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Autore: Miyu Orwell    31/10/2004    14 recensioni
"<< Un principe?! >>
<< Ma sì! Uno di quei principi delle fiabe! Quelli che vanno sempre a salvare la principessa e poi la sposano! Loro sono sempre biondi, con gli occhi chiari, bellissimi, eleganti, fieri! A parte i colori tetri dei vestiti, sei perfetto! >> disse Harry."
La mia one-shot per Halloween, sulla coppia che più amo: la Harry/Draco, ovviamente! ^__^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e non hanno alcun legame con la realtà. Qualsiasi nome e riferimento a fatti o persone reali è da ritenersi ASSOLUTAMENTE casuale.


Domanda: ho fatto Harry troppo "puro"? ^^""


“Il mio principe vampiro”



31 Ottobre 1987

Dudley Dursley con la sua baby-gang passava di casa in casa, per chiedere dolci a non finire e, nonostante la maggior parte delle persone gliene dessero, lui e il suo gruppo non mancavano mai di riempire tutti i giardini di carta igienica e schifezze varie.
A coda del gruppo, parecchio distante dal cugino scalmanato, c’era un piccolo ragazzino dagli spettinatissimi capelli neri, una cicatrice a forma di saetta sulla fronte e degli occhiali rotti che coprivano due occhioni arrossati.
Harry Potter ODIAVA Halloween. Questo era poco ma sicuro. Ogni anno, sua zia lo costringeva a mettersi qualcosa di orribile addosso come degli stracci o della carta di alluminio, giusto per far divertite il suo adorato figlioletto. Quell’anno Harry era rinchiuso in una scatola di cartone. Lui, cercando di abbellirla un po’, aveva provato a disegnarci sopra con una penna dei bottoni, così che potesse sembrare che si fosse travestito da robot… ovviamente, il risultato fu pessimo e Harry, sempre più demoralizzato, si era infilato quel coso addosso e aveva iniziato a vagare per le strade, senza nemmeno capire dove stesse andando. Sapeva solo che doveva non allontanarsi troppo da Dudley, perché gli era stato severamente proibito.

<< Pss, ehi, Dud… ma quello lì chi è? Continua a seguirci… >> sussurrò un bambino a Dudley.
<< Oh, quello… >> Una nota di disgusto trapelò dalla voce del ragazzotto. << Quello è mio cugino… ma è un cretino. Ed è pure tutto strano! Credo sia pazzo… >>
<< In effetti, conciato così… >> disse un altro bambino.
<< Anche di solito, lo sembra… non solo così… >> ridacchiò Dudley, mentre anche gli altri si univano all’ilarità del momento.
<< Sentite… ormai abbiamo finito gli scherzi… che ne dite di… >> propose Dudley poco dopo, indicando con un gesto del capo il cugino, mentre un ghigno malefico compariva sul suo volto grassoccio. Gli altri annuirono, compiaciuti, per poi voltarsi all’unisco verso Harry. Lo accerchiarono e lui, rendendosi conto dell’accaduto, li guardò impaurito.
<< C-Che volete? >> domandò il bambino sopravvissuto.
<< Oh niente… ci chiedevamo come mai eri qui tutto solo e non venivi con noi a divertirti, cugino… >> rispose Dudley, con un ghignetto.
<< P-Preferisco di no, grazie… >> disse Harry, sapendo che nonostante il rifiuto, avrebbe dovuto obbligatoriamente prendere parte ai “divertimenti”.
<< Ma come?! E noi che volevamo “giocare” con te! >> esclamò Dudley, spingendolo subito dopo e facendolo cadere contro un bambino del gruppo.
Tutti i bambini cominciarono a spingerlo, mentre lui cercava inutilmente di fermarsi, urlando disperatamente di lasciarlo stare.
<< Lasciatelo stare! >> sibilò una voce alle spalle del gruppo.
Tutti si voltarono e in quel momento videro un ragazzino pallido, con perforanti occhi ghiacciati e splendidi capelli d’orati.
<< Chi sei?? >> domandò Dudley, cercando di non far tremare la propria voce. L’apparizione di quel bambino lo aveva colto alla sprovvista.
<< Non è cosa che ti interessi, stupido babbano… >> rispose malignamente il biondino, fulminando ad uno a uno i componenti della piccola gang, con il suo sguardo tremendamente freddo.
<< Bab-che?! Ma come cavolo parli? Sei forse pazzo pure tu? >> domandò un bambino del gruppo, guardandolo scettico.
<< Non tollero che degli stupidi mocciosi babbani mi insultino in questo modo… meritate una punizione… >> rispose il ragazzino che, con un ghigno sul volto, alzò una mano verso il piccolo gruppo. Dalla punta delle sue dita, iniziarono ad uscire piccole luci, le quali iniziarono ad unirsi velocemente di fronte a lui, formando delle forme indefinite e splendenti.
A poco a poco però, le forme, che prima non sembravano nulla, divennero più chiare, molto più chiare. In pochi istanti, infatti, le forme smisero di brillare e di fronte al gruppetto di bambini pestiferi si materializzarono cinque lupi famelici. I bambini iniziarono ad urlare terrorizzati, scappando in tutte le direzioni, mentre i lupi correvano loro dietro.

