare peggio è che Louis lo pensa, lo ama, eppure, chissà per quale avverso destino, non possono stare insieme e non sanno se potranno mai effettivamente farlo.

Quando Niall torna dalla cucina Harry ha le guance rigate di lacrime, il cuore che batte forte, la lettera stretta al petto, ormai rovinata dal lungo viaggio. Il biondo si avvicina a lui, mettendogli un braccio attorno alle spalle, nessuna traccia dei pop corn.

"Oh, Harry.." gli sussurra poi, abbracciandolo stretto e lasciando che il suo migliore amico gli bagni la maglietta bianca delle sue lacrime, lasciando che sfoghi tutto ciò che ha dentro addosso a lui.

"Mi manca." ammette singhiozzando, Niall che gli accarezza i capelli nelle luci soffuse della stanza.

"Lo so, ma andrà tutto bene." gli dice, lasciandogli un bacio sul capo caldo. "Te lo prometto."

Rimangono così tutta la notte, Harry che piange, poi ride delicatamente quando il biondo gli racconta qualcosa di divertente per farlo almeno sorridere, poi piange ancora, quando Niall ormai dorme stretto a lui, passate le tre. E' la notte, pensa, è la notte che mi fa piangere, perchè di notte ci sentiamo tutti più vulnerabili.

Ma sa che non è vero. E si addormeta così, pensando a Louis, un fucile stretto sontro il petto e il suo braccialetto a scintillare sotto le luci fioche della notte.

 

*****

 

Novembre 2012, mese 5

 

"Tu ci credi in Dio?"

"Oh, ho smesso di crederci tanto tempo fa, piccolo."

Sono seduti sulle altalene del parcogiochi della città, quello con un grande scivolo pieno di scritte e l'erba alta, che arriva quasi alle ginocchia. Tra meno di dodici ore Louis dovrà partire, ma per ora non vogliono pensarci.

Si tengono per mano, come due adolescenti, Louis che gli sorride guardando il tramonto davanti a loro, Harry che lo guarda come se fosse la cosa più bella dell'universo.

"E perchè?" gli chiede, tentando di memorizzare la sensazione della pelle di Louis contro la sua.

"E' la quarta missione che faccio, Harry, e ogni volta che torno lì mi convinco sempre di più che un Dio non può davvero volere tutto quello. Non può davvero lasciar morire dei bambini innocenti." sospira Louis, prima di stringere la presa sulla catena dell'altalena fino a farsi sbiancare le nocche.

Harry si scusa con lui con lo sguardo, prima di prendere a dondolare lentamente. "Tu vai lì per questo, non è vero? Per i bambini." gli chiede ancora.

Louis si addolcisce leggermente, prima di puntare gli occhi su di lui. "Mi sono arruolato solo per mantenere una tradizione di famiglia che prosegue fino dall'antichità, ma, oddio Harry, quando salvi un bambino è la cosa più bella del mondo." e i suoi occhi solo lucidi, tanto che Harry pensa che no, nemmeno lui potrà mai fermarlo dal tornare lì, quella è la sua vita.

"A quanto pare ti piace salvare la gente." sussurra Harry, prima di sorridergli dolcemente, lasciandosi scivolare addosso tutte le paure.

"Quasi quanto piace a te." gli risponde Louis, prima di alzarsi e, senza lasciare la mano di Harry, sedersi nell'erba alta, trascinandoselo dietro.

Poi lo tira addosso a lui, facendolo sedere sulle sue gambe chiuse, lasciandolo accoccolare sul suo petto, gli occhi che si inseguono. "Mi mancherai."

"Me l'hai già detto." risponde Louis, lasciandogli un bacio sul naso.

"Sì, lo so, ma.. Mi mancherai davvero Lou. Davvero, davvero tanto" sussurra di nuovo, nascondendosi nella sua felpa morbida e calda, di quelle in cui vorresti viverci per l'eternità, perchè non ti fanno mai sentire solo, per quanto tu possa esserlo.

"Perchè vuoi aspettarmi, Harry?" gli domanda Louis, sussurrando e cominciando ad accarezzargli la schiena.

"Perchè non dovrei farlo?"

"Tu puoi avere tutto, puoi avere chi vuoi, io.."

