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Autore: M4RT1    03/11/2013    1 recensioni
Storia ritrovata in una vecchia cartella del pc :)
Una ragazza, i suoi problemi e i problemi di tutti. Una normale mattinata che, ci scommetto quello che volete, chiunque ha vissuto almeno una volta ;)
"Tu, invece, andrai a scuola: ti siederai accanto alla tua migliore amica, ascolterai un paio d’ore quello che la prof di latino ha da dirti su Ovidio, poi sconnetterai il cervello e comincerai a disegnare vignette sceme sul banco, facendo ridere istericamente la tua seconda amica, quella che siede alla tua destra. Scenderai in cortile per l’intervallo, oppure cercherai di imparare in un quarto d’ora quello che gli altri hanno imparato in un paio di mesi"
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Accade sempre all’improvviso, un giorno in cui non te lo aspetti. La sveglia suona, ti alzi, e d’improvviso capisci di avere già sedici, diciassette anni: bella roba, no?
Tra poco ne compirai diciotto, diventerai un adulto, eppure tua madre ti scalda ancora il latte come quando andavi all’asilo.
Ti dici che è un pensiero momentaneo, che passerà, ma poi ti rendi conto che davvero non è cambiato poi tanto da quando avevi cinque anni: la stanza è la stessa di allora, identica, con ancora gli adesivi dei Pokemon attaccati sull’armadio e i peluche accatastati sull’ultima mensola polverosa. Polverosa e fucsia, perché da piccola amavi il rosa, naturalmente. Il piumone sul letto, quello con i Puffi e le nuvole (rosa anche quelle, neanche a dirlo!) è ancora lì, e tua madre passerà a sistemarlo come sempre da quando hai smesso di usare la culla.
Tu, invece, andrai a scuola: ti siederai accanto alla tua migliore amica, ascolterai un paio d’ore quello che la prof di latino ha da dirti su Ovidio, poi sconnetterai il cervello e comincerai a disegnare vignette sceme sul banco, facendo ridere istericamente la tua seconda amica, quella che siede alla tua destra. Scenderai in cortile per l’intervallo, oppure cercherai di imparare in un quarto d’ora quello che gli altri hanno imparato in un paio di mesi. La lezione ricomincerà e tu sarai ancora lì, in silenzio, a far finta di ascoltare con attenzione la discussione che adesso, con la prof di matematica, si è spostata sui logaritmi.
Non c’è mai stato niente di male, no? Per generazioni gli studenti hanno finto di ascoltare ore interminabili di materie assurdamente inutili.
Vai in bagno e non ci pensi più, troppo interessata al conflitto interiore riguardante la maglietta del giorno: Snoopy o celeste in tinta unita?
Nel frattempo ti trucchi anche, sperando che sia il giorno giusto per trovarti un ragazzo. Tua madre di qui a poco comincerà a chiederti del tuo orientamento sessuale, e tu dovrai risponderle che sei solo troppo… poco per avere un ragazzo. Uno decente, almeno. Uno che non somigli a quel bambino dalle orecchie a sventola che ti andava dietro alle elementari, né al tuo compagno di banco della prima media, che faceva finta di strozzarti chiamandoti “bagarozzo” come Homer Simpson.
Sospiri, ti osservi ancora un secondo, poi torni in stanza per recuperare la cartella ed esci, chiudendo la porta sulla casa ancora addormentata. Cammini verso la metro, ti fermi e saluti la tua amica, che è troppo impegnata a ripetere la storia di un anno scolastico per intavolare una conversazione; è fine anno e nessuno ha tempo di far nulla, in realtà. Tu hai la media dell’otto, bei voti in tutte le materie, i prof ti adorano e sei una tipa okay anche per i compagni.
Eppure, ora ti chiedi se questo basti. Se basterà dopo.
 
È stata questione di un secondo, qualche giorno fa, e ti sei resa conto della situazione verso la quale stai precipitando: i giovani fanno cortei, manifestazioni, e tu non hai nemmeno idea del fatto che tra qualche anno toccherà a te. Che anche tu, se non ti muovi, resterai a vita da tua madre, in stanza con una sorella emo perennemente al computer e un fratellino rompipalle che non ti permetterà di avere una vita che non includa lunghi pianti e gare di rutti.
È stato come per gli assorbenti: ci sono voluti due anni per renderti conto di essere circondata di pubblicità che ti sbandieravano in faccia la tua nuova condizione e mille modi per evitare di allagarti, puzzare e fare mille altre cose che, alla fine, non hai comunque mai fatto.
E comunque il succo è che devi fare qualcosa. Ma cosa?
  
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