Una volta che gli inseguiti e gli inseguitori si furono allontanati, il bambino biondo si avvicinò a Harry, inginocchiato a terra, tremante.
<< Va tutto bene? >> chiese il biondino. Il moro non rispose, ma continuò a tremare guardandolo sconvolto.
<< Non avere paura… quei lupi sono solo un’illusione… >> spiegò il bambino.
Harry sollevò di scatto il capo, mostrando gli occhioni ancora più gonfi di lacrime. << D-Davvero? >> chiese. L’altro bambino annuì.
<< Ormai dovrebbero anche essere già scomparsi… diciamo che le illusioni sono la mia specialità… anche ora non sarei qui, se non avessi usato il mio potere… >> rispose, con un sorrisino scaltro.
<< Meno male… avevo paura che quei lupi avrebbero fatto loro del male… >> sospirò Harry.
L’altro strabuzzò gli occhi. << Ma come?! Quelli ti stavano maltrattando e tu sei contento che stiano bene?! >> Harry annuì, confuso dal fatto che quel bambino fosse tanto stupito da tutto ciò.
<< Tu... tu sei davvero un tipo strano, lo sai? >> disse con un debole sorriso.
Harry parve riflettere. << Ed è una buona cosa secondo te? >> chiese dolcemente.
<< Sì… sì, lo è… >> rispose il biondo. Dopo un attimo di pausa, durante il quale Harry si strofinò gli occhi, Draco disse: << Mi chiamo Draco… Draco Malfoy… >>
Harry gli sorrise e gli rispose: << Io invece mi chiamo Harry, Harry Potter… >>
<< Lo sapevo già… >> sussurrò Draco e Harry lo guardò confuso.
<< Come facevi a saperlo? >> chiese.
<< Questo è un segreto… >> rispose Draco, con un sorrisetto.
Harry si grattò la testa, confuso. Poi Draco chiese: << Vuoi venire con me? >>
<< Dove? >> chiese sorpreso Harry.
<< Non lo so… da qualche parte… voglio restare solo un po’ con te… non voglio tornare a casa… >> rispose il bambino biondo, con una nota di tristezza e supplica nella voce.
<< Va bene… se vuoi possiamo andare al parco… è qui vicino e così potremo anche giocare sulle altalene, che ne dici? >> propose Harry.
<< Che cosa sono le “altalene”? >> domandò confuso Draco.
<< Lo vedrai quando saremo la… dai vieni! >> esclamò il moro, sorridendo apertamente a quello strano bambino comparso dal nulla. Harry iniziò a correre, seguito subito a ruota da Draco.
Harry si sentiva… felice. Era contentissimo di aver incontrato quel bambino di cui non sapeva praticamente nulla. Gli piaceva, perché aveva capito che era molto simile a lui. Sentiva che c’era qualcosa che li rendeva così. E questo gli piaceva da impazzire: con nessun altro aveva mai provato quella sensazione di libertà.
D’altra parte, anche Draco era contento della presenza del piccolo Potter. Aveva passato la sua infanzia ad imparare ad odiare lui e la gente con cui viveva, eppure gli era bastata un’occhiata, tre anni prima, per dimenticare l’odio obbligato verso Harry.