"Io non voglio 'chi vuoi', io voglio te. Tu sei rimasto quella notte, 'chi vuoi' è sempre scappato via dopo che mi addormentavo." rispose Harry, la serietà nei suoi occhi. "Solo per questo potrei regalarti l'universo, Lou. Tu sei quello giusto, 'chi vuoi' mi ha usato e poi mi ha buttato via. Tu invece sei qui."

Louis sorride dolcemente, poi lo bacia sulle labbra, come se non ci fosse un domani. E forse non c'è davvero. Lo tira giù, sull'erba, accarezzandogli la pelle appena sotto la felpa, facendo l'amore con lui anche da vestiti.

"Anche tu mi mancherai." gli sussurra alla fine.

E se Dio esistesse davvero, Louis giura che lo ringrazierebbe così forte da farsi venire il mal di testa. Perchè Harry è l'angelo più bello ed è solo suo.

 

***

 

Harry cammina dietro a Niall e Zayn che si tengono per mano, in mezzo tra Liam e sua sorella Gemma, alla fine ha deciso davvero di presentargliela. Sono in mezzo alla folla, cosa parecchio apprezzata da Harry, perchè la gente gli impedisce di pensare.

"Guarda Zaynie, i festoni per il nostro albero!" esclama Niall, prima di trascinare il suo ragazzo davanti al bancone di una bancarella natalizia, in mezzo ad altre mille. Zayn sorride ai due dietro di lui, prima di seguire il biondo.

"Dio, quei due sono peggio dello zucchero." commenta Liam, senza alcuna traccia di irritazione nella voce, solo dolcezza.

"Già, la prossima volta penso che me ne starò al mio posto." replica Harry sorridendo, anche se no, non è assolutamente vero a giudicare da come Gemma continua a guardare Liam e da come lui ricambia. No, pensa che non sarà mai capace di farlo davvero.

Calpesta un po' di neve contro la suola della scarpa, è ormai fine novembre e Louis non gli ha più scritto nemmeno una riga. Non sa perchè, ma ha l'impressione che comunque stia bene, come se lo..sentisse, in un certo senso. Come se sapesse che sta bene.

Per questo sorride, prima di seguire Liam e Gemma, che si avvicinano ai due fidanzatini alle bancarelle.

"Guarda che bella, Haz!" sorride Niall con gli occhi spalancati, prima di indicargli una palla di Natale, quelle con la neve che cade quando le scuoti. Dentro due bambini stanno facendo un pupazzo di neve, piccole statuette che in quel momento sembrano più vive di lui.

"Già, è stupenda." tenta di sorridere, prima di afferrarla. Poi la compra, senza pensarci, perchè - Dio - vuole regalarla a Louis per Natale, anche se non sarà lì con loro.

Tutto il resto della serata lo passano in giro, camminando stancamente per le bancarelle del paese, incontrando qualche persona conosciuta, di tanto in tanto. Come la madre di Niall, che arrossisce quando Maura saluta Zayn con un poderoso bacio sulla guancia, "come si fa in Irlanda!", oppure Sophia, la ormai ex di Liam, con le sue amiche, che sorride ma lo squadra non poco quando nota Gemma di fianco a lui.

Comunque passano un bella serata con i suoi amici, con la sua nuova casa e quando torna a casa e vede una busta giallognola nella buca delle lettere, capisce che quello non può che essere un segno del destino: Louis, i suoi amici, la lettera, la palla di Natale chiusa nella busta che ha stretta al fianco.

Quando torna a casa, apre la lettera e nota con sorpresa che ci sono scritte solo poche parole, la solita calligrafia incerta.

 

 

Afghanistan, 17 ottobre 2012

Ci si può innamorare di una persona in sole quarantotto ore?

 

 

Se Harry potesse rispondergli, se solo avesse un maledetto indirizzo da inserire su quella busta, gli direbbe che sì, ci si può innamorare in quarantotto ore. Perchè a lui è successo, a lui è capitato.

Appoggia la busta sul tavolino, cercando di respirare forte, anche se non sembra più esserne capace. Quella domanda lo tortura da quando Louis è partito, da quando l'ha lasciato da solo lì, a lottare contro i suoi incubi, contro i sogni in cui Louis è con lui, innamorato e con il cuore crepato, come un edificio dopo un terremoto. Il suo personale terremoto, che porta il nome di Louis.

A Harry squilla il telefono, ci si avvicina. C'è un messaggio da parte di Liam.

"Non è che mi daresti il numero di tua sorella?"

E Harry sorride, perchè sì, decisamente può darglielo.

