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Autore: hellosunshjne    02/11/2013    2 recensioni
Honey un nome completamente contradditorio per la persona che lo portava.
Honey si era posta degli obiettivi.
Honey aveva incentrato la sua vita in quella della sua creatura.
Honey non sapeva cosa volesse dire la parola amare, o meglio aveva preferito rimuoverlo.
Honey non era più Honey dopo aver incrociato i suoi occhi con quelli della persona che gli avrebbe stravolto la vita, senza chiederle il permesso.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«E come faceva a sapere del compleanno di Rebecca?» mi chiese dopo aver sentito la mia spiegazione.
«Non ne ho idea!» risposi col suo stesso tono alterato.
Sospirai e rilasciai le spalle. «Harry, ti prego. Non dirmi che sei geloso di Tom, ok? È una cazzata!»
«Io.. io non sono geloso di quello, ok? È solo che.. –guardò verso il basso e sorrise dispiaciuto- Ho fatto tante ore di volo immaginando le vostre espressioni nel vedermi, la tua espressione! Fidati non era così che me l’ero immaginata. Arrivare qui per festeggiare il compleanno della piccola e trovare voi due al buio, da soli.»
Mi avvicinai a lui sorridendo, con l’indice e il pollice gli alzai il mento e senza dire nulla gli stampai un bacio sulle labbra. Ma quanto potevo amarlo?
Lui ricambiò il bacio, facendo pressione con le labbra sulle mie, schiusi le labbra e fece scivolare la sua lingua nella mia bocca. Strinsi forte le mie braccia al suo collo e lui fece lo stesso con la mia schiena.
Erano passate due settimane da quando era andato via e mi era sembrata un’eternità.
«Sono contenta che tu sia qui, non puoi immaginare quanto.» riuscii a dire con la fronte appoggiata alla sua.
«Non voglio più trovarti con un altro ragazzo, sono geloso.»
«Mmmh.. entriamo!» dissi baciandolo e  prendendolo per mano per entrare in casa.