Quel giorno, Draco stava per entrare al Paiolo Magico, subito dopo suo padre e sua madre, quando aveva sentito casualmente due maghi parlare tra loro.
<< Oh, ma quello… quello è Harry Potter! >> esclamò sottovoce un mago ad un’altra strega.
<< Hai ragione! È proprio lui! >> disse estasiata la seconda.
<< Io… io vado a stringergli la mano… >> sussurrò il mago, dirigendosi subito dopo verso il bambino, seguito a ruota dalla strega.
Draco seguì con lo sguardo i due adulti che, una volta giunti di fronte al bambino, accompagnato da una donna e da un bambino grassoccio, gli strinsero la mano uno per volta, ringraziandolo per ciò che aveva fatto.
Draco osservò come il bambino sembrasse spaesato nel sentirsi ringraziare da due perfetti estranei. Un sorriso comparve sul volto del biondino. Harry aveva un’aria davvero molto buffa in quel momento: con quei vestiti decisamente troppo larghi per lui, quegli occhiali rotondi tenuti insieme con dello scotch, i capelli nerissimi arruffati in maniera bizzarra, lo stupore espresso dal suo sguardo che vagava dal mago alla strega, il rossore comparso sulle sue guance quando i due gli avevano stretto la mano.
Sì, decisamente era molto buffo… si disse Draco.
Una volta che i due adulti si furono allontanati, la donna, piuttosto alterata, e il bambinotto, intento a leccare un lecca-lecca gigante, come se nulla fosse accaduto, che lo accompagnavano ripresero a camminare, seguiti da Harry, ancora piuttosto sconvolto.
Quando i tre passarono davanti a Draco, Harry intercettò lo sguardo del biondino, che lo stava ancora fissando con quel lieve sorriso che gli increspava le sottili labbra. Harry fece per fermarsi, ma zia Petunia lo prese per un braccio e se lo trascinò via, mentre lui cercava ancora con lo sguardo il bambino visto un istante prima.
Una volta lontani, Draco entrò finalmente al Paiolo Magico e si avvicinò a sua madre.
<< Tesoro, ma dov’eri finito?! Non riuscivo più a trovarti… temevo ti fossi perso da qualche parte! Ma… ti è successo qualcosa di bello, per caso? >> chiese la donna, notando gli occhi di Draco brillare. Lui si limitò a sorriderle, stupendola ancora di più, dato che i sorrisi sul volto del figlio erano più unici che rari.



Quando i due bambini arrivarono al parco, Harry corse subito verso una delle due altalene (non prima però di fermarsi per togliersi lo scatolone di dosso e gettarlo di lato) e ci si sedette sopra. Poi con un sorriso disse a Draco: << Ecco! Queste sono le altalene! >>
Draco si avvicinò, titubante, per poi sedersi su quella accanto a quella su cui era seduto Harry.
<< Fai come me! >> esclamò Harry, iniziando a dondolarsi. Draco lo guardò un attimo perplesso, cercando di capire che cosa ci trovasse di così divertente nell’andare avanti e indietro. Provò a spingersi, ma l’altalena si muoveva poco e storta, tanto che rischiò di finire addosso a Harry, che ormai aveva preso anche un poco di velocità.
<< Uffa! Ma è difficile! >> esclamò Draco, spazientito. Harry sorrise e scese dalla sua altalena.
<< Fermati un attimo, così posso spingerti io… >> disse il bambino. Draco lo fissò un po’ stupito, ma fece come gli era stato chiesto.
Ben presto, grazie alle piccole spinte di Harry e anche un po’ perché aveva capito come fare, Draco iniziò a prendere abbastanza velocità per riuscire ad andare per conto suo, così Harry tornò sulla sua altalena.
<< È… è divertente… >> sussurrò Draco, socchiudendo gli occhi e beandosi dell’aria fredda che gli arrivava sul volto pallido.
Harry sorrise, per poi soffermare il suo sguardo sull’abbigliamento di quel bambino biondo. << Senti, ma tu… ti sei forse travestito da vampiro? >> chiese il moro.
Draco fece fermare l’altalena (Ci avevo messo un’eternità a farla andare, cretina di un’autrice! Nd Draco) (^^””” Nd Miyu) e lo fissò. << Perché me lo chiedi? >>
<< Bè… porti un mantello nero, hai addosso un… vestito? Un vestito nero… e poi con i capelli tirati così indietro e la pelle così chiara, guarda che lo sembri davvero… >> rispose Harry.
<< Magari fosse un travestimento… >> disse Draco, guardando mestamente a terra. << Io devo sempre essere così… vestito di nero, o comunque di un colore scuro, i capelli sempre in ordine, lo sguardo fiero… io devo sempre essere come lui… >>
<< Lui chi? >> chiese Harry perplesso e curioso.
<< Un uomo cattivo… >> rispose semplicemente Draco. Harry preferì non indagare oltre. Non era così stupido da non capire che l’argomento risultava piuttosto doloroso per il suo nuovo amico.
<< Però così sembri un principe, sai? >> esclamò Harry, cercando di risollevare il morale al biondino.
Draco guardò confuso Harry. << Un principe?! >>
<< Ma sì! Uno di quei principi delle fiabe! Quelli che vanno sempre a salvare la principessa e poi la sposano! Loro sono sempre biondi, con gli occhi chiari, bellissimi, eleganti, fieri! A parte i colori tetri dei vestiti, sei perfetto! >> disse Harry con un sorrisone.
<< Allora tu saresti la bella principessa che viene salvata dalle grinfie dei malvagi? >> chiese Draco con un sorrisino scaltro.
Harry parve riflettere. << Ma io non sono una femmina… >> disse poi.
Draco emise un suono tra uno sbuffo e una risata. << Questo lo avevo notato pure io… >>
Harry rise, ma la sua risata si spense immediatamente quando sentì una voce a lui fin troppo nota.
<< Potter! Potter, dove sei finito?! >> urlava una voce maschile.
Lo sguardo di Harry si intristì. << Sì, decisamente sono la principessa imprigionata nel covo dei malvagi… >> disse Harry, con un sorriso triste.
Draco fissò Harry un attimo. Poi prese di scatto le mani del moro e gli disse, velocemente: << Senti, ti prometto che tornerò a prenderti… ti porterò via da loro! Ma… ci vorrà molto tempo… tornerò tra… tra undici anni! Proprio qui, in questo stesso giorno, a questa stessa ora! Probabilmente ci rivedremo prima, anzi sicuramente, ma io… io sarò crudele con te! Dovrò odiarti! E anche tu dovrai fare lo stesso, forse non fingerai ma finirai con l’odiarmi davvero... ma non mi importa, solo… sappi che tornerò.. è una promessa! >>
Harry lo fissò confuso, ma annuì, mentre un sorriso si apriva sul suo volto. << Ti aspetterò… >> disse, per poi salutarlo e dirigersi verso il luogo in cui sentiva provenire la voce di suo zio.