 

 

*****

 

Gennaio 2013, mese 7

 

Le vacanze di Natale passano in fretta, tra cenoni in famiglia e serate con gli amici a bere qualcosa e a guardare, da spettatore esterno, come l'amore certe volte sia proprio strano. Zayn e Niall che parlano già di andare a vivere insieme, Gemma che da un paio di mesi sorride molto di più, Liam che non smette di ringraziarlo per avergli presentato sua sorella.

E Harry non si sente escluso così tanto, sta ammirando il frutto del suo lavoro orgoglioso come un padre che osserva il proprio figlio che impara ad andare in bicicletta da solo. Sorride ai quattro, pensando che, cazzo, tra solo due mesi anche lui si sentirà felice come loro, con il suo Louis a fianco, con la sua vita che si costruisce come un puzzle davanti a lui.

Gli è arrivata un'altra lettera, pochi giorni prima. Stavolta è un po' più lunga, Louis sembra triste, ma il 'ti amo' che urlano quelle poche parole è molto più forte della voce.

 

 

Era a casa da solo, quella mattina, faceva colazione avvolto nel piumino del suo letto, un cappuccino caldo tra le mani, i cartoni alla televisione, come ogni buon sabato mattina che si rispetti. Poi qualcuno aveva bussato alla porta, la sua anziana vicina che gli porgeva la posta – "L'hanno per sbaglio infilata nella mia cassetta, ragazzo" -, un grazie amozionato appena sussurrato su quella lettera.

La aprì, le mani che tremavano.

 

 

28 dicembre 2012

 

Ciao Paradiso.

Oggi il nostro comandante c'ha lasciato riposare, ha voluto che ci stendessimo perchè, come dice lui, 'siete distrutti, ragazzi'. Come se non lo sapessi.

Comunque, abbiamo passato tutto il pomeriggio a parlare, a confrontarci. Immagina quindici venticinquenni vestiti da militari in una stanza che ne può accogliere massimo sette o otto, fuori la guerra che infuria e loro lì dentro a parlare d'amore. Paradossale, non è vero?

Ho parlato ai ragazzi di te, ne avevo bisogno. Si sono stupiti che fossi della cosiddetta 'altra sponda', ma non più di tanto, penso che la maggior parte di loro lo sospettasse già. Ma non m'importa.

Quando ho finito di parlargli di te non m'hanno detto niente, solo Mike, il ragazzo delle lettere, se n'è uscito con 'lo ami tanto, non è vero?'.

Mi sono limitato a sorridergli.

Ho paura di non farcela, di non tornare, ma più di tutto ho paura di non rivederti mai più, di non sentirti più pronunciare il mio nome, di non riuscire a dirti cosa provo per te, di non poterti più toccare. Ho paura di non rivedere più quello scemo del mio migliore amico, mente fuma o parla di quanto sia difficile trovare qualcuno che ti capisca a questo mondo. Ma forse lui l'ha trovato, non è così?

E forse anche io.

Mi manchi, Harry, davvero tanto. Il tuo bracciale è ancora qui, è l'unica cosa che ho di te che non sia nei miei ricordi. S'è già rotto una volta, ma poi Stan m'ha aiutato a legare le due stremità. Penso che adesso sia più bello, che con quel nodo rispecchi di più me e te, in questo momento.

Ora ti saluto, non vedo l'ora di tornare da te.

Prenditi cura di Zayn, digli che gli voglio bene, anche se lo sa già.

Ciao Harry.

Louis

p.s: anche se in ritardo, Buon Natale. Spero che tu abbia sorriso tanto, sei ancora più bello quando lo fai. :)

 

***

 

Louis gli prende le mani, prima di trascinarlo sul letto, quello che sembra diventato il loro. Mancano sette ore e poi il suo profumo diventerà solo un bellissimo ricordo.

Lo bacia dappertutto, le sue mani solo sul suo corpo, lo spoglia delicatamente, come se avesse paura di fargli male, si sciupare la sua anima.

"Louis." Harry ha fatto sesso tante volte, con uomini e donne, ma non aveva mai fatto l'amore, prima. E capisce che c'è una differenza sostanziale, una piccola virgola che però ha il potere di cambiare tutto. Louis lo sfiora con amore, dedizione, come se avesse tra le mani la cosa più importante del mondo, il suo universo.