L’indomani mi svegliai con un mal di testa incredibile e avevamo una giornata piena. La sveglia per me era suonata alle sette ed avevo una giornata piena.
«Buongiorno amore!» mi augurò notando i miei occhi aperti.
«Sei sveglio?» dissi scostando il lenzuolo bianco, attenta a non far vedere la pelle nuda.
«Non capisco perché ti copri così tanto con il lenzuolo dopo aver fatto l’amore, sei così bella.»
Arrossii inevitabilmente, ed infilai subito l’intimo. «Continua a dormire, io devo fare tantissime cose.»
Allungò le braccia verso di me e mi fece sedere sulle sue gambe. «Tralasciando il fatto che il jet-lag non mi ha fatto chiudere occhio, non voglio perdere nessun attimo con te!»
Appoggiai la mia testa sul suo petto. «Quando devi tornare in America?»
Avrei fatto di tutto per evitare quella domanda ma sapevo che prima o poi avrei dovuto chiederglielo e quando sentii la risposta ‘domani mattina’ persi un battito.
Era venuto un solo giorno perché aveva promesso a Beck di esserci, ero contenta. Posai di nuovo le mie labbra sulle sue ma il momento fu interrotto dai mugolii di mia figlia, forse sognava.
Afferrai una maglietta ed il pantalone della tuta e finii di vestirmi.
«La faccia di Rebecca ieri sera mentre correva per essere presa in braccio mi fa capire che ho fatto benissimo a tornare!»
Mi girai portando le mani sui fianchi. «Ah si? Solo l’entusiasmo della tua cara Rebecca? Va bene. Carbone a colazione!»
Scoppiammo a ridere in silenzio per non svegliarla e poi filammo in cucina a fare colazione.
Dopo poco Harry andò in bagno a farsi una doccia ed io rimasi con mia madre da sola in cucina.
«Devi dirmi qualcosa mamma?» le chiesi, ponendomi di fronte a lei. Sapevo che c’entrava lei.
«No, nulla tesoro»
«Tom ieri mi ha dato un regalo per Beck.»
«Bel pensiero, no?»
«E’ un caso strano che proprio alla vigilia del suo compleanno lui si presenta con un regalo, no?» risposi con il suo stesso tono.
«Non capisco cosa stai insinuando Honey, vado a prendere i festoni.» si congedò con un sorriso da bastarda sulle labbra.
Trattenni una risata e iniziai a pulire casa.
La casa era abbellita, Litz era appena arrivata con la torta, la piccola era appena stata vestita ed Harry la intratteneva mentre io finivo di passare la piastra.
Sentii il campanello bussare, la gente stava iniziando a venire così chiusi la porta della camera a chiave e corsi nell’altro lato della casa.
Accolsi immediatamente i due amichetti di Beck con la loro madre, la invitai a rimanere ma doveva andare a lavoro, così dopo averla rassicurata su ciò che avremmo fatto andò via.
I bambini iniziavano ad aumentare e la metà dei genitori, o talvolta dei nonni, erano rimasti. Gin e Litz animavano la festa mentre io mi preoccupavo che non mancasse nulla e intrattenevo i grandi con l’aiuto di Harry e mia madre.
Bussarono di nuovo al campanello e dato che ero impegnata a prendere delle bottiglie di aranciata dal frigo andò ad aprire Harry.
Sentii un piccolo gridolino provenire dall’ingresso così lasciai tutto e attenta ad non inciampare sui tacchi andai di là.
I due fratelli Styles si stavano teneramente abbracciando, Gemma aveva gli occhi che le brillavano, colta dalla sorpresa del fratello.
«Honey! Ciao!» si affrettò a salutarmi dopo aver insultato Harry per non averla avvisata. «Sono venuta con un’amica, spero non ti dispiaccia.»
«Macchè! Anzi hai fatto benissimo!»
«Questi sono per la festeggiata, a proposito dov’è?» presi i pacchi regalo e li appoggiai sul tavolo apposito.
«E’ di là con i suoi amichetti dell’asilo, se non ti considera è normale!» ridacchiai con lei facendole strada.
La festa procedeva a gonfie e vele, Rebecca era felicissima e le due ‘animatrici’ stanche come non mai. Avevo affiancato due o tre volte Harry quando vedevo che si sentiva a disagio nel parlare con gli altri adulti.
Qualcuno lo aveva riconosciuto e gli aveva chiesto una foto. Di tanto in tanto aiutava Gin e Litz con i bambini e quando uno di loro si avvicinò e gli disse ‘devo fare la pipì’, si girò verso di me con gli occhi fuori dalle orbite.
Sentii due mani calde sui miei fianchi e sorrisi senza girarmi, intenta a trovare il pacco di candeline nel ripostiglio.
Un paio di labbra coprirono di baci il mio collo e lo spazio di quello stanzino sembrava diminuire secondo dopo secondo.
«Harry..-affannai a parlare- ci sono una ventina di bambini di là.»
«Di là, non qui.» disse tra un bacio e l’altro. «Ti ho già detto quanto sei bella stasera? Sei raggiante!»
Sorrisi e mi aggiustai la spalline del vestito. «Grazie, sei niente male anche tu» risposi posando le mani sulla sua camicia bianca.
«Domani parti con me?»
«D-domani?»
«Si»
«Così, all’improvviso..»
«Non voglio partire senza te Honey, prendiamo un biglietto in più stesso domani mattina.»
Ci pensai su ma non ebbi il tempo di rispondere che sentii chiamarmi di là.
«Ne parliamo dopo»
Uscimmo dallo stanzino e tornammo in cucina il più disinvolti possibile, preparai le candeline sulla torta del Little Pony e presto tutti iniziarono a cantare ‘Happy Birthday’.
Poggiai la torta sulla tavola più grande ed aiutai Beck a salire sulla sedia, Gin aveva la macchina fotografica in mano mentre Litz, Harry e Gemma scattavano foto con l’iPhone.
«Esprimi un desiderio cucciola, però in silenzio»
Lei mi guardò, poi guardò i parenti davanti a lei ed annuì. L’aiutai a soffiare sulle poche candeline sulla torta e subito dopo mentre tutti applaudivano la riempii di baci.
Erano passati tre anni, aveva reso la mia vita nettamente migliori. In quello stesso istante mi venne in mente la prima volta che la vidi, piangeva ed era tutta sporca di sangue, mia madre piangeva mentre teneva stretta la mia mano sudata e pensai che fosse la bambina più bella sulla faccia della terra e mi promisi che non l’avrei mai lasciata, che l’avrei resa la persona più felice di questo mondo.
Scattammo tantissime foto con tutti, il modo in cui si era stretta ad Harry nella foto dove stavamo tutti e tre mi portò a prendere una decisione sulla partenza per l’America.
Scartò tutti i regali e sembrò di stare nel paese di balocchi.
Quando la casa si svuotò e rimanemmo noi, con Gemma e la sua amica mi tolsi le scarpe e abbracciai forte Rebecca.
«Ti sei divertita?»
«Tantissimo!»  disse tutta eccitata e rossa in viso. Guardò i suoi giocattoli nuovi e stringeva forte il pupazzo enorme, forse più alto di lei, che Harry le aveva regalato.
«Cosa c’è qui?» sventolò Harry una busta bianca davanti al suo naso.
Beck scivolò dalle mie braccia e afferrò subito la busta, l’aprì ed estrasse tre biglietti colorati. Li guardò e poi guardò Harry in attesa di una spiegazione.
«Mamma mi ha detto che da quando eri più piccola ti ha sempre detto che ti avrebbe portato in un posto speciale, in un posto incantato.»
Sorrisi immediatamente, erano i biglietti per Disneyland.
«Harry, non dovevi..» sorrisi.
«Ne ho l’opportunità e poi è fantastico quel posto!»
«Ma non ho capito, dove andate?» chiese Gemma allungando la testa sui biglietti.
«A Disneyland!» rispondemmo all’unisono.
Beck iniziò a saltare eccitata dall’idea di vedere Minnie dal ‘vivo’ ed abbracciò forte Harry e poi me, poi andò anche da Gemma e dalla nonna.
Quella bambina aveva tanto amore da dare.