Undici anni dopo…


Halloween. Harry aveva smesso di odiare quella ricorrenza. Da quando aveva undici anni. Da quando aveva scoperto chi fosse lui in realtà. Da quando era entrato alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Voldemort era stato sconfitto già da diversi mesi, il mondo era stato liberato dal mago più potente e crudele che avesse mai ospitato, i maghi e le streghe di tutto il mondo avevano festeggiato per una settimana intera, mentre Harry era stato ricoverato per due mesi per le ferite riportate. I Mangiamorte erano stati arrestati più o meno tutti, grazie all’aiuto di diverse spie infiltrate, anche se qualcuno era riuscito a scamparla.

E mentre il venticello freddo di quella notte lo investiva di continuo, Harry stava lì, su quell’altalena che adorava tanto. L’altalena sulla quale poteva perdersi tra i ricordi, a ripensare a coloro che ormai non c’erano più, ma soprattutto a coloro che ora potevano vivere felici.
Hermione e Ron si erano sposati e lei era già incinta di due mesi. Remus e Tonks si erano decisi e si erano finalmente dichiarati e messi insieme, grazie all’aiuto dello stesso Harry e di Ginny, che ora frequentava l’ultimo anno a scuola. Fred e George facevano soldi a palate grazie al loro formidabile negozio di scherzi a Diagon Alley. Severus Piton continuava ad insegnare Pozioni (Difesa non lo insegnerà mai :P Nd Miyu) (è.é Nd Severus) a Hogwarts e la McGranitt era diventata Preside da quando Silente era rimasto purtroppo ucciso durante l’ultimo scontro con Voldemort.
Tutto sommato Harry poteva dire che non stava andando tanto male… o almeno, per gli altri. Lui non riusciva ad essere pienamente felice… ora che la scuola era finita, lui era rimasto solo. Non poteva più passare quasi tutto il suo tempo con Ron, Hermione o qualcun altro ancora. Era solo. Completamente. Specialmente ora che l’Ordine della Fenice era stato sciolto e lui abitava in Grimmauld Place n° 12 da solo.

Ad interrompere il flusso dei pensieri di Harry, fu un rumore di passi. Harry non si voltò, ma portò la mano verso la sua bacchetta.
<< Reparo >> disse una voce. Una luce azzurra colpi l’altalena di fianco a quella di Harry. Un attimo dopo, un ragazzo sui diciotto anni vi si sedette sopra, facendola cigolare.
<< Che puntualità… >> disse Harry, senza voltarsi a guardare il nuovo arrivato.
<< Io mantengo sempre le promesse… >> rispose il ragazzo, con un sorrisino scaltro.
<< Ho una domanda: ma ti piace così tanto vestirti così? >> chiese Harry, indicando i vestiti dell’altro, dopo essersi finalmente voltato a fissarlo.
<< La forza dell’abitudine… >> rispose Draco, con un’alzata di spalle, guardando Harry dritto negli occhi.
<< Ammetti piuttosto che ti piace avere quell’aria così misteriosa… >> disse Harry con un sorriso malizioso.
<< Bè, così sembro un principe, no? >> disse Draco, rammentando a Harry ciò che aveva detto undici anni prima.
<< Già…>> annuì Harry con un sorriso. <<… il mio principe vampiro… >>


***Fine***


Ditemi che ne pensate, per favore!!! ^___^

  
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