Quando lo bacia, lo tocca, gli dà piacere, quando geme nella sua bocca, quando immerge le mani nei suoi ricci e li tira dolcemente, quando la frizione tra i loro corpi lo fa impazzire, è esattamente in quei momenti che capisce quanto ha bisogno di tutto quello, quando ha bisogno di Louis.

"Ho b..bisogno di te." gli dice, soffiando leggermente sulle sue labbra, i suoi occhi che cercano quelli del ragazzo sopra di lui, come per inchiodarlo ed impedirgli di partire.

"Ti penserò sempre. T..ti penserò talmente tanto che ne avrai abbastanza di sentire le orecchie fischiare. Solo..non dimenticarmi Harry."

Louis lo prepara con dolcezza, con le dita, lo bacia dolcemente per non fargli pensare al dolore, poi entra in lui, come se fosse l'ultima volta.

"Non..non posso dimenticarmi di t..te." geme Harry, le mani intrecciate con quelle di Louis, sopra la sua testa, i ricci sparpagliati sul cuscino, le sue gambe sulle sue spalle, aperte come a gradargli 'mi fido di te!', la voce rotta dall'emozione e dalle lacrime miste, gioia e tristezza mescolate insieme.

Vengono entrambi, quasi contemporaneamente, i gemiti spezzati, le mani ancora intrecciate.

"Harry."

"Louis."

Poi il castano si accascia sul suo petto, cercando di riprendersi, cercando di regolarizzare il suo respiro, cercando di imprimersi quei momenti nella memoria.

Poi inizia a parlare, come sempre dopo aver raggiunto il culmine. "Forse un po' di paura la ho." sussurra.

"Ne hai tutte le ragioni, amore mio." gli risponde Harry, cominciando ad accarezzargli i capelli profumati, legandolo a sè.

"Non.. Oh insomma. Ho perso tanti amici, ma io mi sono sempre salvato, anche se qualche volta avrei voluto esserci io al loro posto. Ho..ho seppellito tante persone desiderando di seguirle e tante volte mi sono chiesto se fosse peggio morire o rimanere vivi con quel peso abnorme sulle spalle, io.." Harry allunga una mano, asciugandogli una lacrima che gli bagna la guancia e il mento.

"Non lo devi mai più pensare, Lou. Sul serio, tu..tu devi vivere. Per te, per me, per Zayn, per la tua famiglia. Per noi." gli sussurra Harry, prima di lasciare che la sua mano vaghi sulla schiena di Louis, a disegnare mille parole mai dette. "So che hai paura, ma se non sopravvivi ti vengo a cercare direttamente in Afghanistan e desidererai non essere mai morto, fidati!"

"Okay, okay." Louis ride nella sua direzione, sulla guancia solo il sale. "Tu non puoi essere vero. Tra un po' mi sveglierò e tu sarai svanito nel nulla, come i migliori sogni."

"Nah, i sogni non possono fare questo." gli sorride Harry, prima di mordergli una guancia dolcemente, lasciandogli un piccolo segnetto rosso.

"Ehi!" protesta Louis, ma non sembra poi tanto contrariato. "Da quando sei diventato cannibale?"

"Da quando ti conosco." risponde Harry ridendo e accogliendo la mano di Louis, che gli accarezza il petto nudo.

"Cioè da due giorni?"

"Esattamente. Due giorni che sembrano due anni."

Louis sorride, poi lo bacia, lasciando a Harry il compito di approfondire questo contatto, così intimo, così loro.

"Sei perfetto." gli sussurra Louis sulle labbra quando si staccano, una mano ad accarezzargli la guancia.

"Oh, non.." "Per me. Sei perfetto per me." aggiunge, baciandolo ancora.

E Harry decisamente si sente di inserire quella notte al primo posto nella lista delle notti più belle della sua vita.

 

 

*****

 

Marzo 2013, mese 9

 

Harry si morde l'interno della guancia, agitato.

"Stai tranquillo Haz, andrà tutto bene." gli dice Niall, seduto sul sedile dell'auto di fianco a lui.

Già, peccato che sia tipo l'ottocentesima volta che tutti glielo ripetono, ma, ehi!, non sta funzionando, grazie tante! Sono in macchina da circa un'ora, è seduto accanto a Zayn, che in quel momento sta guidando, una ruga di concentrazione e di gioia che gli attraversa la fronte. Stanno andando a prendere Louis all'areoporto.