Rebecca era crollata non appena Harry le aveva infilato il pigiama e rimboccato le coperte, avevamo invitato Gemma a rimanere per la notte ma l’amica doveva tornare a casa.
Gli altri membri del gruppo avevano inviato un video su whatsapp dove facevano gli auguri alla piccola e tra lei e Gin non sapevo chi fosse più emozionata.
Harry quella sera aveva parlato un po’ con Gin, per farle prendere confidenza e si erano fatti un sacco di foto stupide, molto probabilmente già le aveva messe su Twitter.
Tornai in salotto dove Harry e mia madre stavano conversando su non so cosa e mi accoccolai al suo petto, poche ore e sarebbe ripartito.
«Io vado a dormire, buonanotte ragazzi» ci salutò mia madre.
«Harry ho riflettuto su ciò che hai detto prima, nel ripostiglio.»
«E?»
«E ho deciso di non partire domani.»
Mi guardò negli occhi e poi tolse il braccio dalla mia spalla e spostò i gomiti sulle sue ginocchia. C’era rimasto male.
«Ti raggiungo tra tre settimane, anzi ti raggiungiamo.»
Harry si voltò verso di me, tornando a sorridere. «Che intendi?»
«Ho pensato che sarebbe inutile partire ora dato che siamo riusciti a vederci e non sono psicologicamente pronta per partire domani e affrontare tappe del tour e lasciare Rebecca qui. Domani ti accompagno all’aeroporto e prendo due biglietti per il volo tra tre settimane, per me e per Beck.»
«Hai deciso di portarla?» sorrise prendendomi le mani.
«Si, amo stare con voi due, non chiedo altro.»
«Ti amo da morire!»
«Io ti amo da vivere.»

SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE!
Sono scomparsa da troppo tempo ma l'università ha impegato la maggior parte del mio tempo!
Ho deciso come finirà questa ff e aufgaluigfal amo questa cosa!
Non ho tempo per postare una foto di Lux con la torta di compleanno ma immaginatevi la tenerezza ajghalugal
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!

Fatemelo sapere e grazie ancora a chi mi segue <3
  
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