"Guarda che se non stai fermo con quella gamba, Zayn tra un po' sbanda e addio areoporto!" gli dice Liam dal retro, sporgendosi verso di lui.

"La strada Zayn, guarda la strada." dice subito Harry rivolto al moro che si è girato verso di lui, facendo ridere i suoi tre compagni e inevitabilmente anche lui.

"Stai tranquillo, siamo praticamente arrivati!" gli sorride Zayn, varcando l'entrata dell'areoporto lentamente. Troppo lentamente, per i nervi tesissimi di Harry.

Solo cinque minuti dopo sono dentro all'edificio, nella sezione degli arrivi: è enorme e pieno di persone: vecchie signore con un sorriso stampato in faccia, donne con bambini, mamme che, velate di nero, aspettano quello che Harry non vorrebbe mai dover aspettare: la bara della persona che amano di più sulla faccia della terra.

"Non si può andare più in là?" chiede Harry concitato, sporgendosi sopra a tutte quelle persone, mentre Niall ride, dietro di lui.

"Non credo Haz, ma respira." gli dice, senza staccarsi dal fianco di Zayn.

No, decisamente non ci riesce. "E se non ci vede?"

"Siamo di fronte all'entrata, Harry. Ci vedrà." tenta di rassicurarlo Liam, ma, ehi!, Harry è innamorato e sta andando lentamente fuori di testa. Deve vederlo, altrimenti come fa a sapere che è vivo e vegeto?

"Dio, sembra che tu abbia qualcosa nelle mutande, stai fermo Harry!" dice Zayn ridendo.

"Oh, ma sentilo! Tu ce l'hai lì di fianco il tuo ragazzo, lasciami essere un po' agitato!" replica il riccio, cercando di non far notare troppo che ha appena indirettamente ammesso che Louis è il suo ragazzo, ora. O almeno, lo sarà appena lo vedrà uscire da quello stupido gate.

"Touchè." sorride Zayn, prima che Liam gli picchi dentro, facendolo girare verso di lui. "Harry.."

"Che c'è? No, non sto calmo, io.."

Liam ha gli occhi puntati davanti a sè, sorride dolcemente, come mai l'ha visto.

Harry si volta. Ed è solo allora che lo vede.

Harry non ha mai visto niente di più bello. Ha i capelli scompigliati, la sua divisa verde scuro linda, zoppica leggermente e ha gli occhi cerchiati di occhiaie blu, ma non riesce a non trovarlo semplicemente meraviglioso.

Il suo cuore trema quando Louis comincia a guardarsi intorno, forse temendo di essere solo, forse aspettandosi qualcuno che salti fuori e con un 'Buu!' lo abbracci.

"Corri." gli dice Zayn da dietro e Harri non se lo fa ripetere due volte.

Le gambe sembrano improvvisamente leggerissime, come il suo cuore che non perde nemmeno un battito, sembra che non voglia fermarsi. Fa diversi metri, poi Louis di gira verso di lui, lo vede.

"Harry!" urla, prima di lasciar andarela valigia a se stessa, ai suoi piedi.

"Louis!" Harry ride e piange e poi ride ancora, quando Louis apre le braccia e gli sorride, con quella faccia da bambino che aspetta un abbraccio della mamma.

E corre, Harry corre, fino quando non è talmente vicino che sente Louis che sussurra, gli occhi lucidi come ghiaccio.

"Harry."

E poi, tutto si spezza e si ricompone in un attimo, nell'attimo in cui Harry salta in braccio a Louis e finalmente, dopo tanti mesi, lui lo stringe tra le sue braccia, le lacrime che gli bagnano le guance.

"Louis."

E, Dio, se Harry potesse scegliere il momento preferito della sua vita, sceglierebbe quello. Stanno lì, stretti l'uno tra le braccia dell'altro, dopo i nove mesi più lunghi delle loro vite e si abbracciano, tentano di fondersi l'uno con l'altro.

"Sei bellissimo." gli sussurra Louis, prima di farlo staccare leggermente per guardarlo negli occhi. Gli strofina gli zigomi per mandare via le lacrime, poi fa combaciare le loro fronti, Harry è totalmente in balia di quello che sente.

"Tu sei bellissimo Lou." gli sussurra, prima di dargli un bacio sulle labbra, leggero come l'aria. "Mi sei mancato così tanto."

"Anche tu amore mio, anche tu."

E poi Louis lo bacia, le braccia strette attorno al suo torace, gli occhi chiusi ma sempre puntati su di lui, mentre tenta di trasmettergli tutto ciò che sente. Amore, dedizione, dolore, ancora amore, mancanza, gioia. Cerca la sua lingua così dolcemente che Harry vorrebbe morire, davvero, se non fosse così immensamente felice di certo morirebbe di crepacuore, perchè Louis, il suo Louis, è lì, e gli sta dicendo che lo ama senza usare le parole.

"Ho visto talmente tanto dolore che temo di non essere più abituato ad essere felice." gli dice quando si staccano, facendo strofinare i solo nasi in uno sfioramento dolcissimo.

"E' un peccato." sorride Harry contro le sue labbra, prima di aprire gli occhi per poterlo guardare in viso.

"Perchè?" gli domanda Louis sorridendogli.

"Perchè ho trovato la risposta alla tua domanda." risponde Harry, lasciandogli un breve bacio a stampo.

"E sarebbe?"

"Sì." risponde Harry, con ovvietà. "Sì, ci si può innamorare di una persona in quarantotto ore, Lou."

Louis ride, gli occhi gli si illuminano. Lo bacia ancora, i nasi che si sfiorano, le lingue che si cercano, Harry che sente che finalmente sta tornando a respirare.

E "Ti amo, Harry."

"Ti amo."

E sì, decisamente Louis si sbagliava, nonostante tutto il dolore che ha visto, riesce ad immaginare ancora la felicità. La vede negli occhi di Harry, la sente nel suo 'ti amo'.

 

 

Harry sa che Louis dovrà di nuovo partire. Lo sa, è il suo lavoro, è quello per cui è pagato, è quello per cui ha studiato tutta la vita. Sa che la prossima volta potrà essere l'ultima, sa che l'amore della sua vita rischia la vita ogni giorno.

Ma in quel momento, con Louis che lo bacia, Niall che lo abbraccia forte, Liam che gli sorride e Zayn che quasi si commuove, sa che, dopo averla tanto cercata, ha trovato la sua casa, il suo posto nel mondo.

Edè assurdo, perchè conosce Louis da nove mesi, ma si è innamorato di lui in poco più di due giorni. Ancora non si spiega il perchè, forse non lo capirà mai.

"Sai cosa ho pensato la prima volta che ti ho visto?" gli chiede Louis, stretto a lui, in macchina, mentre stanno tornando a casa.

"Cosa?"

"Quel giorno, per un momento, ho avuto l'impressione di essermi dimenticato che cosa volesse dire avere la terra sotto i piedi." risponde Louis sorridendo. "E' lì che ho capito che eri quello giusto per me."

Ma forse, gli amori più assurdi spesso sono anche i migliori.

 

 

 

 

 

When you're gone

the pieces of my heart are missing you.

When you're gone

the face I came to kwon is missing to.

When you're gone

the words I need to hear

to always get me thought the day and make it ok.

I miss you.

 

 

Fine.

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice (:

Ciao popolo di efp!

Si, lo so. Anzi no, non lo so. Non so da dove mi sia uscita questa cosa nè perchè io l'abbia scritta. Solo, mi attirava l'idea di un Louis in divisa e di un Harry stra dolce che è capace di aspettarlo tutti quei mesi pur di stare con lui. Ho sempre amato le scene strappalacrime dei due amanti che si rincontrano dopo tanto tempo. Sigh sigh :') ahahah

Bene. (: spero che sia piaciuta a voi almeno la metà di quanto sia piaciuto a me scriverla. So che è un po' lunga – ma chi voglio prendere in giro, è chilometrica! - ma so anche che se siete arrivati fino qui deve esservi piaciuta almeno un po' (:

Eeeergo, se avete voglia lasciatemi una piccola recensione, tanto per farmi sapere che cosa ne pensate, se devo darmi all'ippica oppure posso andare avanti a scrivere. Ahahah

So, vi abbandono (: ho tipo 50 pagine di storia da studiare, ma beh, Harry e Louis verranno sempre prima di tutto. AHAH ormai lo sappiamo.

Vi amo, grazie in anticipo <3

La vostra M. <3

p.s: la canzone, per chi non la conoscesse, è la più commovente di tutti i tempi: When you're gone, by Avril Lavigne <3

p.p.s: mi scuso per eventuali errori di battitura e/o orrori di grammatica, ma davvero, non ho la forza di rileggerla. Ahahah 

  
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